Il Ribelle -odore di donna-

di
genere
etero

La pioggia aveva iniziato a scendere macchiando il logoro giubbotto in “Lanital” di Leo. Ritornava al forte portando in spalla una fascina di legnetti e nella mano un mazzetto di campanule e bucaneve per Ariel. Stava pensando alla figura snella e androgina di lei e a quanto fosse bella con quei capelli corti e corvini quando la sua attenzione fu richiamata da alcuni rumori in lontananza. Si fermò tendendo le orecchie, la pioggia aveva preso a scendere fitta ovattando quei suoni lontani. Riuscì a distinguere dei latrati e questi furono sufficienti a procurargli una scarica di adrenalina, buttò a terra fiori e legna correndo via. In lontananza ai piedi del pendio diversi automezzi militari avevano scaricato fanti italiani e tedeschi, tre squadre con potenti mortai da 81mm avevano preso posizione e regolato il tiro. I cani schierati sul ciglio della strada sfogavano la loro tensione abbaiando e strattonando i soldati, vi erano 6 pastori tedeschi e un lupo cecoslovacco. Con l’annessione della Cecoslovacchia nel 1938 era entrato a tutti gli effetti nei reparti cinofili del terzo reicht, alto con il manto grigio e rossastro incuteva timore nei canidi. Dal fiuto infallibile veniva impiegato con successo dalle SS durante i rastrellamenti nei ghetti ebraici di mezza Europa, ma era in questi boschi che le sue doti promettevano il massimo.
Leo aveva il cuore che gli batteva in petto all’impazzata quando arrivò vicino al forte, riuscì a vedere Ariel e la sorella riparate sotto un piccolo portico in legno quando udì un sibilo passargli alto sopra la testa. Un lampo di luce scaturì in centro alla piazzola scagliando pietre e schegge tutte intorno, il boato fragoroso come di un tuono venne smorzato da altre due rapide esplosioni. Sporco di fango Leo si precipitò da loro e insieme corsero dentro al bosco, i ribelli cercarono riparo ovunque ma le esplosioni erano talmente violente da creare subito numerosi caduti. Il comandante si era appena rialzato da un angolo della polveriera, Elisa era a terra svenuta ricoperta dai calcinacci della deflagrazione. Cercò invano di scappare con la ragazza tra le braccia quando un secondo colpo di mortaio sfondò il soffitto a volta della stanza, facendo esplodere le numerose munizioni stivate in una esplosione colossale. Il boato riecheggiò per diversi chilometri in tutta la valle, chiunque si trovò nelle vicinanze venne travolto dall’inerzia dello scoppio.
Cessato il fuoco dei mortai i primi a giungere al forte furono uno squadrone di militi italiani, la ferocia dei combattenti fu presto sostituita dalla paura delle mine e dei tiratori scelti partigiani. Solo dopo l’arrivo dei rinforzi tedeschi cessò lo scontro a fuoco e i pochi ribelli sporchi ed insanguinati vennero avanti con le mani alzate. Dopo averli disarmati e fatti schierare lungo il muro a secco della piazzola cominciò il rastrellamento, furono scovati i feriti e alcune donne combattenti. Felix arrivò poco dopo, era vestito da un lungo impermeabile in cuoio nero nuovo di zecca. Passò in rassegna i cadaveri allineati lungo la facciata del forte e non trovando Miriam tirò un sospiro di sollievo.
Diede l’ordine al plotone di esecuzione di fare fuoco sui prigionieri, feriti compresi, si avvicinò al soldato che teneva il lupo e dopo aver sfilato dalla tasca il fazzoletto di Miriam glielo fece fiutare una seconda volta. Liberato il lupo diede ordine a 5 soldati di cominciare le ricerche e tolti gli occhialini tondi dal viso ne asciugò le lenti.

Brando aveva appena messo a bollire dell’acqua con alcune verdure quando dalla piccola finestra della baita vide salire sotto il temporale Leo seguito dalle due ragazze. Aprì svelto la porta facendoli sistemare accanto al fuoco, erano zuppi fino al midollo e tremavano infreddoliti. Prese tre coperte di lana e attese che finirono di spogliarsi ed asciugarsi. Erano esausti ed affamati, il minestrone non basto per tutti, prese così un pezzo di formaggio e un mezzo salame dalla piccola cantinetta. Leo lo informò circa l’attacco e lo scoppio della polveriera, purtroppo non poteva sapere che l’intero gruppo della resistenza era stata annientata. Brando chiese se erano stati seguiti, ma tutti e tre negarono dato che erano scappati pochi istanti dopo l’attacco.
Saziata la fame iniziarono a sentirsi incredibilmente stanchi, purtroppo la baita era talmente piccola da non consentire a tutti di dormire lì. Leo e Ariel vedendo Miriam assorta di fronte al fuoco andarono nel fienile dietro la baita, Brando rimase con lei in silenzio. Entrambi erano stanchi di quella guerra, lui aveva perso da poco la donna che amava mentre Miriam si sentiva invecchiata di 20 anni. Leo si era raffreddato e ogni tanto starnutiva facendo divertire Ariel. Lei al contrario si sentiva al sicuro e il profumo intenso del fieno la eccitava, si ricordava quando da piccola passava l’intera estate in montagna.
Sotto la coperta era nuda e il fieno le punzecchiava le cosce e i piedi, quel formicolio era come una tenera tortura. A un certo punto non resistette, doveva grattarsi e sfregare la cute arrossata, si tolse la coperta mostrando a Leo la sua nudità. Il ragazzo non resistette e le si avvicinò al volto baciandola dolcemente, il profumo dei capelli corti di lei mischiato a quello della fienagione lo eccitarono. Con le mani cominciò a percorrere il corpo caldo di lei, aumentandone la sensibilità. Ariel cominciò a baciargli il collo aprendogli la coperta, era uno spettacolo vedere i loro giovani corpi cercarsi e desiderarsi in quel modo. Le piaceva quel ragazzo, lo trovava dolce e premuroso come quando le aveva dato il suo giubbotto e lui si era preso un bel raffreddore. Leo dal canto suo trovava Ariel una ragazza stupenda, quel fare da maschiaccio lo stuzzicava e divertiva. Il visetto di lei poi lo faceva sciogliere, quegli occhi verdi il naso lievemente all’insù e la bocca lieve ma ammaliante. Mentre la baciava e assaporava il sapore della sua pelle bagnata ripensò a quanto fosse bello sentirsi dentro di lei. Si staccò improvvisamente dalle sue labbra scendendo rapido verso l’inguine di lei, sembrava un cagnolino eccitato e leccava ovunque. Ariel dolcemente lo prese per la testa sussurrandogli di fare piano, e lentamente lo guidò verso il punto giusto. Cominciò a leccare e a baciare la passerina umida della ragazza, sentendo poco dopo il suo clitoride eccitato. Lo prese di mira leccandolo e stuzzicandolo con la lingua e le labbra, si accorse che stava andando bene sentendo le mani di lei muoversi e accarezzargli la testa. Di tanto in tanto prendeva fiato guardando verso il ventre di Ariel, poco sopra il cespuglietto corvino vide i piccoli addominali di lei contrarsi e i due capezzoli irti spuntare sopra i piccoli seni. Poco dopo si sentì afferrare forte i capelli e sfuggire il contatto con quelle calde labbra, Ariel fu scossa da uno splendido orgasmo che la fece sospirare di gioia. Leo si sentiva orgoglioso di averle procurato quella felicità sul suo volto e la cinse in un profondo abbraccio carezzandole lievemente la testa.
Si stavano fissando intensamente negli occhi quando si accorse di una strana luce brillare nelle pupille di lei, sentì muoversi le sue mani in mezzo alle gambe. Sempre osservandola si sentì carezzare i testicoli e afferrare lungo l’asta semiturgida del pene, lei continuava a guardarlo intensamente gustandosi l’effetto che il suo tocco malizioso creava nella sua espressione. Lo stava toccando ed eccitando al meglio, sfregandogli il glande con i polpastrelli sentendolo gonfiarsi ed ingrossarsi. Lentamente si era posizionata su di lui facendosi penetrare dal suo cazzo al massimo dell’erezione, ora che aveva entrambe le mani libere gli afferrò il viso baciandolo con ardore. Lei si sentiva avvolgere dal calore intenso del ventre di Ariel, si faceva strada dentro la sua vagina stretta ma accogliente. La ragazza si muoveva lentamente ondeggiando il bacino avanti e indietro, si sentiva richiamare verso l’alto i testicoli sentendoli muovere su e giù. La afferrò con entrambe le mani sugli esili fianchi riuscendo quasi a toccarsi le dita. La giovane si stava godendo a fondo tutte le sensazioni della penetrazione che la prima volta erano come anestetizzate dal dolore, ora i suoi gemiti scaturivano con maggior intensità. Leo si sentiva coinvolto come non mai, vedere quella ragazza muoversi sopra di lui come in una danza sensuale lo stava portando sempre più vicino all’orgasmo. Bastarono poche parole eccitate di Ariel a farlo ansimare e a fargli pronunciare la fatidica parola: “Vengo!”. Vide il ragazzo sotto di sé irrigidirsi e contrarre a scatti gli addominali, scosso dai fremiti dell’orgasmo, eruttò dentro il ventre della ragazza possenti schizzi caldi di sperma. Ariel sentendosi invadere la pancia da quel piacevole calore provò un orgasmo mai provato prima, intenso e squassante. Rimasero nel fieno avvolti dalle coperte e stretti in un tenero abbraccio si abbandonarono al sonno.

Continua…

di
scritto il
2016-05-08
3 . 5 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.