Domenica pomeriggio

Scritto da , il 2016-03-07, genere etero

E' una domenica soleggiata di fine inverno. Una di quelle senza molta voglia di fare niente così ho accettato un invito a pranzo al mare da parte di amici. Ero stata con Luciano tutto il sabato pomeriggio. Non ero più abituata a fare sesso a lungo e con dolcezza e lui mi sta viziando come una bambina felice. Il mio corpo era morbido di piacere e di un lungo sonno ristoratore. Tuttavia Giovanni cammina inquieto sul bordo dei miei pensieri. Giovanni. Ieri ho scopato con Luciano esattamente come avrei voluto scopare con te. Una furiosa e lunga cavalcata. Quasi una tortura estenuante. Luciano ha goduto e dopo mi ha tenuta abbracciata a lungo accarezzandomi. Ma tu eri lì Giovanni a ronzare nel profondo dei miei pensieri come il rumore del frigo nel silenzio della notte.
Controllo spesso il cellulare mentre siamo a tavola ma ci sono soltanto messaggi di Luciano a cui rispondo con leggerezza. Le amiche mi guardano comprensive, gli amici con la solita curiosità di sapere probabilmente se è vero quello che le loro compagne gli raccontano su di me e fino a che punto. I discorsi banali sono di contorno alle portate.
ti ha mandato un sacco di messaggi, chi è questo? Uno nuovo?-
Si, Lisa è uno nuovo-
sei la solita, davvero vorrei sapere come li trovi-
esattamente come tu hai trovato Federico, ne più ne meno-
Scoppiano a ridere allegramente.
Giovanni, l’ultima volta che abbiamo fatto sesso il mio cuore è scoppiato.
Dopo il caffè e l’amaro ci dirigiamo nuovamente in città diretti ad uno di quei caffè classico ritrovo per hipster di proprietà di un comune amico. La cosa non mi entusiasma molto ma non posso fare a meno di seguirli non avendo la mia macchina.
Mentre siamo in macchina arriva il tuo messaggio :” voglio vederti, anche solo per dieci minuti”.
Come fai a farlo? come è possibile che mi basta così poco per bagnarmi indecorosamente?
Ti rispondo con le mani tremanti che mezz’ora dopo sarei stata davanti al locale .
Ti aspetto fuori mentre il sole è tramontato e inizia a soffiare un vento gelido e ad addensarsi nuvole nere. Ho detto alle mie amiche che mi sarei allontanata un attimo..
Stavano per fare le solite battute scherzose ma si sono immobilizzate. Forse sul mio viso è scritta tutta la determinazione e l’ansia con cui ti desidero. Io non vedo i loro visi. Davanti a me ci sei solo tu che arriverai tra poco e il calore che sale tra le mie gambe che tremano di voglia. Mi reggo in piedi malferma.
Finalmente vedo la tua auto infondo alla strada. Salgo. Ti sorrido. Ci baciamo furiosamente mentre già mi libero della borsa e della sciarpa allungando una mano sul tuo cazzo durissimo.
Una macchina suona dietro di noi. Premi sull’acceleratore mentre io continuo a premere sul tuo cazzo. Pochi metri avanti c’è un parcheggio e ti ci infili alla meno peggio. Mi baci sbranandomi e pizzicandomi i capezzoli. Tiro fuori il tuo cazzo. Non sto neanche pensando che siamo in centro città, che è domenica e che probabilmente intorno a noi sta passando della gente. Io vedo te, il tuo cazzo tra le mie mani e le tue mani su di me che adesso si infilano sotto la mia gonna strappando tutto quello che trovano per farsi largo verso la mia pelle nuda. Per un attimo le nostre bocche si staccano e ti guardo negli occhi. Come sono belli i tuoi occhi quando sono pieni di voglia di me, sono gli unici in cui mi vedo interamente così come sono e non attraverso il filtro della voglia del momento.
Mi abbasso sul tuo cazzo e lo prendo in bocca interamente accompagnandolo con colpetti di lingua . Mi gridi il tuo piacere.
Sei così eccitato che mi bastano pochissimi affondi per farti esplodere in fondo alla mia gola mentre affondi le dita artigliandole tra le mie cosce.
Mentre sei ancora ansimante cominci a muovere più in fretta le dita sul mio clitoride e vengo sciogliendomi in ondate di liquido piacere.
Mi rialzo , mi sorridi incredulo e mi baci.
ma da dove sei uscita fuori tu? -
Intorno a noi la città continua a scorrere ignara del nostro furioso amore.

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