Il perchè

Scritto da , il 2016-01-20, genere dominazione

"Si" sto dicendo con voce sicura per nascondere il timore di non essere all'altezza,
dentro me c'è il desiderio irrefrenabile di dargli tutta me stessa di essere
Sua.

Poco dopo averlo conosciuto, un mese prima, ebbi la certezza che mi sarebbe entrato nel cuore
non sono mai stata molto aperta nei rapporti, ma con Lui ebbi subito l'impressione
di potergli confidare i miei sentimenti.
Aveva gli occhi dolcissimi sembravano sempre tristi totalmente in contrasto con il suo sorriso
che splendeva spesso nei discorsi tra amici, non so quante volte lo guardai quella sera,
forse mille, se ne accorse.
A me non dispiacque affatto, pensai, nella mia mente banale, che se lo avevo interessato avrebbe
cercato di rivedermi, al momento dei saluti come di consueto ci baciammo tutti, avvicinandomi a
Lui per ultimo capii la realtà della situazione e mi sentii veramente stupida: in maniera molto
signorile evitò il saluto facendo finta di non aver notato il mio desiderio, fece un cenno con
la mano un "ciao ci sentiamo" con la Sua voce marcata e quasi roca e saltò sulla Sua macchina
lasciandomi a metà strada tra il gruppo di amici e la Sua fuga, ebbi l'impressione di un Suo
sguardo come di disprezzo nei miei confronti.
Poco male dissi dentro di me "è uno qualunque"

Dopo quel "Si" così "sicuro" sento la sua voce graffiarmi la schiena ed ogni Suo passo
come fatto sopra il mio cuore.
Sono in ginocchio e confusa. Come diavolo ci sono arrivata?

Pensai che non lo avrei più rivisto e che comunque era diabolico perseverare nelle gaffes,
già alcuni amici avevano ridacchiato nel vedermi rimasta come una bambina stupida ad aspettare
un bacio di saluto.
Quella notte dormii serena, senza immaginare nè sognare nulla.
Che suoneria stupida, il chichirichi di un gallo per gli sms, trovato tra quelle predefinite,
non so neanche perchè l'ho scelta; un amico: "Stasse cena da me con gli altri, vieni?"
Nella mia testa una marea di scuse da inventare per non essere scortese, avrei voluto stare
a casa, in pigiama, guardare magari un bel film e non pensare a nulla, dopo aver scartabellato
tra le possibii bugie mi apparve come un flash il Suo sguardo di quella sera poco prima di
scomparire sulla Sua macchina.
Pensai in fretta con la stessa fretta con cui batteva il mio cuore in quel momento:
"Che cazzo penso?" "No, non devo Quello pensa solo che sono una stupida" "Mi faccio qualche altra
figura di merda, sicuro" "L'ho visto una volta sola e sono qui a farmi dei film in testa".
Tra i mie vari pensieri c'era quello di dimostrarGli che non era così.
"Vengo volentieri a che ora?" volai sul T9 del mio telefonino per non lasciarmi raggiungere
da altri dubbi.
"A tutti gli uomini piacciono i tacchi alti e le minigonne", non ero solita vestire in maniera
provocante ma quella sera volevo esserlo solo per LUi, "non sono una conquistatrice ma per una
sera posso esserlo", non mi ero mai sentita così sicura.
Arrivai una decina di minuti in ritardo rispetto all'orario concordato, dopo le scuse di rito
e i consueti "noncèproblema", salutai tutti con baci più che altro intenti alla ricerca
con lo sguardo del mio unico obbiettivo.
Mi sentii terribilmente stupida nuovamente: "Non viene stasera", le parole del Suo amico e i
nuovi risolini degli amici vicino mi fecero sentire stupida quanto la mia passata sicurezza
ostentata in quegli abiti che avevo scelto per Lui.
"Cazzo io sono venuta per vederLo e lui niente non c'ha neanche pensato, che stupida!" pensai.
La serata passò tra i miei mille pensieri del perchè l'avevo fatto e tra l'indifferenza degli
altri inconsapevoli della mia delusione.

"Come cazzo ci sono finita qua? Ora mi alzo Gli parlo Gli chiedo scusa Gli dico che non fa per me
e torno a casa in pigiama!"
"Allora mi rispondi?" schiocca la Sua voce come una frustata sulle mie spalle.
"Si" la mia voce si è fatta più traballante e riflette molto meglio la mia fragile sicurezza.

In bagno mi ero rinchiusa un pò per i miei effettivi bisogni fisici, ma soprattutto per fuggire
da tutta quella gente che poteva leggere in faccia i miei pensieri; quei risolini che avevo
subito appartenevano a chi mi aveva capito.
Il cellulare abbandonato sulla console vicino alla porta del bagno era un vecchio modello, poche
funzioni e subito la rubrica a portata di mano, non sono mai stata così veloce nel pensare eppure
fui rapidissima, cercai le ultime chiamate, fortuna o sfortuna non so, non so neanche di fosse
quel telefonino, trovai subito il numero e lo copiai sul mio.
Che pensavo di farci non so neanche, non è che potessi scriverGli "Ciao sono io ho rubato il tuo
numero ad un tuo amico, ti va di vederci?", con tutti questi pensieri mi sembrava di essere un'
adolescente in preda ai sintomi dei primi innamoramenti.
Tornata a casa non dormii per nulla serena quella notte, in preda alla consapevolezza della mia
infantilità.

Nuda in ginocchio con un uomo conosciuto da un mese che mi cammina alle spalle e mi parla senza
neanche tentare di far l'amore con me, sono caduta veramente in basso.
Sento la Sua voce farsi dolce accarezzarmi i capelli e le spalle rassicurarmi, mi da calore
voglio essere Sua questo mi importa e basta.
Cazzo cambio idea ogni istante, non ho certezze, non ho nulla, solo LUi, forse.

Non potevo scrivergli un messaggio, che figura ci facevo, che scusa potevo trovare per essere in
possesso del Suo numero, vero è che ne avevo già fatta una di figura con Lui, la seconda avrei
perso ogni possibilità futura, forse meglio aspettare, magari lo rivedo.
Passata una settimana e altre due uscite con gli stessi amici ma senza di Lui, rinunciai "tanto
non ho possibilità, è chiaro" mi dissi; però un messaggio potrei scriverglielo ci provo faccio
questa figura e chissà che non lo apprezzi.
Di nuovo il canto del gallo è l'arrivo di qualche guastatore delle mie peripezie mentali,
un flash, appare il Suo nome come mittente, forse ho fatto uno squillo per sbaglio!!! E se mi
hanno beccata nel rubare il numero, eccola l'altra figura di merda, non è possibile, ti prego no.
Non lo apro lo cancello e faccio finta di non aver ricevuto niente, nego tutto, è così che si
fa!!!
Lo aprii, galeotta fu quell'apertura e i messaggi seguenti.

Rimango lì forse 10 minuti forse un'ora forse un giorno intero, sola inginocchiata al buio
della stanza com'è buia ogni mia idea, com'è offuscata ogni mia reale decisione, vorrei scappare
ora, alzarmi, rivestirmi e scappare via.
Inattuabile, troppo lontani i miei vestiti! chi mi slega le braccia incrociate alle mie terga?
E poi arrivata qui, ora che sono Sua, scappo?
Incominciano a farmi un pò male le ginocchia.

"Mi adori vero?" fu il Suo primo messaggio firmato
"Scusa ma come fai ad avere il mio numero io non te l'ho dato" feci la sostenuta sbagliando
"L'ho rubato dal cellulare di un nostro amico comune, se ti dispiace lo cancello e non ti scrivo
più"
"No puoi tenerlo non mi dispiace"
"Mi adori verO?"
"Adorare è una parola grossa, mi piaci"
"Una risposta singola e monosiballica o si o no, non esiste via di mezzo per me, pensaci e non
farti fregare dall'orgoglio"
"No non ti adoro però mi piaci"
"Bugia! Maledirai il tuo orgoglio! Scusami per il disturbo! Non ti scriverò più! Odio chi non sa
essere sincera con se stessa e con me! Addio!"
Gli scrissi ancora tre messaggi in cui cercavo una via di mezzo che non c'era proponendogli di
vederci e che avevo voglia di passare un pò di tempo con Lui, non ne ebbi risposta.
Le notti successive non dormii per nulla serena.

Il buio dura quanto le mie paranoie, quanto la mia voglia di abbracciarlo, quanto il mio
desiderio di dirgli "sono tua".
Slegami e ti abbraccio ti faccio sentire il calore che ho dentro per te, ti dimostro la mia
adorazione, non sei qui e io sono legata, nessuna possibilità.
Non c'è luce, non c'è rumore, il tempo si è dilatato........ti aspetto.

"Si ti adoro con tutto il cuore" gli scrissi dopo una settimana nell'attesa di una Sua risposta,
convinta di piacergli e di poter pretendere qualcosa da Lui.
"Perchè non l'hai detto quando te l'ho chiesto? Per orgoglio? Per la voglia di essere conquistata?"
"Si pensavo di piacerti e avevo voglia di essere conquistata da te sai come siamo noi donne!
Ho sbagliato?"
"Solo non sei stata sincera, non mi fido, non mi piaci e semmai sei tu che devi conquistarmi"
"Mi spiace giuro che sarò sincera d'ora in poi"
"Se mi adori veramente con tutto il cuore cosa saresti disposta a fare per conquistarmi? Puoi
pensarci quanto vuoi, scegli tu, ma non accetto altre bugie o risposte orgogliose."
Ci pensai parecchio tempo, non capivo cosa si aspettava che dicessi, un semplice "fareituttoperte"
poteva fare colpo ma mi sembrava estremamente banale.
"Scegli tu!!!! Sono Tua" gli scrissi non sapendo neanche minimamente quanto lo sarei stata dopo
questo messaggio.
"Sicura? Sappi che non c'è possibilità di mediare dopo"
Non capii esattamente cosa intendeva ma risposi "Si".
Dopo una settimana di attesa e almeno 10 miei messaggi risultati senza risposta ero furiosa, dopo
il gesto che avevo fatto nei Suoi confronti Lui neanche mi rispondeva.
"Ora sei mia schiava" fu il Suo messaggio seguito da un appuntamento a casa Sua completo di indirizzo,
anche se sapevo dove abitava ci ero passata qualche giorno prima per vedere la casa.
La mia rabbia avrebbe voluto riempirlo di insulti e dirGli che non ci si comporta così, ma la
paura di non avere più risposta e le Sue parole sull'orgoglio mi resero più docile.

QUalcosa sembra essersi impossessato di me, ormai non distinguo più la separazione tra il buio
e le corde tese sui miei polsi e le mie caviglie, riesco a sentire ogni muscolo del mio corpo, ne
sento la tensione.........
Mai avevo pensato alla possibilità di essere legata o chissà cos'altro mi aspetta; nella mia testa
girovagavano mille idee e paure, tra tutte non capivo perchè, ma la paura di provare dolore fisico
era la meno presente........
Quando arrivi? Quanto devo aspettare? Sono qui per te e totalmente tua.

"Si" fu la mia unica risposta, fanculo al mio orgoglio di donna, voglio vederLo, non torno indietro.
La sera dell'appuntamento avevo la testa stracolma di mille dubbi e mille domande e a tutte
mi davo una risposta nella mente con la SUa voce roca seguito da un ripetitivo "forsestoimpazzendo".
MI resi conto in quel momento che mi aveva preso mente, anima e orgoglio molto più di quanto avesse
fatto Suo il mio cuore.
Arrivai sotto casa Sua in forte anticipo, almeno mezz'ora, ma restai in macchina conscia del fatto
che non avrebbe accettato di farmi salire prima, mi sembrò anche di notare un ombra alla finestra,
mi aveva visto e mi lasciava lì forse, l'attesa ormai è un abitudine fui felice che mi vedesse
aspettarlo.
MI risvegliò dai miei pensieri un messaggio arrivato cinque minuti prima del fatal orario.
"Quinto piano sali a piedi, al terzo spogliati completamente sali, e aspetta alla mia porta senza
suonare"
Avevo passato due ore a pensare ai vestiti da mettermi e LUi neanche me li vede addosso fu il
primo pensiero, il secondo fu che ero stupida a pensare a quello e non ad andarmene via
immediatamente, camminai verso il portone che mi fu lasciato aperto da un uomo molto gentile e
galante nei modi, che mi sorrise, mi divertii a pensare cosa avrebbe detto vendendomi nuda magari
davanti alla porta di casa Sua, avrebbe chiamato la moglie o forse più facilmente la polizia.
Per i primi due piani fu facile ma arrivata alle soglie del terzo la paura di essere vista si
impossesso di me.
Mi stupii del fatto che nonostante tutte queste, perlomeno inusuali, richieste neanche per un
momento pensai di scappare e abbandonare tutto, mi fermai a rifiatare poco prima del ballatoio
del terzo piano, più che per la stanchezza del corpo credo fu per raccogliere a due mani le poche
forze mentali che mi sembravano essere rimaste dopo tutte le spiegazioni che mi ero data fin a
quel maledetto terzo piano; salì quell'ultimo gradino pensando che mi sarebbe esploso il cuore.

Perchè? Era la domanda che mi tormentava da quando lessi la parola "schiava" nel Suo messaggio;
perchè essere qui totalmente alla Sua mercè ad aspettare che Lui decida cosa preferisce avere
da me: il mio corpo, le mie lacrime o nulla?
Solo per Lui è la mia risposta ad ogni domanda, solo perchè lo adoro!!!!
Stavo perdendo ogni forza mentale e fisica, ormai sento schiantare dal male la schiena e le
ginocchia.
Buio e silenzio mi sembravano un tuttuno invalicabile anche dalle mie eventuali urla.........

Rimasi qualche secondo ferma sul pianerottolo, ma mi sembrarono interminabili, incominciai a
togliermi i vestiti, con le orecchie fisse ad eventuali rumori dalle porte limitrofe, rimasi
completamente nuda in mezzo alle cinque porte del terzo piano con i vestiti e i miei sandali
in mano, presi quindi a salire a passo molto svelto, mi piangeva il cuore, avevo perso l'effetto
che potevano fare quei sandali addosso e avevo perso 12 cm d'altezza.
Arrivai davanti alla porta chiusa; piani sopra e sotto ormai non potevo andar via speravo solo
aprisse il prima possibile; non so quanto aspettai credo 10 minuti sentii aprirsi una porta sotto
e qualcuno che correva giù verso l'atrio, ringraziai il cielo che fosse ai piani sottostanti, ma
non finì l'angoscia e il rumore dell'ascensore che partì da due piani sopra mi gelò le vene, non
avevo sentito porte aprirsi, indietreggiai dove i gradini scendevano verso il piano di sotto
tentando di nascondermi dai vetri dell'ascensore, non c'era tempo nè di coprirsi nè di scappare.......
Pericolo scampato, l'ascensore era vuoto, qualcuno doveva averlo chiamato da basso mentre cercavo
una soluzione nel caso il condomino abitasse oltre il quinto piano senti la Sua voce roca:
"Cosa fai lì avevo detto davanti alla porta, dovrei lasciarti ancora un pò fuori perchè non mi
hai ubbidito" disse con un sorriso di scherno che mi fece sentire più stupida del solito.
Grazie al cielo mi fece entrare, dovetti posare tutti i vestiti su una sedia appena entrati, mi
chiese se desideravo qualcosa da mangiare o bere ma avevo lo stomaco attorcigliato e chiesi solo
un pò d'acqua, l'acqua era gelata ma mi diede un pò di sollievo.
Mi stupii per l'ennesima volta perchè restare nuda davanti a Lui non mi creava nessun tipo di
imbarazzo nonostante avessi sempre avuto un pò vergogna anche di fronte ai miei fidanzati; un pò
di disagio salì nel momento in cui capii che nella stanza in cui mi portò c'era solo una poltrona
subito occupata da Lui e io dovetti rimanere in piedi.
Mi squadrava senza dire una parola io cercai una posizione che desse l'impressione di sicurezza,
se riuscì non lo so, sicuramente Lui capì che l'atteggiamento esteriore nascondeva il reale
tremito di ogni mia minima particella corporea.

Incomincio a sentire qualche rumore, non so se è un bene o un male, ma sento il bisogno di qualche
accadimento che mi faccia smettere di pensare, non so che ore sono non vedo nulla, sento solo
il movimento dei miei neuroni.
Lo sento vicino, si apre la porta.........

Il SUo sguardo sembrava leggesse i miei pensieri e la mia finta sicurezza si stava sgretolando
con il passare dei secondi, si avvicino al mio orecchio e la Sua voce mi graffiò con un "Sei mia?"
"Si" risposi con un filo di voce, prese le corde che doveva aver preparato precedentemente ed
ogni mia flebile speranza di aver finito con quel gioco implose nel timore di quel che stava
accadendo.
Prese a legarmi i polsi, non ebbi neanche il coraggio di protestare nella paura che Lui svanisse
per un mio sbaglio, mi accarezzò i capelli e mi pose le mani sulle spalle spingendomi verso il
basso facendomi inginocchiare, tese la corda avanzata e vi legò le caviglie lasciandomi in
ginocchio e leggermente inclinata all'indietro, come mi avete trovata.

La mia sensazione era corretta è entrato senza neanche accendere la luce, lo sento avvicinarsi
sento il mio respiro farsi affannoso e la paura assalirmi, solo ora capisco che può veramente
fare ciò che vuole di me, sento una fitta ed un bruciore terribile al capezzolo destro, riconosco
la sensazione di un morso, ne ho la conferma dopo lo stesso trattamento al capezzolo sinistro.
"Sei tu, ti senti?" la Sua voce allontana il silenzio di quel momento "E' questa la risposta."
Proprio in questo momento capisco la realtà, la risposta a quei dubbi che mi avevano tormentato,
"Io sono questa, sono qui per me!"
Qualcuno potrebbe pensare che a quel punto mi slegò per fare l'amore; quella notte, la prima
assieme, fu infinita non riuscirei neanche a dire quanto dolore e quanto piacere provai, posso
solo dire che da quella notte sono una donna diversa, sono finalmente me stessa, sono la Sua schiava.

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