La scommessa, nascita di Marika

Scritto da , il 2015-11-27, genere trans

Avevo sedici anni, in piena adolescenza. Gli ormoni spingevano, sentivo esplosioni dentro di me, a cui non sapevo dare nome. Sin da bambino portavo con me una grande fame per gli altri, rimasta quasi sempre insoddisfatta, il corpo chiedeva donne e uomini, ma il buon costume e la vergogna mi spingevano verso le prime, lasciando un mondo oscuro crescere dentro me. Le fantasie e il desiderio per entrambi mi accompagnavano da sempre nella vita mondana di tutti i giorni.
Da un anno o poco più avevo preso a frequentare dei ragazzi di periferia, pittoresca zona di Torino famosa per la legge del più forte, il rispetto e le gerarchie venivano esercitate con la violenza o con teatrini fatti di battute e atteggiamenti da “Uomo”. Io, che venivo dal centro di Torino naif fatta di Gallerie d'arte e aperitivi, guardavo con fascino questi individui rudi e ruvidi, dalla battuta facile e dal fisico scolpito e adulto. Dall'altro canto il mio corpo era glabro e senza forza, con una femminilità e una fragilità nascosta dietro una maschera di esagerata mascolinità, fatta di pantaloni larghi e magliette inquietanti, per non parlare della musica Rap, che parlava di strada, di rispetto, omo-fobica per natura.
Passavamo i week end a bere e a fumare hashish, per quest'ultimo spendevo ogni euro dei pochi che i miei genitori mi concedevano settimanalmente. Avevo imparato da Jack, Curl, Nene e Alberto a girare le canne, e a loro che devo ringraziare per i miei primi after in giro per Torino, anche se spesso finivamo a casa mia, fusi persi a cazzeggiare, a farci viaggi strani o a fare discorsi esistenziali, che a quel tempo sembrava fossero di importanza capitale.
Una sera di gennaio faceva molto freddo, siccome abitavo da poco tempo da solo con mia sorella, io e Curl ci trovammo come spesso accadeva, a casa mia a bere una bottiglia di vino presa dalla riserva di mio padre. Un po' ebbri e con i sensi allentati, discutevamo del più e del meno...
“minchia, da quando Monica non ce sta più ciò le palle talmente piene che rotolano, mi ci potrei appoggiare sopra la birra tanto sono grosse!” inveiva Curl.
“ma trovatene un'altra , lascia stare quella ragazzina, ti ha creato solo problemi! Dovevi fare i salti mortali per scopartela ogni volta..” dissi d'impeto.
Avevamo finito tutto l'hashish comprato al pomeriggio con i miei soldi, ci rimanevano solo sigarette e il vino, per cui eravamo un po' frustrati. Seduti sul mio letto con il posacenere in comune, a lamentarci della vita e della mancanza di donne.
“eeeeh ma non ciò nessuna di 'sti tempi, mi farei anche i muri fosse per me! Oh cuscè, fai un altro papallo dai... o scopo o fumo!”
voleva che facessi un'altra canna, ma era tutto finito, sapevo benissimo che teneva in tasca “mezzetto” da vendere in piazza nella sua zona. Si teneva ben lontano dall'offrirlo ovviamente, i soldi che poteva guadagnarci erano più importanti di una serata con gli amici. A quell'età era naturale pensare per sé, sopratutto per chi veniva dalla periferia. Per me invece, portatore di una fame sociale insaziabile, gli oggetti e i soldi erano meri strumenti per stare con gli altri e soddisfare le mie voglie da adolescente.
“ci siamo fumati tutto Curl, dov'eri mentre giravo?? piuttosto tira fuori il fumo che hai in tasca e non fare il tirchio...”
“te lo detto già prima Ma, su sto mezzetto ci devo tirare su almeno 125 carte, non c'è né!!”
“scusa ma abbiamo fumato tutta la mia parte e stiamo bevendo il vino di mio padre, non ti sembra giusto condividere?”
“oh ce la fai o no? Per sta settimana va così, che ti devo dire ancora? Se ci tieni così tanto ad avere in bocca qualcosa di forte... piglia 'sto cazzo!”
questa ilarità sessuale faceva parte del nostro modo di parlare da sempre, d'altronde crescere in Italia significa imparare a scherzare così!
Ma tra l'hashish già in corpo e il vino bevuto i freni inibitori erano tutti allentati, e le parole scappavano dalla bocca senza saperlo..
“seee ti piacerebbe!” dissi spavaldo.
“minchia si! Con la bocca che ti ritrovi faresti delle pompe fantastiche!!!”
“ma vaffanculo...”
“e pure con il culo che c'hai faresti un gran bel lavoro! Lo vuoi eh??”
nella con-fusione del momento, sentivo il mio corpo più languido ed erotico, partivano dalla pancia e dalla testa scariche di desiderio verso il cazzo e il sedere, immagini e sensazioni a me conosciute, ma destinate da sempre a essere vissute e godute da solo, quando mi masturbavo infilandomi oggetti di volta in volta sempre più grandi tra le natiche, desiderando di essere inculato spudoratamente da uomini come Curl o Jack, zarri e brutali, a cui prenderlo in bocca e sentirmi le labbra piene di loro.
E mentre Curl simulava i suoi desideri, in cui ero il protagonista, io continuavo ad eccitarmi, mentre ridevo e ironizzavo come da copione, quando preso dalla situazione gli lanciai:
“e vorresti che te lo succhiassi pure gratis vero????” portando avanti lo scherzone.
“beh certo! Con sto pezzo di manzo che ciò qui dovresti tu pagarmi per averlo in bocca, ma visto che ciò troppa voglia sarei disposto a rendere il favore!”
“ah, quindi lo prenderesti anche tu dopo?? guarda cosa si scopre di Curl...”
“ma coione! Che hai capito? Io mica sono finocchio, piuttosto ti offro da fumare... ma proprio perché sono altruista, e poi devi essere proprio bravo a prenderlo! Che fesso che sei...”
“naaaaa tutte cazzate, non ne avresti il coraggio!”
“ dici??? hahaha, intanto io sono qui e tu sei lì che pagliacci, ma sei tu che te la fai sotto...”
“ah sì, mò vediamo chi se la fa sotto...”
e tra una risata e una presa in giro eravamo lì che ci guardavamo, brilli e goliardici, e Curl continuava a sfidarmi, mentre ero li vicino a lui con le mani che esitavano...
“dai, che aspetti? Sono fermo io, fai tu.... oltre che checca sei pure codarda??” e rideva di gusto.
Ormai ero perso, la realtà e la fantasia si sfumavano e piano piano smisi di pensare... volevo vedere dove arrivava Curl, quando si sarebbe tirato indietro, sicuro che non saremmo arrivati fino in fondo, dove volevo arrivare io probabilmente.
Le mie mani incominciarono ad avvicinarsi ai suoi pantaloni, mentre io e lui ci guardavamo con aria di sfida...
“cos'è? Devo insegnarti tutto io??” e mentre rideva mi strinse un polso per farsi toccare il cazzo sopra i pantaloni, mentre scoppiavamo a ridere per la situazione in cui ci trovavamo.
Probabilmente se non ci fosse stato l'alcool ad ammorbidirmi non avrei potuto sostenere, per una qualche strana forma di orgoglio, essere sul mio letto a toccare il cazzo di un mio amico! Eppure non stavo facendo altro che massaggiare tra le mani la nerchia di Curl, che stava visibilmente crescendo piano piano nelle mutande. Non mi entrava neanche in un palmo, per quanto era spesso...
“e brava la mia checca... ce ne hai messo di tempo eh??? ma con l'altra mano che fai ti tocchi???”
e prese l'altro polso portando anche l'altra mano sui jeans chiari. Mi ritrovai con entrambe le mani a massaggiarlo e toccarlo, mentre mi guardava con sguardo sempre più penetrante, sfidandomi ancora di più. Io di risposta ridevo, ma oltre alla risata vi era un altra espressione sul mio viso, indecifrabile per me. Un misto tra interesse, divertimento e vergogna , probabilmente data la mia giovane età non avevo mai provato una situazione così ambigua culturalmente. Forse a sentir parlare di rispetto e potere tra ragazzi della mia età, il desiderio che nasceva in me era di sentire quella forza subendola sulla mia pelle, piegarmi con la volontà.. per smorzare il momento, sentendo anche la paura crescere, dissi un po' tremante:
“mi sa che ho vinto la scommessa a sto giro...” arrossì non poco mentre parlavo, ipnotizzato da ciò che stava accadendo.
“per così poco? Se vuoi fumare devi fare la brava e finire ciò che hai promesso” e di scatto prese la mia testa portandola con forza sul pacco, questa mossa inaspettata mi fece scivolare dal letto, carponi, piegato, in ginocchio davanti a Curl, con i pantaloni larghi che mostravano l'inizio del culo. Con le mani cercavo di dimenarmi e divincolarmi, ma la forza bruta esercitata sulla mia testa non mi permetteva di reagire!
Carlo rideva sadicamente e visibilmente eccitato, mentre spingeva con il bacino e si strofinava sulla mia faccia, muovendomi per i capelli!
“TI PIACE EH? STAI SU STO PEZZO! HAHAHA!!”
Non capivo più niente, sentivo le sue risate e le sue parole arroganti mischiarsi alla musica dei Club Dogo che pompava dalle casse sopra la scrivania del computer, riuscì a staccarmi da lui, quando allentò la presa per godersi la sottomissione nei miei confronti. La testa mi girava per la sorpresa e l'incredulità, mischiate all'eccitazione.
Ero seduto per terra sulle ginocchia aperte, sentendo il sedere inarcarsi e aprirsi, mi sentivo sensuale e più femminile, anche se avevo un aria imbronciata da ragazzina offesa... ero senza parole, sentivo che era il corpo a voler parlare, esprimersi.
“cos'è quell'espressione tutta corrucciata, ti sei offesa per caso?” continuava a guardarmi divertito, non sapevo cosa rispondergli, istintivamente mi avvicinai a gattoni verso lui e allungai le mani in maniera sfacciata e disinvolta verso il cavallo dei suoi pantaloni.
“ti stai scaldando eh?” disse sornione e con voce roca, prese la bottiglia di vino e bevve un sorso attaccandocisi, poi mi offrì di bere tenendomela dall'alto. Io aprì la bocca e lasciai che entrasse per sentire il vino scorrermi in gola, chiusi gli occhi godendomi l'ubriachezza con aria onirica e incosciente. Sentì Curl spingerla e ritrarla per mimare un pompino, la teneva leggermente in orizzontale per non soffocarmi...
“brava la mia ragazzina... Marika sbarazzina...ora allenati un po', fammi vedere cosa sai fare...”
la tenne ferma, io aprì gli occhi e ripresi coscienza, incominciando a succhiare la bottiglia, guardandola... non era di certo la prima volta, da solo lo facevo spesso! Da buon fumatore, succhiare era una passione... ci presi così gusto ad essere guardato da Carlo mentre spompinavo il collo del prosecco che la sfilai dalle sue mani per mostrare le mie capacità..
“minchia, Mari sei proprio infoiata!” si accese una sigaretta, indice che non aveva nessuna fretta, volendo godersi lo spettacolo. Trovai molto sexy il nome che mi aveva dato, mi sentivo a mio agio da Marika. Dopo qualche minuto mi fermò prendendomi dai capelli:
“ooooook, hai dimostrato cosa sai fare... torna a occuparti di questo” disse tenendosi il cazzo tra le mani.
Prese la bottiglia dalle mie mani, senza lasciare la sigaretta che si stava godendo.
Senza indugiare cominciai a impastargli la minchia nei pantaloni, poi ormai con la testa vuota dai pensieri ma piena di eccitazione incominciai a slacciargli la cintura, poi toccò ai bottoni dei jeans così da ritrovarci sempre più vicino al momento fatidico...
“stai andando bene dolcezza... non ti fermare...”
scoperchiai il cazzo dagli slip, ingoiando la saliva e un po' di timore... tirai fuori l'enorme bestia di Carlo, lo tenevo tra le mani che riuscivano a malapena a tenerlo stretto! Ebbi un pensiero strano: chissà cosa penserebbero Cristian e gli altri se ci potessero vedere adesso, Curl seduto sul mio letto, lo stesso sul cui ci sediamo a fumare e bere, eccitato e brutale, mentre io sono in ginocchio a fare la ragazzina con la sua minchia tra le mani.
Tremavo un pochino... Curl non perse tempo a rassicurarmi, versando del vino sulla cappella, colando sull'asta! Iniziai a muovere le mani, su e giù, guardandolo da vicino, mentre sovrastava sulla mia fronte. Non avevo bisogno di imparare a masturbare un uomo, ma segare un amico è tutta un'altra cosa, avevo gli occhi puntati su ciò che stavo facendo. Sentivo una certa responsabilità..
Curl era padrone della situazione, con tutta la calma finì la sigaretta e si mise ancora più comodo, capì che avevamo appena incominciato... le mie mani scorrevano veloci e fluide sull'asta che era sempre più dura, il suo cazzo sapeva di sesso e prosecco, incominciai ad essere un po' più lucido e presente, incominciavo a godermi il momento, tanto ormai non si poteva tornare indietro!
Curl era molto dotato e allenato, ammiravo la torre che tenevo tra le mani, ipnotizzato da tanta bellezza. Ero beato a dare piacere a Curl, con i Club Dogo che tenevano un ritmo militante e costante, e non mi ero accorto che aveva preso il cellulare e l'aveva aperto:
“che stai facendo?” la mia voce era un sussurro, fragile e dolce.
“ti è andata bene che non ho il cell che fa le foto, ma fortunatamente tu si, ragazzina viziata! Sorridi!” e si sentì un click!
“ma... a-a-a-aspetta un momento...” non lasciai la presa, ma ero un po' spaventato, titubante...
Carlo fece un fischio divertito, senza pensare a ciò che potevo provare. Poi girò lo schermo così che potei vedere una foto di me ai suoi piedi, aggrappato al suo fallo, con la faccia spaventata, bagnata di vino, con la maglia da hockey.
“sei venuta benissimo, non smettere ora...”
era solo la prima di una serie molto lunga di scatti, ormai Curl non aveva più grandi freni inibitori.
Mi fotografò con il suo cazzo attaccato al viso, per fare vedere le sue misure.
Poi ci fu lo scatto mentre indossavo il cappello degli yankee.
“sei stupenda, una bellissima groupies, adesso bacialo però!”
non capivo niente, mi sentivo in un servizio fotografico senza averlo chiesto, con uno zarro che mi schiaffeggiava con il suo cazzo divertito, e io non né ero disgustato.
Chiusi gli occhi, e diedi un bacio a stampo al suo cazzo.
Click “bella che sei... adesso datti da fare... ma non senti caldo??? dai togliti la maglia, non ti si addice” mi tirò via la maglia da hockey, così da rimanere a petto nudo, con il mio fisico magrolino, tutt'altro che gangster, per la vergogna e cercare di coprirmi mi lanciai a bocca aperta sul cazzo di Carlo, che prese al volo per tenermi fermo di fronte a lui a pochi centimetri dalla cappella.
“aspè aspè, questa è perfetta!” mi punto il cellulare per ritrarmi meglio
“guardami adesso” alzai gli occhi senza pensare, click
“madooooo, hahaha guardati, qui stai prendendo in bocca il mio cazzo per la prima volta, ora puoi ricordarti di questo momento tutte le volte che vuoi!!” intanto mi teneva ferma la testa, e senza che me ne accorsi ero rimasto a bocca aperta davanti a lui. Mi spostò indietro un poco, così da alzarsi e continuare farmi foto oscene.
“non avere fretta, divertiti un po' prima... incomincia ad assaggiarlo per bene”
tanto vale divertirsi... iniziai a baciargli l'asta, questa volta con gli occhi e la bocca aperta. Click!
“buono eh? Ti piace...”
non risposi, non per timidezza, ma perché stavo passando la lingua su tutta la lunghezza, concentrato sul gusto acre del cazzo di Curl. Mi stavo eccitando un casino, volevo segarmi mentre esaudivo uno dei miei desideri più profondi e sporchi, fino a quel momento almeno.
“non ancora piccola, abbiamo un sacco di cose da fare prima” detto questo mi infilò le palle in bocca, e versò un po' di prosecco sull'asta, così da inondarmi di alcool che bevvi succhiandogli le palle, click!
“sei proprio una troietta lo sai? Tra un po' avrai vinto la scommessa, ma il fumo non è il più bel regalo che ottieni stasera... adesso apri la bocca...”
ubbidì guardandolo negli occhi, e mentre aprivo la bocca infilò due dita.
“succhia, succhia” incominciai ad andare avanti e indietro, con le sue grosse dita da pasticcere tra le labbra, click!
Mi tenne le labbra aperte con la mano e avvicinò, finalmente, la nerchia verso di me con l'altra.
Scattò la prima foto con la sua cappella tra le labbra, mentre strizzavo gli occhi per il gusto forte, poi mi venne da ridere, ridere con la cappella che tiene la bocca spalancata è strano! Click!
Presi un po' di confidenza, succhiandone la punta, sentì un gusto più intenso, lo tolsi di bocca per vedere che stava uscendo dalla cappella un po' di liquido, filando sulle mie labbra, lo guardai stupito, meravigliato...
“hey, principessa su 'sto cazzo, ti sei incantata? Mò ti do una mano” disse Curl buttando il cellulare sul letto, e senza nessun preavviso mi prese dai capelli e incominciò a spingerlo in bocca! Per la sorpresa lo guardai mentre rideva eccitato... mi sentivo quasi soffocare, sentendo la sua minchia in gola, gli occhi erano lucidi e incominciarono a lacrimare..
“brava così, ti scopo la bocca da fighetta che tieni!!!” spingeva sempre più forte e veloce, non capivo più niente!
“oh! Oh! Adesso ti sborro in bocca Marika!!!” finì di spingere e incominciò a muovermi la testa, sentivo il suo cazzo pulsare finché non si fermò per un attimo..
“huoooooooooooaaaa!!!!!!” e riempì la mia bocca del suo orgasmo, non si fermava, era un fiume in piena, non ce la facevo più! Riuscì a staccarmi, ma Curl mi tenne per la fronte mentre continuava a venirmi in faccia:
“apri la bocca, apri la bocca!!!” e rimasi lì con la testa alzata e la bocca spalancata piena di sperma, mentre lui continuava a venirmi in faccia...
“adesso ingoia tutto, non mi deludere sul finale!!”
senza capire più niente, ingoiai tutto, mentre colavo sul mio corpo tutta la sborrata di Curl...
“ooooh si, così ti voglio! Sporca e ubbidiente ai miei piedi!” disse mentre gli ultimi schizzi finivano sulla mia fronte.
“hahaha! Oh cristo Ma, hai sicuramente vinto la scommessa... ora segati pure...”
mi sentivo umiliato e preso in giro, ma probabilmente questo aumentava l'eccitazione! Con ancora la faccia sporca di Curl mi sbottonai i pantaloni e tirai fuori il cazzo, incominciando a masturbarmi... ma lui non aveva ancora finito.. continuava a strusciarmi e a schiaffeggiarmi con la sua minchia non più dura, ma ancora ingrossata!
aprì la bocca guardando negli occhi Carlo, mi misi la nerchia tra le labbra e succhiai i liquidi che ancora uscivano, mentre aumentavo il ritmo... finché venni mugolando a fatica, con la bocca piena:
“ah... ah... hm... curhl... mg!” esplosi su me stesso, cancellando ogni pensiero dalla potenza dell'orgasmo aiutato dall'alcool e dallo svarione della serata impensabile che avevo vissuto.
Chiusi gli occhi per riprendere fiato e godermi quel momento di vuoto e di sfogo...
Carlo, ormai galvanizzato dal momento, tolse il cazzo dalla bocca, diede due scrollate poderose sul mio viso e si rivestì.
“ e brava Marika, ti sei meritata una bella fumata... allora non sei un vigliacco!”
riprendendo coscienza, lasciai allontanarsi uno dei momenti più brutali e eccitanti della mia vita rimettendomi la maglietta, con ancora il sapore di Curl in gola, che cercai di lavare con una sorsata di vino.
“paga, paga... fai 'sta canna va...”
e la serata continuò, fumando e bevendo fino ad addormentarsi alle prime luci del mattino.

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