Simona

Scritto da , il 2015-11-10, genere tradimenti

Siamo seduti da almeno mezz’ora e ci hanno portato solo da bere. Si, va bene che siamo più di venti, e che è un ristorante che fa trecento coperti alla volta, però…
Marcello mi mette un braccio intorno alle spalle distrattamente, mentre parla di un giocatore dal nome impronunciabile, e io ricambio l’affettuosità con un bacino sul collo.
Passa nemmeno un secondo che mi allontana dicendo forte: “Dai che soffoco”.
Il pensiero che sia uno stronzo mi balena nel cervello come una scossa, lo sgomito, e lui quasi serio mi apostrofa: “donna fai quel che ti dico e zitta”.
Quanto mi innervosisce quando vuol far vedere che comanda… Anche quando scherza!
Giorgia lo guarda ridacchiando e dice qualche cosa a suo fratello.
Mentre i suoi amici sostengono che quell’attaccante sia un fenomeno, lui, infervorandosi, ribatte che si potrebbe trovare di meglio nel mercato di gennaio , ma tutta la discussione si risolve con l’ennesimo brindisi, che esaurisce la terza bottiglia di vino in un quarto d’ora nella nostra ala di tavolo. Quando la compagnia è così vasta si creano i gruppetti, è inevitabile, e ogni volta sono gli stessi. Sempre i suoi amici più stretti vicini a noi, gli altri seduti sulle sedie più distanti che quasi sembrano degli estranei.
Francesca, la ragazza di Matteo, stasera è seduta dall’altra parte del tavolo, due sedie a sinistra rispetto a me, per cui riusciamo soltanto a scambiare qualche battuta ogni tanto. Tutta la sera passerà così: i nostri ragazzi ci considereranno ogni tanto, e noi potremo solo ascoltare le loro stronzate di maschi.
Di fianco a me c’è Giorgia , una ragazza bionda, che detesto da quando ci siamo conosciute, con cui evito di parlare, e che ogni tanto interviene nelle discussioni come un ospite inatteso e indesiderabile.
E’ sorella di Roberto, seduto di fianco a lei, che gioca a pallone nella stessa squadra di Marcello da quando sono ragazzini, e che si frequenta con Simone, posizionato di fronte. Lui, che del mio ragazzo è stato compagno di classe alle superiori, è moro, ha i capelli radi e fa un mucchio di battute stupide.
Matteo, che è collocato quasi di fronte a me, è il migliore amico del mio ragazzo e indossa un’improbabile camicia a fiori attillatissima. Alla sinistra un suo collega appena mollato dalla ragazza, e alla sua destra Francesca la fidanzata. L’aspettativa di sempre, in questo gruppo , è che Giorgia riesca a fare conoscenza, e forse ad accoppiarsi dopo anni di “nubilato”.
Cerco di contare i commensali nella speranza di far passare il tempo e per convincermi di essere sobria, ma incrociando la camicia di Matteo non posso fare altro che ridacchiare come un’oca.
Arriva il cameriere con gli antipasti, e mentre Giorgia mi passa il piatto con gli involtini primavera, noto Roberto che mentre mi guarda di sottecchi.
Scambio un involtino con un raviolo al vapore di Marcello, che sembra già ubriaco, prima che lo copra di quella terribile salsa piccante, mentre aspetto che torni un qualche cinese in camicia bianca per chiedergli dell’acqua frizzante.
Maledizione, ogni volta che andiamo a prendere l'aperitivo con la sua compagnia, lui deve bere almeno tre negroni, e anche stasera mi ha costretta a emularlo.
Tre mesi che stiamo insieme e ogni volta la stessa storia: arriviamo a cena praticamente ciucchi!
E guai a discutere su questo… Si infuria e rovina la serata a tutti!
E la domenica la passiamo a litigare!
Mentre addento l’involtino mi accorgo che Marcello si è avvicinato un po’ troppo al collo di Erika, una sua ex, adesso diventata amica carissima (così lui dice da quando ci siamo conosciuti), e glielo sbaciucchia ridendo e dicendole qualche cosa che non riesco ad afferrare.
Mollo l’involtino nel piatto e gli dico: “l’hai finita o me ne devo andare?”
Finge di non capire e risponde: “Non ti piace, che lo lasci nel piatto amore?”
Io secca replico: “quanto sei stronzo … La smetti di fare lo scemo con quella lì?”
E lui: “Ma dai Erika è come mia sorella. Non puoi essere gelosa. Io le voglio bene ma ormai è un bene diverso, devi capirlo…”
Non ho voglia che la cosa diventi pubblica e cambio discorso… Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi, e questo si scopre più spesso di quanto si possa credere.
Sentendomi sfregare la schiena mi giro e vedo Roberto piegarsi su Marcello per dirgli qualche cosa:
il mio boy lo rassicura bofonchiando e sorridendo.
Dopo un attimo il biondo mi ripassa dietro, siede e riprende a mangiare.
“Cosa ti ha detto?”
“Ah niente scemenze”.
“Eddai dimmeloooo”.
“Ma niente, te l’ho già detto”. E biascicando di già, si gira dall’altra parte.
“Sei proprio uno stronzo eh”, gli dico piantandogli il broncio.
“Ok, ok. Mpf. Va bene mi dice sornione: amore se te lo chiedessi, me lo faresti un favore?”
“Cosa?” Gli rispondo.
“Ma no niente. Lasciamo stare.”
“Non fare come al tuo solito, dai dimmi”.
“No che poi magari ti offendi”.
“Ma piantala, perché mi dovrei offendere? C’entra con quello che ti ha detto?”
“Beh si. Ma è lo stesso.”
Fa sempre così, gioca anche a fare la vittima pur di ottenere ciò che vuole.
“Uffa se ti ho chiesto di dirmelo… Perché mi dovrei offendere?”
“Non lo so, magari perché pensi che sia già sbronzo…
Comunque visto che insisti così… Roberto si è accorto che hai il reggicalze...”
“Scusa ma sei scemo? Prima mi arrivi con quel completino che non lo metterebbe nemmeno un una troia, mi preghi di indossarlo stasera, e poi???”
“Ma noooo, no. Non hai capito… Non è come pensi… Non è mica un fatto di gelosia”
“Ah noooo? E Come è allora?” Mi chiedo cosa gli passi nel cervello certe volte! "Vedi che sei già ubriaco?"
“No è che lui, beh io… Uff insomma mi ha chiesto se gliele fai vedere. Non ha mai visto una ragazza con il reggicalze.”
“Peggio di così poi. Secondo te che devo fare, mettermi a ballare sul tavolo e alzarmi la gonna? Era meglio se mi dicevi di coprirmi di più… Anche se sarebbe stato assurdo!”
“Ma dai, non intendo questo, vai un secondo in bagno, lui esce con la scusa che c’e’ troppo casino per fare una telefonata…”
“ E tu sei scemo! Ma cosa credi? Ma non sei geloso?... Io non lo so che cazzo hai nella testa. Ti rendi conto che è inverosimile? E poi dice che lui non ha mai visto una con le calze? E poi dici che non sei ubriaco? ”
“ Ecco lo sapevo… Guarda che scenata. Te l’ho detto che ti offendevi. E poi ho detto con il reggicalze scema! ”
“Ma scherzi? Io che mi offendo? Ma nooooo… E al di là del fatto che io mi offenda: tu mi lasceresti andare al cesso con quello lì per fargli vedere il reggicalze? Ma sei già così gonfio? E poi lo scemo guarda …Sei tu. Maleducato e scemo!”
“ A parte che Quello Lì è un mio carissimo amico, e poi si… Perché non dovrei fidarmi? Sei scema? E se ha detto che non ha mai vistooo...Cazzo sarà vero no? E non sono ubriaco”.
Parla sconclusionato, quindi è un pò tanto bevuto; aggiungiamoci quella cretina di Giorgia, di fianco, che sembra voler ascoltare, mettiamoci pure che nel mio stomaco gli aperitivi si stanno unendo al vino rosso e shakeriamo al tutto l’indecifrabile Erica amica ed ex che mi fa inviperire dalla gelosia... Lo osservo simulando serietà in volto anche se mi piacerebbe ridergli in faccia dopo averlo preso a schiaffi. Voglio proprio vedere fino a dove vuole arrivare, capire se un minimo di gelosia gli sfiora il cervello:
“Ok forse ho esagerato. Tanto è una stupidaggine… Ci vado. Sei contento scemo?” Gli dico ripensando anche al bacio sul collo di Erika di qualche minuto prima.
E’ incredulo, sorride come uno stupido, mi bacia e mi prende la mano. Fa sul serio. Solo un cretino inebetito farebbe una cosa così, ma voglio proprio farlo ingelosire. Solo una cretina ubriaca farebbe una cosa così…
“Cosa devo fare?”
“ Te l’ho detto amore, vai in bagno che poi lui arriva…”
Mi aggiusto la gonna e noto che Marcello gli mostra il pollice alzato.
“Scusa ma un minuto fa ero scema e ora sono il tuo amore? Vabbè!”
Nemmeno ho finito l’antipasto. Mi alzo, mi gira un pò la testa ma è normale.
Mi volto un secondo verso di lui e noto che già parla fitto fitto con la sua amichetta… Che rabbia!
Entro nel bagno tappezzato di mattonelle tinta pesca e decorato da lanterne cinesi di carta superkitch.
Nemmeno il tempo di aggiustarmi i capelli che Roberto entra e, vedendomi, arrossisce come un pomodoro.
Voglio proprio divertirmi a metterlo in imbarazzo, e sparo subito: “ Cosa volevi vedere Roberto?”
Resta a bocca aperta come un pesce, lo stupido, e non spiccica parola.
“Dai che me lo puoi dire” Vado avanti orgogliosa e disinibita dall'alcool.
Non reagisce ma guarda fisso la gonna.
“Eccola la gonna, ti piace?” Gli dico sollevando la punta della scarpa destra, e giocherellando con il tacco sulle mattonelle come per calpestare qualcosa; in un’inchiesta è stato svelato che gli uomini trovano questo movimento molto sexy.
“Si ma sotto?” Si sveglia finalmente.
“Sotto? Che ci sarà mai sotto? Sotto come vedi ci sono queste scarpe… Nere, lucide e con il tacco alto! Ti piacciono?”
Non risponde, ma mi guarda lì, all’altezza delle cosce.
Mi sa che se non mi sbrigo facciamo notte.
Mi alzo la gonna e lascio intravedere un po’ di cucitura , la parte intermedia tra calza e balza. Le luci tenui del bagno quasi mi abbagliano, mentre alzo lo sguardo.
“ Ti piacciono? Roba fine… Di seta sai? Il tuo amico me le ha comprate per scoparmi meglio.” Lo incalzo come un bambino. “ Ed ora andiamo a mangiare!” concludo.
Mi guarda deglutendo e finalmente articola una frase: ” Già che ci siamo me le fai vedere fino all’attaccatura? Lo sai che è la cosa che piace di più a noi maschietti? Sai quel gancetto le tiene su? La pelle bianca e liscia???”
“ E’ meglio se andiamo va, che se arriva qualcuno, con la gonna alzata, faccio una figura del cazzo. Ti pare?” Dico senza rendermi conto di quanto l’alcool mi renda sboccata.
“Ma dai Simo, entriamo un secondo in quel gabinetto… Io sono venuto apposta, te lo ha chiesto pure Marcello... Quello che mi hai fatto vedere, l’avevo già visto mentre eri seduta." Dice serio.
Non ho voglia di farmi trovare sola con questo qui da qualcuno della compagnia, ma nemmeno finire così la faccenda. Il mio ragazzo vuole che mostri al suo amico il reggicalze? Vuole che beva quanto lui? Vuole che faccia tutto ciò che dice? Vuole essere libero di avere l’amica del cuore per tutta la vita? Quel demente lo voglio accontentare!
Faccio tre passi indietro, entro in uno dei gabinetti, tutto tirato a lucido e Roberto mi segue.
Quanto sono stronza! E quanto è stronzo il mio ragazzo …
Chiude lui la porta con il gancio dorato e splendente, e nel frattempo io, per fare presto, mi tiro su la gonna quasi fino alla vita, senza pensare a quello che indosso sotto."
" Che seratona... Pure le mutandine aperte ... Ma andate in un privè stasera?
Sono imbarazzata, ho caldo alla faccia, e vorrei guardarlo negli occhi per mandarlo a quel paese, ma è mezzo piegato a scrutarmi tra le gambe, così mi trovo davanti soltanto la sua fronte. Alzo lo sguardo al soffitto perché mi gira la testa e sento nausea, ma sentendo vuoto dietro alla schiena mi appoggio istintivamente al muro con le spalle.
Annaspo un secondo mentre cerco di abbassare la gonna, senza accorgermi che nel frattempo l'amicone del mio ragazzo non solo se lo è tirato fuori, e ce l’ha già duro, ma lo dirige diritto all’apertura dei miei slip …
Che cosa faccio ora? Non mi sono mica vestita così, per farmi scopare da lui.
E poi vorrei vomitare!
E’ gia a contatto con il mio sesso che gli impugno l’arnese cercando di rimetterlo nei pantaloni.
Ce l’ha lungo e spesso; non ne ho mai toccato uno così grosso… Saranno più di venti centimetri!
Non mi sembra il caso di urlare. Lo guardo, e pur vacillando gli dico: “Finiamola qui. E’ meglio!”
Mi viene da pensare a cosa diavolo mi sia saltato in mente di cacciarmi in questa situazione, mentre lui, fregandosene, muove il bacino avanti e indietro come per farsi masturbare. Sono frastornata ma fingo di avere tutto sotto controllo. La testa mi gira come un’elica…
Proprio mentre sto per mollare il suo coso di carne, lui stringe la mia mano con la sua, e inizia a trastullarselo ferocemente, sibilando:
“Dai almeno fammi venire, che mi scoppiano i coglioni. Non scopiamo, ma tirami una sega veloce!”
Mi schiaccia forte la mano, e sento che il suo coso pulsa … Sta per sputare la sua eccitazione…
Vorrei urlare: ma a che scopo? Se mi trovassero qui potrebbero credere all’assurdità di tutta ’sta storia?
In ogni caso farei la figura della troia per cui…
Cerco di dirigere lo schizzo in arrivo verso lo sciacquone ma lui non si vuole muovere e punta diritto alla mia gonna ancora mezza sollevata… La vita è un attimo… Non posso certo uscire da qui con i vestiti sporchi...
Mi chino di scatto ed imbocco la sua cappella, grossa come un’albicocca, mentre lui molla la presa alla mano e mi afferra i capelli della nuca.
Alzo la fronte per guardarlo: è incredulo. Rapido mette la mano sinistra dietro al mio collo così da avere sotto controllo la testa, e mi spinge il suo grosso attrezzo in gola.
Trattengo a stento il vomito mentre mi pompa in bocca come un indemoniato, e, assurda come la situazione che sto vivendo, mi frulla in testa un immagine: l’involtino primavera che ho lasciato nel piatto. Se avessi mangiato qualcosa non sarei così ubriaca.
Sento il primo schizzo andare dritto nella trachea, tanto spinge a fondo il suo pezzo di carne dura e palpitante.
Non posso fare altro che ingoiare tutti i suoi spruzzi senza respirare, fino a che lui si accorge che sto per cacciare. Me lo sfila dalla bocca che tossisco.
“Simona ti senti bene?”.
Ora sembra tornato un agnellino. “Bene un cazzo, vattene stronzo, questa te la faccio pagare.”
Mi guarda allibito come se fosse del tutto normale quello che è accaduto, ed esce dalla porta in fretta e furia mettendosi il dito indice verticalmente sulle labbra come per dirmi di fare silenzio e strizzandomi l’occhio.
“Su che andava bene anche a te; e non dire di no che non ci credo… Sennò lo pigliavi in bocca?!?” aggiunge poi, quasi scappando dal bagno.
Io mi sollevo, esco dal gabinetto, raggiungo il lavandino cercando di liberarmi. Due o tre conati ma non riesco proprio a fare uscire nulla. Mi sciacquo la bocca e il viso.
Torno al tavolo che non è ancora arrivato il primo. Sono passati al massimo sette minuti.
“Tutto a posto amore?”
Vorrei vedere la sua faccia se gli dicessi che il suo amichetto mi è appena venuto in gola nel cesso di un ristorante cinese, dove lui mi ha mandato per fargli vedere le cosce! Ma forse non è il caso.
Lui me lo ha chiesto e io ci sono andata. In una sabato come questo ci sta anche il paradosso evidentemente!
La cena prosegue come se non fosse successo nulla… A loro! Se vi va mandate i vostri commenti a nylon2000@email.it

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