La cravatta

Scritto da , il 2015-08-21, genere bondage

Non è una storia vera. Almeno, non ancora.
Ma la vedo già avverarsi. Tutto è pronto, e le scena danzano davanti ai miei occhi come ricordi.
Iniziò (inizierà) tutto da una cravatta.
"Ti sei mai chiesta" dissi a mia moglie "perché da alcuni giorni c'è una cravatta che fa bella mostra di se sul mio comodino?"
In effetti la cravatta sta lì, innocua, arrotolata come una serpe, mollemente adagiata.
Mia moglie la guarda interrogativa, come se non ci avesse davvero fatto caso fino ad ora. O magari pensa solo al disordine.
Siamo sposati da dodici anni, andiamo per la cinquantina ma lei è una donna ancora estremamente attraente. Il fisico ben modellato dallo sport, seni non troppo piccoli né troppo grandi. Pelle liscia e morbida.
Scarsa propensione ai giochi erotici, soprattutto per mancanza di fantasia.
Quella fantasia che a me invece non è mai mancata, dato che l'ho esercitata per anni senza mai esternargliela.
Fino ad ora. Fino alla cravatta. Fino a quell'idea che mi è balzata in testa. Semplice come tutte le idee migliori.
"No, non me lo ero chiesto. Ma adesso me lo dirai, vero?"
"Non te lo dirò, no. Se vuoi però posso mostrartelo"
Per un attimo mi sembra di vedere un lampo nei suoi occhi.
Come ogni sera, prima di andare a letto lei indossa solo una lunga canotta di cotone e le mutandine.
Intendiamoci, niente di particolarmente erotico. Ma a me piace anche così.
Dopo un attimo di esitazione, acconsente.
Le dico di sedersi sul letto,e di appoggiare la schiena alla testiera cosa che lei fa senza parlare.
Prendo la cravatta e la svolgo. La metto davanti ai suoi occhi.
"Il gioco è questo" le dico "dopo averti bendata ti farò provare sensazioni contrastanti. Potrebbe essere piacevole oppure no. Tu puoi fermarmi in qualunque momento, dicendo la parola BLUGHIACCIO. Io mi fermerò, ma il gioco finirà"
Lei annuisce. La cravatta già saldamente annodata ditro la sua nuca. I capelli biondi sono parzialmente imprigionati. Noto il suo respiro farsi lievemente più veloce.
Le faccio appoggiare i polsi alle sbarre della testiera, e inizio a legarli. Lentamente, per darle modo di assaporare la sensazione e di poter usare la safeword.
Poi mi allontano. Di poco. E la osservo.
Muove la testa, il respiro si fa ancora più corto. I capezzoli affiorano sotto il cotone.
“Aspettami qui”
Dopo qualche minuto rientro. Noto che lei serra le gambe, stringe le cosce ritmicamente. Si mordicchia il labbro inferiore.
Mi avvicino, un cubetto di ghiaccio nella sinistra. Le dico di sporgere le labbra come per un bacio e ci appoggio il ghiaccio. Si ritrae di scatto, sbattendo quasi contro la testiera di ferro battuto. Passo il cubetto sulle sue labbra. Poi lo tolgo e la bacio.
Il freddo e il caldo sembrano piacerle, ansima contro le mie labbra. La sua lingua mi sembra avida.
Mi stacco.
“Baciami ancora” dice. Strano. Di solito non parla molto quando facciamo sesso.
“No” rispondo. Ripeto il gioco su un capezzolo, passandoci lentamente il ghiaccio da sopra la stoffa. Poi lo bacio. Sospira. Mordicchio. Geme.
“Ancora” dice.
“No”
Scendo in basso, sempre da sopra le mutandine. Un nuovo cubetto. Seguo il bordo degli slip.
“Apri le gambe”
Lei ubbidisce, docile ed eccitata. Lo spigolo del cubetto di ghiaccio segue le grandi labbra.
Abbasso le mutandine. Cerco il clitoride con il mio gelido amico. Brividi inequivocabili sulle sue gambe, sulle braccia. I polsi tendono la cintura dell'accappatoio che ho usato per legarla.
Poi risalgo. Di nuovo sulle labbra. Lei si protende, assetata. Piega le gambe, le serra ritmicamente.
Stacco il cubetto. Lei atteggia le labbra come a chiedere un bacio. Io invece ci appoggio il cazzo.
E lei apre la bocca, per ingoiarlo. Mi tiro indietro.
“Cercalo” le dico.
Spinge avanti la testa, le labbra, si muove guidata dal mio calore. A un certo punto tira fuori la lingua, ed io ci appoggio la cappella.
Sospira, soddisfatta ed inizia ad andare su e giù con la testa.
Non la fermo. Non si ferma.
Per la prima volta le esplodo in bocca.
Un rivoletto bianco le cola da un angolo delle labbra.
La safeword non è stata pronunciata, ma siamo appena agli inizi.

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