Ti amerò per sempre

Scritto da , il 2015-03-25, genere gay

Dannazione, è così eccitante, pensai tra di me. "Vuoi dirlo più forte?" Chiese Sara. Lei era la mia miglior amica fino dall’asilo. Le diedi un'occhiata confusa. "Dannazione è cooosì eccitante." Ha detto lei con voce beffarda. Capii che l’avevo detto troppo forte. L’avevo detto solo a lei e quindi potevo stare tranquillo. Si chiamava Gabriele ed aveva 18 anni. Anch’io avevo 18 anni e frequentavamo ambedue il liceo.

Era alto circa un metro e settanta e da quello che avevo potuto vedere ogni giorno in palestra, aveva dei bei addominali. Quando alzava la maglietta per asciugare il sudore non potevo fare a meno di guardarlo. Lo vedevo anche quando si cambiava, portava sempre dei vecchi boxer militari ed era decisamente ben fatto.

"Sai che ha una ragazza, è chiaramente etero." Disse Sara. "Grazie Sara per aver rovinato i miei sogni." le risposi. Ci piaceva stuzzicarci. La campana suonò ed erano ora di fare storia. "Oh maledizione, sarò seduto proprio dietro a Gabriele in storia." Dissi a Sara. "Sì, cerca di controllare i tuoi ormoni" mi rispose. Andai al mio armadietto a prendere i miei libri, mentre mi avviavo verso l’aula vidi Gabriele piegato davanti al suo armadietto e non potei fare a meno di guardare il suo bel sedere. Mentre lo stavo fissando, lui si voltò. Non ne sono sicuro ma penso che mi vide, allora mi voltai rapidamente ed andai in classe.

Anche dal didietro era bello. Forse ne ero ossessionato, beh, penso di esserlo stato, ma lui era veramente eccitante. La campana suonò e la giornata era finita. Corsi al mio armadietto per non essere in ritardo per l'autobus. Anche se mi affrettavo arrivavo sempre per ultimo. Stavo fantasticando quando l'autobus arrivò alla mia fermata. Mi alzai e scesi, non ero lontano da casa mia e ci sarei arrivato in un minuto.

Ero vicino a casa quando qualcuno mi toccò sulla spalla. Mi voltai e vidi Gabriele, quasi svenni sul momento. "Ehi Gabriele, che c’è?" Chiesi. "Niente, ho dimenticato di nuovo quella maledetta chiave. Posso usare il tuo telefono per chiamare mia mamma o mio papà." "Sicuro, con piacere." Lui stava per stare in casa mia. A usare il mio telefono. Ero chiaramente ossessionato. Arrivammo alla porta, apriii ed entrai. "Accomodati, cerco il cordless."

La segreteria telefonica aveva 2 comunicazioni ma non mi attardai ad ascoltarle, volevo solo portare il telefono a Gabriele. Non era nella sua sede, schiacciai il bottone e sentii il segnale nella mia stanza. "Aspetta, Gabriele, è disopra." "Ok." Salii la scala più velocemente possibile, trovai il telefono e corsi di nuovo giù. "Eccolo." Gli diedi il telefono. "Grazie."

Ero seduto sulla sedia davanti a lui. Tentavo di controllarmi e non andargli vicino. Era cooosì bello. "Ok, ma, ciao." Lo sentii dire al telefono. Lui chiuse la comunicazione e mi diede il telefono. "Passerà un'ora e mezza prima che lei torni a casa. Ti dispiace se uso il tuo bagno prima di andarmene?" Avevo voglia di dirgli sì, sicuro, solo che ti sbircerò dalla porta! "Sì, vai disopra, a sinistra, poi la prima porta a sinistra." "Ok, grazie."

Nel frattempo mi era diventato più duro di una pietra. Tutti i miei 18 centimetri spingevano nei miei boxer. "Ehi Gianni!" Sentii. "Sì?!" Gridai. "Puoi venire su ad aiutarmi? Qualche cosa non va col water." "Sì aspetta!" Salii al bagno e lui non c’era. "Gabriele? Dove sei?" "Qui." Lo sentii dire. Mi voltai e lo vidi sdraiato sul mio letto. "Cosa fai?" Chiesi con una piccola risata. "Vieni qui Gianni"

Entrai nella mia stanza. "Cosa? " Dissi. Mi tirò sul letto e le sue labbra morbide toccarono le mie. Mi tirai indietro e lo guardai. "Ti ho visto guardarmi prima dell’ora di storia. Ho avuto l'idea che tu fossi gay." Disse. Nel frattempo io ero scioccato per quello che era accaduto. Lui riprese a baciarmi. Salii su di lui e gli ritornai il favore. Restammo sdraiati e ci coccolammo per circa 10 minuti. Gli tolsi la maglietta e lui mi tolse la mia. I suoi pettorali mi fissavano. Li baciai e scesi al torace ed allo stomaco. Gli tolsi i pantaloni e gli tirai giù i boxer. Era enorme! Cominciai a baciargli la cappella, poi giù l'asta e poi iniziai a giocare con le sue palle. Allora riuscii a spingere tutti i suoi 20 centimetri nella mia gola. Circa 5 minuti più tardi cominciò ad emettere un lamento: "Ohhh! Ohh! Vengo, Gianni. Sborro!" e sparò il suo carico nella mia bocca. Aveva un sapore cooosììì buono. "Ti amo Gianni." Disse mentre lo baciavo di nuovo.

"Ora tocca a me darti piacere" Si spostò e mi fece sdraiare dove era stato lui. Scese sul mio torace e cominciò a baciarmi un capezzolo. Poi scese allo stomaco. Mi tirò lentamente giù i pantaloni. Poi tornò a baciarmi lo stomaco. Mi tirò giù i boxer ed il mio cazzo balzò dritto in aria! Se lo spinse tutto in bocca ed iniziò a salire e scendere. Contemporaneamente mi faceva una sega. Dopo circa 10 minuti di succhiare gridai, "Vengo!" Lui non si fermò e lasciò che gli sparassi il carico in bocca.

Ritornò al mio livello e mi guardò negli occhi. "Tu non sei gay." Dissi. "No, sono Bi. Altrimenti non avremmo avuto il più bel momento della mia vita." Io lo baciai di nuovo. In quel momento il telefono trillò. Io alzai il culo per andare a rispondere. Gabriele mi lanciò un grande grande sorriso. "Hallo?" "Ehi dolcezza, io e tuo padre passeremo la notte dalla zia Mary, che non si sente bene. Ok?" Magnifico pensai! "Sì, ok. A presto ciao!"

Ritornai sul letto e mi sdraiai. "Mia mamma e papà staranno fuori questa notte! Vuoi restare qui questa notte?" "Assolutamente sì!" Disse all’istante. Gli diedi il telefono. Mentre chiamava sua mamma, cominciai giocare coi suoi capelli facendovi correre dentro le mani. Non ero più il ragazzo romantico, piuttosto ero qualcuno che cercava solo sesso. Lui riattaccò dopo un minuto ed aveva un grande sorriso sul viso. Ci mettemmo sotto le coperte e ci addormentammo uno nelle braccia dell’altro.

Ci svegliammo più tardi e cominciammo a sentirci un po’ eccitati. Quella notte facemmo perdere la verginità l’uno all’altro. Dopo quella notte continuammo a frequentarci assicurandoci che nessuno se ne accorgesse. Naturalmente tuttavia, non vedevo l’ora di raccontare a Sara quello che era successo, lei non mi avrebbe creduto. Ma andava bene così.

2

Era passato quasi un anno da quando Gabriele ed io avevamo cominciato a stare insieme segretamente e continuavamo ad amarci. Sara si era trasferita e ci sentivamo solamente on-line o per telefono. Mi mancava molto! Nessuno di noi si era ancora rivelato ma non sapevo se sarei riuscito a tenere il segreto per molto, mia mamma mi aveva sorpreso molte volte a masturbarmi su un porno gay. Purtroppo Gabriele ed io avevamo solamente una lezione in comune. L'anno prima le avevamo tutte.

"Ehi. Cosa c’è?" Disse Gabriele con un ammicco e un sorriso. "Huh?" Dissi io “Dov’è finito il che stavamo guardando?" "E’ finito. Tu eri troppo occupato a fantasticare di me." Leggeva nel pensiero! Eravamo all’ora di Studi Sociali, come ho detto l'unica lezione che avevamo insieme. Tutto ciò che facevamo in quella stupida ora era guardare uno stupido video. Era ora che l’insegnante andasse in pensione.

"Oh." Dissi. C’erano dieci minuti prima della lezione successiva così potevamo parlare. "Che c’è di nuovo? " Mi chiese. "Nulla" risposi. "Beneee..... " continuò lentamente... "E’ venerdì, non abbiamo compiti, i miei genitori sono fuori per il fine settimana e... " Io gli sorrisi, sapevo quello che voleva fare. Era la persona più eccitante che avessi conosciuto. "Sì." Dissi sorridendo. "Ok” Disse lui. “Andiamo a casa mia in autobus. Puoi chiamare tua mamma da là... e potresti utilizzare i miei vestiti." Mi fissava negli occhi mentre suonava la campana dell’ultima ora.

Dopo la campana corsi al mio armadietto; misi via tutti i libri ed afferrai il mio cappotto. Corsi fuori. Quell’anno il mio armadietto era vicino all’uscita per cui normalmente ero uno dei primi a raggiungere la fermata. Aspettai Gabriele così avremmo potuto sederci vicini e tenerci per mano di nascosto. Finalmente lui uscì e ci guardammo negli occhi. Pensavo che nessuno si fosse ancora accorto di nulla perchè noi andavamo in giro anche con altri.

Salimmo sull’autobus ed andammo in fondo. Lui si sedette vicino al finestrino ed io vicino a lui. L'autobus era tranquillo, nessuno era agitato, tutto era silenzioso. Io misi la mia mano sotto il mio cappotto e lui fece lo stesso. Eravamo seduti e ci tenevamo per mano. Ci volevano 30 minuti per arrivare a casa sua. Questo era quello che mi piaceva di più, sono romantico e cercavo sempre luoghi per stare tranquillo con lui.

Finalmente arrivammo ed entrammo in casa sua che era molto più grande e più bella della mia. "Accomodati, vado a prendere il telefono." Lo prese e schiacciò il bottone della segreteria telefonica. "Una nuova chiamata" Disse la voce di monotona della macchina. "Ehi baby sono Giorgio. So che i tuoi sono via. Ti amo. Chiamami. Ciao." Gabriele tentò di chiudere la comunicazione ma avevo sentito tutto. Il mio cuore si spezzò.

Attraversò la stanza e mi diede il telefono sorridendo. Le lacrime mi correvano sul viso. "Qualche cosa che non va?" Chiese. Io mi alzai e me ne andai.

C’erano circa tre chilometri per arrivare a casa mia. Cominciai a camminare il più velocemente possibile. Sentii che Gabriele mi seguiva. Lui faceva atletica ed era molto più veloce di me. Mi afferrò e mi fermò. I suoi occhi erano pieni di lacrime. Lo guardai con faccia disgustata. "Io... mi spiace" "Gabriele qual’è il problema? Penso sia finita." E continuavo a camminare verso casa. Quando la mia casa fu in vista, cominciai a correre. Entrai. La mamma non era ancora arrivata. Corsi nella mia stanza. Afferrai il mio cuscino e piansi. Poi sentii bussare alla porta ed aprii. Gabriele sapeva dove era nascosta la chiave.

Anche lui stava piangendo, si sdraiò sul letto vicino a me. Mi avvolse nelle sue braccia e mi diede un bacio sulla fronte. Probabilmente ero un po' vecchio per piangere ma mi faceva male. "Mi spiace tanto, baby. Io... io... io non so cosa dire." Mi disse. Lo guardai dal cuscino e cominciai a piangere di nuovo. Lui mi baciò e mi asciugò le lacrime.

Cosa potevo fare? L'amavo da morire. E Giorgio era anche bello. Ma io amavo Gabriele molto di più. Gli diedi un bacio morbido sulle labbra. "Quindi, io o lui?" Lui sospirò e mi guardò negli occhi. "Tu, Gianni." Lo baciai ancora e non sapevo se credergli o no. "Devi chiamarlo e dirgli di noi, e dirgli che fra voi due non sta funzionando. "Va bene." Disse lui.

Prese il telefono mentre stava ancora singhiozzando un po'. Gli asciugai le lacrime e lui mi lanciò un sorriso confortante. Compose il numero ed io ascoltai. "Giorgio? Ok." Aspettò che venisse al telefono. "Ehi, come va Giorgio? Bene. Ehi, volevo dirti una cosa. Beh, non penso che tra di noi le cose vadano per il meglio ed io ho trovato qualcuno altro. Sì, Gianni." "E’ gay?" Sentii che Giorgio diceva. "Sì, mi spiace uomo, devo andare. Ciao." Gabriele cominciò a singhiozzare un po’ di più. "Andiamo, ritorniamo a casa tua." Dissi. Lasciai un appunto per la mamma per dirle che avrei passato la notte da Gabriele. Ritornammo a casa sua ed andammo dritti nella sua camera.

Gettammo via le scarpe e ci sdraiammo sul letto. Aveva un grande letto matrimoniale e ci stavamo comodi. Non appena sdraiati ci stringemmo tra le bracci guardandoci l'un l'altro. Baciandoci di tanto in tanto. Ci addormentammo e non ci svegliammo fino alla mattina seguente.

Quando aprii gli occhi il sole del mattino aveva già riempito la stanza con la sua luce. Vidi che Gabriele era ancora di fianco a me. Era già sveglio e mi stava guardando negli occhi. "Mi spiace tanto, Gianni." Lo guardai: "Ti amo Gabriele."

Lui mi baciò leggermente. Io lo baciai lentamente sulle labbra, spingendo la lingua nella sua bocca. Immediatamente si formò una protuberanza nei miei pantaloni, era la prima volta dall'altro giorno nell'autobus. Lui si tolse la camicia e la gettò via. Il suo bel corpo muscoloso si sdraiò accanto a me. Io cominciai a baciare e mordicchiare i suoi orecchi, poi baciai scendendo al collo ed al torace. Cominciai a succhiare lentamente uno dei suoi capezzoli.

Continuai a scendere ai suoi pantaloni, glieli abbassai e cominciai a baciare i 20 centimetri della sua bella virilità. "Girati" e lui si sdraiò sullo stomaco. Amavo il suo sedere, probabilmente la sua parte migliore. "Ok, torna indietro" e lui lo fece.

Cominciò a spingere tutti i 20 centimetri nella mia bocca. Lentamente cominciai a succhiarli. Lui si lamentò di piacere. "Ohhhhh, sto per sborrare!" disse dopo 4 minuti del mio pompino. Poi un intero fiume di sperma scese nella mia gola. Era caldo ed aveva un sapore cooosiiì buono.

Si alzò e mi girò sul letto per poi fare come me cominciando a baciarmi su e giù. Mi tirò giù i boxer e cominciò a succhiarmi. Ero già così vicino ad eiaculare che non ci volle molto. Il mio succo di ragazzo scese nella sua gola e lui ne ingoiò ogni goccia.

"Sono esaurito!" Disse. "Facciamo una doccia insieme?" Gli chiesi "Sicuro." Andammo in bagno ed entrammo nella doccia. Lui l’aprì ed attese che la temperatura fosse rilassante. Ci stavamo baciando quando sentimmo qualche cosa sulle scale.

Ci stavamo preoccupando di che cosa si trattasse, magari uno dei nostri genitori. Sentimmo qualcuno scendere i gradini ma non eravamo preparati a quello che stava per accadere.

3

"Chi diavolo potrebbe essere?" chiese nervosamente Gabriele. "Non ne ho idea" Dissi io tremando di paura. Uscimmo rapidamente dalla doccia, ci asciugammo e ci vestimmo. Proprio mente stavo scivolando nella polo la porta si aprì.

"Cosa cazzo state facendo?" Era Christian il fratello maggiore di Gabriele, era la prima volta che lo vedevo. Era una versione più vecchia di Gabriele. Dannatamente eccitante. Aveva 20 anni e frequentava l’università. "E... Ehi Christian. Cosa succede?" chiese Gabriele un po' spaventato. "Quello che importa è cosa cazzo stavate facendo voi due qui? Il mio fratellino ora è una checca?"

Era ovvio che ci aveva sorpresi. Per tutto un anno era stato un segreto, avevamo fatto un ottimo lavoro perché nessuno lo sapesse. Ma ora, solo un il piccolo errore e qualcuno sapeva. "Per favore non dirlo a mamma e papà, o ai genitori di Gianni. Per favore Christian" Implorò Gabriele. Christian ci sorrise. "Ok, fratellino. Nessuno lo saprà." Poi tornò a guardare me e Gabriele. "Sapete ragazzi che siete una bella coppia? Veramente!" Gabriele colpì suo fratello nello stomaco e lui uscì dal bagno ridendo. "Ricordati che la mamma è via per il fine settimana!" Gridò.

Gabriele mi guardò con espressione sollevata. "Ragazzi, ogni tanto lo amo veramente." "Sì. vorrei solo che mio fratello fosse così cool." Lui prese la mia mano nella sua e mi trascinò nella sua stanza. Ci sedemmo sul fouton e cominciammo a giocare con l’X-box. Mentre giocavamo mi chinai e lo baciai sulla bocca. Lui si sdraiò indietro e mise in giù il joystik.

Io lo spinsi giù e cominciai ad aprirgli la ceniera dei pantaloni. Il suo attrezzo di 20 centimetri pulsava nei suoi boxer. Glieli tirai giù e cominciai a far correre la lingua su e giù lungo l’asta. Poi mi misi tutto il cazzo in bocca e cominciai a succhiarlo. "Oh sì Gianniiii... Oh siiiiì continua.... Sssiiiììì.... " Io cominciai a salire e scendere un po’ più velocemente mentre leccavo. Tolsi l’uccello dalla bocca per poter cominciare con le palle. Le leccai una per volta assicurandomi che ne fosse soddisfatto.

Ripresi a succhiare il pene duro. "Oh sì Gianniiiiii, vengoooo" I suoi caldi succhi fluirono nella mia bocca e riuscii ad ingoiarli tutti. Lo baciai per permettergli di sentire il sapore del suo sperma. "Ora... " Dissi io... "Girati.." Lui lo fece, io presi il lubrificante nascosto sotto il divano, lubrificai il mio cazzo duro e ne misi anche sul suo buco.

Cominciai lentamente a spingere il pene. Poco a poco finché fu tutto dentro. Gabriele emise un lungo lamento. "Tutto bene?" "Sì" Disse lui. "Bene." Cominciai as incularlo più forte e lui lo prendeva tutto. Dopo 5 minuti che lo inculavo così, ero pronto ad eiaculare: "Così Gabriele.... ohhhahhhh." E sparai un lungo flusso del mio caldo sperma. Un po’ ne gocciolò fuori dal buco e sulle sue gambe.

Restammo sdraiati per un po’ tentando di riprendere fiato. "Ehi culi!" Vedemmo arrivare Christian e prima che noi potessimo fare qualsiasi cosa lui ci vide. "Woah.... sembra che vi siate divertiti!" Ridemmo tutti e due... se solo avesse saputo quanto. "Io sto andando da McDonalds per la cena. Voi ragazzi volete qualche cosa?”

"Portami un Big Mac e patatine." Disse Gabriele. "E tu, Gianni? " "Anch’io lo stesso. Grazie." “Bene culi, ritornerò tra 10 minuti... state buoni... pulite... prima che mangiamo." Rise scendendo le scale. Gabriele aveva un gran fratello. Capimmo che il segreto sarebbe stato mantenuto.

4

Io e Gabriele ci bloccammo. Non potevamo credere a quello che stavamo vedendo! C'era Christian insieme a un altro ragazzo che fottevano sul suo letto! "Hoi!" Gridai. Gabriele mi colpì piano. L'amico di Christian si alzò rapidamente, si vestì, corse giù dalle scale ed andò via."Mi spiace fratello!" disse Gabriele mentre anche Christian correva giù dalle scale per tentare di fermare il suo amico.

"Aldo vieni qui!" Lo sentivamo gridare fuori la porta. Alla fine ritornarono disopra. “Gabriele, Gianni vi presento Aldo. Noi siamo... beh... amici... come si dice.” "Ehi Aldo" Abbiamo detto noi.

"Non direte niente, ragazzi!" Disse Aldo. Aveva una voce bassa ed era piuttosto bello. Il suo cazzo direi che era di 21 centimetri, capelli neri ed occhi nocciola. Bei pettorali e stava sviluppando dei begli addominali.

"Non diranno niente. Vero ragazzi?" Io e Gabriele scuotemmo la testa in diniego. "Quei due sono gay, l’ho scoperto oggi." "Bene." Disse Aldo con un’espressione un po’ sollevata, e Gabriele ed io capivamo bene come si sentiva. "Beh, perché non andiamo a trovare qualche posto dove cenare?" "Ok, mi sembra una buona idea." Disse Gabriele. Aldo ed io fummo d’accordo e con la macchina di Gabriele ci avviammo.

Erano circa le sette e mezza quando arrivammo. Entrammo e trovammo immediatamente un tavolo. Ci sedemmo, ordinammo e aspettammo per che ci sevissero. "Quindi, tutto questo sarà il nostro segreto? Nessuno dirà niente a nessuno?" Chiese di nuovo Aldo e sembrava veramente preoccupato. "No uomo. Non preoccuparti né Gianni né io diremo niente. Ok Gianni?" Io accennai col capo. Poi arrivò il cibo, mangiammo e ritornammo a casa che erano circa le 10 e 30.

"Bene ragazzi, volete guardare un film?" Domandò Christian. "Perché no." Aggiunsi io. Christian aprì il divano a letto per lui ed Aldo e mise a terra dei sacchi a pelo per noi. "Oh grazie mille per il letto meraviglioso per noi!" Dissi. Lui capì che stavo scherzando e che per noi andava bene. Ci sistemammo tutti con del popcorn e mettemmo ‘Alla ricerca di Nemo’. Nessuno di noi l'aveva visto e ci interessava.

Presi Gabriele tra le mie braccia quando il film cominciò e vidi che anche Aldo e Christian stavano un po' più vicini. "Non preoccuparti di nulla, uomo, è tutto ok. Il nostro segreto è al sicuro e nessuno lo scoprirà." Immaginavo che Aldo fosse ancora preoccupato. Povero ragazzo. Lentamente mi addormentai. . .

"Oh sì... Oh sì... " Qualche cosa mi svegliò. Alla ricerca di Nemo stava ancora andando. Alzai lo sguardo per vedere se Aldo e Christian erano ancora lì. Vidi Christian e non sembrava essere addormentato. Improvvisamente notai che Aldo gli stava facendo un pompino! Ragazzi, quanto era eccitante. Mi tolsi lentamente i boxer cercando di non svegliare Gabriele. Ora Aldo era a quattro zampe e Christian lo stava inculando!

Cominciai a carezzarmi l’uccello duro. Ragazzi stavo per venire! Subito dopo mi accorsi che Gabriele mi stava facendo il pompino della vita. "Oh sì Gabriele! " Dissi piano. Dannazione, gli piaceva farlo.... ed era bravo!

"Ehi ragazzi vi state divertendo?" Sentii che chiedeva Christian. "Come te." Replicai. Lui rise. Improvvisamente sentimmo Christian sparare il suo carico, poi qualche attimo più tardi Aldo. "Noi andiamo a letto, voi non fate tardi!" Disse Christian.

Io stavo per sparare il mio carico. "Oh Gabriele, sto venendoooo, oh sì!" Sparai il mio caldo carico nella sua bocca e lui ne ingoiò ogni goccia. Si alzò e ci abbracciammo per 10 minuti. Poi cominciai a scendere a baciare il suo torace fino all’ombelico e giù per la sua pista felice. Cominciai a fargli un bocchino come non avevo mai fatto prima. Sentii che si lamentava e capii che stava per eiaculare. Improvvisamente sentii il suo caldo liquido nella mia gola. "Oh sì Gianni!"

Poi mi sdraiai di nuovo accanto a lui e restammo così per un po’. Amavo più stare con lui che fare sesso con lui. Restammo abbracciati, la stanza era completamente buia a parte la luce proveniente dallo schermo. Sentii il respiro di Gabriele diventare sempre più profondo. Capii che si stava addormentando.

"Gabriele?" Dissi io.
"Sì Gianni?"
"Ti amerò per sempre."
"Anch’io." Rispose lui.

Ci addormentammo uno nelle braccia dell’altro. Ragazzi, avrei voluto che quel momento non finisse mai.

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