Dedicato alle donne amanti del ca...lcio

Scritto da , il 2014-12-16, genere etero

Sei vicina a me, sul divano.
E' stato un weekend lungo, lunghissimo. Hai detto di essere stanca, quindi ci siamo sparati sei episodi di una serie che dici di apprezzare moltissimo. Li ho visti con te, e sinceramente non mi è sembrato questo capolavoro. Mi sono guardato bene dal dirtelo, del resto non era neanche tanto male.
Venti minuti fa ti ho detto che avrei fatto una doccia e sono sparito in direzione del bagno piccolo. Sono stato quasi tutto il tempo con la testa sotto al getto dell'acqua. Sentivo che mi faceva bene, come se dovessi far rientrare un livido.
Mi sono asciugato alla meglio e ho indossato l'accappatoio, perchè so che sta per iniziare la partita e magari ti arrabbieresti se attraversassi il tuo campo visivo una volta iniziata.
Arrivo di qua, in sala. Sorpresa. Anche tu sei in accappatoio. I tuoi capelli sono avvolti in un asciugamano. Sei stata un fulmine, complimenti. Lo dico con sincera ammirazione, ma tu mi guardi con quella smorfia ironica che sai fare così bene.
"Insomma, hanno dato le formazioni?"
"Sì, gioca quella pippa."
Neanche ho bisogno di farmene dire il nome, ti capisco al volo.
"Ti vuoi sdraiare?" chiedo, allargando le braccia.
Lo fai subito, con un sorriso. L'altra volta in quella posizione ne avete fatti tre all'Inter.
Sento il calore umido del tuo corpo. Ti friziono, con la scusa che altrimenti prenderai freddo. Mi lasci fare.
Sento qualcosa crescere tra noi, devi averlo sentito anche tu ma non sembri infastidita.
Stanno entrando in campo.
Le mie mani continuano a muoversi sull'accappatoio, durante il calcio d'inizio.
L'ala della Lazio scende sulla fascia. Infilo la mano destra a toccarti la tetta sinistra.
Cross al centro, mentre tiro il fiocco del tuo accappatoio.
Colpo di testa e palo.Ti stai mordendo il labbro, cominciamo male.
Ritiro la mano. Il centravanti coglie il rimpallo e mette la palla sotto la traversa.
Mi riprendi la mano e te la appoggi sull'ombelico.
"Porti bene, amore..."

Il divano ha la forma di una L, non a caso. Sono appoggiato dove le due parti si incrociano e tu sei sdraiata su di me, come se io fossi una poltrona di carne.
I giocatori stanno ancora festeggiando, quando la mia mano scende dall'ombelico sul pube. Sei morbida e ordinata, fortuna che non li hai tinti di celeste come avevi detto di voler fare. Gioco con le dita, poi scendo piano. Mi prendi la mano e la riporti sull'ombelico. Hai paura di essere distratta.
Punizione da fuori area per la Juventus. La mia mano scende di nuovo, la riporti a posto stringendola per la tensione.
"Maledetto noooo!" urli, mentre la palla entra a fil di palo.
Ho messo le braccia allacciate intorno al tuo collo, così impari a non credermi. Le mani sono rilassate, tra i tuoi seni.
Porto bene, e lo sai.
Cerchi di portare di nuovo le mie mani sull'ombelico, ma faccio il difficile. Così impari.
Palla al centro, un passaggio sbagliato e il numero 11 parte come un treno.
"No... no... ammazzalo, 'sto stronzo... noooo!"
Due a uno per gli avversari.
Capisci che bisogna recuperare.
Mentre i juventini gioiscono, ti metti in ginocchio. Mi guardi, mentre lo stai prendendo in bocca.
E' moscio, perchè mi sono concentrato. Fai la preziosa, e il tuo talismano ti rema contro.
Faccio di no con la testa, sorridendo. Volgi lo sguardo alla tv, l'arbitro li sta invitando a rientrare nella loro metà campo.
Cominci a tirarlo con le labbra e a leccare l'asta di lato, è quasi duro. Non è facile resisterti.
Palla a centrocampo. Ti ci inginocchi sopra, perchè altrimenti non vedi. Stai ferma, resto duro dentro di te, senza muovermi.
"Dai..." lo dici a un laziale, ma hai stretto i tuoi muscoli interni.
Ti metto le mani sulle tette e ti accarezzo i capezzoli.
"Dai..." e intanto sali e poi scendi lentamente.
L'ala laziale scende sulla fascia.
"Daiiiii" mentre continui a salire e scendere più morbida, perchè ormai stai colando.
"Goooool" gioisci mentre prendi a pugni il pouf dove di solito appoggiamo i piedi.
Ruoti intorno, senza farmi uscire. Mi abbracci e mi baci. Continui a salire e scendere, forse speri di farmi venire, per guardare in pace il resto del primo tempo.
Scordatelo. Sta ricominciando, 2-2.
"Tranquilla, mettiti comoda" ti dico, mentre ti sfilo.
Ci rimani un po' male, ma mi sorridi, potrebbe essere un bel gioco.
La Juve riparte subito, come se stessero guardando noi.

La palla è nell’area della Lazio, manca un minuto all’intervallo.
Il portiere esce, sembra un intervento facile.
Il centravanti della Juve gli sfila la palla da sotto al naso e lo scavalca. Rigore, il portiere l’ha agguantato prima che riuscisse a infilarla in rete.
Sei preoccupata, ma dura solo un attimo. Appoggi le ginocchia sul pouf, poi le mani. Sei in equilibrio precario, roba da circo. Sono ancora bagnato di te, tu sei ancora bagnata da prima. Ti lecco il buchino, poi mi rialzo e ci appoggio la cappella. Lo juventino sistema la palla sul dischetto. Mentre prende la rincorsa, te ne infilo un pezzo, lento ma inesorabile. Sento che stai soffrendo, ma è lo juventino a fare la parte del cattivo.
Traversa. Lo infilo fino all’elsa, mentre urli felice.
“Amoooooore, sei un mago!”
Resti in quella posizione, mentre ti sbatto ancora, e ancora. Mi accarezzi le palle, mentre inarchi la schiena.
L’arbitro fischia la fine del primo tempo, mentre senti il mio seme scorrere nelle tue profondità.
Ti agguanto le tette da dietro e continuo a spingere, mentre mugoli felice.

Quando torno dal bagno, ti trovo sulla parte del divano appoggiata alla parete. Mi metto sulla parte che si avvicina verso il tv, in attesa che la partita riprenda. Dopo poco devo essermi addormentato, perché mi sveglia un movimento dei cuscini.
“Che… che succede?”
“Tre a due per quei bastardi” mi dici mentre ti siedi sulla mia faccia.
Sto per dire qualcosa, ma lascio stare. Quando la vedo da così vicino accetto tutte le tue pazzie.
Ci metto il naso sopra, il tuo odore è inebriante. Ci passo la lingua sopra, anche il sapore è fantastico.
“Daje, che ce la facciamo!” urli tu.
La mia lingua parte per l’esplorazione. Le grandi labbra cominciano a gonfiarsi, le succhio avido.
“Punizione! Punizione! E vai!”
Per rendere più preciso il tiro della mezzala, cominci a succhiarmelo. Hai il televisore davanti, quindi non ti perdi un fotogramma. A un certo punto mi fermo. Se questo tiro andasse male e tu mi mordessi la cappella per la stizza?
Invece sento un urlo soffocato.
“Gosshhhhh”
Me lo stai succhiando come se non ci fosse un domani, sento la lingua arrivare quasi alle palle.
Nel frattempo ti ho infilato due dita davanti e uno dietro. Poi le levo e continuo a leccare e palpeggiarti le chiappe con entrambe le mani.
Mi sfilo da sotto di te, ma non ti muovi. Sei già a pecorina.
E’ durissimo quando te lo infilo dentro… Appoggi la testa sul cuscino, perché uno dei difensori si è fatto male e c’è un primo piano a terra. Tu lo guardi, mentre io continuo a pomparti come se ti stessi salvando la vita, con un’energia che non sapevo di avere. Ormai sei troppo bagnata e fa poco attrito. Lo metto nuovamente dietro, ed è un’altra storia. Ti sbatto con furia, perché non riesco a venire. Accompagno i canti dei tifosi schiaffeggiandoti a tempo le chiappe. Sento la tua mano che mi massaggia le palle, poi ti esplodo ancora dentro. Sei di nuovo a quattro zampe e non accenni a spostarti. Ti molleggi sulle ginocchia, perché c’è un veloce contropiede. Riesco a tenerlo ancora duro con la forza della disperazione, ho paura di buttarti di sotto dal divano. Alzi le braccia al cielo, ti stringo le tette, ti mordo il collo e ti bacio di lato, mentre esco ormai spremuto.

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