Trdimento nero
di
Ele_80
genere
tradimenti
Sono una moglie di 45 anni e fino a quell’episodio ero sempre stata fedele a mio marito. Era settembre ed ero rientrata al mio paese di origine perchè avevo una settimana extra di ferie e volevo trascorrerla lì dato che era da un po’ di tempo che ci ero stata. Vicino alla nostra casa abitano i nostri cugini e il giorno dopo il mio arrivo ho deciso di andarli a salutare. Ma arrivata lì, non c'era nessuno in casa e così ho deciso di fare un giro attorno a vedere se per caso erano nei prati e campi dietro, dato che sono tutti agricoltori. Come giro l'angolo della casa mi trovo davanti a me un ragazzo alto, dal fisico possente e nero, nerissimo. Quasi ci sbattiamo addosso. Io mi spavento, anche per il fatto di trovarmi da sola in un posto imboscato con quel ragazzo. Mi giro di scatto e inizio ad andarmene a passo veloce senza dire niente. Ma lui gentilmente con un ottimo italiano dal leggero accento francese mi disse di non avere paura di lui, chiede se stavo cercando i padroni di casa e dice di essere l'operaio che li aiuta oramai da mesi a fare i lavori in campagna. Io gli rispondo in modo agitato che si, li stavo cercando ma che sarei tornata in un altro momento. Lui mi chiede se doveva lasciar detto loro qualcosa e io gli dico di no e lo saluto freddamente. Lui invece mi fa un sorriso a tutta bocca allungandomi la mano come a presentarsi e io automaticamente allungo la mia e ce la stringiamo e ci salutiamo ma in una maniera stranissima, fissandoci negli occhi. A quel punto la sua stretta si fa più energica come se volesse comunicarmi qualcosa e cambia sguardo facendosi molto serio e fissandomi in maniera quasi ipnotica. Io ero tesissima ma non riuscivo a distolgere lo sguardo al suo viso che più guardavo e più trovavo bellissimo. Ne ero rimasta inaspettatamente affascinata. Oltre la sua bellezza e la sua prestanza fisica, dato che era in canottiera, notai le sue braccia muscolose, forti e completamente tatuate dalle spalle ai polsi. A me i tatuaggi eccessivi come i suoi non mi sono mai piaciuti ma i suoi li trovavo estremamente accattivanti. Poi gli lascio di colpo la mano e me ne vado senza dire niente, solo salutandolo freddamente. Mentre camminavo per rientrare a casa dei miei ripensavo all'accaduto e capivo che la cosa mi aveva destabilizzata. Capivo che quel disagio che provavo in realtà era attrazione improvvisa per quel ragazzo nerissimo e molto più giovane di me e lo trovavo insensato ma forse perchè prima di allora non mi ero ancora trovata nella situazione in modo così diretto. Arrivata a casa ero accaldata sia per la temperatura ancora estiva, sia per quell'incontro e così vado a farmi una doccia prima di cenare coi miei. Mentre ero sotto la doccia, con la mente ripercorrevo inevitabilmente gli avvenimenti di quell'incontro particolare e mentre mi lavavo rivedevo davanti a me lui, il suo bellissimo viso e le sue braccia muscolose e tatuate. Sentivo un piacevole formicolio alle ovaie e mi venne automatico passarmi prima una mano sulla vagina e poi mettermi un dito dentro. Mi masturbai come una ragazzina pensando a lui mentre mio marito era tristemente sparito da ore dalla mia memoria. I due giorni seguenti li passai inizialmente con un po’ di disagio ma poi la cosa pian piano svanisce. Arriva il sabato sera e si era organizzata una cena con la mia vecchia compagnia, così decisi di vestirmi un po' sexy. Trucco abbastanza leggero, smalto bordeaux a mani e piedi, camicetta bianca, gonna grigia a pieghe a altezza ginocchio, reggiseno e perizoma in pizzo bianchi, autoreggenti sottilissime color carne, di quelle che sembra che non ci sono ma ci sono e sandali bianchi con tacco fine allacciati alla caviglia. Mia mamma aveva preparato una torta per il compleanno del figlio di mio cugino e mi chiese di portargliela prima di uscire a cena. Arrivata a casa loro, non trovo nessuno. Così penso che erano nella depandance dove il vigneto dato che era tempo di vendemmia. Chiamo ma non risponde nessuno. Dopo un minuto faccio per andarmene ma si apre la porta e si presenta nuovamente quel ragazzo. A quel punto entro nel panico. Avverto una vampata di calore al collo, una stretta allo stomaco e nuovamente dei formicolii alle ovaie. Mi dice che non c'era nessuno perchè erano andati fuori a cena per il compleanno del figlio. Io lo guardo in modo strano e gli chiedo perchè allora lui fosse lì e mi risponde che mio cugino lo aveva lasciato stabilirsi lì per un po'. La situazione per me era davvero imbarazzante perchè da un lato ero spaventata ma dall'altra mi sentivo davvero attratta da lui. Erano repulsione e attrazione contemporanee. Mi chiede se volevo entrare un momento, chiaramente per approfittare della situazione sperando in qualcosa, ma io gli rispondo gentilmente di no, che avevo un impegno per cena e che ero solo passata a lasciare la torta per il mio cuginetto. Anzi, gli chiedo se potevo lasciarla a lui dato che loro non c'erano. Lui ovviamente acconsente e come faccio per lasciargli la torta, lui mi afferra per un polso stringendomi facendomi male. Il suo sguardo da sorridente si fa serio, con un colpo secco mi trascina all'interno e con un calcio chiude violentemente la porta. Mi fissava dritta negli occhi sempre stringendomi forte il polso. Eravamo a pochi centimetri l'uno davanti all'altra e il suo sguardo era diventato quasi cattivo, ma lo trovavo ipnotico. Ero diventata rigida, impietrita. Mi sembrava di essere stata catapultata in un'altra dimensione, come se quella che stessi vivendo non fosse la realtà ma un universo parallelo. Volevo urlare, volevo scappare, ma non riuscivo a muovere un solo muscolo e non mi usciva nulla dalla bocca se non un respiro che si faceva sempre più affannato. Lui prende la torta con la mano che non stringeva il mio polso, la appoggia su un mobile lì affianco e poi si fionda su di me abbracciandomi forte. Mi sussurra all'orecchio che ero bellissima, che è sempre stato attratto dalle donne bianche mature, meglio ancora se sposate, che era da quando ci eravamo visti la volta scorsa che voleva scoparmi e che era sicuro che anche per me era così! Poi mi rifissa serio negli occhi e cerca di baciarmi ma io faccio resistenza cercando anche di liberarmi. Provo a tirargli uno schiaffo ma lui mi blocca, torna a sorridermi come a sfidarmi e passa una mano dietro alla mia schiena aprendo leggermente la porta dietro di me. Seriamente mi dice che non dovevo aver paura, che non mi avrebbe costretta a far niente contro la mia volontà e che se volevo andarmene ero liberissima di farlo. Che dovevo scegliere io cosa volevo fare. Ero tornata immobile come una stata. Poi avvicina nuovamente la bocca al mio orecchio e inizia a succhiarmi il lobo. A quel punto sento dei brividi che mi percorrono tutto il corpo, ero totalmente in trance. In modo automatico e istintivo, la mano che non era stretta al polso da lui, la passo dietro alla schiena e dò una spintarella alla porta, richiudendola dietro di me. Avevo fatto la mia scelta e a quella cena coi vecchi amici non ci sarei mai andata. Lui fa un secondo tentativo di baciarmi ed io cedo e iniziamo a baciarci con la lingua con passione. Pensare che manco sapevo il suo nome. Dopo alcuni minuti così, in piedi attaccati alla porta con le nostre salive che mi colavano giù sul collo, si stacca, mi guarda serio, mi prende per mano e ci sediamo sul divano. Torniamo a baciarci stavolta però in maniera dolce, romantica, come due innamorati. Tristemente mio marito era nuovamente scomparso dai miei pensieri, ma era scomparso tutto il resto del mondo. Per me in quel momento lì c'eravamo solo noi due. Mentre ci baciavamo teneramente, sento nella mia borsa suonare il telefonino, che lascio suonare più volte senza mai andare a guardarlo e scopro dopo che era una mia amica che certamente voleva saper che fine avevo fatto visto il mio ritardo a quella cena. Alla quale appunto non ci andrò. Non mi interessava nient’altro che vivermi quella situazione. Con una mano inizia a accarezzarmi una gamba e mi piaceva sentire i suoi polpastrelli accarezzare delicatamente il nylon delle mie autoreggenti che avvolgevano la mia coscia. Io istintivamente avvicino la mia mano alla sua patta e sento che ce l'ha già abbastanza duro. Lui mi allarga le gambe, mi sposta da un lato il perizoma e inizia a farmi un ditalino magnifico inserendo delicatamente prima una e poi due e poi tre dita facilmente fino a massaggiarmi e stimolarmi la cervice perchè io mi ero eccitata come una matta, bagnandomi tantissimo. Avevo definitivamente perso il lume della ragione. Mi sbottona la camicetta e io lo agevolo così me la sfila e la getta a terra e mi tolgo il reggiseno gettandolo anch’esso a terra. Lui si sfila la maglietta, mi abbassa la zip della gonna e io me la sfilo finendo anch'essa sul pavimento, rimanendo in perizoma, autoreggenti e sandali e torniamo a baciarci con passione ma dopo poco si stacca dal nostro bacio, mi guarda, mi sorride e dolcemente mi chiede di baciarglielo. Lui rimane comodamente seduto sul divano mentre io da seduta mi sdraio su un fianco accanto a lui, gli tiro giù la cerniera delle bermuda e passo la mano dentro ai suoi slip e capisco avere delle belle dimensioni. Facendo piano glielo tiro fuori e lo guardo incantata. Era bellissimo, praticamente il pene perfetto: lungo, largo, grosso, nerissimo, anche la cappella nerissima. Era il più bel pene che avessi mai visto e decisamente superdotato. Lo aiuto a sfilarsi le bermuda e le mutande e anche i suoi indumenti finiscono a terra. Inizio con piccoli movimenti con pollice e indice come a coccolarglielo e in pochi istanti gli viene definitivamente duro nella mia mano. Passiamo alcuni minuti a baciarci teneramente mentre contemporaneamente lo masturbavo lentamente e lo sentivo durissimo e grossissimo nella ia mano. Lui mi richiede di baciarglielo ma che se non volevo non ne ero obbligata. La mia vagina era fradicia, lo fisso seria negli occhi e senza dire niente , abbasso lo sguardo sul quell'enorme e bellissimo cazzo nero che stringevo in mano con la cappella nerissima completamente bagnata dai suoi umori trasparenti che uscivano imperterriti dal suo buchino. Con naturalezza, sempre da sdraiata affianco a lui seduto sul divano, mi dirigo con la testa verso quel cazzo perfetto e inizio a fare uno dei pompini più belli della mia vita. Mentre glielo baciavo, lui mi accarezzava dolcemente i capelli, mi diceva che ero bravissima. Mi hanno sempre fatto i complimenti per le mie doti nel fare i pompini, e a quel cazzo così bello non potevo non fare il migliore mai fatto. Era durissimo, non sembrava di carne, ma di legno, di marmo, di ferro. Era molto resistente, ma dopo svariati minuti mi accorgo che il suo respiro si fa più intenso e sento la sua asta nerissima vibrare nella mia mano e la sua cappella vibrare nella mia bocca: stava per venire. A quel punto, nonostante io non fossi mai stata amante delle venute in bocca, mi viene invece istintivo continuare. Pochi secondi dopo mi viene in bocca con una dose imponente di sperma. Il primo fiotto sono costretta a ingoiarlo dato che mi arriva direttamente in gola, mentre il resto, intanto che veniva, lo faccio ricolare fuori sulla mio mento, sulla mia mano e sulla sua asta continuando a tenerlo in mano segandolo lentamente e in bocca facendo roteare la lingua attorno alla sua cappella. Ma una volta che lui ha finito, io non mi sono fermata e ho continuato a baciarglielo e a tenerlo in bocca ancora per diversi minuti. Aveva uno sperma buonissimo, caldissimo e densissimo. Non aveva mai fatto una cosa così. Poi finalmente mi stacco, ci guardiamo e ci sorridiamo. Mi dice che non se lo sarebbe mai immaginato un pompino così bello. Sempre tenendoglielo in mano, glielo rifisso e noto ancora una grossa goccia bianca uscire dal buchino e su quella cappella nerissima risaltava ancor di più. Mi viene naturale andare nuovamente lì con la testa, gli prendo tutta la cappella in bocca e gliela succhio delicatamente e mando nuovamente giù quella sua ultima piccola quantità di seme. Il suo cazzo tremava dal godere e incredibilmente gli rimane duro nonostante una copiosa venuta. Non ha nessun accenno di ammosciamento e mi dice che era giunto anche per me il momento di godere tanto. Sempre da seduto si piega e raccoglie le sue bermuda da terra, infila una mano in tasca e tira fuori una bustina, era un preservativo. La apre e se lo infila ma giunto a metà gli metto una mano sulla sua e lo blocco. Mi guarda e mi chiede arrabbiato che stavo facendo e io gli metto l’indice della mia mano sulla sua bocca e gli dico con la bocca ancora un po’ impastata dal suo seme di stare zitto. Ero eccitatissima e non essendo ancora venuta, col cervello del tutto spento, senza pensare a niente nè a nessuno, mi alzo in piedi di fronte a lui, mi sfilo il perizoma rimanendo in autoreggenti e sandali, gli appoggio un piede sul ginocchio conficcandogli il tacco del sandalo nella coscia, glielo predo di nuovo in mano e gli sfilo via il profilattico. Poi rimetto a terra il piede, faccio due passi verso di lui e piego le ginocchia abbassandomi. Quando la sua cappella era a contatto con l'apertura della mia vagina glielo lascio di mano e pian piano mi siedo sopra di lui. Mi chiede se ero davvero sicura di volerlo fare senza e io gli rispondo di si. Il suo grosso pene nerissimo non fece ovviamente nessuna fatica ad entrare in me dato che era bagnatissimo dalla mia saliva e da un po’ di sperma residuo e la mia vagina era sempre più fradicia di piacere. Le sue dimensioni erano davvero importanti e così inizialmente sento un po' di fastidio ma non appena l'interno della mia vagina si adatta, provo un piacere fisico e mentale che non avevo mai provato prima in vita mia. Pochi movimenti e arriva tranquillamente all'utero. Con movimenti delicati tocca più volte con la sua gonfia cappella la mia cervice dal cui buchino uscivano imperterriti umori ovaici. Contemporaneamente mi stringe i seni e mi succhia i capezzoli. Mentre mi penetrava lentamente e profondamente, unendo i suoi baci al mio seno ad un tratto mi chiede se avevo paura di rimanere incinta e io mentre fissavo i suoi bicipiti muscolosi e tatuatissimi gli rispondo di no, che non avevo nessuna paura. E in quel momento era vero, anzi, ero sempre più presa da quella situazione assurda, inaspettata e improvvisa. Ero fuori controllo e l'insieme di tutto ciò inevitabilmente mi fa finalmente venire. E il mio fu un orgasmo intensissimo, quasi doloroso. E proprio mentre completavo il mio stupendo orgasmo, sento il suo pene iniziare a tremare e a pulsare. Le pareti della mia vagina che avvolgevano in me tutta la sua asta dura e nera, con le loro contrazioni avevano inevitabilmente fatto arrivare di nuovo per la sua seconda volta, anche lui al punto di non ritorno. Senza chiedermi se io fossi protetta e senza nemmeno chiedermi se poteva o se io lo volevo, anche se in quel momento era chiarissimo di si, mi viene dentro! Io in quei momenti così belli e intensi, mi sentivo tranquilla, serena, felice e rassegnata nel donarmi tutta a lui e al suo grosso membro nero. Così avverto un grandissimo calore nella mia pancia e contemporaneamente e chiaramente un gran numero di pulsazioni eiaculare una enorme quantità di sperma caldo di un giovane ragazzo nerissimo, praticamente sconosciuto, del quale come già detto manco sapevo il nome. Lo scoprirò solo successivamente assieme all sua età: 27 anni. Nonostante mi fosse venuto in bocca pochi minuti prima, numerosi fiotti di fertile liquido seminale nero si infrangevano direttamente contro la mia cervice oramai dilatata, inondandomi l’utero senza pietà, infatti non ero protetta dalla pillola. E nonostante ciò, con un gesto incosciente, pericoloso, insensato, prima gli avevo tolto il preservativo. Avvertivo anche delle strane fitte mai provate alle ovaie, come se fossero state improvvisamente trafitte da tantisimi aghi. Ero sfinita e con mio marito sempre tristemente assente dalla mia memoria, mi sono letteralmente gettata a corpo morto su di lui, abbracciandolo amorevolmente al collo e lui fa altrettanto, abbracciandomi premurosamente e baciandomi teneramente su una guancia. Il suo pene nerissimo e ancora durissimo era ancora conficcato tutto in me ma sentivo che un rigagnolo di sperma fuoriusciva andando a colare sull’interno della mia coscia destra, arrestandosi contro la balza della calza autoreggente mentre milioni di potenti spermatozoi dell'Africa Nera a quel punto stavano già nuotando dentro di me in risalita delle mie ovaie. I suoi semi avevano iniziato la loro missione alla ricerca di un mio ovulo, per provare a generare una nuova vita, ma quella è un’altra storia.
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Commenti dei lettori al racconto erotico