Mio nipote: toccata e fuga

di
genere
incesti

MIO NIPOTE: TOCCATA E FUGA
Qualche giorno fa mi è capitato di avere un altro incontro ravvicinato con mio nipote.
A tutti coloro che mi dicono in privato che è difficile seguirmi per via dei quattro nomi con cui pubblico i miei racconti, rispondo che io non amo le cose semplici, che non vado alla ricerca di consenso e che scrivo solo perchè mi diverto e mi eccito.
E allora, alcuni giorni orsono ero a colloquio con un cliente nel mio studio.
Ricevo una chiamata da un numero sconosciuto e ovviamente non rispondo, anzi, data la delicatezza della questione che stavo trattando, spengo il cellulare.
Non voglio e non posso essere disturbata in questo momento: troppo importante il caso che stavo affrontando.
Si fanno le due che non me ne accorgo, come al solito: solo un leggero senso di fame mi ricorda che sarebbe ora di pranzare.
Indosso la giacca, prendo al volo la borsa ed esco dallo studio per andare nella caffetteria all'angolo: un tramezzino lo avrei trovato, almeno speravo.
Il tempo di uscire dalla porta e vedo mio nipote e il suo amico che, attraversando la strada correndo, si dirigevano verso di me.
Un velo oscuro cadde davanti ai miei occhi: e questi che cazzo vogliono adesso?
"Zia! Zia!!", urlava mio nipote agitando la mano.
Io proseguii verso la caffetteria.
"Non posso darvi retta - dissi loro secca appena si furono accostati a me - sto andando a pranzo, ho fame, sono stanca e ho un pomeriggio pieno di appuntamenti.
"Veniamo a pranzo con te zietta. Abbiamo una cosa importante da dirti, importantissima", mi disse mio nipote che, afferratami per un braccio, venne con me in caffetteria, insieme all'amico che ci seguiva in silenzio.
Seduti al tavolino, con i tramezzini in mano, comincia a dirmi: "Zia, hai presente il padre di Matteo..."
"Stai zitto, disgraziato, - gli dissi dandogli una leggera sberla sulla guancia - ma ti sembra questo il luogo e il momento?"
Venti minuti dopo eravamo di nuovo nel mio ufficio.
"Allora? Questa cosa importantissima? Fai subito che non ho tempo, dimmi e vai via, forza", gli dissi dura e decisa.
"Il padre di Matteo ti cerca disperatamente, è pazzo di te. È tutto il giorno che ti chiama e tu non rispondi. È disperato. Ha detto a Matteo di venire a cercarti"
"Ah, già! Ho staccato il cellulare. Va bene. Fategli sapere che domattina intorno alle 9 potrà chiamarmi. Ora fuori dai piedi, via! Ho da lavorare", dissi loro indicando la porta.
Per tutta risposta mio nipote, con uno sguardo che non lasciava adito a dubbi, chiude la porta a chiave e prende a spogliarsi.
"Ma che cazzo credi di fare? Sei pazzo?"
"Si, di te, zietta", mi disse mentre mi afferrava e mi baciava con un trasporto da folle innamorato.
"Sai quanto ti vuole dare il padre di Matteo se scopi con lui? Lo sai?", mi diceva ansimante mentre mi accarezzava le tette, mi spogliava, con un impeto che mi lasciava senza fiato.
"Quanto?", chiesi mentre, con aria dimessa, mi arrendevo ai suoi bollori giovanili.
"Una cifra folle, sconsiderata, indecente, zia...vero Matteo?"
"Confermo", disse il ragazzo che, fermo in un angolo, osservava in silenzio la scena con i telefonino in mano.
"Ragazzi, non ho tempo, cercate di capire. Ho un appuntamento importante, tra cinque minuti, per favore...", dissi nel tono più conciliante che potei.
Per tutta risposta mio nipote si siede sul divano rosso posto all'angolo dello studio, con il suo cazzo già dritto e duro, e mi tira a sé con forza.
"Cinque minuti, zia, solo cinque minuti, ti prego..."
Non c'era verso.
Mi arresi.
Cominciai a togliermi l'abito, mentre l'amico mi riprendeva.
"Non ti azzardare - gli dissi a brutto muso - Non voglio essere ripresa"
"E' per il padre zia: quello è disposto a fare follie per te"
"Va bene, ma non il viso, chiaro? Avanti, ho fretta, ho poco tempo", dissi mentre poggiavo il vestito sulla sedia.
Il ragazzo annuì, mentre mio nipote si era seduto sul divano e aveva preso a segarsi.
Ancora con la canottiera e gli slip neri indosso salii su di lui, spostai gli slip, allargai la mia fica e feci entrare il suo cazzo, mentre il suo amico riprendeva la scena col telefonino.
Presi a cavalcarlo, rapidamente, sempre più veloce, mentre lui mi accarezzava le tette, fino a quando, dopo un paio di minuti lo sentii fremere.
Allora mi lasciai andare e venni, godendo sommessamente.
Mentre ansimavo e continuavo a cavalcarlo, sentii il suo sperma invadermi la fica.
Il tempo di sentire gli ultimi fiotti di sborra che fuoriuscivano dal suo cazzo e scesi subito, mi inginocchiai davanti a lui e presi a leccargli per bene il cazzo, soprattutto per evitare che mi sporcasse il divano.
Lo leccai con piacere, accuratamente, mentre lui mi accarezzava i capelli e mi teneva premuta la testa sul suo cazzo che si stava alfine sgonfiando.
Gli diedi un ultimo bacio col risucchio e mi alzai per cercare di risistemarmi alla meno peggio.
"Ora fuori, e non fatevi più vedere", dissi loro in tono deciso invitandoli a uscire mentre mio nipote si rivestiva in tutta fretta.
Aprii la porta, li spinsi fisicamente fuori dallo studio e richiusi velocemente la porta.
Corsi subito in bagno a pulirmi per bene la fica.
Risistemai a dovere gli slip, mi rivestii di tutto punto, mi diedi una ravvivata ai capelli, mi guardai allo specchio, feci un lungo sospiro e tornai nel mio studio, pronta a ricominciare.
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scritto il
2025-12-19
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