Legati...una nell'altro....
di
VogliaAnonima
genere
etero
Stasera ho deciso che sarebbe toccato a lui ricevere un caldo massaggio.
Luca era sdraiato sul letto, a pancia in giù, le spalle larghe che si alzavano lente con ogni respiro. Gli ho versato un filo d’olio caldo tra le scapole e ho iniziato a massaggiare, piano, come se stessi accarezzando qualcosa di prezioso. Le mie mani scivolavano sulla sua schiena, scendevano lungo la spina dorsale, si fermavano appena sopra la curva dei suoi glutei e poi tornavano su. Lui sospirava, si abbandonava, e io sentivo il desiderio crescere dentro di me come una marea silenziosa.
A un certo punto gli ho chiesto di girarsi.
Lo ha fatto lentamente, con quel sorriso un po’ timido che mi fa impazzire. I suoi occhi erano già più scuri del solito, e quando le mie dita hanno ripreso a scorrere sul suo petto, sul ventre, poi più in basso, ho sentito il suo corpo reagire subito, caldo e teso sotto i miei palmi. Mi sono chinata a baciarlo sul collo, poi sul petto, lasciando che ogni bacio fosse una promessa. Lui ha chiuso gli occhi, ha lasciato cadere la testa sul cuscino, fidandosi completamente.
«Aspettami un secondo», gli ho sussurrato, mordicchiandogli piano il lobo dell’orecchio.
Sono andata al cassetto, ho preso la piccola sorpresa che avevo nascosto giorni fa: un elegante strap-on doppio, morbido e liscio, con una parte più piccola e arrotondata pensata per lui e una più piena per me. L’ho tenuto tra le dita per un attimo, godendomi il battito del mio cuore.
Tornata sul letto, mi sono seduta accanto a lui e gli ho fatto vedere cosa avevo in mano.
«Voglio provare una cosa nuova con te», gli ho detto piano, accarezzandogli la guancia. «Voglio entrare dentro di te mentre tu sei dentro di me. Voglio sentirti tremare mentre io ti prendo, e nello stesso momento sentirmi piena di te. Ti fidi di me?»
Luca ha deglutito, poi ha annuito. I suoi occhi brillavano di desiderio e di una dolce vulnerabilità che mi ha fatto sentire potentissima.
L’ho baciato a lungo, lentamente, mentre con le dita gli preparavo la strada: prima carezze leggere, poi cerchi lenti e caldi, olio che scivolava ovunque, fino a quando il suo respiro non è diventato un gemito continuo. Solo allora ho indossato l’accessorio, sistemandolo con cura. La parte interna mi ha riempita subito, facendomi sfuggire un sospiro profondo; quella esterna, piccola e perfetta, era pronta per lui.
Mi sono messa sopra di lui, a cavalcioni, le nostre fronti appoggiate, i nostri sguardi incatenati.
«Guardami», gli ho sussurrato.
Ho spinto piano, molto piano. Ho sentito la resistenza iniziale sciogliersi, il suo corpo aprirsi per me, accogliermi. Luca ha lasciato andare un lungo, profondo sospiro di piacere, le mani che stringevano i miei fianchi. Quando sono entrata del tutto, ci siamo fermati un istante, solo per sentire: io piena di lui dentro di me, lui pieno di me dentro di sé. Un cerchio perfetto.
Poi ho iniziato a muovermi.
Lentamente, in cerchio, avanti e indietro. Ogni spinta mi faceva tremare dentro, ogni contrazione di lui mi trasmetteva ondate di calore. Le sue mani salivano sulle mie cosce, poi sulla schiena, mi attiravano più vicino. Io acceleravo piano, seguendo il ritmo del suo respiro, del suo piacere che cresceva. Sentivo i suoi gemiti farsi più rochi, più liberi, e ogni suono era una carezza diretta al centro del mio desiderio.
«Cristina…», ha mormorato, la voce spezzata.
Gli ho preso il viso tra le mani e l’ho baciato mentre spingevo più forte, più profondo, fino a quando il confine tra chi dava e chi riceveva è svanito del tutto. Eravamo solo noi, un’unica onda che saliva, saliva, saliva.
Quando è venuto, l’ho sentito contrarsi intorno a me con un’intensità che mi ha travolta. Il mio piacere è esploso subito dopo, un fuoco liquido che mi ha fatto stringere i denti sulle sue labbra. Siamo rimasti così, tremanti, abbracciati, con l’accessorio ancora tra noi come un segreto caldo e bagnato.
Gli ho baciato la fronte, poi il naso, poi la bocca.
«Ti è piaciuta la sorpresa, amore mio?»
Lui ha riso piano, esausto e felice, e mi ha stretto più forte.
Non ha dovuto rispondere. Lo sentivo ancora pulsare dentro di me, e io dentro di lui.
E in quel momento ho capito che non c’era più niente da nascondere: solo da desiderare, ancora e ancora.
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