Prime esperienze di lavoro e oltre

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Dopo aver scoperto che i miei non mi avrebbero più pagato la retta dell'università, mi sono messa alla ricerca di un lavoretto che potessi conciliare con le lezioni e lo studio. Ma le ricerche sembravano vane fino a quando una chiamata improvvisa ha risvoltato tutta la mia vita. Oh non immaginavo neanche quanto l'avrebbe cambiata. Si trattava di un lavoro come Babysitter per una famiglia benestante del centro. Il giorno del colloquio mi presento nel migliore dei modi, le persone adulte mi adorano, sono una ragazza semplice, sempre dedita allo studio, poco svago, mai ribelle e fuori luogo. Non c'era neanche la paura potessi portare un ragazzo a casa loro, avevo avuto una sola relazione con pochissimo sesso e anche di scarsa qualità. Eppure varcata la soglia di quella porta, mi ritrovai davanti un uomo possente, robusto, spalle larghe, braccia venose, barba scura. Non posso negare che la mia figa abbia iniziato a pulsare nell'immediato, con l'aggiunta della sua voce roca e profonda che mi accolse. "Buonasera cara, guarda non ti faccio perdere neanche tempo, puoi iniziare lunedì", e mentre cercavo di non pensare a quanto la sua mano sarebbe stata bene nelle mie mutante, sorrisi nel modo più innocente possibile "la ringrazio, non la deluderò"
"Sai Carol, mia moglie è spesso fuori per lavoro, infatti ha lasciato a me mano libera per la gestione dei colloqui, e non ho davvero tempo da perdere. Mio figlio ha 1 anno, non richiede troppo impegno, e sono sicura che una dolce e angelica ragazza come te, non avrà problemi. Ho anche sentito tua zia, mi ha dato delle ottime referenze e mi fido, quindi a lunedì".
Rientrata a casa mi precipitai nella stanza, chiusi a chiave, ed inizia a toccarmi con violenza. La mia figa bagnata come non mai, quell'uomo mi aveva stregata. Prevedevo numerosi orgasmi per lui.
Il primo giorno di lavoro sapevo che mi avrebbe accolta la moglie che sarebbe poi partita. Così misi un body di pizzo che poco lasciava all'immaginazione, dei leggings molto, molto aderenti e sopra una felpa oversize. Come da accordo mi accolse la moglie, una donna piatta, magra, senza forme. Io che invece avevo tutte curve nel mio corpo, sarei stata molto più soddisfacente per lui. Frank. Dopo avermi mostrato tutte le cose del bimbo, Essi prese la valigia e andò via. Il bimbo aveva mangiato, era stato cambiato e quindi a me non restava molto da fare. Tolsi la felpa e mi toccai la fighetta già umida, non vedevo l'ora di rivederlo, per avere ancora più immagini di lui da usare per toccarmi. Non avrei mai osato avvicinarmi, cosa se ne sarebbe fatto di una principiante come me quell'uomo? Osservavo le sue foto, ex giocatore di rugby, ecco da dove quel fisico. Per essere un uomo sulla quarantina, manteneva ancora molto bene i suoi muscoli.
*rumore della chiave nella serratura*. Eccolo, finalmente.
"Ciao Carol, sono tornato un po' pri..." ma le parole gli finirono in bocca, mi ero alzata dal divano e i suoi occhi erano fissi sul mio corpo. Dio. "Salve Frank, spero la sua giornata sia andata bene, il bimbo dorme, sua moglie è già partita dicendomi quindi tolgo il disturbo ora che è rientrato". Mentre i suoi occhi continuavano a vagare su e giù sul mio seno, poi le mie labbra leggermente truccate, poi i miei fianchi e di nuovo su sul seno. Volevo dargli una visione a 360°, così gli diedi le spalle e mi chinai a prendere un fazzoletto immaginario a terra. "Oh dio" lo sentì" mormorare con una certa fatica. "Tutto bene signor Frank?" con la voce più angelica del mondo. "Ti prego chiamami Frank e dammi pure del tu". "Ma non mi permetterei mai, infondo lei è il Daddy del bimbo che guardo", a quelle parole, il mio sguardo cadde sul suo cavallo dei pantaloni. Teso. Sul punto di esplodere. "Guarda Karol, se vuoi visto che fuori sta davvero diluviando, potresti fermarti a dormire qui, c'è la stanza degli ospiti". Non esitai ad accettare. Mi prestò una sua maglia come pigiama, che ovviamente indossai senza alcun intimo. Lascia i miei vestiti in bagno e mi affrettai a preparagli la cena. Lo trovai in cucina, teso, rosso in volto, una tuta grigia che fasciava benissimo la sua massiccia erezione. Mentre sistemavo, mi piegai, sollevai, feci di tutto affinchè guardasse il mio corpo. Dopo cena andò subito a dormire lasciandomi piena di immagini che avrei usato durante la notte per masturbarmi. Dopo aver controllato il bimbo mi diressi verso la camera degli ospiti, am nel passare difronte al bagno, mi si piazzò davanti un'immagine idilliaca: Frank con il cazzo in mano mentre annusava il mio intimo. Un cazzo mostruoso. Duro. Venoso. Un'asta.
Volevo essere sua. La sua troia. Avrei voluto avere il coraggio di entrare e prenderlo in bocca fino a farmi schizzare in gola. Ma corsi in camera e attaccata alla porta inizia a masturbarmi con così tanto foga, che non mi preoccupai neanche di trattenere i miei gemiti. Frank uscì dal bagno e si fermò davanti alla mia porta. Lo sentivo. Così inizia ad ansimare il suo nome. Doveva sapere. Bussò alla porta "Carol tutto bene?", aprì la porta e mi portai le dita impregnata dei miei umori alla bocca, le succhiai avidamente di fronte a lui che non distolse lo sguardo neanche per un secondo mentre la sua mano passava sul suo cazzo ancora duro. "Tutto bene Frank, grazie, posso esserti d'aiuto in qualche modo?" e nel chiederglielo lascia scivolare il mio sguardo lungo l'asta tra le sue gambe. Visibilmente in imbarazzo farfugliò un no e chiuse la porta andando via. Neanche il tempo di chiuderla che tornai tra le mie gambe ansimando. Doveva sapere.
Questo lavoro iniziava a piacermi particolarmente, chissà cosa mi avrebbe portato la colazione del mattino seguente, Frank era a casa essendo domenica... ed io avevo messo nello zaino un vestito molto corto e molto trasparente, solo per lui.
scritto il
2025-12-02
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