capitolo 4 di Vita e opinioni di un proprietario di schiave

di
genere
sadomaso

4 il divieto deve valere per tutti
Faccio un po' di spesa online e compilo una lista di quello che devo comprare in città. Ho una mappa dei negozi e un percorso ottimizzato per ridurre i tragitti. Le ragazze sono in cucina. Vado da loro a chiedere se soffrono di allergie alimentari e se hanno delle preferenze, cibo per schiavi a parte. Non offrono suggerimenti. Non vogliono che io spenda soldi in vestiti, nemmeno volevano le t-shirt. Sono abituate a stare nude e a passare il tempo legate.
Rinuncio in partenza a discutere con loro. Non temono la frusta, ma soffrono il solletico.
Ho un po' di tempo prima che sia necessario cambiare la flebo di Clio. Forse riesco a riprendere il discorso sulla mia ipocrisia. «Irina, quello che mi hai detto stamani a letto mi ferisce.» Entrambe si irrigidiscono. Abbassano gli occhi. «Io progetto da tempo di aprire una scuderia tutta mia. E ho sempre ritenuto di non voler costringere le ragazze ad avere rapporti sessuali se non lo desiderano. Non è questione di ipocrisia, solo che non le voglio per scopare, ma perché corrano. E intendo comportarmi con voi allo stesso modo, anche se non siete più delle corsiere. Chiaro?» Irina mi guarda con aria di sfida. Penso che non avrebbe mai osato rivolgere un'occhiata simile ai suoi padroni precedenti, e nemmeno ai loro ospiti. «Davvero, Padrone? Niente fiki-fiki? Niente zic-zac? Niente…»
«Ho detto di non voler costringere le schiave ad avere rapporti sessuali se non lo desiderano. Non ho detto di non voler scopare, fric-frac, zuc-zuc o quant'altro, con voi, se lo desiderate veramente, e se non vi sentite in obbligo di farlo. Non dico che dovete comportarvi da innamorate. So che ne avete passate di brutte. Lo vedo dai segni che portate sulla schiena, sulle natiche, sulle cosce, sui seni. Vedo come Tom e gli altri trattano le ragazze, non sono cieco. E so che la maggior parte delle scuderie le tratta ancora peggio, molto peggio. Ma io, forse sono uno stupido, non intendo comportarmi così. Mio nonno era un apprezzato coach e trainer, ai suoi tempi. Mi ha detto spesso che si ottiene più con la carota che con il bastone. E che con l'aceto non si acchiappano mosche.»
Le due si guardano. Sensazione di pericolo. Un brivido mi corre giù per la schiena. Tremo. Io qui sono in netta minoranza. Se si alleano contro di me, non basterà una frusta per mantenere il controllo. Dovrò chiedere a Tom dove ha comprato la sua sferza, sembra abbastanza efficace. Ma sarà sufficiente?
Irina si schiarisce la voce «Allora, se ti dico che voglio davvero, posso scoparti?»
«Beh, conforme alla situazione. Non devi comportarti da fidanzata, ma nemmeno…»
«Padrone, in questi anni non ho mai voluto davvero scopare quelli con cui ho dovuto farlo. Stamattina, avevo voglia di te. Sinceramente. Per la prima volta. E tu mi hai rifiutata.»
Adele mi lancia uno sguardo corrucciato. Rifiutare una ragazza sembra un crimine imperdonabile, e probabilmente lo è, per queste schiave che non possiedono nulla e non possono donare nulla se non un po' di felicità con il proprio corpo.
Non so che dire. Scusarmi? Non mi sembra il caso. Irina rompe gli indugi «Padrone, vieni qui, davanti a me.»
Devo infilarmi fra lei e il tavolo? Spazio esiguo. E se fosse una trappola? Ma che trappola? «Forza, padrone, mica avrai paura di me, vero?» Una sfida! Una sfida in piena regola! Esito, poi faccio come chiede. Lei ha scostato una gamba per farmi passare, ma ora inserisce entrambe fra le mie. Sussurra «Io voglio. Tu vuoi?» Vorrei discutere sul volere cosa, perché in questa posizione certo non potremo scopare, nemmeno se fossimo una coppia di acrobati circensi. Ma mi limito ad annuire, scoprirò presto cosa vuole.
Beh, lo capisco subito. Destramente, mi abbassa i pantaloni della tuta che indosso a casa. Slaccia il cordino e me li cala alle ginocchia, se non fosse per le sue gambe fra le mie finirebbero a terra. Mi scosta le mutande e mi libera il cazzo, come stamattina. Solo che ora il mio migliore amico non è esattamente sull'attenti, anzi è decisamente a riposo. Non ha capito che la faccenda virava verso il sesso, o forse è ancora sotto shock. Comunque sia, sta facendo una figuraccia, anzi, stiamo facendo una figuraccia, perché lei mi guarda da sotto in su e mi chiede ironicamente «Padrone, non è che sei andato a farti una sega dopo avermi rifiutata, stamattina?» Io veramente avevo l'intenzione, ma il mio amico si era quietato, così… «No, certo che no!» Forse nego troppo recisamente, lei non sembra credermi. Comunque, con una mano mi accarezza il ventre sotto la t-shirt mentre con l'altra mi massaggia i testicoli. Adele si è avvicinata con la sua sedia a rotelle, si sporge e mi esamina «Padrone, ma hai davvero voglia?»
«Certo!» Ed è la sacrosanta verità!
«Forse preferisci me, padrone? Sono brava anch'io, sai? I garzoni hanno spesso detto che ero una delle migliori in assoluto, alle scuderie.» Il pensiero di partecipare in qualche obliqua maniera alle competizioni di pompini indette dai garzoni mi sgonfia ancora di più. Fortunatamente, Irina interviene «E tu non distrarlo. Dubito che i garzoni delle scuderie possano eccitarlo.» Sante parole!
Il mio amico finalmente si è reso conto della situazione e si sta svegliando. Lei si scosta un po' per permettere alla compagna di osservare. Io non afferro il senso, ma lascio fare. Ragazze!
Ora sta esplorando con la lingua il meato urinario, per rilevare eventuali tracce di sperma. Non ne troverà. Rassicurata, prende in bocca l'intero pene fino alla radice e comincia a succhiare. Con la lingua mi solletica il glande e il prepuzio. Non c'è che dire, la ragazza ha tecnica. Mi sono appoggiato per bene al tavolo (mi toccherà dargli un'altra ripulita!) e mi godo la bocca della mia schiava. Sento che il cazzo si sta indurendo, ciò nonostante la bocca continua ad accoglierlo fino in fondo. La mano che gioca con i testicoli si fa ancora più audace, me li comprime e li stringe leggermente, aumentando gli stimoli. Probabilmente ritiene che le dimensioni del mio cazzo siano soddisfacenti, e comincia ad andare avanti e indietro con la testa, sempre succhiando con le labbra serrate. Sembra instancabile. Ora fa fatica a prendere tutto il cazzo in bocca, e cambia ritmo.
Si ritrae finché solo il glande rimane fra le labbra, quindi si porta di scatto in avanti, finché le sue labbra non si stringono attorno alla radice del pene. Rimane così per una manciata di secondi, poi si ritrae lentamente, succhiando e leccando. Quindi ricomincia. A me sembra di sentire la glottide che mi massaggia il glande, e contemporaneamente le labbra stimolano il cazzo alla radice. Fantastico.
Lei ha chiuso gli occhi per concentrarsi meglio. Adele osserva le sue labbra, sembra che voglia darle un voto. La ignoro e chiudo anch'io gli occhi. Mi godo la mia schiava come non pensavo di fare quando l'ho comprata. Avanti e indietro, avanti e indietro. La ragazza ha trovato il suo ritmo e a me va bene così. Trovo la situazione eccitante: le ragazze sono belle e seminude, i capezzoli di Adele sono dritti come piccole maniglie, anche lei evidentemente è partecipe anche se non interviene. Avanti e indietro, avanti e indietro. Sento il glande sbattere contro il retrobocca di Irina e infilarsi nella sua gola. Non so se trattenermi per godermi la schiava più a lungo oppure accelerare ed eiaculare subito. Scelgo di trattenermi, mi rilasso e cerco di penetrare nella gola più a fondo spingendo col bacino quando lei si butta in avanti. Godimento totale!
Ma ho fatto male i conti. Il mio amico non ci sta ad aspettare. Sono costretto a prendere la testa della ragazza fra le mani, per imporle il mio ritmo. Lei docilmente si lascia condurre dalle mie mani, dalla mia lussuria, dal mio cazzo, e permette al glande di infilarsi ancora più in profondità e per più tempo. Aumento il ritmo, trascinato da un impulso che non riesco a controllare. Le sue mani mi cingono i fianchi per sorreggersi mentre la trascino nel vortice del mio piacere. Ora mi infilo a forza dentro di lei, per impalarla il più possibile, poi mi ritraggo subito lentamente per darle respiro, quindi spingo di nuovo con forza e ricomincio. Mi dispiace per lei, non è quello che intendevo, ma non posso farne a meno. Lei mi lascia fare: se si opponesse, mi ritrarrei subito. O almeno credo…
La sto letteralmente scopando in bocca e in gola.
Improvvisamente, sento delle contrazioni dei muscoli perineali. Nooo! Così presto? Ma non c'è niente da fare. Penetro ancora un paio di volte in lei seguendo il ritmo delle contrazioni, e finalmente sento un fiotto percorrere violento l'uretra. Mi irrigidisco come un palo e stringo forte la testa di Irina, poi, mentre lo sperma le schizza in gola e in bocca, la lascio andare. Lei inghiotte tutto e ricomincia a succhiare mentre le ultime contrazioni le spingono sulla lingua ogni residuo rimasto. Io mi sento svuotato e molle, ma lei mi trattiene e continua a suggere le ultime gocce rimaste nell'uretra. Non mi lascia andare finché non sente il mio cazzo perdere tensione.
«Se continui, me lo farai drizzare di nuovo!» le dico, e mi sembra di provare una strana e nuova dolcezza per lei.
«Meglio! Meglio! Così potrò farti un pompino anch'io!» Adele ha il viso congestionato dopo aver visto l'esibizione della compagna. È decisamente eccitata. Allontano dolcemente le labbra da me e la bacio sulla fronte, sul naso e sul dorso delle mani. «Grazie. È stato bello. Mi è piaciuto molto, come hai sentito …e scusa se mi sono fatto prendere la mano e ti ho forzata. Non sono riuscito a resistere, la tua bocca era così dolce e umida e invitante e…»
«Non si comportano sempre così i maschi? Non preoccuparti, tu puoi avermi come e quando vuoi. Non farti scrupoli, basta che tu me lo chieda.»
«Ecco, appunto, a questo proposito…»
«E se non ne avrò voglia, ti dirò di no. Non erano queste, le condizioni?»
«Giusto, giusto!» interviene Adele, «e se tu non vorrai, ci sono sempre io.» Si rivolge a me «Dico, non vorrai mica scoparti sempre solo Irina, vero? Perché se non ci dai ad altri uomini, per noi rimani solo tu, giusto?»
«Beh, a questo proposito…»
«Ma certo!» esclama Irina «Certo che dobbiamo dividercelo! Mi sembra giusto! E dobbiamo porre anche noi delle condizioni, s'intende.»
Ecco, lo sapevo. Sono in minoranza. Che faccio? Una frusta! Il mio regno per una frusta!
Irina prosegue «Innanzitutto, non può soddisfarci se si fa delle seghe o se scopa altrove. Hai una fidanzata?» Scuoto la testa «Non al momento, ma…» «Meglio così! Meglio così! Ci penseremo noi, a te! Non te ne pentirai. E potrai chiederci quello che vuoi, anche quello che non abbiamo mai fatto o che ci vergogniamo di fare. Quindi il primo punto è: il padrone non deve mai farsi seghe, soprattutto se una di noi è disponibile.»
Adele ci pensa un po' su «E noi, possiamo masturbarci?» «Perché no?» ribatte l'altra.
«E no!» intervengo «Non vale! Il divieto deve valere per tutti! Se voi vi sfrondate di ditalini, poi non sarete più disponibili! E non voglio che passiate il tempo in casa con le mani fra le gambe o leccandovi la paperella a vicenda!»
«La paperella?»
«La vulva. La figa.»
«Ma tu sei solo uno mentre noi siamo in tre!» riprende Irina dopo l'interruzione «Dobbiamo riequilibrare! E a volte noi donne ci masturbiamo prima di scopare proprio per farlo meglio, oppure per eccitare il maschio un po' spompato.»
«Tre?» chiede Adele.
«Certo, tre. Vuoi lasciare fuori Clio? A meno che non sia lesbica o frigida, dobbiamo pensare pure a lei. E a quelle che il padrone comprerà. Sbaglio, o si è parlato di una scuderia? In tre non facciamo una scuderia, oltretutto siamo malconce.»
«E va bene,» ragiona Adele, «Allora diciamo che possiamo masturbarci o leccarci la paperella solo quando il padrone ci lascia sole per troppo tempo oppure quando siamo tutti insieme appassionatamente.»
Come, come? Penso di aver capito male, ma sembrano convinte. Che dovremmo fare, ogni notte un'orgia tutti quanti insieme? Mi sembra irrealistico. E comunque, non tutti nel mio lettuccio, per favore. Servirà una camera da letto di enormi dimensioni, e un letto super-extra-maxi-king-size. Eppoi, da quando in qua sono le schiave a decidere la sessualità del padrone? Ho dato loro un dito, e loro si stanno prendendo ben più del braccio. O Nietzsche, tu che osasti scrivere «Vai dalle donne? Non dimenticare la frusta!», ispirami in questo periglioso frangente!
Beh, lo so che Nietzsche ce l'aveva con gli uomini ancor più che con le donne (a meno che non fossero superuomini, s'intende), ma la citazione è appropriata alla mia situazione.
Le lascio fantasticare sulla nostra futura vita sessuale. Dopo solo un pompino, stanno già organizzando una vita matrimoniale in tre. Anzi, in quattro. Anzi, in chissà quanti. Bah!
Mi occupo di Clio. Controllo che la web camera la inquadri correttamente. Potrò tenerla d'occhio via smartphone. Mi fido più della telecamera che delle due sgnàcchere.
Ho altre webcam posizionate all'esterno e all'interno. Dallo smartphone, vedo bene le due in cucina. Si stanno scaldando ma non ho l'audio. Beh, sono proprio belline. Ho fatto un affare, anche se gestirne tre sarà un casino.
Raggiungo le fanciulle.
«Dovete fare pipì, pupù, o altro per cui avete bisogno di una mano? Devo rendere il furgone e fare un po' spesa.» Mi guardano come fossi un eretico davanti alla Sorbona. Perché, le ragazze non fanno pipì e pupù?
«Grazie, gradirei essere accompagnata alla toilette.» mi dice secca Adele. Ma come, fino a ieri si rotolava nella cacca e leccava gli stivali sporchi di merda! E di chissà cos'altro! Ho ben visto come Tom, Stu e gli altri le trattano! E poco fa ha pianto su una brioche! E ora fa la sostenuta. Preferisco non esprimermi. La porto in bagno, la sposto di qua e di là e le lavo il culo. La riporto in cucina pulita e profumata.
«Sto per uscire. Un paio d'ore, almeno. Combinerete qualche casino?» Le due scuotono la testa «Non dovete cercare di uscire. Non comunicate con nessuno, non andate alla finestra, non usate telefoni o smartphone o tablet o PC. Se vi annoiate, in sala ci sono dei libri. Non ho la TV ma sulla credenza c'è una radiolina. Se avete fame, mangiate noci o un gelato. Non fate casini, non fate casini, non fate casini! Non rispondete alla porta se suonano il campanello, non andate alla finestra… questo credo di averlo già detto. Avete capito?» Fanno entrambe cenno di sì. Le guardo. «Come avete detto?» Finalmente capiscono che il vento è cambiato. Sono serio. «Sì padrone, abbiamo capito.» «Bene allora ripetete le mie raccomandazioni.» Ovviamente non sono state attente. Le ripeto, e stavolta mi ascoltano.
Mi sembra che abbiano bisogno di un gesto simbolico di sottomissione. So che Tom si fa leccare gli stivali sporchi ogni mattina da ognuna delle sue ragazze. Altri vogliono essere salutati in ginocchio e con una succhiata del cazzo. Beh, il pompino mattutino mi ispira, ma non voglio costringerle ad atti sessuali.
Sono privo di ispirazione, quindi mi limito a mettermi davanti ad Irina. «Sarai obbediente?» Lei annuisce. Le dò uno schiaffo, non forte. Lei spalanca gli occhi ma non dice nulla. «Ora baciami la mano con cui ti ho colpita.» Le porgo il dorso della mano e lei lo bacia. Mi metto davanti ad Adele. «Sarai obbediente?» «Sì padrone, sarò obbediente.» risponde, e solleva il viso per porgermi la guancia. Dò uno schiaffo anche a lei. «Ora baciami la mano.» Lei lo fa, con trasporto. Credo che questo rito non le dispiaccia.
«Esco. Devo ricordarvi cosa succede alle ragazze cattive? Quelle che scappano, o chiamano la famiglia, o la polizia?»
«No, padrone, non c'è bisogno.»
Credo anch'io che non ci sia bisogno. Le ragazze che sono schiave da anni hanno sicuramente assistito alla punizione di qualche fuggitiva o casinista. Le punizioni sono atroci e fantasiose, e vi assistono quante più schiave possibile, per scopi educativi. Le esecuzioni vengono anche riprese, e in ogni tenuta le schiave sono costrette a vedere e rivedere le registrazioni. Sanno cosa le aspetta. In tanti anni di attività, neanche una volta la fuga o la ribellione di una schiava (o di uno schiavo, ci sono anche maschi) ha creato problemi alla congrega dei padroni. Hanno in mano le leve del potere politico ed economico. La polizia e le istituzioni sono al loro servizio.
Io, comunque, non faccio parte del gruppo dei ricconi con guardie e cani ed elicotteri. Perciò le finestre di casa e le porte sono bloccate, il campanello sul viale di ingresso mi chiama sullo smartphone, e non ho lasciato in casa nessun dispositivo con cui chiamare l'esterno.
scritto il
2025-11-27
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