La collega prima parte

di
genere
tradimenti

La prima volta che tradii mia moglie con la collega del mio ufficio fu una sera d'estate calda e appiccicosa.
Io ero rimasto in città da solo, mia moglie in vacanza con la madre e mia cognata.
L'ansia e allo stesso tempo l'eccitazione di quello che poteva accadere da lì a poco mi sovrastavano.
Poi il citofono suonò, era lei.
Accostai la porta e attesi sul divano nella penombra col cuore che batteva all'impazzata. Erano giorni che tra battute e prove di programmazioni fantasticavamo su cosa poteva accadere.
Ed eccoci là solo pochi istanti ci dividevano.
Sentii la porta aprirsi e chiudersi delicatamente, era dentro.
Ci salutammo quasi timidamente.
Mi chiese dov'era il bagno e glielo indicai con un gesto della mano.
Mi disse che doveva fare pipì e solo l'idea di immaginarla nel bagno con le mutandine abbassate mi fece sobbalzare.
Sentivo il rumore del getto caldo infrangersi nell'acqua del water nel silenzio di una notte calda d'estate.
Mi alzai la porta era aperta ed entrai senza chiedere il permesso.
Le mutandine alle ginocchia la vista della fica completamente depilata mi fece perdere il controllo.
Senza nemmeno una parola misi il mio viso dentro quel culo a portata di mano.
Nudo bianco indifeso dovevo solo metterci il viso come avevo mille volte fantastico e lo feci.
Non face un fiato si chinò leggermente per farsi mangiare.
Sentivo quella fica ancora gocciolare, non le avevo dato modo di asciugarsi.
Passavo dalla fica al culo senza ritegno.
Ero un cane famelico senza controllo.
E lei di risposta iniziò ad inzupparsi e ad ansimare.
Il selenzio venne rotto da un suo mantra...scopami! Scopami! Scopami!
Tutte le mie fantasie vennero disattese, con la faccia nel suo culo nel mio bagno, nemmeno una parola ma forse era meglio così.
Le poggiai il cazzo duro sulla fica fradicia e in un oplá venne risucchiato.
lo specchio del bagno rifletteva il mio primo tradimento.
Eravamo due cani in calore.
A portata di mano avevo la cesta dei panni sporchi e mi venne un'idea.
Presi delle mutande sporche di mia moglie e le ficcai in bocca alla mia collega.
Non fece un fiato.
La sbattevo ferocemente con quelle mutandine in bocca, sentivo quel culo bianco reggere l'urto ad ogni colpo.
Poi perentorio le dissi, puliscile!!
Non si fece pregare le tolse dalla bocca e le aprì per cercare il lembo di tessuto a contatto con la fica su mia moglie.
Le leccava, le ciucciava per non perdere nemmeno un po' di sapore.
Ressi poco a quella vista e non so quanto schizzi imbiancarono ancor di più quel culo dal colore lunare.
Prese le mutandine di mia moglie e si asciugò il culo dallo sperma che la imbrattava e strizzandomi l'occhio le ributtò nella cesta portandosi l'indice sul naso.


di
scritto il
2025-11-25
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