Il botto di capodanno
di
Arnaldo
genere
feticismo
Premetto che sono un grande feticista dei collant e la fortuna ha voluto che avessi una sorella più grande di me di 4 anni e che ha sempre indossato i collant.
All’età di 18 anni, quando lei aveva 22 anni, mi chiese cosa volessi per il mio compleanno e io le confessai della mia passione e le chiesi, senza grandi imbarazzi perché abbiamo sempre avuto un rapporto di grande confidenza, di farmi toccare un po’ le sue gambe con indosso i collant; lei, che è sempre stata una persona aperta di mente, ha acconsentito e mi dissi che l’indomani nel primo pomeriggio mi avrebbe accontentato.
Passai la notte insonne per l’eccitazione e verso le 10 di mattina del giorno del mio compleanno, entrò in camera mia con indosso dei collant a rete beige, si sedette sul letto, io mi sedetti di fianco a lei e mi pose le sue gambe all’altezza delle mie cosce: io ero incredulo, iniziai ad accarezzare le gambe ed ebbi una erezione spaventosa, ma ovviamente non osai fare altro se non accarezzare.
Passata quella giornata, poiché ho sempre aiutato mia sorella nel fare per lei varie commissioni, sancimmo l’accordo che per ogni volta che le fornivo un aiuto concreto lei mi avrebbe fatto toccare le gambe in collant per qualche minuto: la cosa accadeva almeno una volta al mese per pochi minuti con l’accordo tacito che non avrei dovuto toccare nulla oltre alle gambe o ai piedi e che non avrei dovuto provare nemmeno per scherzare a toccarmi il pene con i suoi piedi o le sue gambe, cose che ovviamente accettavo per rispetto ma che rimaneva il mio sogno.
Una notte di capodanno di tanti anni fa, era il 2008 feci una grossa sciocchezza: mia sorella era rientrata da una serata in discoteca piuttosto ubriaca e si sedette sul letto quasi incosciente, io vista la situazione la aiutai a togliersi la pelliccia corta che indossava e le scarpe con i tacchi e le dissi posso toccarti un po’ le gambe? Lei disse più o meno si ed io iniziai a toccare come sempre, però visto che indossava delle autoreggenti di una nota marca di lingerie con dei disegni geometrici ed era in apparenza incosciente, decisi di abbassarmi i pantaloni del pigiama e lo tirai fuori, iniziando a segarmi con i suoi piedi, con lei stesa sul letto, feci due minuti di su e giù forsennati manovrandole i piedi, stavo per venire, ma purtroppo mentre ero in trance per il godimento, a un tratto mi accorsi di uno strattone forte sul coso da parte sua invece del piacevole su e giù (aveva capito cosa stavo facendo) e in meno di un secondo con la cappella di fuori e di fuoco, mi iniziò a stringere tra i piedi il coso con una forza mostruosa, provai a staccare i piedi dal mio coso e la iniziai a implorare, ma per una quindicina di secondi mi sembrò di aver messo il coso in una pressatrice. Appena le staccai i piedi lei mi disse che era uno pervertito e io andai un po’ in bagno a mettere acqua gelata e ghiaccio sul coso, passando la notte insonne per il dolore (avevo la cappella graffiata e l’asta indolenzita) e la paura per la tragedia sfiorata.
La mattina dopo, mentre stavo nel letto, mia sorella entrò in camera mia all’improvviso e mi tolse le coperte, io temendo il peggio mi misi le mani sul coso e le palle, lei mi tranquiilizzò dicendo dolcemente, sono venuta per sapere se era tutto a posto dopo ieri notte, ho sttetto forte ma non volevo, ad ogni modo ti volevo ricordare che se contravvieni nuovamente all’accordo che abbiamo fatto, non esiterei a fratturartelo e per scherzo chiuse la discussione dandomi uno schiaffetto tra le gambe
All’età di 18 anni, quando lei aveva 22 anni, mi chiese cosa volessi per il mio compleanno e io le confessai della mia passione e le chiesi, senza grandi imbarazzi perché abbiamo sempre avuto un rapporto di grande confidenza, di farmi toccare un po’ le sue gambe con indosso i collant; lei, che è sempre stata una persona aperta di mente, ha acconsentito e mi dissi che l’indomani nel primo pomeriggio mi avrebbe accontentato.
Passai la notte insonne per l’eccitazione e verso le 10 di mattina del giorno del mio compleanno, entrò in camera mia con indosso dei collant a rete beige, si sedette sul letto, io mi sedetti di fianco a lei e mi pose le sue gambe all’altezza delle mie cosce: io ero incredulo, iniziai ad accarezzare le gambe ed ebbi una erezione spaventosa, ma ovviamente non osai fare altro se non accarezzare.
Passata quella giornata, poiché ho sempre aiutato mia sorella nel fare per lei varie commissioni, sancimmo l’accordo che per ogni volta che le fornivo un aiuto concreto lei mi avrebbe fatto toccare le gambe in collant per qualche minuto: la cosa accadeva almeno una volta al mese per pochi minuti con l’accordo tacito che non avrei dovuto toccare nulla oltre alle gambe o ai piedi e che non avrei dovuto provare nemmeno per scherzare a toccarmi il pene con i suoi piedi o le sue gambe, cose che ovviamente accettavo per rispetto ma che rimaneva il mio sogno.
Una notte di capodanno di tanti anni fa, era il 2008 feci una grossa sciocchezza: mia sorella era rientrata da una serata in discoteca piuttosto ubriaca e si sedette sul letto quasi incosciente, io vista la situazione la aiutai a togliersi la pelliccia corta che indossava e le scarpe con i tacchi e le dissi posso toccarti un po’ le gambe? Lei disse più o meno si ed io iniziai a toccare come sempre, però visto che indossava delle autoreggenti di una nota marca di lingerie con dei disegni geometrici ed era in apparenza incosciente, decisi di abbassarmi i pantaloni del pigiama e lo tirai fuori, iniziando a segarmi con i suoi piedi, con lei stesa sul letto, feci due minuti di su e giù forsennati manovrandole i piedi, stavo per venire, ma purtroppo mentre ero in trance per il godimento, a un tratto mi accorsi di uno strattone forte sul coso da parte sua invece del piacevole su e giù (aveva capito cosa stavo facendo) e in meno di un secondo con la cappella di fuori e di fuoco, mi iniziò a stringere tra i piedi il coso con una forza mostruosa, provai a staccare i piedi dal mio coso e la iniziai a implorare, ma per una quindicina di secondi mi sembrò di aver messo il coso in una pressatrice. Appena le staccai i piedi lei mi disse che era uno pervertito e io andai un po’ in bagno a mettere acqua gelata e ghiaccio sul coso, passando la notte insonne per il dolore (avevo la cappella graffiata e l’asta indolenzita) e la paura per la tragedia sfiorata.
La mattina dopo, mentre stavo nel letto, mia sorella entrò in camera mia all’improvviso e mi tolse le coperte, io temendo il peggio mi misi le mani sul coso e le palle, lei mi tranquiilizzò dicendo dolcemente, sono venuta per sapere se era tutto a posto dopo ieri notte, ho sttetto forte ma non volevo, ad ogni modo ti volevo ricordare che se contravvieni nuovamente all’accordo che abbiamo fatto, non esiterei a fratturartelo e per scherzo chiuse la discussione dandomi uno schiaffetto tra le gambe
5
voti
voti
valutazione
5.6
5.6
Commenti dei lettori al racconto erotico