PET - Siamo ancora Capo e Micia

di
genere
dominazione

"vieni qui Micia", è lui che mi chiama nel suo ufficio. Avviso i colleghi che non sarò in postazione per un po' e vado da lui. Oggi mi sento particolarmente sensuale: ho un tubino aderente a collo alto che arriva fino a metà polpaccio e che non lascia niente all'immaginazione, sotto un collant leggerissimo e ai piedi un paio di anfibi. Molto semplice. Quando entro nel suo ufficio mi sistemo l'abito che è leggermente salito e mi accomodo sulla poltroncina di fronte a lui, tra noi la sua scrivania che ci divide "no, vieni da questo lato" mi dice lui, il tono è il solito assertivo. Mi alzo ed eseguo l'ordine. Mi dice di leggere dal suo computer, mi fa' spazio davanti a sé per potermi piegare a 90 gradi tra lui e il computer. Abbozzo un sorrisino malizioso e mi piego come vuole lui. Inizio a leggere, è un racconto erotico molto dettagliato, ho una specie di déja vu perché quello che sto leggendo è successo qualche settimana prima nella sua casetta. Mentre leggo sento le sue mani sulle mie gambe, salgono lentamente dal polpaccio, e mentre le sua mani salgono sale anche il mio vestito. Allargo leggermente le gambe "vediamo se ti sta facendo effetto quello che leggi" mi dice lui mentre arriva fino in cima, in mezzo alle mie gambe, sono umida in effetti. Si alza e tira su il vestito fino a scoprirmi il culo. Mi tira una sculacciata ed io mi muovo, mi afferra i fianchi e sento che si posiziona in piedi dietro di me, appoggiandosi. Sono in questa stanza da meno di 5 minuti e siamo ad un passo da scopare. Finisco di leggere e mi tiro su in piedi, lui rimane dietro di me. Il mio vestito è ormai diventato una maglia, io sento le mutandine tutte bagnate. A separarci ci sono pochi millimetri di tessuto. Mi tiene ancora dai fianchi e mi fa' sentire la sua eccitazione. Inarco la schiena per appoggiare la mia testa sul suo petto e rimango con il culo ben saldo contro di lui "cosa vuoi fare" gli chiedo sottovoce, lui mi risponde all'orecchio che vuole torturarmi e farmi aspettare fino alla fine della giornata lavorativa. Ora mi spinge contro la scrivania, facendomi quasi perdere l'equilibrio in avanti e si muove dietro di me. Gli dico "io non so se riesco a resistere fino a dopo, e tu?" "Devi o verrai punita" mi dice e si allontana "Rivestiti e vai di là" mi dice mentre si tocca il cazzo da sopra i pantaloni. Io passo davanti a lui ed esco dal suo ufficio.
Ora lavorare è molto difficile, non solo per la situazione in sé, ma anche per le cose che ho letto: c'era una descrizione accurata e minuziosa di uno dei nostri incontri. In quella occasione gli avevo fatto un pompino lento, ricordo che dopo avevo la faccia indolenzita perché per oltre 30 minuti mi ero dedicata al suo cazzo fino a farlo sborrare nella mia bocca. Il tutto era completamente sotto il suo controllo, mi pilotava in tutto: come dovevo usare la lingua, l'intensità del risucchio, il modo in cui dovevo guardarlo. E ora sono qua a pensarci e a mordermi le labbra.
Lui poco dopo mi sfreccia davanti, mi saluta con in cenno ed esce dall'ufficio. Io ho ancora due ore prima di poter staccare e andare in casetta.
Appena finito mi catapulto fuori, ho passato questo pomeriggio tutta eccitata, e non sono riuscita a finire niente in ufficio. Vabbè poco male ora non ci voglio pensare, sto andando in casetta alla velocità della luce, salgo le scale dello stabile con rapidità, arrivo in casetta e trovo tutto acceso, chiamo lui "Capo... Capo" nessuna risposta. Mi spoglio rapidamente, butto tutto male sul mobiletto e mi avvio nella casa piccola, è evidente che lui non ci sia, ma io lo cerco perché è tutto il pomeriggio che lo voglio. Guardo il telefono, nessun messaggio. Eppure io avevo capito che ci saremmo visti... Mi metto sul letto supina, allargo e piego leggermente le gambe e inizio ad accarezzarmi. Sono tutta bagnata, se mi toccassi davvero credo che verrei in pochi secondi. Ma cerco di resistere anche se la mia mente è ossessionata dal pompino di cui ho letto prima, continuo a riviverlo nella mia testa. Ci sono alcune cose che lui non aveva menzionato nel suo racconto, tra cui il fatto che mi aveva concesso di potermi masturbare mentre lo facevo, sempre guidata dalla sua voce, e che avevo avuto un orgasmo profondo e lui mi aveva spinto ancora di più il cazzo in bocca, quasi in gola mentre godevo.
Mentre penso a questo sento la porta, è lui! Mi siedo rimanendo sul letto, le gambe rimangono aperte. "Ah bene Micia sei pronta... Rimani lì" mi dice lui, io lo saluto con un cenno della mano (con le dita umide) e un sorriso. Si avvicina a me e sale sul letto, mi afferra le caviglie e mi tira a sé. Io mi ritrovo di nuovo sdraiata sul letto ma qualche centimetro più giù rispetto a dove ero poco fa. Lui è semi sdraiato sopra di me, ci guardiamo fissi negli occhi e lui mi penetra lentamente. Io mi sento morire: mi manca il fiato e mi godo ogni centimetro del suo cazzo, continuiamo a guardarci intensamente e inizia a scoparmi bene. Ogni volta che affonda io riesco quasi a sentire ogni venatura del suo cazzo, quando è tutto dentro mi sembra di impazzire. E ogni volta che si tira indietro non vedo l'ora che riaffondi tutto dentro di me. Sembra una danza, è lui che si muove a suo piacimento ed io posso solo goderne, lui mi dice a bassa voce di toccarmi. È tutto perfetto, è tutto naturale e semplice. Io con una mano inizio a stimolare il clitoride, il dorso della mano tocca la sua pancia. Lui si mette in ginocchio davanti a me, le sue mani sulle mie ginocchia tengono le mie gambe aperte. Mi masturbo, lui continua a scoparmi
Ci guardiamo sempre, lui ha quell' espressione indefinita, quello sguardo che ha solo quando è eccitato e sta godendo. Io vengo, e lui continua a scoparmi più forte di prima, sente i miei spasmi e allunga la mano per afferrare un seno. Mi sembra che questo orgasmo duri interi minuti, il tempo si dilata ed il mio corpo sente tutto amplificato. Lui sorride ma non perde il ritmo né l'intensità. Continuiamo a guardarci, sento che sta per venire anche lui e mi chiama "Micia... Micia..." Estrae il cazzo ed esplode il suo orgasmo su di me, ho la pelle d'oca e sento ogni goccia arrivarmi addosso. Il suo corpo si irrigidisce per qualche secondo mentre gode, stringe gli occhi ma non smette mai di guardarmi. È tutto giusto.
scritto il
2025-11-20
7 5
visite
1
voti
valutazione
3
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.