La prima sega
di
Illibato
genere
gay
Ci ho provato ad avere incontri gay tra siti, chat ma… nulla.
Quando c’era da concludere nulla.
Così mi sono ritrovato in una fredda sera di novembre, all’età di 22 anni, vicino al mio primo cazzo.
Mi ero scritto per una settimana con un bel cinquantenne. Il mio primo cazzo lo pensavo maturo.
Mi ero fatto venire l’acquolina in bocca vedendo le foto del suo pisello. Me lo immaginavo già in bocca.
L’incontro era fissato nei bagni di un fast food.
Quella sera, raggiungo il locale.
Fuori, un extracomunitario mi chiede l’elemosina. Non lo calcolo, entro con il cuore in gola. Sono le 19 e come da accordi vado dritto nei bagni. Non c’è nessuno. Aspetto.
Quell’odore di piscio mi fa venire ancora più voglia di uccello.
Niente. Apro l’app e trovo il suo messaggio “scusami, stasera ho avuto un imprevisto”.
Mi sono sentito scoraggiato e incazzato.
Non ce la faccio più, voglio a tutti i costi un incontro con un uomo.
Esco dal bagno ed esco dal locale. Mi accendo una sigaretta.
Mi si avvicina di nuovo il tipo che chiede l’elemosina.
Per un attimo mi sono fatto un pensiero strano.
É un ragazzo giovane, nero.
“Quanti anni hai?” Gli chiedo.
“22” mi risponde.
Inizia a parlarmi. “Senti, se ti offro da mangiare, ti va di passare un po’ di tempo in macchina da me?”.
Il tipo fa cenno di sì. Non so che cazzo ha capito ma si dirige verso il parcheggio.
“Vieni” mi dice. Lo seguo. Va verso una casa abbandonata.
Entriamo dentro, é buio.
“Qui siamo tranquilli “ mi dice.
A terra un materasso. Il tipo inizia a sbottonarmi i jeans.
“Aspetta” gli dico, “voglio farlo io a te”.
Si lascia fare tranquillamente. Gli slaccio i jeans, sotto non indossa nulla.
Ho subito tra le mani un mucchio di peletti ed un bel pisello floscio.
Lo tiro fuori ed inizio a segarlo. Non ci posso credere, finalmente. Il pisello prende vita, lo scappello.
Mi avvicino a di più a lui ma ha un odore non proprio invitante.
Continuo a segarlo, sempre più veloce.
Sento la sua mano che afferra il mio.
Oddio che meraviglia di uccello.
Li faccio toccare, cappella contro cappella.
Non ce la faccio, mi metto in ginocchio e lo annuso. Ha un odore pungentissimo.
Mi sego continuando a segarlo e vengo.
Continuo a segarlo e sento la sua venuta su di me.
Finalmente.
Ci ricomponiamo e andiamo a prendere il meritato panino
Quando c’era da concludere nulla.
Così mi sono ritrovato in una fredda sera di novembre, all’età di 22 anni, vicino al mio primo cazzo.
Mi ero scritto per una settimana con un bel cinquantenne. Il mio primo cazzo lo pensavo maturo.
Mi ero fatto venire l’acquolina in bocca vedendo le foto del suo pisello. Me lo immaginavo già in bocca.
L’incontro era fissato nei bagni di un fast food.
Quella sera, raggiungo il locale.
Fuori, un extracomunitario mi chiede l’elemosina. Non lo calcolo, entro con il cuore in gola. Sono le 19 e come da accordi vado dritto nei bagni. Non c’è nessuno. Aspetto.
Quell’odore di piscio mi fa venire ancora più voglia di uccello.
Niente. Apro l’app e trovo il suo messaggio “scusami, stasera ho avuto un imprevisto”.
Mi sono sentito scoraggiato e incazzato.
Non ce la faccio più, voglio a tutti i costi un incontro con un uomo.
Esco dal bagno ed esco dal locale. Mi accendo una sigaretta.
Mi si avvicina di nuovo il tipo che chiede l’elemosina.
Per un attimo mi sono fatto un pensiero strano.
É un ragazzo giovane, nero.
“Quanti anni hai?” Gli chiedo.
“22” mi risponde.
Inizia a parlarmi. “Senti, se ti offro da mangiare, ti va di passare un po’ di tempo in macchina da me?”.
Il tipo fa cenno di sì. Non so che cazzo ha capito ma si dirige verso il parcheggio.
“Vieni” mi dice. Lo seguo. Va verso una casa abbandonata.
Entriamo dentro, é buio.
“Qui siamo tranquilli “ mi dice.
A terra un materasso. Il tipo inizia a sbottonarmi i jeans.
“Aspetta” gli dico, “voglio farlo io a te”.
Si lascia fare tranquillamente. Gli slaccio i jeans, sotto non indossa nulla.
Ho subito tra le mani un mucchio di peletti ed un bel pisello floscio.
Lo tiro fuori ed inizio a segarlo. Non ci posso credere, finalmente. Il pisello prende vita, lo scappello.
Mi avvicino a di più a lui ma ha un odore non proprio invitante.
Continuo a segarlo, sempre più veloce.
Sento la sua mano che afferra il mio.
Oddio che meraviglia di uccello.
Li faccio toccare, cappella contro cappella.
Non ce la faccio, mi metto in ginocchio e lo annuso. Ha un odore pungentissimo.
Mi sego continuando a segarlo e vengo.
Continuo a segarlo e sento la sua venuta su di me.
Finalmente.
Ci ricomponiamo e andiamo a prendere il meritato panino
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