Come ho rimorchiato un bel ragazzo etero
di
Spidey93
genere
gay
Col lockdown mi sono disintossicato da grindr ma mi sono ritrovato col cazzo più lucido di un corrimano a furia di seghe. Sfiga aveva voluto che mi ero appena trasferito appena fuori Milano, con la menata degli spostamenti fuori comune non potevo nemmeno passare a salutare gli amici. Okay, ma il lato positivo è che mi sono dato una regolata. Non ho nulla contro le app e con chi le usa ma ti creano un mondo fittizio. Io ogni tanto me la reinstallo, magari mi recupero anche qualche avventurina ma chiudo presto, ormai mi fanno troppo ridere quelli che mi contattano.
Il problema era che erano chiusi anche i locali. Non sono mai stato un modaiolo, mettevo piede ai Magazzini e al Blanco solo per rimorchiare o, come preferivo, essere acchiappato. Poco male, arrivato il liberatutti avevo comunque il cellulare pieno di contatti giusti e finalmente ho potuto sfruttare il mio appartamentino.
Al di fuori di locali e app è un vero casino. A parte i casi clinici, quelli con una faccia tosta che non li ferma nessuno, tutti noi conosciamo bene l'ansia e la frustrazione di avvicinare qualcuno nel mondo libero. Ti piace il tuo vicino, vedi un ragazzo in palestra, recuperi anche una pizza con il tuo tipo preferito e non sai come cazzo muoverti, cosa dire, come far capire. Se non cerchi smaccatamente gay è una guerra contro le statistiche: hai una possibilità su venti di incappare in uno non esclusivamente etero (a voler essere ottimisti una su dieci) ma se questo tizio deve essere anche interessato a te la percentuale precipita a picco. Figa, è peggio di una roulette russa. Quindi o fai una figura di merda da sotterrarti o ti prendi un due di picche che forse è anche peggio.
Non è però così drammatico se, come me, non cerchi l'amore. Col tempo ti fai l'esperienza e ti viene l'occhio clinico, individui abbastanza bene nella folla etero quelli che ci potrebbero starci e sai come approcciarti fermandoti in tempo prima di fare qualche menda epocale. Certo, ti devi accontentare e nei periodi che se non becchi subito un cazzo in culo muori è meglio tornare sulla app piuttosto che tentare la sorte al buio.
Eppure proprio in quell'anno incasinato, a fine agosto, ho cuccato Gioele in metro.
Sabato mattina. In metro verso il centro per vedere un po' di gente, sedili distanziati e mascherine. Sale un ragazzo, vent'anni, magro ma tonico, jeans stracciati e canotta bianca della Nike morbida sul torso. Ciuffo sulla fronte che scende sexy sulla mascherina nera, spalle nude, si tiene al palo di fianco a me, mano mezza altezza, braccialetti di cuoio al polso. Un tipino tosto, longilineo ma con una bella muscolatura, uno che quest'inverno s'è fatto la palestra in camera per tenersi in forma. È appena stato al mare, è abbronzato che è una meraviglia. È leggermente sudato, fuori fa un cazzo di caldo, ha le braccia lucide e i capelli bagnati sul collo. Mi piacciono le sue cosce, sono forti, gli tendono i jeans e mammamia il pacco mi risveglia tutti gli ormoni. Sono seduto davanti a lui, a un solo metro di distanziamento sociale, la tentazione di baciargli il rigonfiamento fa sudare anche a me la nuca.
Si accorge che lo fisso. Ma non sono un bavoso sessantenne. Ho sei, sette anni più di lui e fisicamente non sono affatto male. Fa finta di nulla e s'aggrappa al maniglione in alto, la maglietta si solleva scoprendo tre centimetri di pelle nuda sotto l'ombelico. Ha un cinturone nero di cuoio, non gli vedo l'ombelico, ma il ventre teso è da infarto. Sto calmo, significa solo che il ragazzo sa di essere una meraviglia e che gli piace mostrare il suo fisico. Sto a cuccia.
Abbasso lo sguardo sul cellulare e cerco di pensare. Chi è? Cosa fa? Mi sento grande, io alla sua età ero la puttana di grindr, ma lui? È uno sveglio, questo è sicuro, uno che se ne fotte degli altri, meravigliosamente giovane e libero. Per me è uno che non si incazza se ci tento, anzi, è uno che gli piacerebbe essere abbordato, non è un fighetto castrante come ce ne sono a migliaia, con le sopracciglia curate e i capelli appena usciti dal parrucchiere, lui li tiene da sportivo, corti dietro e col ciuffo in fronte, è uno che ci tiene a passare per figo. E, minchia, mi sembra di annusare il suo testosterone. Poi che ci stia o no è un altro problema, ma se non ci tento non lo saprò mai.
Lo colgo che mi fissa il cellulare. È un curioso involontario o mi stava guardando tra le gambe?
Mi alzo. 'Io scendo alla prossima.' Gli dico con le mascherine a venti centimetri. Gli occhi castani sono sorpresi. Fa un passo indietro.
'Vuoi un caffè?'
Non capisce. L'ho spaventato.
Il treno è in frenata. Gioco sporco e gli vado addosso. Tiro un'annusata sopra la sua spalla, ma non lo palpo anche se potrebbe essere la mia ultima occasione.
'Dai scendi! Un caffè, non vuoi?'
Cazzo scende anche lui! Ci presentiamo, una formale stretta di mano, lui è Gioele ed ho indovinato, ha vent'anni. Io attacco con le mie cazzate, lo intontisco di risate, ci so fare e con Gioele mi sento ubriaco. Su dalle scale ci leviamo le maledette mascherine. Troppo bello per essere vero, se quelle labbra non mi si chiudono sul cazzo mi uccido. Intanto parliamo di serie tv, Tiger king.
Il caffè lo prendiamo in piedi all'aperto. Gioele è ora molto più rilassato, finge di imbarazzarsi quando gli faccio i complimenti ma lo diverte troppo essere ammirato. E cazzo si lascia toccare il bicipite e scoppia a ridere. Camminiamo a zonzo affiancati, tiene lo zainetto su una spalla a mo' di sacca. Lo tiene sulla spalla lontana da me. Si scioglie, si capisce che quanto meno ha ciucciato qualche cazzo in vita sua, tra le risate continua a sussurrare per non farsi sentire in giro che lui non è frocio che ma non ha nulla contro i gay. Le solite cazzate che dicono. Questo ha una voglia matta.
'Peccato, perché muoio dalla voglia di ciucciartelo.' Dico.
Si blocca.
Lo spingo con un dito. 'Non fare lo stupido.'
È il momento delle spiegazioni, quello più castrante. Giura che gli sono simpatico e, sì, sono anche un bel tipo ma lui proprio non... solo una volta da ragazzo in gita ma ora non più, non gli interessa proprio. Gli dispiace per me, non devo prendermela. Ma io capisco solo che gli dispiace di non avere le palle per buttarsi. Al primo angolo lo stampo contro un muro. 'Posso almeno toccartelo.'
Sorride, guarda a destra e a sinistra, ci premo a mano aperta sul pacco e massaggio qualcosa di non completamente molle a parte i coglioni sotto. Il ragazzo gradisce strizzando le labbra. 'Smettila.' mormora.
'Ti voglio nudo.' Salgo con la mano sotto la maglietta.
Se la tira giù. 'Tu sei uno pericoloso, ahah!' e scappa via.
'Dove vai?'
Lo rincorro, lo afferro per la nuca. Si piega abbassandosi, si rigira per liberarsi e mi dà una manata. Siamo due cretini che giocano davanti a tutti. Ci calmiamo, torniamo seri, camminiamo affiancati. Allarga il braccio e me lo tocca. “L'ho ciucciato solo una volta ad un compagno.'
E deve essergli rimasta la voglia.
Mi rifaccio all'indietro otto stazioni della metropolitana. Sorridiamo sotto le mascherine dondolando in piedi, vagone semideserto, non ci va di sederci lontani sui posti alternati e non teniamo la distanza d'ordinanza di un metro. Gioele telefona agli amici che stamattina non c'è, la scusa è che ha incontrato dei vecchi compagni. Io me lo mangio con gli occhi e lui si diverte essere spogliato con lo sguardo, mi sa che è veramente una cosa nuova per lui. Mi stuzzica, mi si appoggia contro e si ritira, solo il tempo giusto per farmelo sentire duro.
'Te lo scordi.' Ride quando gli palpo di nascosto il culo.
'Te lo mordo.' Prometto.
E c'inventiamo qualcosa da dire per non saltarci addosso.
Lo facciamo sulle scale del mio palazzotto, quattro piani a piedi, ci saltiamo addosso sul primo pianerottolo mezza rampa. Lo spingo nell'angolo, ci tocchiamo impazienti come non potevamo fare in metro, ce li sfreghiamo contro, ci annusiamo le spalle, muti come ladri per non svegliare il palazzo. E saliamo di corsa per fermarci su quello dopo, Gioele ha troppo voglia d'essere toccato e di toccare, mi ferma lui sul terzo pianerottolo e m'infila la mano nei pantaloni, 'Ma che cazzo hai!!!', dice piano e s'inginocchia. Lo tiro su e corriamo per altre due rampe, sull'ultima tappa, e qui va molto meglio, Gioele socchiude le labbra e ci fermiamo a lungo, ci conosciamo con la lingua, ha le labbra dolci, le guance lisce quasi come una ragazza, appena ruvide per ricordarmi che è un meraviglioso maschietto, lo limono all'angolo palpandolo come si deve, con la mano decisa sul rigonfiamento dei jeans duri gli premo cazzo e palle e spingo fino a palpargli il culo dietro. Stringe le cosce dal piacere e mi mugola in bocca. Sì, va molto meglio, mi stringe il culo con le unghie, una mano s'infila sotto la cintura per sentirmi la chiappa nuda. Meglio non può andare per un frocio come me, attivo al settanta per cento e passivo al cento per cento: Gioele prende l'iniziativa da maschietto alfa, mi gira all'angolo, s'aggrappa due mani al mio pacco e mi strofina il cazzo sotto il culo. Svengo, godo da troia e poco importa se è ancora inesperto e mi castra le palle, mi piacciono quelli focosi.
Chiudo la porta ed è come spegnere un interruttore. Gioele si spegne, rimane immobile, fissa la porta e non sa cosa fare. Lo capisco, siamo chiusi in casa, abbiamo finito di giocare, adesso si dovrebbe fare sul serio.
'Vuoi un caffè?'
Scuote di no con la testa, la muove di pochi millimetri. Meglio così, ho solo due tazzine scompagnate. Rifletto cosa fare, questo qui mi scappa. Non devo lasciargli il tempo. Di fronte al lui, sollevo la cinghia dello zainetto e lo lascio cadere sulla poltrona, è alto qualche centimetro più di me, non mi guarda negli occhi, senza nemmeno sfiorarlo pizzico l'orlo della canottiera e gliela sfilo via. Ne viene fuori un twink da copertina, torso nudo che è un'opera d'arte. Smetto di riflettere, bacio carezzo e lecco sempre più in basso. Ci vado piano, pianissimo, lo sento respirare e fremere quando lo mordicchio. Sempre più in basso. Strofino il viso e sfilo il cinturone, strofino la bocca e slaccio il bottone, lo stringo in vita contro il mio viso e apro la zip dura, di metallo. Il mio Gioele non fa nulla, è paralizzato.
Abbasso i jeans sui fianchi. Elastico nero emporioarmani, oggi s'è messo i boxer della festa, grigio melange, il fusto del cazzo in rilievo verso sinistra. Sono un feticista dei boxer elaticizzati, m'inginocchio comodo e me li godo alla grande bocca e mani, stringo chiappe tonde, morbide ma muscolose, glielo lecco dalle palle alla cappella. Gioele gode, una macchia scura di precum bagna i boxer, vuole che gli ritocchi gli addominali mentre mi strofino il viso sul pacco.
Il cazzo salta fuori da solo, bello, rosa, giovanissimo. Un bel cazzotto più largo alla base, gli regalo una succhiata che stende tutti i maschi, chiudo le labbra sulla cappella, arrotolo per due secondi la lingua e tiro una succhiata che me lo risucchio fino alle palle.
Ha un gemito, mi afferra la testa, mi tira il colletto della polo, mi strappa via la maglia, mi tocca le spalle nude. Mi pompa in gola, io abbraccia il sui culo nudo, tende le natiche mentre spinge il cazzo, è un maschietto perfetto, liscio e caldo. Ci va pesante da inesperto, ho un conato ed interrompo il pompino. Mi dedico ai coglioni tesi, li lecco e succhio, seguo con le dita il segno bianco dell'abbronzatura e quando me lo riprendo in bocca schizza la prima sborrata. Whoww, era eccitato forte. Schizza a ripetizione aggrappandosi alla testa, il cazzo che mi batte sul palato e poi scende in gola.
È sudato e imbarazzato. S'è finalmente scaricato e da vero maschio svuotato vuole levarsi dalle palle. Me lo lascia pulire un poco ma poi si rialza i boxer e fa per allacciarsi la cintura. Questo mi vola via.
Mi rialzo senza sfiorarlo. Mi guarda negli occhi, mi spia le labbra bagnate, mi dice uno stupidissimo 'grazie'.
Se non ci faccio l'amore non sono più io.
'Non fare lo stupido.'
Mi seggo sul divano, allargo le gambe.
Se non hai mai avuto un twink così, torso nudo tra le gambe, il ciuffo sulla fronte e le guance che si incavano succhiando non sai cosa vuol dire avere il cazzo duro. Mi fa un pompino da troia navigata, per natura i ragazzi lo ciucciano meglio delle ragazze perché sanno come gli piacerebbe. Ci dà dentro con passione, sorride felice, si sente libero e gli piace da morire stringere il mio cazzone in mano. Bacia le palle e succhia la cappella, con calma, un poco alla volta impara e ingoiarlo sempre qualche centimetro di più poi desiste, si leva con gli occhioni lucidi da soffocone ma continua a menarmelo lungo. Ho il cazzo che mi pulsa paralizzato. Ritrovato il respiro, Gioele inghiotte saliva e ritenta, solo una volta ho sentito i denti, succhia fin dove può e mi palpa, le mani che mi premono cosche e addome, che mi cercano le natiche, io gli carezzo la schiena nuda. Mi trattengo quanto posso ma non resisto più, lo avviso e si toglie. Una schizzata che sarebbe arrivata al soffitto lo colpisce in pieno volto. Sorride beato, inclina le testa e struscia le labbra sull'asta mentre le altre schizzate gli cadono sulla spalla. Mi si appanna la vista, lui è bellissimo con le labbra rosse bagnate e il gocciolone di sborra che si allunga dal ciuffo.
Ha un attimo d'esitazione etero e poi si contorce per leccarsi la spalla. È fatta! E io non ho nulla da insegnargli, Gioele sa benissimo che il primo organo erogeno è la bocca, mi si allunga sopra e mi bacia, sempre più avidamente, si pulisce il viso sul mio e bacia sborra.
Continuiamo sul lettone spogliandoci nudi nel percorso. È il liberatutti, Gioele è meno timido di un pornattore, mi si offre nudo bello com'è e si diverte troppo quando lo metto ginocchioni e gli lavoro di lingua coglioni e buchetto mentre gli mungo il cazzo. Ha un culetto con uno spacco da urlo, le natiche muscolose ben separate e il cordoncino che parte dall'ano e gli arriva alle palle che è un invito allo stupro. Ci tuffo il viso facendolo godere da cagna lingua in culo.
Finge di deprimersi quando tiene i cazzi uniti in mano, 'Cazzo Luca, tu c'hai una bestia!' Non gli do retta e godo con le palle contro le sue.
La sua seconda sborrata è nel mio culo e non è frettolosa come la prima, mi scopa prima per un'eternità, con foga e metodo, cazzo duro che mi scava in culo in tutte le posizioni in cui riusce a piegarmi. In certi momenti mi pare d'essere la puttana d'un bastardo arrapato recuperato in rete, ma stringo e lecco il corpo liscio di un atletico e liscissimo twink. La mia seconda sborrata se la beve direttamente, steso lungo su di me il cazzo duro che mi scopa in gola. Non se ne parla, in culo non lo vuole, ma figa se gode con le dita nel buchetto.
Una scopata che s'allunga fino al pomeriggio, si dormicchia con la tv su netflix, le cosce incastrate, il respiro caldo, il pene in bocca, le mani che massaggiano le palle e poi si riprende, scopa come un torello.
Avvisa casa che mangia fuori e andiamo sotto la doccia, non mi perdo un centimetro di pelle, gli piace farsi toccare, sa di essere uno schianto di boy, faccio un primo tentativo in piedi contro il suo corpo bagnato, è grosso non vuole. Pazienza.
In cucina faccio pasta e tonno. Mentre aspetta mi spazzola il frigo di formaggi e salumi, ha una fame da lupi, mastica il pane che fa venir fame a me, ogni tanto si alza e mi si struscia contro, s'è rimesso i boxer che mi fanno impazzire, si fa carezzare culo e pacco. Mi picchietta l'uccello penzoloni, ride, dice porcate per ridere, mi va dietro, se li abbassa, mani che mi stringono i coglioni e tre botte bastarde dal basso come piacciono a me, contro il lavello, il culo inchiodato. Gioele non ha certo ansie da prestazione, ma è un ragazzo e ci tiene a dimostrarmi quanto è porco, me lo prende con la bocca unta di tonno. Ha proprio fame.
Non c'è niente di più deprimente delle preoccupazioni. Io di mio mi sento ipersicuro, faccio analisi regolari e per tutto il covid non ho battuto chiodo e poi ho fatto poco sesso e sempre protetto, ma una certa preoccupazione mi viene alla quarta sborrata in culo, ma sento che posso fidarmi di Gioele. Spero. Comunque è una nuvola nera passeggera che si dissolve quando mi si sfila e mi entra aria fresca in caverna.
Io ci tento di continuo, Gioele gode da paura con la cappella contro l'ano ma poi sfugge spaventato. L'alternativa allo stupro è rilassarlo, convincerlo, ammorbidirlo con lingua e dita, andarci piano, uso anche un dildo a candela che non ricordavo nemmeno più d'averlo. Un pomeriggio di sofferenze per me che se non me lo inculo muoio e per lui che vuole troppo essere sverginato ma senza culo rotto. Poi finalmente la cappella si apre la strada nell'ano che cede morbido, Gioele geme soltanto, bestemmia che è una figata, io non mi muovo, gli tengo solo le natiche ben larghe. Spinge lui, piano, ci mette forse un minuto, osservo il mio palo entrare nel suo culo. Si ferma, va avanti un poco e spinge di nuovo, avanti e indietro, un centimetro per volta, non mi muovo, il ragazzo si deve godere al massimo il suo primo cazzo in culo. L'ano mi scorre sul cazzo sempre un po' di più, io paralizzato, le tempie che mi sudano, lo accompagno soltanto con le mani sui fianchi. Quando arriva a fine corsa e i coglioni si toccano mi lascio cadere in avanti schiacciandolo, lo blocco alle spalle e... cazzo se mi deve questa inculata!
Sono al giapponese con amiche. M'arriva un messaggio di Gioele.
'Mi fa ancora male.'
'Non dirlo a me!'
Non scherzo, oggi Gioele m'ha trivellato il culo da paura.
Mi manda tre faccine che ridono e 'A parte gli scherzi mi brucia. È normale sentirlo ancora?'
'Tranqui, domani sei come nuovo. Non sei allenato.'
Altre faccine. 'Non certo come te.' Faccine.
'Dove sei?'
'Casa non sono uscito. La mia tipa s'è incazzata.'
'La consoli domani.'
'Senti ci penso da ore. Posso farti una domanda?'
'Dimmi.'
'Io non sono gay ma tu sei innamorato?''
'Solo del tuo culo.'
E di tutto quello schianto di boy.
Mi arrivano tre righe di faccine che ridono. 'Sabato prox?' Mi chiede.
Devo ricordarmi di passare prima al supermercato.
per critiche suggerimenti collaborazioni
milano3687@proton.me
Il problema era che erano chiusi anche i locali. Non sono mai stato un modaiolo, mettevo piede ai Magazzini e al Blanco solo per rimorchiare o, come preferivo, essere acchiappato. Poco male, arrivato il liberatutti avevo comunque il cellulare pieno di contatti giusti e finalmente ho potuto sfruttare il mio appartamentino.
Al di fuori di locali e app è un vero casino. A parte i casi clinici, quelli con una faccia tosta che non li ferma nessuno, tutti noi conosciamo bene l'ansia e la frustrazione di avvicinare qualcuno nel mondo libero. Ti piace il tuo vicino, vedi un ragazzo in palestra, recuperi anche una pizza con il tuo tipo preferito e non sai come cazzo muoverti, cosa dire, come far capire. Se non cerchi smaccatamente gay è una guerra contro le statistiche: hai una possibilità su venti di incappare in uno non esclusivamente etero (a voler essere ottimisti una su dieci) ma se questo tizio deve essere anche interessato a te la percentuale precipita a picco. Figa, è peggio di una roulette russa. Quindi o fai una figura di merda da sotterrarti o ti prendi un due di picche che forse è anche peggio.
Non è però così drammatico se, come me, non cerchi l'amore. Col tempo ti fai l'esperienza e ti viene l'occhio clinico, individui abbastanza bene nella folla etero quelli che ci potrebbero starci e sai come approcciarti fermandoti in tempo prima di fare qualche menda epocale. Certo, ti devi accontentare e nei periodi che se non becchi subito un cazzo in culo muori è meglio tornare sulla app piuttosto che tentare la sorte al buio.
Eppure proprio in quell'anno incasinato, a fine agosto, ho cuccato Gioele in metro.
Sabato mattina. In metro verso il centro per vedere un po' di gente, sedili distanziati e mascherine. Sale un ragazzo, vent'anni, magro ma tonico, jeans stracciati e canotta bianca della Nike morbida sul torso. Ciuffo sulla fronte che scende sexy sulla mascherina nera, spalle nude, si tiene al palo di fianco a me, mano mezza altezza, braccialetti di cuoio al polso. Un tipino tosto, longilineo ma con una bella muscolatura, uno che quest'inverno s'è fatto la palestra in camera per tenersi in forma. È appena stato al mare, è abbronzato che è una meraviglia. È leggermente sudato, fuori fa un cazzo di caldo, ha le braccia lucide e i capelli bagnati sul collo. Mi piacciono le sue cosce, sono forti, gli tendono i jeans e mammamia il pacco mi risveglia tutti gli ormoni. Sono seduto davanti a lui, a un solo metro di distanziamento sociale, la tentazione di baciargli il rigonfiamento fa sudare anche a me la nuca.
Si accorge che lo fisso. Ma non sono un bavoso sessantenne. Ho sei, sette anni più di lui e fisicamente non sono affatto male. Fa finta di nulla e s'aggrappa al maniglione in alto, la maglietta si solleva scoprendo tre centimetri di pelle nuda sotto l'ombelico. Ha un cinturone nero di cuoio, non gli vedo l'ombelico, ma il ventre teso è da infarto. Sto calmo, significa solo che il ragazzo sa di essere una meraviglia e che gli piace mostrare il suo fisico. Sto a cuccia.
Abbasso lo sguardo sul cellulare e cerco di pensare. Chi è? Cosa fa? Mi sento grande, io alla sua età ero la puttana di grindr, ma lui? È uno sveglio, questo è sicuro, uno che se ne fotte degli altri, meravigliosamente giovane e libero. Per me è uno che non si incazza se ci tento, anzi, è uno che gli piacerebbe essere abbordato, non è un fighetto castrante come ce ne sono a migliaia, con le sopracciglia curate e i capelli appena usciti dal parrucchiere, lui li tiene da sportivo, corti dietro e col ciuffo in fronte, è uno che ci tiene a passare per figo. E, minchia, mi sembra di annusare il suo testosterone. Poi che ci stia o no è un altro problema, ma se non ci tento non lo saprò mai.
Lo colgo che mi fissa il cellulare. È un curioso involontario o mi stava guardando tra le gambe?
Mi alzo. 'Io scendo alla prossima.' Gli dico con le mascherine a venti centimetri. Gli occhi castani sono sorpresi. Fa un passo indietro.
'Vuoi un caffè?'
Non capisce. L'ho spaventato.
Il treno è in frenata. Gioco sporco e gli vado addosso. Tiro un'annusata sopra la sua spalla, ma non lo palpo anche se potrebbe essere la mia ultima occasione.
'Dai scendi! Un caffè, non vuoi?'
Cazzo scende anche lui! Ci presentiamo, una formale stretta di mano, lui è Gioele ed ho indovinato, ha vent'anni. Io attacco con le mie cazzate, lo intontisco di risate, ci so fare e con Gioele mi sento ubriaco. Su dalle scale ci leviamo le maledette mascherine. Troppo bello per essere vero, se quelle labbra non mi si chiudono sul cazzo mi uccido. Intanto parliamo di serie tv, Tiger king.
Il caffè lo prendiamo in piedi all'aperto. Gioele è ora molto più rilassato, finge di imbarazzarsi quando gli faccio i complimenti ma lo diverte troppo essere ammirato. E cazzo si lascia toccare il bicipite e scoppia a ridere. Camminiamo a zonzo affiancati, tiene lo zainetto su una spalla a mo' di sacca. Lo tiene sulla spalla lontana da me. Si scioglie, si capisce che quanto meno ha ciucciato qualche cazzo in vita sua, tra le risate continua a sussurrare per non farsi sentire in giro che lui non è frocio che ma non ha nulla contro i gay. Le solite cazzate che dicono. Questo ha una voglia matta.
'Peccato, perché muoio dalla voglia di ciucciartelo.' Dico.
Si blocca.
Lo spingo con un dito. 'Non fare lo stupido.'
È il momento delle spiegazioni, quello più castrante. Giura che gli sono simpatico e, sì, sono anche un bel tipo ma lui proprio non... solo una volta da ragazzo in gita ma ora non più, non gli interessa proprio. Gli dispiace per me, non devo prendermela. Ma io capisco solo che gli dispiace di non avere le palle per buttarsi. Al primo angolo lo stampo contro un muro. 'Posso almeno toccartelo.'
Sorride, guarda a destra e a sinistra, ci premo a mano aperta sul pacco e massaggio qualcosa di non completamente molle a parte i coglioni sotto. Il ragazzo gradisce strizzando le labbra. 'Smettila.' mormora.
'Ti voglio nudo.' Salgo con la mano sotto la maglietta.
Se la tira giù. 'Tu sei uno pericoloso, ahah!' e scappa via.
'Dove vai?'
Lo rincorro, lo afferro per la nuca. Si piega abbassandosi, si rigira per liberarsi e mi dà una manata. Siamo due cretini che giocano davanti a tutti. Ci calmiamo, torniamo seri, camminiamo affiancati. Allarga il braccio e me lo tocca. “L'ho ciucciato solo una volta ad un compagno.'
E deve essergli rimasta la voglia.
Mi rifaccio all'indietro otto stazioni della metropolitana. Sorridiamo sotto le mascherine dondolando in piedi, vagone semideserto, non ci va di sederci lontani sui posti alternati e non teniamo la distanza d'ordinanza di un metro. Gioele telefona agli amici che stamattina non c'è, la scusa è che ha incontrato dei vecchi compagni. Io me lo mangio con gli occhi e lui si diverte essere spogliato con lo sguardo, mi sa che è veramente una cosa nuova per lui. Mi stuzzica, mi si appoggia contro e si ritira, solo il tempo giusto per farmelo sentire duro.
'Te lo scordi.' Ride quando gli palpo di nascosto il culo.
'Te lo mordo.' Prometto.
E c'inventiamo qualcosa da dire per non saltarci addosso.
Lo facciamo sulle scale del mio palazzotto, quattro piani a piedi, ci saltiamo addosso sul primo pianerottolo mezza rampa. Lo spingo nell'angolo, ci tocchiamo impazienti come non potevamo fare in metro, ce li sfreghiamo contro, ci annusiamo le spalle, muti come ladri per non svegliare il palazzo. E saliamo di corsa per fermarci su quello dopo, Gioele ha troppo voglia d'essere toccato e di toccare, mi ferma lui sul terzo pianerottolo e m'infila la mano nei pantaloni, 'Ma che cazzo hai!!!', dice piano e s'inginocchia. Lo tiro su e corriamo per altre due rampe, sull'ultima tappa, e qui va molto meglio, Gioele socchiude le labbra e ci fermiamo a lungo, ci conosciamo con la lingua, ha le labbra dolci, le guance lisce quasi come una ragazza, appena ruvide per ricordarmi che è un meraviglioso maschietto, lo limono all'angolo palpandolo come si deve, con la mano decisa sul rigonfiamento dei jeans duri gli premo cazzo e palle e spingo fino a palpargli il culo dietro. Stringe le cosce dal piacere e mi mugola in bocca. Sì, va molto meglio, mi stringe il culo con le unghie, una mano s'infila sotto la cintura per sentirmi la chiappa nuda. Meglio non può andare per un frocio come me, attivo al settanta per cento e passivo al cento per cento: Gioele prende l'iniziativa da maschietto alfa, mi gira all'angolo, s'aggrappa due mani al mio pacco e mi strofina il cazzo sotto il culo. Svengo, godo da troia e poco importa se è ancora inesperto e mi castra le palle, mi piacciono quelli focosi.
Chiudo la porta ed è come spegnere un interruttore. Gioele si spegne, rimane immobile, fissa la porta e non sa cosa fare. Lo capisco, siamo chiusi in casa, abbiamo finito di giocare, adesso si dovrebbe fare sul serio.
'Vuoi un caffè?'
Scuote di no con la testa, la muove di pochi millimetri. Meglio così, ho solo due tazzine scompagnate. Rifletto cosa fare, questo qui mi scappa. Non devo lasciargli il tempo. Di fronte al lui, sollevo la cinghia dello zainetto e lo lascio cadere sulla poltrona, è alto qualche centimetro più di me, non mi guarda negli occhi, senza nemmeno sfiorarlo pizzico l'orlo della canottiera e gliela sfilo via. Ne viene fuori un twink da copertina, torso nudo che è un'opera d'arte. Smetto di riflettere, bacio carezzo e lecco sempre più in basso. Ci vado piano, pianissimo, lo sento respirare e fremere quando lo mordicchio. Sempre più in basso. Strofino il viso e sfilo il cinturone, strofino la bocca e slaccio il bottone, lo stringo in vita contro il mio viso e apro la zip dura, di metallo. Il mio Gioele non fa nulla, è paralizzato.
Abbasso i jeans sui fianchi. Elastico nero emporioarmani, oggi s'è messo i boxer della festa, grigio melange, il fusto del cazzo in rilievo verso sinistra. Sono un feticista dei boxer elaticizzati, m'inginocchio comodo e me li godo alla grande bocca e mani, stringo chiappe tonde, morbide ma muscolose, glielo lecco dalle palle alla cappella. Gioele gode, una macchia scura di precum bagna i boxer, vuole che gli ritocchi gli addominali mentre mi strofino il viso sul pacco.
Il cazzo salta fuori da solo, bello, rosa, giovanissimo. Un bel cazzotto più largo alla base, gli regalo una succhiata che stende tutti i maschi, chiudo le labbra sulla cappella, arrotolo per due secondi la lingua e tiro una succhiata che me lo risucchio fino alle palle.
Ha un gemito, mi afferra la testa, mi tira il colletto della polo, mi strappa via la maglia, mi tocca le spalle nude. Mi pompa in gola, io abbraccia il sui culo nudo, tende le natiche mentre spinge il cazzo, è un maschietto perfetto, liscio e caldo. Ci va pesante da inesperto, ho un conato ed interrompo il pompino. Mi dedico ai coglioni tesi, li lecco e succhio, seguo con le dita il segno bianco dell'abbronzatura e quando me lo riprendo in bocca schizza la prima sborrata. Whoww, era eccitato forte. Schizza a ripetizione aggrappandosi alla testa, il cazzo che mi batte sul palato e poi scende in gola.
È sudato e imbarazzato. S'è finalmente scaricato e da vero maschio svuotato vuole levarsi dalle palle. Me lo lascia pulire un poco ma poi si rialza i boxer e fa per allacciarsi la cintura. Questo mi vola via.
Mi rialzo senza sfiorarlo. Mi guarda negli occhi, mi spia le labbra bagnate, mi dice uno stupidissimo 'grazie'.
Se non ci faccio l'amore non sono più io.
'Non fare lo stupido.'
Mi seggo sul divano, allargo le gambe.
Se non hai mai avuto un twink così, torso nudo tra le gambe, il ciuffo sulla fronte e le guance che si incavano succhiando non sai cosa vuol dire avere il cazzo duro. Mi fa un pompino da troia navigata, per natura i ragazzi lo ciucciano meglio delle ragazze perché sanno come gli piacerebbe. Ci dà dentro con passione, sorride felice, si sente libero e gli piace da morire stringere il mio cazzone in mano. Bacia le palle e succhia la cappella, con calma, un poco alla volta impara e ingoiarlo sempre qualche centimetro di più poi desiste, si leva con gli occhioni lucidi da soffocone ma continua a menarmelo lungo. Ho il cazzo che mi pulsa paralizzato. Ritrovato il respiro, Gioele inghiotte saliva e ritenta, solo una volta ho sentito i denti, succhia fin dove può e mi palpa, le mani che mi premono cosche e addome, che mi cercano le natiche, io gli carezzo la schiena nuda. Mi trattengo quanto posso ma non resisto più, lo avviso e si toglie. Una schizzata che sarebbe arrivata al soffitto lo colpisce in pieno volto. Sorride beato, inclina le testa e struscia le labbra sull'asta mentre le altre schizzate gli cadono sulla spalla. Mi si appanna la vista, lui è bellissimo con le labbra rosse bagnate e il gocciolone di sborra che si allunga dal ciuffo.
Ha un attimo d'esitazione etero e poi si contorce per leccarsi la spalla. È fatta! E io non ho nulla da insegnargli, Gioele sa benissimo che il primo organo erogeno è la bocca, mi si allunga sopra e mi bacia, sempre più avidamente, si pulisce il viso sul mio e bacia sborra.
Continuiamo sul lettone spogliandoci nudi nel percorso. È il liberatutti, Gioele è meno timido di un pornattore, mi si offre nudo bello com'è e si diverte troppo quando lo metto ginocchioni e gli lavoro di lingua coglioni e buchetto mentre gli mungo il cazzo. Ha un culetto con uno spacco da urlo, le natiche muscolose ben separate e il cordoncino che parte dall'ano e gli arriva alle palle che è un invito allo stupro. Ci tuffo il viso facendolo godere da cagna lingua in culo.
Finge di deprimersi quando tiene i cazzi uniti in mano, 'Cazzo Luca, tu c'hai una bestia!' Non gli do retta e godo con le palle contro le sue.
La sua seconda sborrata è nel mio culo e non è frettolosa come la prima, mi scopa prima per un'eternità, con foga e metodo, cazzo duro che mi scava in culo in tutte le posizioni in cui riusce a piegarmi. In certi momenti mi pare d'essere la puttana d'un bastardo arrapato recuperato in rete, ma stringo e lecco il corpo liscio di un atletico e liscissimo twink. La mia seconda sborrata se la beve direttamente, steso lungo su di me il cazzo duro che mi scopa in gola. Non se ne parla, in culo non lo vuole, ma figa se gode con le dita nel buchetto.
Una scopata che s'allunga fino al pomeriggio, si dormicchia con la tv su netflix, le cosce incastrate, il respiro caldo, il pene in bocca, le mani che massaggiano le palle e poi si riprende, scopa come un torello.
Avvisa casa che mangia fuori e andiamo sotto la doccia, non mi perdo un centimetro di pelle, gli piace farsi toccare, sa di essere uno schianto di boy, faccio un primo tentativo in piedi contro il suo corpo bagnato, è grosso non vuole. Pazienza.
In cucina faccio pasta e tonno. Mentre aspetta mi spazzola il frigo di formaggi e salumi, ha una fame da lupi, mastica il pane che fa venir fame a me, ogni tanto si alza e mi si struscia contro, s'è rimesso i boxer che mi fanno impazzire, si fa carezzare culo e pacco. Mi picchietta l'uccello penzoloni, ride, dice porcate per ridere, mi va dietro, se li abbassa, mani che mi stringono i coglioni e tre botte bastarde dal basso come piacciono a me, contro il lavello, il culo inchiodato. Gioele non ha certo ansie da prestazione, ma è un ragazzo e ci tiene a dimostrarmi quanto è porco, me lo prende con la bocca unta di tonno. Ha proprio fame.
Non c'è niente di più deprimente delle preoccupazioni. Io di mio mi sento ipersicuro, faccio analisi regolari e per tutto il covid non ho battuto chiodo e poi ho fatto poco sesso e sempre protetto, ma una certa preoccupazione mi viene alla quarta sborrata in culo, ma sento che posso fidarmi di Gioele. Spero. Comunque è una nuvola nera passeggera che si dissolve quando mi si sfila e mi entra aria fresca in caverna.
Io ci tento di continuo, Gioele gode da paura con la cappella contro l'ano ma poi sfugge spaventato. L'alternativa allo stupro è rilassarlo, convincerlo, ammorbidirlo con lingua e dita, andarci piano, uso anche un dildo a candela che non ricordavo nemmeno più d'averlo. Un pomeriggio di sofferenze per me che se non me lo inculo muoio e per lui che vuole troppo essere sverginato ma senza culo rotto. Poi finalmente la cappella si apre la strada nell'ano che cede morbido, Gioele geme soltanto, bestemmia che è una figata, io non mi muovo, gli tengo solo le natiche ben larghe. Spinge lui, piano, ci mette forse un minuto, osservo il mio palo entrare nel suo culo. Si ferma, va avanti un poco e spinge di nuovo, avanti e indietro, un centimetro per volta, non mi muovo, il ragazzo si deve godere al massimo il suo primo cazzo in culo. L'ano mi scorre sul cazzo sempre un po' di più, io paralizzato, le tempie che mi sudano, lo accompagno soltanto con le mani sui fianchi. Quando arriva a fine corsa e i coglioni si toccano mi lascio cadere in avanti schiacciandolo, lo blocco alle spalle e... cazzo se mi deve questa inculata!
Sono al giapponese con amiche. M'arriva un messaggio di Gioele.
'Mi fa ancora male.'
'Non dirlo a me!'
Non scherzo, oggi Gioele m'ha trivellato il culo da paura.
Mi manda tre faccine che ridono e 'A parte gli scherzi mi brucia. È normale sentirlo ancora?'
'Tranqui, domani sei come nuovo. Non sei allenato.'
Altre faccine. 'Non certo come te.' Faccine.
'Dove sei?'
'Casa non sono uscito. La mia tipa s'è incazzata.'
'La consoli domani.'
'Senti ci penso da ore. Posso farti una domanda?'
'Dimmi.'
'Io non sono gay ma tu sei innamorato?''
'Solo del tuo culo.'
E di tutto quello schianto di boy.
Mi arrivano tre righe di faccine che ridono. 'Sabato prox?' Mi chiede.
Devo ricordarmi di passare prima al supermercato.
per critiche suggerimenti collaborazioni
milano3687@proton.me
1
0
voti
voti
valutazione
4.6
4.6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Come cercavo cazzi sulla app e...
Commenti dei lettori al racconto erotico