Prima esperienza scat

di
genere
trans

Oggi vi voglio parlare della mia prima esperienza con lo scat.

È iniziato tutto per caso, quando ancora indossavo abiti da donna chiusa nella mia stanza da letto. Ero una trav. quasi ventenne che amava scarpe con i tacchi e autoreggenti nere, avevo pochi indumenti tra cui una gonna attillata al ginocchio blu scuro, una camicetta ed un paio di scarpe basse a punta chiusa di materiale lavorato blu scuro. Erano scarpe per donna anziana e questo, ripensandoci oggi, potrebbe essere stato una sorta di preludio al mio futuro crossdressing anche in abiti da signora anziana, chissà.

Comunque, come dicevo, il mio primo approccio con lo scat fu casuale. Ero nella mia stanza, con indoseo gonna e camicetta ed un paio di autoreggenti nere velate. Come sempre, mi mettevo sul letto in pose sexy come le modelle delle riviste che sfogliavo, alzandomi la gonna fino a scoprire bene il sedere, senza mutandine, come le modelle in autoreggenti che si preparavano a riceverlo nel lato b con i loro visi longilinei, truccate sexy e con i volti su cui erano dipinte espressioni di piacere, oppure mentre limonavano fra di loro indossando nylon e tacchi e mi eccitavo, a pensare di essere femmina anch'io e di volere godere di sensazioni simili. Ma oltre a questi servizi fotografici, corredati con testi di storie stimolanti, in alcune pagine venivano anche pubblicizzati numeri di telefono erotici.

Una di queste pubblicità catturò in particolare la mia attenzione: Chiamami, sono esperta in pissing e defecatio" o un testo del genere.

Pensai a quella parola, defecatio, cioè defecazione e mi colpì l'idea di persone che riuscissero ad eccitarsi con questa pratica. Non lo credevo possibile. Pensai che fosse qualcosa di fatto solo per telefono, una fantasia ben lungi dal poter essere realizzata da chi avrebbe potuto chiamare quel numero e, del resto, pensai, chi avrebbe potuto avere il coraggio e lo stomaco di farlo nella realtà?

La risposta la ebbi qualche giorno dopo, nel videonoleggio in cui noleggiavo le vhs. Nella macchinetta h24/24, alla sezione dei film per adulti, trovai un video intitolato "Caviar" e, sulla locandina, la foto di una scena in cui una donna nuda distesa a terra, ben truccata e pettinata come le modelle delle riviste che sfogliavo o dei video di altro genere che guardavo ogni tanto, riceveva una scarica marrone tra le cosce da un uomo in parte accovacciato sopra di lei.

Mi si aprì davanti un mondo, mi colpì nel profondo, mi incuriosì così tanto da rischiare a noleggiarlo anche se il negoziante avrebbe saputo il nome di chi lo aveva preso in prestito, per poi imboscarlo in camera e guardarlo di nascosto un pomeriggio in cui ero sola a casa, nuda e con indosso solo le autoreggenti.

L'aspetto delle modelle, delle quali una di età avanzata (altro segnale del mio futuro crossdressing da granny?), i loro corpi in pose erotiche mentre ricevevano tutto quel caviale, le loro labbra sensuali dischiuse a ricevere quel cibo prelibato per poi a volte condividerlo tra loro, i loro buchi che si dilatavano per donare il loro agli uomini con cui giocavano, portandoli poco a poco a venire dopo essere venute a loro volta: il tutto mi fece eccitare come mai avrei creduto, immaginando di ricevere o donare a mia volta quel delizioso cibo marrone. Gemetti di piacere,seduta sul divano a cosce aperte come sono ora mentre sto scrivendo, mentre mi masturbavo pensando "lo voglio provare, voglio cagare prima di masturbarmi!". Quel pensiero, associato alla scena che stavo guardando, mi fece schizzare uno spesso fiotto di sperma.

Poche sere dopo, finalmente, si presentò l'occasione. Mi venne lo stimolo, quindi mi chiusi in camera e mi vestii enfemme con gli abiti dell'altra volta. Distesi un asciugamano sul letto e mi misi a pecorina, alzai la gonna. Avevo una videocamera otto millimetri, ancora di quelle che incidevano su nastro, che mi riprese mentre mi lasciavo andare in quella posizione, il mio sedere nudo con cosce e gambe messe in risalto dalle autoreggenti in nero velato e i tacchi bassi da signora anziana.

Scivolò fuori poco alla volta, un pezzo dopo l'altro, ad ogni pezzo la soddisfazione di sentirlo sfiorare le mucose anali dilatate, mentre il pene mi andava in erezione.

Alla fine mi voltai, la sensazione di incredulità accentuata da quello che trovai sull'asciugamano: una piccola montagna di caviale quasi al centro del tessuto, peccato che il video sia andato distrutto. Mentre il profumo di quello che, con il tempo, sarebbe diventato un mio fetish mi arrivava alle narici mi misi a ridere, una zoccola che caga sul letto e si eccita. Mi inginocchiai davanti al mio caviale e mi masturbai fino a schizzarvi sopra.
scritto il
2025-11-10
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