Monica (3) - il primo pompino - succhiami il cazzo troietta!
di
monique
genere
trans
Gianni mi bacia. Quel bacio si trasforma in un suo assalto, le sue mani mi accarezzano sulle cosce, risalgono lungo il mio corpo, un brivido mi pervade, mi ribacia e mi dice: Guardami! La voce è profonda, calda di uomo maturo e eccitato; è quasi un invito, ma quasi un ordine. In piedi davanti a me seduta il suo corpo muscoloso, si avvicina al mio viso. Sono a pochi centimetri dal suo boxer: sotto si mostra tutto il ringonfiamento del suo sesso con la sua erezione ora appare evidente.
Lo avvicina al mio volto. L’ho davanti al viso, alla mia bocca e sento il suo calore e il suo odore di maschio eccitato.
La paura è forte, quasi paralizzante. Non so se mi piacerà e se riuscirò ad essere donna, a rispondere a quella chiamata profonda. Sentirò dolore? Ho letto che all’inizio può far male. E io sono vergine. Mai stata prima con un uomo. Anche i pompini, li ho solo visti nei video online, un mondo virtuale non la realtà che ora mi sta travolgendo. Si, avevo succhiato un po’ un didlo e ci avevo un po’ giocato anche nel culetto, ma ora ho davanti un uomo vero, ho paura, ma al tempo stesso sono eccitata, sarà l’alcool, o è lui, quel suo odore di maschio, lui che è davvero un gran figo e quanto mi fa sentire femmina quando mi bacia, quando le sue mani sono sul mio corpo, quando la sua voce mi dice cose, mi sento quasi in trance.
Gianni capisce la mia esitazione, il mio tremore. I suoi occhi scuri, profondi mi fissano con una dolcezza inaspettata. Non c’è fretta nel suo sguardo, ma un desiderio profondo, più rispettoso. Si muove lentamente, raggiungendo la mia mano.
Ehi! Mi sussurra. Va tutto bene. Siamo qui, insieme. Respiriamo. Mi guarda di nuovo, e questa volta, nel suo sorriso, non solo seduzione, ma anche una promessa di pazienza.
Non devi fare niente che non vuoi, mi dice.
Ti va di toccarmi? Prova a vedere se ti piace. E mi porta la mano sul suo boxer, là dove vedo quel bozzo duro. La sua erezione, impressionante sotto il cotone dei boxer, la forma lunga e spessa che preme per essere liberata
Dai! Coraggio, scoprilo! La mia mano lo libera e ora il suo membro duro svetta. Su accarezzalo! Mi dice e mi fa inginocchiare davanti a lui. Inizio così ad accarezzarlo. E’ la prima volta che tocco un cazzo che non sia il mio, tra le mie dita e le mie mani continua a diventare più grosso e lo sento caldo, morbido e duro, la pelle è calda, le mie dita smaltate nere scorrono lungo la sua asta. Lui mi incoraggia ancora. Dai vedi, sei brava, ti piace? Continuo, sempre come se fossi automa, guidata dalla sua voce, sono come ipnotizzata da quello che sto facendo, da quel cazzo caldo, duro, dalla voce di Gianni che mi rassicura e che mi invita a continuare. Sollevo il mio sguardo e lo guardo, lo vedo ora con uno sguardo pieno di desiderio, ha un qualcosa di diverso, la sua voce è piena di eccitazione e mi dice Lo vuoi vero? Annuisco, incapace di dire parola, mi sento un calore dentro di me e la testa è in preda a mille emozioni, il cuore mi batte forte. Lui: continua, sei eccitata anche te, sei fantastica lo sai? Appena ti ho vista al bar, ti ho desiderata! Il suo cazzo è duro, grosso, con la punta già lucida di gocce di pre-sperma, che bagnano la mia mano, le sue vene pulsano sotto la pelle tesa, al contatto delle mie dita che lo accarezzano con dolcezza. Lo sento: è mio quel cazzo di quell’uomo, mi chiama, mi attira, sento di volerlo e di essere Monica. E lì Gianni dice Vuoi il mio cazzo vero? Annuisco incapace di dire anche quel sì.
Lo vuoi in bocca, amore? Mi chiede, e annuisco di nuovo, il cuore in gola è a mille. Si avvicina e sento il calore del suo corpo, il suo odore di maschio mi avvolge, lui mi prende la testa tra le mani, guidandola verso il suo membro e dice: Apri, la bocca! Ora è un invito, ma anche un ordine, a cui obbedisco e le labbra si aprono. Gianni mi spinge la punta del cazzo tra le labbra, lo fa lento, mi da il tempo di abituarmi al suo sapore un po’ dolce, un po’ salato, alla consistenza vellutata della pelle, alla quella sensazione di avere il cazzo di un uomo vero in bocca per la prima volta.
E’ caldo, faccio un po’ fatica all’inizio, anche perchè ha davvero un bel cazzo Gianni, ben fatto, una misura giusta direi perchè non è un megacazzo e mi lascia il tempo di abituarmi a quella nuova sensazione tra le mie labbra.
Gianni all’improvviso emette un gemito profondo e mi dice Sei davvero brava, lo vedi! E lo spinge un po’ più a fondo, le mani che mi tengono la testa e i capelli, controllano ora il ritmo. Sto impazzendo, lui percepisce che sono eccitatissima ora e si spinge a incitarmi con parole nuove, parole più peccaminose e forti. Succhiami, come una puttana! Mi insulta. Sono nelle sue mani. Mi vuole e le sue parole e i suoi gesti non fanno che confermare come mi voglia lussuriosa per lui. Le parole, mi insultano e ho un rapido momento in cui mi sento come offesa, ma al tempo stesso mi eccitano ancora di più, mi portano a chiudere forti le labbra attorno al suo cazzo, e a volerglielo succhiare tutto. Il mio primo sesso con un uomo. Uno strafigo, sicuro di se, e che ora mi spronava a liberare la mia fame di sesso con lui, e insisteva chiamandomi con quel termine: puttana!
Sto diventando una puttana? So che Monica era ora in preda ad una febbre, calda febbre, vogliosa di sesso, vogliosa di essere sempre più femmina e di godere e far godere il suo uomo.
La mia lingua assapora ogni centimetro di quel cazzone, lo percorre tutto, risalendo dalla base sino alla sua cappella, gonfia, turgida, bagnata. Ricordo i pompini che ho visto nei video fatti da donne, o travestiti e trans. Quante volte ho immaginato di essere una di loro. Gianni mi dice Che brava Monica! Brava la mia puttanella, avendo visto che quelle parole mi hanno smosso dentro ad essere più porca. E infatti continuo, glielo succhio con una fame segreta. Lui alterna momenti in cui mi lascia libera a momenti in cui è lui che mi scopa la bocca, costringendomi a prenderglielo quasi completamente tutto sino in gola profonda, mi pare di soffocare, ho rigurgiti, allora lui mi lascia il tempo di riprendermi e mi fa respirare, lo insalivo meglio e ci sputo sopra per rendermi tutto più agevole. Lo massaggio con la mano, poi riprendo a leccarlo a succhiarglielo, adoro quel suo odore di maschio il suoi umori, adoro sentirlo turgido tra le labbra, ed è lì che comprendo il mio potere di femmina, ora sono io che comando lui e che guido quel suo piacere e lo sento sussultare, lo sento ansimare voglioso e io gemo di piacere perchè mi sento potente e donna, sono Monica, sono femmina, sono la sua puttana come continua a ripetermi. Prendo a dare piccoli bacetti sulla sua cappella, con la lingua gli sfioro il frenulo, lo sento sussultare a quel tocco, gli do piccoli bacetti sulla corona, sul glande, l’ho in mio potere, potere di donna, capace di eccitare il suo uomo. Gianni, emette versi di piacere.
Poi mi ferma e mi dice: Succhiami le palle troietta! Dillo che sei la mia troietta! Dillo quanto ti piace il mio cazzo! Dillo Monica! Impazzita rispondo! Si sono la tua troietta Gianni! E tu sei il mio uomo. Adoro il tuo cazzone! Brava dice lui! Ora succhiami le palle troietta! Fammi vedere ancora quanto sei brava e quanta fame hai!
Ubbidisco e gliele succhio prima una avviluppandola con la mia bocca, poi l’altra, poi tutte e due: sono gonfie, calde, Gianni deve essere pieno di sborra, mi fa paura pensare a quando scoppierà. Preso dal piacere mi dice Sei proprio una brava puttanella! Guarda come succhi bene! E ora continua a succhiamelo che devi ancora finire di imparare! Stai diventando sempre più brava lo sai? Riprendo, presa da una brama intensa, mi divora quel piacere di sentire e vedere come sto eccitando il mio primo uomo, Gianni. Mi piace il suo sapore, il sapore del suo cazzone, l’unica cosa che conta è il nostro piacere, adoro passare la mia lingua su tutto il suo cazzo, percorrerlo, farlo diventare sempre più svettante e duro, adoro dare colpetti di li lingua sulla suo filetto, sul suo glande, e poi avvolgere la sua calda cappella tra le mie labbra, succhiarla, rilasciare, succhiarla, rilasciarla, mugolare il mio piacere, sentire i suoi sussulti, le sue parole sporche che mi urtano, ma mi eccitano ad essere sempre più porcella e perdere le mie incertezze, le mie inibizioni, lasciarmi andare ad essere sua, ad essere femmina, la sua femmina.
La sua voce mi dice Sei bravissima, ma è davvero il primo cazzo che succhi? Sembra che tu non abbia fatto altro. Sei una pompinara nata Monica. Una deliziosa femmina vogliosa. E ride, gli sorrido, vogliosa con sfida. Mi sento femmina e capace, la paura, almeno di succhiarlo e di essere brava è scomparsa, mi rimangono le altre però, cosa che al tempo stesso mi eccita perchè lui me l’ha detto, questa notte mi farà sua e io sarò la sua donna. Questa notte finalmente Monica. Perderò la mia verginità.
Sento caldo, eccitata, sono una calda femmina eccitata e bagnata, i nostri umori, i nostri odori, l’odore e sapore di maschio dentro di me, su di me, sulle mie labbra, dentro la mia bocca, i colpi che mi dava schiaffeggiandomi col cazzo il viso. Sono rapita, lo sento che sta per … e sua la promessa di ciò che sarebbe venuto dopo, quando mi scoperà, quando avrà il mio culetto ancora vergine e mi riempirà tutta.
Gianni continua, mi prende il capo e spinge il suo cazzo tutto in bocca, faccio sempre ancora un po' di fatica, mi sento soffocare, mi fa respirare, poi riprende a scoparmi, con passione e foga, lasciandomi a momenti riprendere fiato, lo sento che sussulta dentro la mia bocca, quando poi incontra la mia lingua. Sembra non finire mai, mi chiude il naso come fanno nei video porno, e poi mi rifà respirare. Mentre mi scopa in bocca, mi insulta e mi dice: sei proprio una gran femmina, guarda come ti piace il cazzo!
Lo sento sempre più caldo, si stacca da me e mi dice sei pronta? Sei pronta troietta? La vuoi? Ti riempio tutta di sborra. La vuoi troia ? Dillo che la vuoi! Dillo che sei la mia troia! In preda all’eccitazione ripeto come stregata dal quel cazzo turgido e potente e dalle sua voce. Si, sono la tua troia Gianni! Voglio la tua sborra!!. Gianni si erge ancora di più davanti a me in ginocchio davanti a lui, lo vedo davanti ai miei occhi, è come un gigante, una statura di marmo, ma calda, di carne viva, il mio naso sente il suo odore, le mie labbra hanno il suo sapore. Lui completa la mia opera e con la sua mano, se lo sega davanti a me che ho la bocca aperta, con la lingua pronta a ricevere quella calda crema, emette un rumore, un rantolo, un grugnito come quello di un animale famelico ed ecco che esplode, scoppia. E’ una serie di schizzi feroci, possenti, fiotti di sborra calda mi ricoprono tutta, il volto, sugli occhi, sul collo, mi sta inondando con la sua sborra, è tantissima, non me l’aspettavo, è calda, mi ricopre le labbra, il naso, mi riempie la bocca, rantola di piacere e mi dice prendila tutta Monica! Ti riempio troietta! E mi costringe tenendomi il capo fermo a leccarglielo tutto! Puliscilo per bene troietta! Fammi vedere quanto ti piace essere la mia donna! Quanto ami la mia sborra! In trance non posso che ubbidirgli! Gli pulisco tutto il cazzo, lo lecco ancora, fino a quando si riduce un po’ e me lo sfila. Sento tutto il sapore della sua sborra, del suo sperma, non me lo sarei mai immaginato, mi sento sporca, troietta, porca, piena di lui del mio maschio, mi sento femmina e donna.
Ho le mie labbra lucide di sborra, sporche del suo seme, un filo di sperma mi cola ancora dall’angolo della bocca. Mi lecco le labbra con lentezza, avida, assaporo ogni goccia, con un sorriso lascivo, trionfante, guardo Gianni, lui mi sorride, io gli sorrido.
Sento l’odore della sborra. Mi dice: che femmina che sei! Brava Monica, puliscila tutta che ne hai ancora.
Civettuola, ubbidisco, lasciva pulisco tutto sono una gattina che beve il suo latte, sono profondamente eccitata, sconvolta da tutto, in preda all'eccitazione non è ancora finita e nemmeno lui, il suo sguardo lo dice, anche il suo cazzo, e mi dice ho voglia di te tesoro, voglio scoparti e farti godere ancora e ancora e ancora.
Lo avvicina al mio volto. L’ho davanti al viso, alla mia bocca e sento il suo calore e il suo odore di maschio eccitato.
La paura è forte, quasi paralizzante. Non so se mi piacerà e se riuscirò ad essere donna, a rispondere a quella chiamata profonda. Sentirò dolore? Ho letto che all’inizio può far male. E io sono vergine. Mai stata prima con un uomo. Anche i pompini, li ho solo visti nei video online, un mondo virtuale non la realtà che ora mi sta travolgendo. Si, avevo succhiato un po’ un didlo e ci avevo un po’ giocato anche nel culetto, ma ora ho davanti un uomo vero, ho paura, ma al tempo stesso sono eccitata, sarà l’alcool, o è lui, quel suo odore di maschio, lui che è davvero un gran figo e quanto mi fa sentire femmina quando mi bacia, quando le sue mani sono sul mio corpo, quando la sua voce mi dice cose, mi sento quasi in trance.
Gianni capisce la mia esitazione, il mio tremore. I suoi occhi scuri, profondi mi fissano con una dolcezza inaspettata. Non c’è fretta nel suo sguardo, ma un desiderio profondo, più rispettoso. Si muove lentamente, raggiungendo la mia mano.
Ehi! Mi sussurra. Va tutto bene. Siamo qui, insieme. Respiriamo. Mi guarda di nuovo, e questa volta, nel suo sorriso, non solo seduzione, ma anche una promessa di pazienza.
Non devi fare niente che non vuoi, mi dice.
Ti va di toccarmi? Prova a vedere se ti piace. E mi porta la mano sul suo boxer, là dove vedo quel bozzo duro. La sua erezione, impressionante sotto il cotone dei boxer, la forma lunga e spessa che preme per essere liberata
Dai! Coraggio, scoprilo! La mia mano lo libera e ora il suo membro duro svetta. Su accarezzalo! Mi dice e mi fa inginocchiare davanti a lui. Inizio così ad accarezzarlo. E’ la prima volta che tocco un cazzo che non sia il mio, tra le mie dita e le mie mani continua a diventare più grosso e lo sento caldo, morbido e duro, la pelle è calda, le mie dita smaltate nere scorrono lungo la sua asta. Lui mi incoraggia ancora. Dai vedi, sei brava, ti piace? Continuo, sempre come se fossi automa, guidata dalla sua voce, sono come ipnotizzata da quello che sto facendo, da quel cazzo caldo, duro, dalla voce di Gianni che mi rassicura e che mi invita a continuare. Sollevo il mio sguardo e lo guardo, lo vedo ora con uno sguardo pieno di desiderio, ha un qualcosa di diverso, la sua voce è piena di eccitazione e mi dice Lo vuoi vero? Annuisco, incapace di dire parola, mi sento un calore dentro di me e la testa è in preda a mille emozioni, il cuore mi batte forte. Lui: continua, sei eccitata anche te, sei fantastica lo sai? Appena ti ho vista al bar, ti ho desiderata! Il suo cazzo è duro, grosso, con la punta già lucida di gocce di pre-sperma, che bagnano la mia mano, le sue vene pulsano sotto la pelle tesa, al contatto delle mie dita che lo accarezzano con dolcezza. Lo sento: è mio quel cazzo di quell’uomo, mi chiama, mi attira, sento di volerlo e di essere Monica. E lì Gianni dice Vuoi il mio cazzo vero? Annuisco incapace di dire anche quel sì.
Lo vuoi in bocca, amore? Mi chiede, e annuisco di nuovo, il cuore in gola è a mille. Si avvicina e sento il calore del suo corpo, il suo odore di maschio mi avvolge, lui mi prende la testa tra le mani, guidandola verso il suo membro e dice: Apri, la bocca! Ora è un invito, ma anche un ordine, a cui obbedisco e le labbra si aprono. Gianni mi spinge la punta del cazzo tra le labbra, lo fa lento, mi da il tempo di abituarmi al suo sapore un po’ dolce, un po’ salato, alla consistenza vellutata della pelle, alla quella sensazione di avere il cazzo di un uomo vero in bocca per la prima volta.
E’ caldo, faccio un po’ fatica all’inizio, anche perchè ha davvero un bel cazzo Gianni, ben fatto, una misura giusta direi perchè non è un megacazzo e mi lascia il tempo di abituarmi a quella nuova sensazione tra le mie labbra.
Gianni all’improvviso emette un gemito profondo e mi dice Sei davvero brava, lo vedi! E lo spinge un po’ più a fondo, le mani che mi tengono la testa e i capelli, controllano ora il ritmo. Sto impazzendo, lui percepisce che sono eccitatissima ora e si spinge a incitarmi con parole nuove, parole più peccaminose e forti. Succhiami, come una puttana! Mi insulta. Sono nelle sue mani. Mi vuole e le sue parole e i suoi gesti non fanno che confermare come mi voglia lussuriosa per lui. Le parole, mi insultano e ho un rapido momento in cui mi sento come offesa, ma al tempo stesso mi eccitano ancora di più, mi portano a chiudere forti le labbra attorno al suo cazzo, e a volerglielo succhiare tutto. Il mio primo sesso con un uomo. Uno strafigo, sicuro di se, e che ora mi spronava a liberare la mia fame di sesso con lui, e insisteva chiamandomi con quel termine: puttana!
Sto diventando una puttana? So che Monica era ora in preda ad una febbre, calda febbre, vogliosa di sesso, vogliosa di essere sempre più femmina e di godere e far godere il suo uomo.
La mia lingua assapora ogni centimetro di quel cazzone, lo percorre tutto, risalendo dalla base sino alla sua cappella, gonfia, turgida, bagnata. Ricordo i pompini che ho visto nei video fatti da donne, o travestiti e trans. Quante volte ho immaginato di essere una di loro. Gianni mi dice Che brava Monica! Brava la mia puttanella, avendo visto che quelle parole mi hanno smosso dentro ad essere più porca. E infatti continuo, glielo succhio con una fame segreta. Lui alterna momenti in cui mi lascia libera a momenti in cui è lui che mi scopa la bocca, costringendomi a prenderglielo quasi completamente tutto sino in gola profonda, mi pare di soffocare, ho rigurgiti, allora lui mi lascia il tempo di riprendermi e mi fa respirare, lo insalivo meglio e ci sputo sopra per rendermi tutto più agevole. Lo massaggio con la mano, poi riprendo a leccarlo a succhiarglielo, adoro quel suo odore di maschio il suoi umori, adoro sentirlo turgido tra le labbra, ed è lì che comprendo il mio potere di femmina, ora sono io che comando lui e che guido quel suo piacere e lo sento sussultare, lo sento ansimare voglioso e io gemo di piacere perchè mi sento potente e donna, sono Monica, sono femmina, sono la sua puttana come continua a ripetermi. Prendo a dare piccoli bacetti sulla sua cappella, con la lingua gli sfioro il frenulo, lo sento sussultare a quel tocco, gli do piccoli bacetti sulla corona, sul glande, l’ho in mio potere, potere di donna, capace di eccitare il suo uomo. Gianni, emette versi di piacere.
Poi mi ferma e mi dice: Succhiami le palle troietta! Dillo che sei la mia troietta! Dillo quanto ti piace il mio cazzo! Dillo Monica! Impazzita rispondo! Si sono la tua troietta Gianni! E tu sei il mio uomo. Adoro il tuo cazzone! Brava dice lui! Ora succhiami le palle troietta! Fammi vedere ancora quanto sei brava e quanta fame hai!
Ubbidisco e gliele succhio prima una avviluppandola con la mia bocca, poi l’altra, poi tutte e due: sono gonfie, calde, Gianni deve essere pieno di sborra, mi fa paura pensare a quando scoppierà. Preso dal piacere mi dice Sei proprio una brava puttanella! Guarda come succhi bene! E ora continua a succhiamelo che devi ancora finire di imparare! Stai diventando sempre più brava lo sai? Riprendo, presa da una brama intensa, mi divora quel piacere di sentire e vedere come sto eccitando il mio primo uomo, Gianni. Mi piace il suo sapore, il sapore del suo cazzone, l’unica cosa che conta è il nostro piacere, adoro passare la mia lingua su tutto il suo cazzo, percorrerlo, farlo diventare sempre più svettante e duro, adoro dare colpetti di li lingua sulla suo filetto, sul suo glande, e poi avvolgere la sua calda cappella tra le mie labbra, succhiarla, rilasciare, succhiarla, rilasciarla, mugolare il mio piacere, sentire i suoi sussulti, le sue parole sporche che mi urtano, ma mi eccitano ad essere sempre più porcella e perdere le mie incertezze, le mie inibizioni, lasciarmi andare ad essere sua, ad essere femmina, la sua femmina.
La sua voce mi dice Sei bravissima, ma è davvero il primo cazzo che succhi? Sembra che tu non abbia fatto altro. Sei una pompinara nata Monica. Una deliziosa femmina vogliosa. E ride, gli sorrido, vogliosa con sfida. Mi sento femmina e capace, la paura, almeno di succhiarlo e di essere brava è scomparsa, mi rimangono le altre però, cosa che al tempo stesso mi eccita perchè lui me l’ha detto, questa notte mi farà sua e io sarò la sua donna. Questa notte finalmente Monica. Perderò la mia verginità.
Sento caldo, eccitata, sono una calda femmina eccitata e bagnata, i nostri umori, i nostri odori, l’odore e sapore di maschio dentro di me, su di me, sulle mie labbra, dentro la mia bocca, i colpi che mi dava schiaffeggiandomi col cazzo il viso. Sono rapita, lo sento che sta per … e sua la promessa di ciò che sarebbe venuto dopo, quando mi scoperà, quando avrà il mio culetto ancora vergine e mi riempirà tutta.
Gianni continua, mi prende il capo e spinge il suo cazzo tutto in bocca, faccio sempre ancora un po' di fatica, mi sento soffocare, mi fa respirare, poi riprende a scoparmi, con passione e foga, lasciandomi a momenti riprendere fiato, lo sento che sussulta dentro la mia bocca, quando poi incontra la mia lingua. Sembra non finire mai, mi chiude il naso come fanno nei video porno, e poi mi rifà respirare. Mentre mi scopa in bocca, mi insulta e mi dice: sei proprio una gran femmina, guarda come ti piace il cazzo!
Lo sento sempre più caldo, si stacca da me e mi dice sei pronta? Sei pronta troietta? La vuoi? Ti riempio tutta di sborra. La vuoi troia ? Dillo che la vuoi! Dillo che sei la mia troia! In preda all’eccitazione ripeto come stregata dal quel cazzo turgido e potente e dalle sua voce. Si, sono la tua troia Gianni! Voglio la tua sborra!!. Gianni si erge ancora di più davanti a me in ginocchio davanti a lui, lo vedo davanti ai miei occhi, è come un gigante, una statura di marmo, ma calda, di carne viva, il mio naso sente il suo odore, le mie labbra hanno il suo sapore. Lui completa la mia opera e con la sua mano, se lo sega davanti a me che ho la bocca aperta, con la lingua pronta a ricevere quella calda crema, emette un rumore, un rantolo, un grugnito come quello di un animale famelico ed ecco che esplode, scoppia. E’ una serie di schizzi feroci, possenti, fiotti di sborra calda mi ricoprono tutta, il volto, sugli occhi, sul collo, mi sta inondando con la sua sborra, è tantissima, non me l’aspettavo, è calda, mi ricopre le labbra, il naso, mi riempie la bocca, rantola di piacere e mi dice prendila tutta Monica! Ti riempio troietta! E mi costringe tenendomi il capo fermo a leccarglielo tutto! Puliscilo per bene troietta! Fammi vedere quanto ti piace essere la mia donna! Quanto ami la mia sborra! In trance non posso che ubbidirgli! Gli pulisco tutto il cazzo, lo lecco ancora, fino a quando si riduce un po’ e me lo sfila. Sento tutto il sapore della sua sborra, del suo sperma, non me lo sarei mai immaginato, mi sento sporca, troietta, porca, piena di lui del mio maschio, mi sento femmina e donna.
Ho le mie labbra lucide di sborra, sporche del suo seme, un filo di sperma mi cola ancora dall’angolo della bocca. Mi lecco le labbra con lentezza, avida, assaporo ogni goccia, con un sorriso lascivo, trionfante, guardo Gianni, lui mi sorride, io gli sorrido.
Sento l’odore della sborra. Mi dice: che femmina che sei! Brava Monica, puliscila tutta che ne hai ancora.
Civettuola, ubbidisco, lasciva pulisco tutto sono una gattina che beve il suo latte, sono profondamente eccitata, sconvolta da tutto, in preda all'eccitazione non è ancora finita e nemmeno lui, il suo sguardo lo dice, anche il suo cazzo, e mi dice ho voglia di te tesoro, voglio scoparti e farti godere ancora e ancora e ancora.
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