Matilde

di
genere
confessioni

Quella sera mi aveva mandato un messaggio semplice:

“Ho voglia di raccontarti qualcosa. Vieni.”

Quando ha aperto la porta, la storia era già cominciata.

Matilde indossava una sottoveste argentata, di raso leggero, lucida e sfacciata come la sua pelle nuda sotto.
La scollatura profonda lasciava scoperta gran parte del seno — non per caso, ma per intenzione.
Era truccata appena, ma con precisione: rossetto scuro, occhi marcati, capelli liberi sulle spalle come una dichiarazione d’indipendenza.

Mi ha guardato un secondo, poi ha sorriso.

«Non toglierti le scarpe. Non resterai in piedi a lungo.»

Si è girata, lasciandomi il passo.
E mentre camminava verso il salotto, la veste si muoveva come un sipario pronto ad aprirsi.
Io l’ho seguita. Senza fare domande.
scritto il
2025-10-27
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