Lady amaranto

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incesti

LADY AMARANTO
Mi chiamo Annamaria ed esisto davvero, se volete conoscermi
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Tutto ebbe inizio quando festeggiai il mio tredicesimo compleanno.
Fu un giorno speciale, e per certi aspetti indimenticabile.
Ricordo il clima festoso, i regali, il taglio della torta, e poi a sera, quando tutti erano andati via, mio padre mi disse che era arrivato il momento di immortalare quella giornata.
Mio padre era sempre stato affettuoso, molto affettuoso con me.
Ricordo le sue carezze, i suoi baci, intimi, molto intimi, che all'epoca mi sembravano naturali, ma che oggi rivedo con occhi diversi.
Oggi che sono una donna, adulta, libera, indipendente, senza inibizioni, con desideri, anche sfrenati, da soddisfare ogni volta che ne ho voglia, rivedendo le foto di quella bambina ingenua e incuriosita, comprendo come tutti questi miei istinti, questa fame di sesso che cerco di soddisfare, fossero già vivi in me e solo in attesa di manifestarsi.
E così quella sera mio padre con suo fratello, mio zio, mi condusse in camera da letto e cominciò a fotografarmi.
Fotografie sempre più ardite.
Col vestitino sceso, sempre più sceso, senza vestitino, in slip, senza slip, in pose ardite...
Cominciò tutto quella sera, e per me ebbe inizio un percorso "formativo" verso la trasgressione nel corso del quale mio padre e mio zio cominciarono a farmi conoscere e assaporare dal vero i gusti dl sesso.
Ispirati da David Hamilton, il famoso fotografo dei fanciulli, che confuse sempre arte e pornografia, mio padre e mio zio iniziarono a immortalarmi e a introdurmi alle gioie del sesso, con pose e atteggiamenti sempre più arditi.
E così, nel corso degli anni, dalle semplici carezze si passò lentamente ai baci, alle masturbazioni, fino ai pompini con l'ingoio.
Fu un percorso lungo e rivelatore, nel corso del quale imparai ad assaporare le meraviglie del sesso.
Imparai a far diventare i cazzi duri, leccandoli e infilandoli nella bocca, succhiandoli e accarezzandoli.
Imparai a farli sborrare, a indirizzare i getti di sperma, a ingoiare.
Certo, fu una strada nuova, sconosciuta, tutta da scoprire, ma mi impegnai, attratta da una realtà oscura e affascinante.
La trasgressione divenne lentamente parte di me, la parte nascosta e vitale di me.
Iniziai a essere attratta da tutto ciò che poteva regalarmi brividi di piaceri imprevisti e osceni.
Ricordo una sera, ero a casa dello zio insieme a mio padre.
Dopo cena andammo nello studio dello zio.
Senza dire nulla lo zio prese ad accarezzarmi il viso, a baciarmi.
Le sue mani scesero sui miei seni, che già avevano assunto un aspetto avvenente.
Mi abbassò il vestito, mi scese il reggiseno e prese a baciarmi e leccarmi le tette e i capezzoli, mentre con la mano, penetrato dentro gli slip, mi accarezzava la fica, già adornata da una elegante peluria.
Mio padre guardava, si toccava e, con la macchinetta fotografica in mano, era pronto a immortalare i momenti più interessanti ed eccitanti.
Mio zio mi abbassò anche gli slip e sentii le sue dita entrare nella mia fica, che era già umida di piacere.
Con l'altra mano iniziò ad accarezzarmi il culo.
Sentii le sue dita entrare con decisione tra i glutei, accarezzare il buco e poi forzare per entrare.
Era una sensazione nuova, strana, ma eccitante.
Mi turbava e mi piaceva.
Mi inarcai con la schiena per offrirgli meglio il mio culo, e sentii il suo dito penetrare, lentamente.
Ero eccitatissima.
I miei capezzoli erano durissimi, leccati e mordicchiati da mio zio con la bocca, la mia fica urlava di piacere, tormentata dalle dita di mio zio, mentre il mio culo si era surriscaldato di piacere.
Ancheggiavo, mugolavo di piacere, sospiravo eccitata quando venni emettendo un debole urlo.
Mio zio continuò con più vigore i suoi massaggi e io continuavo a godere impazzita di piacere, mentre mio padre scattava con la sua macchinetta.
A qual punto mio zio si sedette sulla poltrona, allargò le gambe e mi guardò in silenzio.
Capii al volo, e non vedevo l'ora di soddisfarlo.
Mi inginocchiai davanti a lui, gli sbottonai i pantaloni, estrassi il cazzo già duro e lo contemplai per qualche istante.
Lo accarezzavo e iniziai a leccarlo.
Mio zio mi afferrò per i capelli, mi spinse giù la testa e mi disse::"Succhia, fammi sborrare in bocca e ingoia tutto, capito?"
Feci di sì con la testa, mentre col suo cazzo in bocca avevo iniziato a fargli un pompino.
Afferrai il suo cazzo con una mano mentre lo sbocchinavo.
Lo segavo e lo leccavo, lo segavo e lo succhiavo, mentre con l'altra mano gli accarezzavo le palle.
Lo sentivo fremere di piacere.
Iniziava a contorcersi, a emettere suoni gutturali.
Cominciai a udire i suoi siii, brava, continua, piccola troia, puttanella...
Mi eccitavo sempre di più: avevo voglia di masturbarmi.
Lo sentii irrigidirsi, sapevo che stava per sborrare e non vedevo l'ora di assaporare il suo sperma.
Qualche secondo e la mia bocca venne invasa dal suo liquido caldo e viscoso.
Andai ad assaporare con la lingua il gusto della sua sborra, estasiata.
Attesi che il suo cazzo finisse di emettere sperma.
"Non ingoiare subito, piccola troia - mi disse mio zio - prima fammi vedere la tua bocca piena della mia sborra"
Annuii, e quando i fiotti cessarono alzai la testa, aprii la bocca e la feci vedere a mio zio, che mi osservò compiaciuto.
"Ora puoi ingoiare, piccola zoccola", mi disse sorridendo, e io lo feci subito, felice, e guardandolo dritto negli occhi.
"La ragazza promette bene - disse mio zio a mio padre che osservava compiaciuto la scena - diventerà una troia straordinaria, farà impazzire tutti gli uomini"

di
scritto il
2025-10-23
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