Dal depuratore in poi

di
genere
bisex

A Fabiola ho confessato che in gioventù ho avuto tendenze omosessuali, non a livello di rapporti veri e propri ma qualche sega o meglio ancora qualche pompino l’ho fatto e devo dire con grande piacere. Lei invece non aveva avuto attrazioni per lo stesso sesso ma qualche ragazzo l’aveva avuto, spesso con delusioni, solo un paio l’hanno
soddisfatta a dovere. Ora però viaggiavamo sullo stesso binario, entrambi soddisfatti della situazione. Ogni tanto qualche pensiero peccaminoso l’avevamo, senza paura di dircelo in faccia, anzi forse era motivo di eccitazione. Tra pensiero e realtà a volte la distanza è insormontabile, infatti restavano solo pensieri che comunque ci davano uno stimolo erotico. Ero un dipendente del comune con compiti di manutentore, il mio capo diretto era Tobia un cinquantacinquenne dalle belle speranze che si era adattato a fare un lavoro che non gli dava soddisfazione, però ci sosteneva la famiglia insieme alla retribuzione della moglie Stella che invece lavorava presso una ditta di pulizie. Ci raccontavamo qualcosa che non aveva nulla di privato, più che altro ambizioni e frustrazioni. Un giorno siamo andati a fare manutenzione a dei motori del depuratore comunale. Quando siamo arrivati ci ha investito l’odore nauseabondo dei liquami -Mai come adesso possiamo dire che facciamo un lavoro di merda- Siamo scoppiati a ridere. Abbiamo fatto la riparazione ci siamo lavati le mani, siamo usciti dal cancello, il depuratore è in aperta campagna -Devo pisciare, aspetta- ha tirato fuori qualcosa di mostruoso -Non hai mai visto un cazzo?- -Ne ho visti diversi, nessuno come il tuo, figurati Stella come sarà felice- -Lascia perdere, quella è una troia, non le basta mai. A proposito perché di cazzi ne hai visti tanti- Ormai mi ero avventurato in un vicolo cieco- -Risale a qualche esperienza di gioventù, come succede a tutti ho fatto qualche sega- -Non succede a tutti, è successo a te perché provavi piacere- Eravamo seduti in macchina, doveva guidare lui, aveva inserito la chiave nel cruscotto ma non ripartiva, siamo rimasti pochi secondi in silenzio, il suo cazzo prendeva forma sotto i pantaloni, apre la patta, lo tira fuori, c’era poco da resistere, con una mano l’ho toccato -Mamma come è duro- si è sistemato sul sedile, ha messo le mani dietro la nuca, ha chiuso gli occhi, ho cominciato a segarlo, gemeva, mi sono piegato l’ho preso in bocca, non ci stava facilmente, ho appena sentito il sapore di urina, volevo sputare, mi ha tenuto la testa in modo che non lo lasciassi, subito dopo è arrivata la sborra, sono stato costretto ad ingoiare -Sei bravo, mi hai fatto godere- Ci siamo sistemati, puliti e siamo ripartiti, nessuno parlava, un
silenzio irreale -Scusami se sono stato precipitoso, mi hai eccitato- -Grazie, mi è
piaciuto farti il pompino, mi è piaciuto quel sapore di urina ed ancora di più mi è piaciuta la sborra- Tra me e Tobia come non fosse successo nulla, abbiamo continuato nel nostro lavoro, fino alla sera. Tornato a casa mi sembrava di volare, ero euforico.
-Che ti succede?- -Niente di particolare, oggi la giornata è stata proficua sotto l’aspetto del lavoro, siamo stati al depuratore io e Tobia, mi ha fatto morire dal ridere- Volevo rivelarle subito quella magnifica esperienza, sono riuscito a tacere proponendomi che l’avrei fatto sul letto. Mi sono limitato a dire che Tobia aveva pisciato davanti a me con un cazzo mastodontico. Quella sera l’ho scopata come mai era successo. Lei ha capito che c’era qualcosa -E’ stato il cazzo di Tobia?- -Non proprio, ho pensato a te, forse ti sarebbe piaciuto avere nella figa quel palo- Nessuna risposta, mi ha dato le spalle, si è addormentata, o ha finto. Io no sono rimasto sveglio, pensavo di aver tirato troppo la corda che si era spezzata. Preso dal sonno la mattina mi ha svegliato lei con un bacio sulle labbra -Buongiorno amore- è andata verso il cazzo, l’ha fatto resuscitare, mi è venuta sopra, se lo è messo dentro ed è arrivato l’orgasmo in pochi secondi senza che sborrassi io. E’ scesa ha preparato la colazione, con tutto il resto, sono uscito per andare al lavoro. Mentre viaggiavo mi è venuto in mente il proverbio “Chi ben comincia….” Quando sono arrivato Tobia aveva già preparato il programma del giorno, aveva caricato la macchina -Come stai?- -Bene anzi benissimo, ho raccontato a Fabiola del tuo cazzo, non ho avuto il coraggio di dirle che ti ho fatto il pompino, ma ti assicuro che lo farò. Ci verresti a casa non so come e quando a scoparla?- -Sei sicuro di quello che dici?- -Altroché se sono sicuro, mentre la scopi vi leccherei, vi morderei, via farei tutto per farvi godere- E’ stato più facile del previsto, la scusa verso Stella è stata puerile, sta di fatto che Tobia si è presentato in abiti da lavoro alle sette a casa nostra, eravamo ancora nel letto io e Fabiola. Lei mezza assonnata è rimasta nel letto, ha salutato Tobia con un ciao, io l’ho spogliato, il cazzo cresceva a vista d’occhio, Fabiola ha sgranato i suoi, le ho bagnato la figa, ho bagnato il cazzo di Tobia, sono stato io ad infilarlo. Sconcerto totale, pensavo ci fossero difficoltà a farlo entrare, macché l’ha ricevuto con molta facilità. Hanno iniziato delicatamente, sono andato giù li guardavo e li leccavo, era bellissimo vedere quella figa spalancata con quel cazzone che che l’aveva dilatata al massimo. Dopo dieci minuti sono esplosi in un orgasmo che hanno sentito tutti in un raggio di cento metri. Disfatti entrambi cercavano di recuperare, io indomito ho raccolto tutta la sborra che già avevo provato dal sapore eccezionale. Quel cazzo non l’avremmo mai lasciato ne io ne Fabiola, ho cominciato a lavorare di bocca sul cazzo di Tobia che appena duro lo rimettevo nella figa. E’ andata avanti tutta la mattinata, alle 11,30 Tobia come da programmi è andato via. Siamo rimasti soli io e Fabiola, non potevamo fare altro se non scopare. Tralascio il resto della giornata, il lunedì sul posto di lavoro ho ringraziato Tobia, da quel giorno oltre che colleghi siamo diventati amici di figa, quando poteva veniva a casa a farci godere, a volte succedeva anche in orari impossibili. Eravamo dipendenti del suo cazzo.
scritto il
2025-10-08
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