La prima vera sessione

di
genere
dominazione

*Nota: le date e i dialoghi per il momento fanno riferimento a sessioni già avvenute in questi mesi. Il resto, le mie considerazioni, possono raccontare ciò che è successo o succedere ora. Pubblicherò le sessioni più interessanti, raccontando la mia evoluzione, fino a riportarmi al presente.

1 Febbraio.
Un suono. Una notifica.
- "Domani pomeriggio, alle 14 sessione" diceva così il messaggio su quella chat quel pomeriggio. Quando non siamo in sessione, tutti gli ordini, le richieste, le domande, le relazioni passano tutte da lì, su quella chat.
- "Si padrone. Vuole che esegua qualche ordine prima?" Rispondo immediatamente, da brava sottomessa.
- "Depilati, la voglio come quella di una bambina e spompina il dildo"
Il dildo. Era la perfetta riproduzione in tutte le sue sfumature di un cazzo. Ultimo entrato tra i miei giochini, l'ho comprato poco prima di conoscere il mio padrone.
Da quando ho scoperto il sesso ho sempre fatto pompini. Ho iniziato col mio ex, ma ho esteso il piacere a qualche conoscente. Tutti dicono che sono anche brava. Lecco e succhio il cazzo alternando i movimenti e il ritmo. Ma c'è una cosa che non ho mai praticato. O meglio c'ho provato, soprattutto con i cazzi più piccolini, ma non sono mai arrivata alla conclusione totale.
Cosa? La gola profonda.
Questo è il motivo principale per cui ho comprato questa versione di dildo. Ogni tanto, per non perderci la mano…o meglio la gola, provavo ad allenarmi col mio carissimo dildo, ma non ho mai superato la metà. In realtà alla metà mi ci avvicinavo quasi, ma non la toccavo. Quando il mio padrone ha saputo di questa mia mancanza, mi ha ordinato di allenarmi ogni giorno per almeno 15 minuti. Per lui è fondamentale che impari a prenderlo tutto, devo arrivare a baciargli le palle col cazzo in bocca. Dice che la gola di una troia deve essere come la figa e il culo. Rotta.
Così da qualche mese ormai mi ritaglio quelli che dopo poco dall'inizio sono diventati 30 minuti per allenare la gola. All'inizio è stato difficilissimo, fisicamente e mentalmente. In me c'era spesso paura. Anche scendere di mezzo centimetro mi provocava forti conati. Ma non ho mai mollato, grazie all'incoraggiamento e agli insegnamenti del mio padrone. A oggi ho superato la metà di 3cm e i conati sono diminuiti. Ma ho ancora molta strada da fare, in tutti i sensi.
- "Sono sempre depilata, padrone" rispondo fiera della mia fighetta liscia e ordinata.
- "Brava cagnolina. E scrivi sulla coscia destra troia, sulla sinistra cagna e sul pube scrivi il mio nome"
- "Non l'ho mai fatto signore, ma eseguirò il suo ordine" in fondo avevo sempre desiderato farlo dentro di me.
- "Bene. Prepara anche una lista di tutti i toys che hai. La voglio completa di dettagli e con allegate le foto"
- "Sarà fatto signore"
Quella sera stessa ho disteso sul letto tutti i miei giocattolini, quelli che ho acquistato di nascosto nell'ultimo anno e guardandoli ho iniziato a scrivere ogni dettaglio. La loro lunghezza, il colore, la loro forma. Tre ore dopo avevo portato a termine quello che era il mio compito per quella sera.

Il giorno dopo.
- "Buon pomeriggio troietta. Sei pronta? Che indossi?"
- "Buongiorno padrone. Ho indossato una tuta morbida e il plug". Purtroppo quel pomeriggio mia madre era in casa, al piano di sotto e per me era fondamentale non stare nuda. Per fortuna il mio padrone era stato comprensibile e mi aveva permesso d'indossare qualcosa. "Ho preparato anche la lista padrone"
- "Ottimo. Ora inserisci il dildo in figa e le pinze ai capezzoli, non strette. Ma prima presentami la lista, voglio leggerla mentre finisci di prepararti"
Prendo il file con la lista, seguito dalle foto e invio tutto sulla nostra chat. Visualizza subito, nel frattempo finisco di prepararmi eseguendo le sue ultime decisioni.
Non avevo mai provato una doppia penetrazione. Nonostante gli umori colavano già dalla figa per la condizione in cui mi trovavo, è stato difficile farli entrare entrambi, ma con un po' di dolore e qualche escamotage, come sostituire l'ordine d'ingresso, sono riuscita a soddisfare il mio padrone. Ora sono qui, piena e in sua attesa.
- "Che hai provato a marchiarti" mi chiede in riferimento alle scritte sul mio corpo.
Le guardo e ripenso a poco prima, alla sensazione che ho provato quando ho decorato il mio corpo. "È strano signore. Mi sento umiliata"
- "Ora prendi il plug a palline, posizionalo sulla sedia" eseguo "abbassa la tuta, togli il plug dal culo, posizionati sopra le palline e fai entrare la prima".
Eseguo ogni singolo ordine. Per un attimo mi sento vuota, nonostante la mia figa sia ancora tappata, ma la sensazione non svanisce neanche quando faccio entrare la prima e inizio a scoparmi così. La pallina è piccola, troppo. Ricevo l'ordine d'inserire anche la seconda e continuo a saltare sul plug, permettendo al buco del culo di cedere e alle palline di entrare e uscire con più facilità.
- "Stringi le pinze, dai 4 giri" ora sono al massimo e i capezzoli sono schiacciati tra quelle due pinze protetti solo da un gommino. Non sento dolore, ma so che presto arriverà, devo solo attendere quel momento. "Aumenta il ritmo"
Aumento. Il piacere inizia a presentarsi e con lui i primi sospiri. Ho già perso il conto delle volte che le palline sono entrare e uscite dal culo.
- "La terza" annuisco e spingo più giù. Il diametro ora inizia ad allargarsi e lo percepisco perché fa fatica a entrare complice l'ostacolo del dildo in figa. Ma io non demordo e grazie agli umori copiosi che escono dalla figa riesco a farla scivolare dentro. Ora la sensazione di vuoto è sparita, mi sento di nuovo piena. Mi sento felice.
- "Scopala 5 volte, poi inserisci l'ultima"
È difficile riuscire a scoparmi così, sono piena e rientrare ogni volta è complicato e doloroso, ma non deludo il mio padrone, sopporto, stringo i denti ed eseguo gemendo. Non so neanche io come, ma tra un gemito e l'altro riesco a eseguire il tutto per 5 volte. Ora non resta che far entrare l'ultima. La quarta, il cui diametro è di 3cm. Nulla penserete voi ed è vero, se non fosse che non ho più spazio all'interno e ogni centimetro è una piccola atroce, dolce, tortura.

Nel frattempo è già passata un'ora. Un'ora in cui ho la figa e il culo tappati. Un'ora in cui i miei umori non smetto di fuoriuscire. Un'ora in cui il mio cervello prova piacere. I capezzoli sono ancora stretti, tanto che ormai mi sono anche dimenticata di averli pinzati. Ma so che presto dovrò fare il conto con quel dolore. E la sola idea mi provoca una scarica dritta in figa.
Scendo e poggio la parte iniziale sul buco - "Dai, falla entrare tutta" mi incita. Provo a spingere e scendere su quel plug sempre bloccato sulla sedia. Pochi centimetri mi separano dalla seduta totale. "Quanto coli troia"
- "Sono zuppa signore. Sento gli umori colare sulla sedia" ammetto.
- "Entra". I suoi sono sempre ordini diretti e questo mi piace. È questo che voglio. Pochi giri di parole.
Faccio fatica a farla entrare, il mio padrone sa che questa è la mia prima doppia penetrazione e non ho più spazio dentro, in nessun buco. Ma lui è questo che vuole, vuole vedermi ancora più aperta di quello che sono sempre stata. Vuole spingermi oltre i miei confini e io da brava schiava glielo lascio fare. Anch'io voglio vedere fin dove posso spingermi - "Muoviti su e giù, dilatati quel buco"
Mi alzo un po' e spingo senza paura giù di nuovo. Sento il resto delle palline spostarsi, schiacciarsi e premere contro il dildo che si trova oltre quella sottile parete. Porto una mano davanti, sulla figa colante e lo tengo fermo per non farlo schizzare fuori.

All'improvviso un urlo. Un nome.
- "Alicee" è mia madre che dal piano di sotto mi chiama. Panico. "Aliceeee" So che se non la raggiungo, presto salirà in camera a chiamarmi e troverà sua figlia mezza nuda e totalmente piena, alle direttive di un uomo. Uomo che è il suo padrone. Istintivamente mi alzo e mollo tutto. Le palline escono velocemente dal culo con l'aiuto della mia mano, il suono di una bottiglia di spumante stappata si mischia al mio gemito strozzato. Il dildo schizza dalla figa e con lui i filamenti dei miei umori. Sgancio le pinze velocemente senza pensarci e devo trattenere un urlo e mordermi le labbra per il dolore che sento. Rialzo la tuta che era ai miei piedi, lascio gli umori colare all'interno di essa e sfreccio giù.

10 minuti dopo sono di nuovo in camera, libera di stare nuda e di urlare quanto voglio ora. Mentre mi scuso col mio padrone per il modo in cui l'ho mollato e soprattutto ho mollato la sessione. Conscia che a breve arriverà una punizione, per la mia maleducazione, mi preparo. Rimetto le pinze, ma stavolta sento dolore. Dopo un'ora i capezzoli erano indolenziti, tesi, sensibili. Riposiziono le palline sulla sedia. Inserisco il dildo che entra senza problemi da quando ho la figa zuppa, e posizionandomi sulla sedia scendo giù sulle palline. Una, due, tre. Il lavoro eseguito fin ora co devozione e sofferenza ha permesso ai miei buchi di dilatarsi. Di aprirsi ai miei ospiti. Ora non resta che spingere anche l'ultima Alice.
- "Gradirei che entrasse. Non ho molto tempo, troia" annuisco "Ti voglio aperta, col culo rotto"
Questo vuol dire una sola cosa. Se il mio padrone andrà via senza che quella pallina sia nel mio culo, lo deluderò. E io non voglio deludere il mio padrone. Quindi non importa quando dolore proverò, se urlerò, se scenderanno lacrime dal mio viso. Devo solo spingere più che posso, senza mollare e farla sparire dentro. E mente penso tutto questo continuo a scendere. Sento il buco cedere ancora. E ancora. E ancora.
- "Aaaaaaaaaaaaaaaaa" urlo con tutto il fiato possibile e poi brucia. Cavolo se brucia il mio buchino. Il mio padrone invece sorride. È fiero di me e anche io lo sono per lui.
- "Ora sculetta un po' e poi fallo riuscire" eseguo senza difficoltà. Sculetto, ma all'interno è tutto sotto pressione, non c'è margine di movimento. Una volta fuori sento un vuoto enorme, non solo dentro il culo, ma anche dentro me. "Reinseriscilo tutto, pian piano"

Andiamo avanti così per un po', con me che mi scopo il culo con le palline tra un gemito, un urlo, un sospiro e il mio padrone che mi incita a essere sempre più veloce e mi dà il ritmo per scoparmi. La difficoltà sta sempre nell'ultima, ma grazie al suo ritmo e al suo insistere sento che mi sto allargando sempre più.
- "Resta seduta, palline dentro. Togli il dildo e poggialo sulla figa. Ti scoperai quello ero"
Sono stanca fisicamente, le gambe indolenzite per la fatica di accompagnare il movimento.
Scendo un po' col culetto sulla sedia, lo porto più avanti, gambe piegate e aperte più che posso, figa esposta e culetto tappato. Così le sento di più, sento la pressione interna in quello spazio ridotto. Estraggo senza problemi il dildo, ancora fiotti di filamenti escono con lui. Vorrei leccarli, gustarli ma non ho sentito nessun ordine del genere e quindi mi tengo il desiderio dentro. Afferro il dildo con la mano e lo poggio sulla figa.
- "Pronta?" Mi dice. Ma sa che lo sono.
- "Si padrone" annuisce.
- "Ti scoperai per 12 volte in soli 60 secondi. Io tengo il tempo. Vai"
La mia mente non ha il tempo di pensare, di calcolare quanti colpi dovrò subire. Ma la mia mano ha già iniziato. Un colpo, due colpi, tre. Vado più veloce che posso, il dildo scivola senza troppa facile dentro e fuori e quelle sfere le percepisco pure qui. Inizio ad ansimare senza sosta, solo tre suoni riempiono la stanza. Ogni tanto sento un incitamento e questo mi eccita, cavolo. E colpo dopo colpo il piacere inizia a sentirsi prepotente. Sono passate due ore da quando abbiamo iniziato. Non ho mai avuto sessioni così lunghe da quando sono una sottomessa. La sua docile sottomessa. Mi sento provata, sensibile emotivamente e fisicamente, col culo che brucia, gli umori che escono prepotenti senza sosta. Sono pronta a venire da un momento all'altro.
- "Padrone, io...provo troppo piacere" provo a dirglielo, nella speranza che mi dia l'ordine di venire, di liberarmi del mio piacere. Di esplodere.
- "Continua. Sono passati solo 45 secondi" e io ho ancora 4 colpi. 4 volte in cui quel dildo dovrà entrare e uscire dalla mia figa.
9' colpo...10'. Ogni colpo è scandito da infiniti secondi. Il mio ritmo è rallentato, so che il tempo scorre, che va più veloce del mio ritmo. Ma io, io non riesco. Potrei venire senza il suo permesso e non voglio. Manca un solo secondo e a me 2 colpi.
- "60 secondi" il mio tempo è scaduto.
- "Gelato" e in quello stesso istante, commetto un errore, un grave errore. Tolgo il dildo dalla figa di colpo e urlo la mia safeword. E tutto si ferma.
- "Provi troppo dolore, troia?" Mi chiede subito il mio padrone, fermando tutto.
- "No signore. Non riuscivo più a resistere, mi sento troppo piena. Le sfere, il dildo, il mio piacere dentro. Stavo per venire" rispondo sincera e innocente, senza sapere di ciò che avevo appena scatenato.
- "LA SAFEWORD LA USI PER LA TUA SICUREZZA, PER IL DOLORE, NO PER FERMARE IL PIACERE! QUELLO LO DEVI TRATTENERE. DEVI IMPARARE, TROIA! SE VIENI PAGHI LE CONSEGUENZE" è arrabbiato e ne ha tutte le ragioni. Ho commesso un errore, un errore da principiante. E so che questo mi costerà caro.
Abbasso il volto. Mi sento mortificata, molto. "Mi perdoni signore" balbetto.
- "Inizia a scoparti solo con le sfere" poso il dildo a terra, la figa è rossa, il piacere bloccato spinge dentro di me. Afferro le sfere, le riesco gemo e le posiziono sulla sedia. Poi inizio a scendere giù, una dopo l'altra. Le sento scivolare meglio, senza difficoltà stavolta. Glielo dico. "Lo so troia. Tenerti i buchi pieni mi serviva solo a farti eccitare, infatti stavi venendo subito senza permesso"
- "Lo sono molto signore. Sento la figa calda, che pulsa e non smetto di colare"
- "Scopati il culo. 7 penetrazioni al minuto. Conta. Io terrò sempre il tempo" inizio a eseguire. Provo a tenere il ritmo, non ho grosse difficoltà, il culo ormai è aperto, non ho ostacoli interni e sono lubrificata al massimo. Ma purtroppo sbaglio. Il minuto è passato e io sforo di qualche secondo l'ultima penetrazione. Ma per il mio padrone non va bene. Devo ricominciare dall'inizio. Do il mio massimo, nonostante il bruciore intenso. Il piacere cerca di farsi strada, di uscire, ma io resisto, non voglio deluderlo. Così in meno di un minuto riesco a penetrarmi 7 volte.
- "Brava troia. Che provi a scoparti così" Sono affannata, cerco di prendere fiato.
- "Un immenso piacere padrone. Ma mi sento anche molto umiliata"
- "Ora in un minuto almeno 12 penetrazioni" la sfida cresce. Ricomincio, do ancora un volta il massimo e anche stavolta riesco a portare a termine l'ordine. Ma queste erano solo prove. Eccola qui la vera sfida. "Ho deciso un numero. Questa sarà la tua punizione per aver usato la safeword. Se lo raggiungi ti darò l'ordine di venire. Altrimenti…"
Interrompe così la frase e io ho già capito tutto. Questa può sembrare una punizione facile. O forse non sembra neanche un punizione. Ma lo è. Lo è perché io non so quel numero. Quel maledetto numero che deciderà il futuro della mia sessione. Potrò venire oppure no. Mi basterà sbagliare di uno solo e non avrò il diritto di rilasciare il mio orgasmo. Questo incide pesantemente sul mio stato mentale. Lo sappiamo entrambi.
E io in questo momento sono troppo debole emotivamente. Sarà dura resistere e non venire. Sento un enorme piacere dentro di me. Non solo emozione mista a umiliazione, ma anche tanti liquidi pronti a fuoriuscire.
Inizio a contare. Una penetrazione dopo l'altra, un gemito dopo l'altro arrivo a 25 quando sento il mio padrone dire - "Godi troia. Sei una cagna e la cagna gode".
E lì non resisto più, mi lascio andare finalmente e vengo come non mai. Tremo e urlo proprio come una cagna. Sono ancora nel pieno del mio orgasmo quando sento un altro urlo che non è il mio. Certo di afferrare le parole.
- "STAI VENENDO SENZA PERMESSO TROIA!" Blackout. L'orgasmo si blocca improvvisamente, cerco di tornare in me.
- "No, no signore...ho avuto il suo permesso per farlo" dico e per me era così.
- "NO TROIA. GODERE E VENIRE SONO DUE COSE DIFFERENTI. E TU PUOI SOLO GODERE!"
Il piacere mi sta annebbiando la mente. Non ragiono più e commetto un errore dietro l'altro.
- "Ora sarai punita di più. Strappa le pinze dai capezzoli in un solo colpo" e a quelle parole tremo. Ho i capezzoli che non li sento più. È già difficile per me allentarle lentamente, la gomma è diventata un tutt'uno con i capezzoli, strapparle vorrebbe dire morire. Cerco di scusami, lo prego di non farmelo fare. Ma tutti i miei tentativi sono vani. Ho l'ordine di strapparli e il mio padrone non transige. Se non eseguo, la punizione sarà solo incrementata.
Stringo i denti, chiudo gli occhi, afferro la catenella e inizio a metterli in tensione. In tutto ciò il mio padrone non fa che dirmi che devo strappare, mentre io urlo dal dolore e delle lacrime rigano il mio volto, man mano che tiro. Conto dentro di me. Tre…due…e strappo. Un urlo rompe il silenzio della casa. Per fortuna sono ancora sola e ringrazio di questo. "Bruciano padrone, bruciano" urlo e in effetti li sento andare a fuoco.
- "Lo so troia. Ora prendine una e pinzati il clitoride"
Questo, è davvero troppo per me - "No signore, la prego, farà malissimo"
- "Così impari a venire senza permesso. Vai punita severamente" ha ragione, oggi ho già sbagliato tre volte. Merito una punizione severa, ma io non ho mai pinzato il clitoride, so che farà malissimo e mi maledico per essere stata così innocente. "Ah, non serve specificare che dev'essere al massimo, vero troietta?"
Ormai le lacrime scendono sul mio viso. Mi sta umiliando, mortificando. E io accetto tutto questo. Non posso fare altro…forse inconsciamente l'ho anche voluto.
Con le mani tremolanti e le labbra strette tra i denti, applico lentamente la clip e subito emetto un urlo. Un dolore alle stelle. Quello che non so però e che questo dolore, quest'ordine non è nulla rispetto a quello che mi aspetterà a breve.
- "Ora inserisci la catenella dentro la figa, recupera un paio di slip, li metti e lasci in posa per 20 minuti. Guai a te se te ne liberi prima. CHIARO?"
Tremo. Non ho la più pallida idea di quello che vuole fare…e stavolta il tremore non è dovuto all'eccitazione, ma alla paura. So però che del mio padrone posso fidarmi e non mi farebbe mai del male, ne volontariamente, ne involontariamente. Dopo qualche minuto di contrattazione, nonostante sia una punizione, riesco a ottenere che i minuti scendano a 10. So che neanche questo si fa, un ordine è un ordine, ma io ho davvero paura delle conseguenze e il mio padrone non è poi così cattivo. Ha percepito in me il terrore, ma non rinuncerà alla sua punizione.

Sono passate tre ore piene. Il mio culetto è largo e pieno, circondato dei miei umori e dolorante. I capezzoli ancora bruciano, li guardo e sono tesi, sensibili. La figa continua a produrre umori, nonostante tutto.
Il clitoride, invece, è pinzato da appena 2 minuti, quando il mio padrone mi comunica di getto che lui deve tornare a lavoro. E io? Io resterò così, in attesa che passino questi ultimi ed eterni 8 minuti che restano.
8 minuti in cui soffrirò, mi lamenterò e rifletterò sugli errori di questo pomeriggio. Al loro termine registrerò un video in cui sfilerò gli slip e tirerò la catena fuori dalla figa, staccherò la clip dal clitoride e urlerò, piangerò sicuramente. Poi sporca del mio piacere rimetterò la tuta e continuerò la mia giornata come se nulla fosse, con solo qualche dolore in più. Il tutto non prima di aver dimostrare di aver portato a termine la mia sessione.

Perché questa è la vera prova, quella che dimostrerà al mio padrone che io sono una brava sottomessa, nonostante i miei errori.

Ringrazio sempre chi ha lasciato un commento ai precedenti racconti. Fa sempre piacere leggere il vostro pensiero. Per domande inerenti al racconto potete scrivermi qui: alydithe@gmail.com
Sarò lieta di rispondere.
scritto il
2025-10-03
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