Lucy, il gigolò parte 1

di
genere
etero

Invitata alla festa di laurea di un’amica, necessitavo di una figura maschile che mi accompagnasse. O mio papà o un coetaneo.
Mio papà, non era il caso che venisse al posto di un mio coetaneo per diversi motivi.
Non frequento nessuno, non ho nemmeno confidenza con ragazzi per invitarli ad uscire.
Dopo varie riflessioni, mio papà propose “ti pago un accompagnatore. Ti viene a prendere e ti riporta a casa, in totale sicurezza.”
Le mie negazioni sfociarono in possibilità fino ad arrivare ad un compromesso, di un’età massima di 25 anni visto che ne ho fatti 22, perché andarci con uno di 30 proprio non volevo.
Il giorno seguente contattammo il proprietario di un famoso sito di accompagnatori per spiegare la situazione e consigliarci.
Egli ci indicò la sezione, ed effettivamente un giovane dal viso pulito e semplice c’era.
Trovai uno di 26 anni.
Lo contattai via whatsapp e poi con chiamata.

Venne a prendermi sotto casa.
Ero in uno stato psicologico talmente in confusione che tutto intorno a me aveva un suono ovattato. Mi sembrava di svenire.
Mio papà dalla finestra di casa sua ( organizzammo l’uscita da casa sua), fissava la sua bambina vestita da principessa uscire per la prima volta con un maschio estraneo alfa.
Giorgio ( non di fantasia) si presentò sorridendo, facendomi complimenti.
Aprì la portiera ed entrai nella bella auto. Durante la festa, talvolta mi prendeva la mano, e ballammo stranamente in sintonia.
Fu una serata alla fine meno peggio e più bella di quanto pensassi.
Al ritorno, mi chiese, se nel caso avessi voluto fare sesso da qualche parte, lo avrebbe fatto con molto piacere.
Gli risposi di no, grazie.

Una volta tornata a casa, mentre facevo una doccia calda, il papà volle sapere le mie impressioni e disse che ci vedeva bene insieme. Stava appoggiato al lavandino, non vedeva l’ora di sapere tutto, non seppe aspettare che finissi di lavarmi!!!
Poi uscì dal bagno andò a letto, lo raggiunsi nuda e umida.
Ma vi era un imbarazzo palpabile dal tono di voce, dai gesti, dal respiro. ….. Mio Dio, si sentiva il profumo del gigolò, leggero, ma c’era.
Spenta la luce, papà mi girò, mi fece mettere le natiche in aria gambe aperte e incominciò a mangiarmi a morsi e leccate, sempre più forti quasi violenti, animaleschi, come per sfogare la sua rabbia e gelosia che fino a quel momento non aveva espresso.
Ciò fino a che dissi ti voglio, voglio solo te.
Per tutto il tempo mi prendeva dicendomi che ero sua chiedendomi, di ripeterlo a voce alta. Io desideravo e desidero solo lui. Il che, è vero.

Giorni a seguito, gli chiesi “Ma se io avessi risposto di sì al ragazzo di andarci insieme? Perché lui si era dato disponibile”…
“Lù ( così mi chiama anche) ma ovviamente una ragazza giovane fa venire voglia di portarsela a letto. Sai quante 50/60enni pagano questi tizi? Che saranno anche belle signore ma vuoi mettere una ventenne?”
E ancora “Vuoi provare a fare sesso con uno di loro?”
“Papà ma sei serio? Ce….”
“Poi non sei geloso? Io non vado con nessuno ho paura”.
“Faccio uno sforzo, sto con te mentre sei con lui. Lo facciamo in tre.”
Gli tolsi la parola qualche ora, tremando, e pensando che non mi amasse più, forse aveva una? Forse si era bevuto il cervello?!?
Facemmo pace a tavola, una volta chiarito tutto e siccome siamo curiosi come due bisce, decidemmo di cercare un accompagnatore adatto per fare un incontro a tre. Insomma provare qualcosa….
scritto il
2025-09-20
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