Essere o non essere bisex
di
Domanicisono
genere
bisex
Mentre raccoglieva il mio sperma dal mio pancino portandolo sulla punta del fallo con cui scopava il mia culo e facendolo scivolare dentro me. Diceva, senti il calore dello sperma?
Dovresti provare uno vero che ti schizza dentro per capire il piacere che si prova.
Sentivo il calore del mio sperma e la cosa mi piaceva tanto da farmi venire ancora. Ma un conto era che fosse il mio. Un conto quello di un altro uomo. E la cosa non sarebbe successa mai. Almeno così credevo fino a quel giorno di circa due anni dopo.
Erano passati ormai circa due anni dall'ultima volta che vidi Ann. Avevamo litigato e non ci sentimmo più. Ma tutto quello che avevo appreso in quei quattro anni con lei non li ho mai dimenticati. Mi aveva aperto una nuova porta sul sesso e sull'orgasmo.
Ormai l'orgasmo anale procuratomi con un fallo che portavo sempre con me in viaggio era ordinaria amministrazione. Avevo questa cintura fallica con un didol di circa 18cm che si poteva staccare ed era munito di ventosa. Dipende dalle situazioni la usavo legato ad un cuscino e mi ci sedevo sopra , era quello che preferivo. Rimanevo a giocare delle ore scopandomi il culo fino a sborrare oppure l'orgasmo era solo mentale. Amavo quella cosa. Altre volte attacavo con la ventosa ad una piastrella della doccia e che dire?. Anche quella posizione. Sia in piedi che a pecora non era da meno.
Mi procurava orgasmi con schizzi di urina tipo squirtata femminile oppure sborravo con violenza senza toccarmi.
Certo il mio buco ormai aveva perso ogni possibile verginità. Ma non riuscivo a smettere e neppure lo volevo. Era una cosa mia.
Ma il pensiero di un uomo non mi sfiorava. Anche se mi ero trovato a leccare la fica di Ann mentre un altro cazzo la scopava. E spesso lo prendevo in bocca. Ed avevo anche succhiato con lei aitandola a fare un pompino ad un uomo in uno dei nostri incontri in villa con amici bisex. Ma mai andato oltre.
Ma torniamo a quel giorno che successe quello che successe.
Mi trovavo su di un isola a sud della Thailandia.
Era un periodo di bassa stagione. Maggio inoltrato. Periodo di temporali e piogge improvvise. Ma comunque, caldo, soleggiato e non affollato.
Avevo il mio motorino e in sella percorsi mezza isola per arrivare ad un posto che conoscevo.
Era molto piccola la spiaggia. E si poteva stare completamente nudi.
Quando arrivai erano circa le 2 del pomeriggio. Ero rimasto nei dintorni del mio bungalow per tutta la mattinata e dopo mangiato avevo giocato un po' con il mio didol sul cuscino senza arrivare ad un orgasmo. Fuori pioveva. E appena smise mi decisi ad andare sulla spiaggia su cui sono adesso.
Stavo appendendo la mia amaca al solito posto. Quando poco lontano quasi invisibile vidi spuntare dei piedi da dietro un costone di roccia. Avevo pensato fossi solo. Ma la cosa certo non impotava. E feci come sempre. Legai l'amaca, mi spogliai e via dentro l'oceano.
Molte nuvole. Il sole veniva ed andava. Ma era fantastico stare in acqua completamente nudo.
Rimasi li un po' rilassandomi.
Dopo un tempo non ben definito uscii. E notaio che i piedi che avevo visto prima erano di un tizio seduto. Guardava verso di me. Quindi feci un cenno di saluto. Lui contraccambiò. Tornai alla mia postazione. Nudo sull'amaca con l'ombra delle piante. Sarei potuto morire anche in quel momento. Tanto stavo bene.
Stavo così bene che cominciai a pensare a quanta fica esiste al mondo e il mio cazzo massaggiato dalla mia mano lo fece diventare di marmo.
Troppo bello pensai dentro di me.
Ma non volevo venire. Stavo già gustando un orgasmo in camera seduto sul mio didol.
Smisi e mi alzai incurante della mia erezione.
Ops. Il tizio era in acqua e guarda caso a circa 10 metri da me. Il posto era veramente piccolo.
Era girato verso di me. Credo per un puro caso.
Era un po' imbarazzante essere lì osservati con una tale erezione.
Ma vabè. Non tentai di coprire il mio cazzo e lui mi sorrise. Ma non con un interesse particolare o con malizia. Succede di avere un erezione. O no?
Quindi ripresi a fare quello che avevo pensato di fare. Una bella canna di marijuana.
La rollai e l'accesi.
Seduto, sguardo al mare e con un cannone acceso in mano. Osservavo il tizio che usci dall'acqua e si incamminò verso il suo spazio.
Lo guardai come si guarda chiunque in un posto del genere.
Moro, alto come me, non depilato, fisico normale. Dall'aspetto, Italia o Spagna.
Finito di fumare mi distesi di nuovo sula mia amorevole amaca compagna di tanti viaggi.
Mi feci un pisolino leggero nella brezza dell'ombra.
Quando mi svegliai erano circa le 16. Mi sedetti sull'amaca e nello stesso istante il tizio stava camminando verso me.
Avevoa un pareo che lo copriva
Arrivò difronte a me e in un Inglese scarso. Non che io lo parli molto meglio. Ma capiii che non era Inglese. Mi chiese delle cartine.
Io gli risposi di sì e gli domandai di dove fosse. Guarda caso!? Italiano.
Gli sorrisi e gli parlai la nostra madre lingua. Quindi i vari convenevoli e poi gli chiesi se volesse spostarsi qui, tanto per due chiacchiere. Certo che si. Disse. Prese le sue cose e si mise al fianco in ombra della mia amaca. Mi disse, cazzo! Comoda?. Riferendosi all'amaca. Certo! risposi.
Seduto sul suo pareo che apri rimanendo nudo.
Lo guardai per un attimo. Era peloso non come me totalmente depilato e nudo sulla mia comoda amaca.
Gli diedi delle cartine. Mi disse che aveva sentito il profumo della mia canna fumata prima. E che aveva da fumare. Ma non aveva cartine. Domando se non mi dispiacesse fumare assieme.
Certo che no! risposi. E mentre rotolava un cannone.
Parlammo delle solite cose.
Lui era di Torino. Per la sua prima volta in Thailandia.
Rimaneva lì altri tre giorni e poi si sarebbe spostato in un altra isola.
Guarda caso alloggiava nel mio stesso resort in un bungalow.
Anche lui in motorino.
Ci fumiamo il cannone di marijuana e il cielo aveva cominciato ad annuvolarsi. Probabile cominci a piovere. Gli dissi. Ma non era ancora il momento di muoversi.
Ogni tanto mi guardava scrutandomi con malizia. Ma forse era solo l'effetto della canna.
Avevo un paio di becconi nell'interno coscia che arrivavano fin sotto le palle. Me le grattai più di una volta. Mi chiese cos'erano. Dissi che qualche animaletto si era accanito su di me. A quel punto prese dalla sua borsa un tubetto di crema. E mi disse, è miracolosa te ne metto un po'?
Risposi che era lo stesso. Ma insistette e se ne mise un po' tra le dita e si avvicino per mettermi quella crema. Era troppo vicino alle parti intime e la cosa mi imbarazzo. Ma ormai con naturalezza aveva già appoggiato le dita sulle punture e comincio a spalmare. Presi le palle e le sollevai e con un gesto innocuo allargai le gambe. Lasciando il mio buchetto depilato esposto. Ma non ci feci caso. Era un po' così come situazione. Ma lo lasciai fare
Comincio a spalmare la crema lentamente avvicinandosi sempre più al mio culo aperto.
Non so cosa succede. Ma la cosa mi eccito a tal punto che il mio cazzo divento di legno e vidi il suo che svettava fuori dal pelo in un erezione fantastica. Con la cappella bella gonfia mentre stava lì in ginocchio a fianco a me.
Le sue dita scivolavano giù fino a che non lo sentii accarezzarmi il culo dolcemente. La mia mano comincio ad accarezzare il mio cazzo ed involontariamente o forse volontariamente. Allargai di più le gambe mentre la sue dita ormai massagiavalo il buco. Infilo un dito dentro lasciandomi sciogliere nel relax con un brivido. Allungai la mano libera e gli presi il cazzo duro, scalpellato e pieno di vene pulsanti. Lo massaggiai lentamente. Caldo e pulsante.
Gli arrivai alle palle pelose e sode. Il pelo morbido mi fece morire era come velluto sulle mani. Ero eccitato, bagnato e ormai in preda ad un euforia nuova. Volevo quella sensazione. Mi stava scopando il culo con due dita mentre lo segavo. Si piego e prese in bocca la mia cappella. Lecco tutta la mia asta. Ero in paradiso.
Una goccia e poi un altra. Comincio a piovere come solo in Asia sa fare in un attimo.
Ci fermammo e ci guardammo e nonostante l'eccitazione ci alzammo e scappano via. Nudi e con un erezione in atto.
Mentre corravamo scoppiammo a ridere. Eravamo nudi ed eccitati. Lasciai li solo l'amaca. Di certo l'avrei ritrovata lì il giorno dopo.
A pochissima distanza un piccolo capanno dove in piena stagione vendevano, frutta e bibite.
Via di corsa dentro.
Bagnati, nudi ed eccitati.
Ormai lo volevo provare. Si avvicino e mi bacio. Non avevo mai baciato un uomo. Era eccitante. Il suo profumo, la sua pelle e la pioggia violenta sulla sabbia. Mi appoggiai al bancone guardando il mare. Ero disponibile a riceverlo. Si mise dietro e lo sentii prendermi i fianchi, baciarmi il collo. Ora con voce calma e dolce disse, hai un culo stupendo e ho voglia di scoparti. Siiiii scopami, fammi godere. Risposi. La sua cappella calda, la sentivo tra le natiche. Raccolsi un po' di saliva dalla bocca con due dita. Unsi il mio buchetto che era già umido e allargato. Presi la sua asta da sotto e la portai dritta al mio buco. Alzai i talloni allargando le gambe. Sapevo perfettamente com'era la posizione migliore per farlo entrare. Si appoggio la cappella gonfia e calda. Non era come il mio didol. Con una mano sotto lo sentii entrare e sentii le sue palle pelose toccarmi le chiappe. Entro fino in fondo. Gli dissi, fai piano e la prima volta con un cazzo vero. Certo! Rispose mentre comincio a scoparmi lentamente.
Da sotto toccavo le sue palle pelose che sbattevano su di me. Era una sensazione mai provata, totalmente diversa da un didol con la ventosa. E poi le sue mani sui miei fianchi e sul mio cazzo che cominciava a perdere pre sperma.
Non aveva un nome il piacere che provavo. Oltre al posto che non avrei mai immaginato. Appoggiato a guardare il mare con la pioggia e il temporale. Sembrava un sogno un bellissimo sogno. Ma era vero. Com'era vero il suo cazzo che continuava a scoparmi. Su e giù. Prima piano e poi con più foga.
Dopo un po' lo sentii fermarsi. Ansimava, sapevo che era giunto il momento che volevo.
Mi disse , venengo, vengo. O sii risposi,
Vieni vieni, riempimi. Uno spruzzo lo sentii caldo, dentro le viscere il cazzo era caldo e il suo sperma fu come il paradiso dentro la mia testa e mi fece sborrare con violenza. Non avevo mai provato una sensazione simile.
Il calore dello sperma mi fece godere come noi mai. Continuo a pomparmi mentre continuavo a venire. Pensai a quello che mi disse Ann. Quando lo sentirai capirai cosa vuol dire. Si sfilò lentamente, piano e poi ancora dentro. Sentivo la sborra colarmi tra le chiappe. Allungai la mano e lo sentii uscire e un fiotto di sborra calda usci dal mio culo. Infilai un dito. La sensazione fu fantastica.
Ero largo, bagnato e felice. Aveva smesso di piovere. Mi girai e mi bacio con foga. Come fossi una donna. E dopo via di corsa in mare ridendo.
Dopo un bagno nudi ci avviammo alle nostre moto e da lì al resort.
Ci siamo dati appuntamento a cena.
La cena fu perfetta mi racconto della sua vita ed io della mia.
Era stato sposato. Ma oggi divorziato da circa tre mesi.
Si era accorto di avere più attrazione verso i maschi. Di avere avuto un rapporto con un uomo prima di sposarsi durato circa un anno. E poi conosciuta la donna, un matrimonio e la delusione di aver sbagliato sesso.
Era profondamente gay.
Oggi era la prima volta che scopava con un uomo e fu una conferma al fatto che aveva questa preferenza.
E mi disse che gli piacevo molto.
Aveva un anno più di me.
Io invece ero lì per caso. La fica mi piaceva. Come anche l'orgasmo anale. Ma la femmina era la mia voglia predominante. Ma ero lì in quel momento e mi piaceva.
Finimmo cena e andammo da lui nel suo bungalow. Avevamo bevuto ed avevamo ancora qualche birra che bevemmo sul balconcino assieme a qualche canna di marijuana.
Poi nudi dentro la stanza. Chiuse le tende, un po' di luce soffusa.
Mi bacio profondamente.
Mi inginocchiai e lo presi in bocca.
Lo sentii indurirsi lentamente.
Si sdraio sul letto. E la sua asta era lì come il mio didol, eretta. Ma di carne. Lo leccai e mi girai in un 69 fantastico. E poi era come volevo io.
Mi sedetti e lo lasciai scivolare dentro. Gli dissi di non muoversi.
Ci giocai sopra lento lento. Lo sentivo sbattere contro l'intestino.
Il mio cazzo colare. Piano lo sentii gonfiare. Salivo e scendevoda quel cazzo duro. La sua cappella la strofinavo un attimo sul buco del mio culo bagnato e poi giù fino in fondo. Lo ripresi in biocca e lo succhiai. Non volevo mi venisse in bocca. Ma dentro il mio sfintere. Erano anni che aspettavo questo mimento. Mi presi i fianchi e mi diede il ritmo che voleva lui. Assecondai il suo andamento e piano e veloce. Si fermo un attimo e sborrò con una foga incredibile. Continuava a sborrare. Sentivo la sborra colare fuori dal culo.
Il caldo, l'energia mi fecero schizzare fino ad arrivargli in faccia.
Lo leccai e lo baciai.
Per tre giorni scopammo in ogni posizione e ogni posto. Doccia, poltrona, balcone, spiaggia.
Mi prendeva alla missionaria mentre mi limonava la bocca.
Eravamo proprio una cosa sola.
Mi sborrava in bocca e bevevo tutto. E mentre veniva godevo.
Avevo bevuto la sua sborra e baciato ogni parte del suo corpo come lui fece con me.
Ma venne il giorno della partenza.
Mi lascio il suo numero ed io il mio.
Ma per me la cosa era chiusa lì.
Non volevo continuasse. Anche se mi era piaciuto. Ma la fica era la fica.
Fu solo un passaggio, un assaggio un piacere che forse volevo provare.
Ma il mio didol mi bastava. E così non lo rividi mai più.
Ma come si dice? Quando assaggi il filetto, non puoi più scordarlo e prima o poi lo cercherai di nuovo.
Infatti un anno dopo.........
Dovresti provare uno vero che ti schizza dentro per capire il piacere che si prova.
Sentivo il calore del mio sperma e la cosa mi piaceva tanto da farmi venire ancora. Ma un conto era che fosse il mio. Un conto quello di un altro uomo. E la cosa non sarebbe successa mai. Almeno così credevo fino a quel giorno di circa due anni dopo.
Erano passati ormai circa due anni dall'ultima volta che vidi Ann. Avevamo litigato e non ci sentimmo più. Ma tutto quello che avevo appreso in quei quattro anni con lei non li ho mai dimenticati. Mi aveva aperto una nuova porta sul sesso e sull'orgasmo.
Ormai l'orgasmo anale procuratomi con un fallo che portavo sempre con me in viaggio era ordinaria amministrazione. Avevo questa cintura fallica con un didol di circa 18cm che si poteva staccare ed era munito di ventosa. Dipende dalle situazioni la usavo legato ad un cuscino e mi ci sedevo sopra , era quello che preferivo. Rimanevo a giocare delle ore scopandomi il culo fino a sborrare oppure l'orgasmo era solo mentale. Amavo quella cosa. Altre volte attacavo con la ventosa ad una piastrella della doccia e che dire?. Anche quella posizione. Sia in piedi che a pecora non era da meno.
Mi procurava orgasmi con schizzi di urina tipo squirtata femminile oppure sborravo con violenza senza toccarmi.
Certo il mio buco ormai aveva perso ogni possibile verginità. Ma non riuscivo a smettere e neppure lo volevo. Era una cosa mia.
Ma il pensiero di un uomo non mi sfiorava. Anche se mi ero trovato a leccare la fica di Ann mentre un altro cazzo la scopava. E spesso lo prendevo in bocca. Ed avevo anche succhiato con lei aitandola a fare un pompino ad un uomo in uno dei nostri incontri in villa con amici bisex. Ma mai andato oltre.
Ma torniamo a quel giorno che successe quello che successe.
Mi trovavo su di un isola a sud della Thailandia.
Era un periodo di bassa stagione. Maggio inoltrato. Periodo di temporali e piogge improvvise. Ma comunque, caldo, soleggiato e non affollato.
Avevo il mio motorino e in sella percorsi mezza isola per arrivare ad un posto che conoscevo.
Era molto piccola la spiaggia. E si poteva stare completamente nudi.
Quando arrivai erano circa le 2 del pomeriggio. Ero rimasto nei dintorni del mio bungalow per tutta la mattinata e dopo mangiato avevo giocato un po' con il mio didol sul cuscino senza arrivare ad un orgasmo. Fuori pioveva. E appena smise mi decisi ad andare sulla spiaggia su cui sono adesso.
Stavo appendendo la mia amaca al solito posto. Quando poco lontano quasi invisibile vidi spuntare dei piedi da dietro un costone di roccia. Avevo pensato fossi solo. Ma la cosa certo non impotava. E feci come sempre. Legai l'amaca, mi spogliai e via dentro l'oceano.
Molte nuvole. Il sole veniva ed andava. Ma era fantastico stare in acqua completamente nudo.
Rimasi li un po' rilassandomi.
Dopo un tempo non ben definito uscii. E notaio che i piedi che avevo visto prima erano di un tizio seduto. Guardava verso di me. Quindi feci un cenno di saluto. Lui contraccambiò. Tornai alla mia postazione. Nudo sull'amaca con l'ombra delle piante. Sarei potuto morire anche in quel momento. Tanto stavo bene.
Stavo così bene che cominciai a pensare a quanta fica esiste al mondo e il mio cazzo massaggiato dalla mia mano lo fece diventare di marmo.
Troppo bello pensai dentro di me.
Ma non volevo venire. Stavo già gustando un orgasmo in camera seduto sul mio didol.
Smisi e mi alzai incurante della mia erezione.
Ops. Il tizio era in acqua e guarda caso a circa 10 metri da me. Il posto era veramente piccolo.
Era girato verso di me. Credo per un puro caso.
Era un po' imbarazzante essere lì osservati con una tale erezione.
Ma vabè. Non tentai di coprire il mio cazzo e lui mi sorrise. Ma non con un interesse particolare o con malizia. Succede di avere un erezione. O no?
Quindi ripresi a fare quello che avevo pensato di fare. Una bella canna di marijuana.
La rollai e l'accesi.
Seduto, sguardo al mare e con un cannone acceso in mano. Osservavo il tizio che usci dall'acqua e si incamminò verso il suo spazio.
Lo guardai come si guarda chiunque in un posto del genere.
Moro, alto come me, non depilato, fisico normale. Dall'aspetto, Italia o Spagna.
Finito di fumare mi distesi di nuovo sula mia amorevole amaca compagna di tanti viaggi.
Mi feci un pisolino leggero nella brezza dell'ombra.
Quando mi svegliai erano circa le 16. Mi sedetti sull'amaca e nello stesso istante il tizio stava camminando verso me.
Avevoa un pareo che lo copriva
Arrivò difronte a me e in un Inglese scarso. Non che io lo parli molto meglio. Ma capiii che non era Inglese. Mi chiese delle cartine.
Io gli risposi di sì e gli domandai di dove fosse. Guarda caso!? Italiano.
Gli sorrisi e gli parlai la nostra madre lingua. Quindi i vari convenevoli e poi gli chiesi se volesse spostarsi qui, tanto per due chiacchiere. Certo che si. Disse. Prese le sue cose e si mise al fianco in ombra della mia amaca. Mi disse, cazzo! Comoda?. Riferendosi all'amaca. Certo! risposi.
Seduto sul suo pareo che apri rimanendo nudo.
Lo guardai per un attimo. Era peloso non come me totalmente depilato e nudo sulla mia comoda amaca.
Gli diedi delle cartine. Mi disse che aveva sentito il profumo della mia canna fumata prima. E che aveva da fumare. Ma non aveva cartine. Domando se non mi dispiacesse fumare assieme.
Certo che no! risposi. E mentre rotolava un cannone.
Parlammo delle solite cose.
Lui era di Torino. Per la sua prima volta in Thailandia.
Rimaneva lì altri tre giorni e poi si sarebbe spostato in un altra isola.
Guarda caso alloggiava nel mio stesso resort in un bungalow.
Anche lui in motorino.
Ci fumiamo il cannone di marijuana e il cielo aveva cominciato ad annuvolarsi. Probabile cominci a piovere. Gli dissi. Ma non era ancora il momento di muoversi.
Ogni tanto mi guardava scrutandomi con malizia. Ma forse era solo l'effetto della canna.
Avevo un paio di becconi nell'interno coscia che arrivavano fin sotto le palle. Me le grattai più di una volta. Mi chiese cos'erano. Dissi che qualche animaletto si era accanito su di me. A quel punto prese dalla sua borsa un tubetto di crema. E mi disse, è miracolosa te ne metto un po'?
Risposi che era lo stesso. Ma insistette e se ne mise un po' tra le dita e si avvicino per mettermi quella crema. Era troppo vicino alle parti intime e la cosa mi imbarazzo. Ma ormai con naturalezza aveva già appoggiato le dita sulle punture e comincio a spalmare. Presi le palle e le sollevai e con un gesto innocuo allargai le gambe. Lasciando il mio buchetto depilato esposto. Ma non ci feci caso. Era un po' così come situazione. Ma lo lasciai fare
Comincio a spalmare la crema lentamente avvicinandosi sempre più al mio culo aperto.
Non so cosa succede. Ma la cosa mi eccito a tal punto che il mio cazzo divento di legno e vidi il suo che svettava fuori dal pelo in un erezione fantastica. Con la cappella bella gonfia mentre stava lì in ginocchio a fianco a me.
Le sue dita scivolavano giù fino a che non lo sentii accarezzarmi il culo dolcemente. La mia mano comincio ad accarezzare il mio cazzo ed involontariamente o forse volontariamente. Allargai di più le gambe mentre la sue dita ormai massagiavalo il buco. Infilo un dito dentro lasciandomi sciogliere nel relax con un brivido. Allungai la mano libera e gli presi il cazzo duro, scalpellato e pieno di vene pulsanti. Lo massaggiai lentamente. Caldo e pulsante.
Gli arrivai alle palle pelose e sode. Il pelo morbido mi fece morire era come velluto sulle mani. Ero eccitato, bagnato e ormai in preda ad un euforia nuova. Volevo quella sensazione. Mi stava scopando il culo con due dita mentre lo segavo. Si piego e prese in bocca la mia cappella. Lecco tutta la mia asta. Ero in paradiso.
Una goccia e poi un altra. Comincio a piovere come solo in Asia sa fare in un attimo.
Ci fermammo e ci guardammo e nonostante l'eccitazione ci alzammo e scappano via. Nudi e con un erezione in atto.
Mentre corravamo scoppiammo a ridere. Eravamo nudi ed eccitati. Lasciai li solo l'amaca. Di certo l'avrei ritrovata lì il giorno dopo.
A pochissima distanza un piccolo capanno dove in piena stagione vendevano, frutta e bibite.
Via di corsa dentro.
Bagnati, nudi ed eccitati.
Ormai lo volevo provare. Si avvicino e mi bacio. Non avevo mai baciato un uomo. Era eccitante. Il suo profumo, la sua pelle e la pioggia violenta sulla sabbia. Mi appoggiai al bancone guardando il mare. Ero disponibile a riceverlo. Si mise dietro e lo sentii prendermi i fianchi, baciarmi il collo. Ora con voce calma e dolce disse, hai un culo stupendo e ho voglia di scoparti. Siiiii scopami, fammi godere. Risposi. La sua cappella calda, la sentivo tra le natiche. Raccolsi un po' di saliva dalla bocca con due dita. Unsi il mio buchetto che era già umido e allargato. Presi la sua asta da sotto e la portai dritta al mio buco. Alzai i talloni allargando le gambe. Sapevo perfettamente com'era la posizione migliore per farlo entrare. Si appoggio la cappella gonfia e calda. Non era come il mio didol. Con una mano sotto lo sentii entrare e sentii le sue palle pelose toccarmi le chiappe. Entro fino in fondo. Gli dissi, fai piano e la prima volta con un cazzo vero. Certo! Rispose mentre comincio a scoparmi lentamente.
Da sotto toccavo le sue palle pelose che sbattevano su di me. Era una sensazione mai provata, totalmente diversa da un didol con la ventosa. E poi le sue mani sui miei fianchi e sul mio cazzo che cominciava a perdere pre sperma.
Non aveva un nome il piacere che provavo. Oltre al posto che non avrei mai immaginato. Appoggiato a guardare il mare con la pioggia e il temporale. Sembrava un sogno un bellissimo sogno. Ma era vero. Com'era vero il suo cazzo che continuava a scoparmi. Su e giù. Prima piano e poi con più foga.
Dopo un po' lo sentii fermarsi. Ansimava, sapevo che era giunto il momento che volevo.
Mi disse , venengo, vengo. O sii risposi,
Vieni vieni, riempimi. Uno spruzzo lo sentii caldo, dentro le viscere il cazzo era caldo e il suo sperma fu come il paradiso dentro la mia testa e mi fece sborrare con violenza. Non avevo mai provato una sensazione simile.
Il calore dello sperma mi fece godere come noi mai. Continuo a pomparmi mentre continuavo a venire. Pensai a quello che mi disse Ann. Quando lo sentirai capirai cosa vuol dire. Si sfilò lentamente, piano e poi ancora dentro. Sentivo la sborra colarmi tra le chiappe. Allungai la mano e lo sentii uscire e un fiotto di sborra calda usci dal mio culo. Infilai un dito. La sensazione fu fantastica.
Ero largo, bagnato e felice. Aveva smesso di piovere. Mi girai e mi bacio con foga. Come fossi una donna. E dopo via di corsa in mare ridendo.
Dopo un bagno nudi ci avviammo alle nostre moto e da lì al resort.
Ci siamo dati appuntamento a cena.
La cena fu perfetta mi racconto della sua vita ed io della mia.
Era stato sposato. Ma oggi divorziato da circa tre mesi.
Si era accorto di avere più attrazione verso i maschi. Di avere avuto un rapporto con un uomo prima di sposarsi durato circa un anno. E poi conosciuta la donna, un matrimonio e la delusione di aver sbagliato sesso.
Era profondamente gay.
Oggi era la prima volta che scopava con un uomo e fu una conferma al fatto che aveva questa preferenza.
E mi disse che gli piacevo molto.
Aveva un anno più di me.
Io invece ero lì per caso. La fica mi piaceva. Come anche l'orgasmo anale. Ma la femmina era la mia voglia predominante. Ma ero lì in quel momento e mi piaceva.
Finimmo cena e andammo da lui nel suo bungalow. Avevamo bevuto ed avevamo ancora qualche birra che bevemmo sul balconcino assieme a qualche canna di marijuana.
Poi nudi dentro la stanza. Chiuse le tende, un po' di luce soffusa.
Mi bacio profondamente.
Mi inginocchiai e lo presi in bocca.
Lo sentii indurirsi lentamente.
Si sdraio sul letto. E la sua asta era lì come il mio didol, eretta. Ma di carne. Lo leccai e mi girai in un 69 fantastico. E poi era come volevo io.
Mi sedetti e lo lasciai scivolare dentro. Gli dissi di non muoversi.
Ci giocai sopra lento lento. Lo sentivo sbattere contro l'intestino.
Il mio cazzo colare. Piano lo sentii gonfiare. Salivo e scendevoda quel cazzo duro. La sua cappella la strofinavo un attimo sul buco del mio culo bagnato e poi giù fino in fondo. Lo ripresi in biocca e lo succhiai. Non volevo mi venisse in bocca. Ma dentro il mio sfintere. Erano anni che aspettavo questo mimento. Mi presi i fianchi e mi diede il ritmo che voleva lui. Assecondai il suo andamento e piano e veloce. Si fermo un attimo e sborrò con una foga incredibile. Continuava a sborrare. Sentivo la sborra colare fuori dal culo.
Il caldo, l'energia mi fecero schizzare fino ad arrivargli in faccia.
Lo leccai e lo baciai.
Per tre giorni scopammo in ogni posizione e ogni posto. Doccia, poltrona, balcone, spiaggia.
Mi prendeva alla missionaria mentre mi limonava la bocca.
Eravamo proprio una cosa sola.
Mi sborrava in bocca e bevevo tutto. E mentre veniva godevo.
Avevo bevuto la sua sborra e baciato ogni parte del suo corpo come lui fece con me.
Ma venne il giorno della partenza.
Mi lascio il suo numero ed io il mio.
Ma per me la cosa era chiusa lì.
Non volevo continuasse. Anche se mi era piaciuto. Ma la fica era la fica.
Fu solo un passaggio, un assaggio un piacere che forse volevo provare.
Ma il mio didol mi bastava. E così non lo rividi mai più.
Ma come si dice? Quando assaggi il filetto, non puoi più scordarlo e prima o poi lo cercherai di nuovo.
Infatti un anno dopo.........
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