Rieducata 2
di
Tea34
genere
etero
Sono Tea, una giovane donna di 33 anni. Non ho un fisico da modella, sono un po' in carne, quei pochi chili in più che tuttavia rendono il mio corpo gradevole alla vista. I fianchi pienotti, il seno abbondante e morbido - tanto che risulta leggermente cadente a causa del peso - e sempre oggetto di scrutinio da parte del sesso maschile. C'è da dire che gli sguardi non mi dispiacciono affatto e che, anzi, tendo a indossare abiti che lasciano ben intuire le mie forme e risultano talvolta provocatori. Adoro quando gli uomini restano imbambolati a fissarmi le tette, specialmente quando metto delle camicette che lasciano vedere parte della scollatura. Li guardo, i loro neuroni in tilt, e me li immagino a casa a masturbarsi e venire. Mi diverte, al tempo stesso mi provoca una sensazione nel basso ventre di piacere. Lavoro in un centro rieducativo per persone che hanno problemi di salute mentale, tra cui diversi giovani. Sarà poco professionale e non etico, ma alle volte mi inziga andare a stuzzicarli indirettamente con i vestiti che indosso e vedere le loro reazioni.
La scorsa volta mi ero trovata alle prese con uno dei ragazzi, un giovane di colore, che mi ha chiamato nella sua camera, accogliendomi nudo e facendomi poi succhiare il suo cazzo. Un pompino mozzafiato, merito di quei 20 centimetri di palo nero, accompagnato da una spagnola e eiaculazione facciale. Di nascosto ha registrato la scena con il suo cellulare, mettendomi in una posizione scomoda... nonché la possibilità di sfruttarla per far leva in futuro.
Beh, il futuro è oggi, a un paio di settimane dall'accaduto.
Sono di nuovo a lavoro e in un momento di pausa, in cui mi sto fumando una sigaretta, Lui mi si avvicina e mi chiede di raggiungerlo in camera sua. La domanda suona più come un'imposizione che una richiesta. Ho un brivido, visto il tono con cui mi ha rivolto la parola e come mi ha squadrata da testa a piedi. Oggi indosso una semplice camicetta con le maniche corte, un paio di bottoni non affrancati che lasciano intravedere l'inizio della scollatura. Semplici jeans per la parte inferiore, aderenti alle gambe per lasciar intuire le forme ma non troppo stretti. Un abbigliamento casual, molto comodo. Finisco la sigaretta e lo raggiungo nella sua stanza, chiudendo la porta dietro di me, mentre lui mi accoglie.
- Ricordi che ho detto l'altra volta?
- N-no.
Lo ricordo eccome, come dimenticarlo? Ma faccio finta di niente.
Lui sorride, la mano che scende verso il cavallo dei pantaloni, così da cominciare a strofinarsi il pacco che subitamente ha una reazione. Vedo la sagoma crescere di dimensione, tesa e facente pressione sul tessuto del suo training.
- Vieni, che ti rinfresco la memoria.
- Penso che tu stia esagerando...
- Ah sì? Eppure col mio cazzo in bocca non mi sembravi dello stesso parere.
- I-io...
Resto immobile, al che lui si avvicina e mi prende con forza per il braccio, portandomi verso il tavolino presente nella sua stanza. L'altra mano la poggia sulla mia nuca, quindi mi piega con forza. L'altra volta ero in una posizione scomoda, ora sono letteralmente a 90, i seni che pressano sulla superficie del tavolo.
- Mhn, mi fai male...
- Questo è niente, puttanella.
Dice, il tono sprezzante e sarcastico. Sento le sue mani che afferrano i jeans, quindi ne strappano il tessuto come se fosse un foglio di carta. Lo strappo espone immancabilmente le mie natiche, lui le fissa bramoso.
- Ti ho detto che mi sarei preso questo bel culo.
Ripete quanto già aveva preannunciato, concludendo con un sonoro schiaffo sulla chiappa destra che mi fa sussultare. Un gemito mi sfugge, misto tra piacere e dolore.
- Lo vedi? Sei proprio una puttanella.
Dalla posizione in cui sono non vedo ciò che fa, ma tempo qualche istante e sento la sua cappella gonfia strusciare sul mio sedere, poi tutta l'asta turgida tra le chiappe, fare avanti e indietro. Lo sento sputare, andando così a lubrificare la sua grossa asta. Ho un altro sussulto, poi un secondo quando sento il suo glande puntare al mio buchino.
- Aspetta, t-ti prego, fai p...
- Awwww!
Non faccio in tempo a finire che con un movimento d'anca lo spinge dentro, allargandomi l'orifizio e facendo sparire la punta dentro al mio culo. Non riesco a trattenere un lamento di dolore, ma lui se ne frega altamente e comincia a spingere il suo cazzo più a fondo. Sputa nuovamente sulla metà di palo rovente - duro come un pezzo d'acciaio - e lo infila per qualche altro centimetro all'interno del mio sfintere. Lo sento sogghignare, quindi comincia a fare avanti e indietro. Ho i brividi, quella penetrazione iniziale è stato tanto intensa che mi ha provocato un orgasmo immediato. Lui ne è consapevole, quindi impietosamente inizia a fottermi lentamente. Avanti e indietro, avanti e indietro.
- Ti spaccherò il culo, troia.
Non riesco nemmeno a rispondergli, sono in un loop di piacere intenso e il dolore è quasi del tutto svanito. E come promesso mi scopa, di tanto in tanto rifilandomi qualche ceffone sulle natiche per accompagnare lo stantuffo del suo cazzo. Per mia fortuna, il mio sedere mi viene in aiuto. La bella forma delle mie natiche e la strettezza del mio buco lo portano rapidamente all'orgasmo. Un fiume in piena, bollente, mi inonda e riempie. Eppure, nonostante sia appena venuto, non lo tira fuori. Quei pochi minuti di inculata mi hanno sfinita, ma lui sembra soltanto in attesa di riprendere... e difatti, non devo aspettare molto per il secondo round.
Soggiogata, i jeans strappati e con il culo pieno di sperma, non posso far altro che restar lì e farmi sottomettere nuovamente da quel toro nero, sperando che tutto si concluda il più presto possibile. Forse... perché in fondo non è stato poi così male.
La scorsa volta mi ero trovata alle prese con uno dei ragazzi, un giovane di colore, che mi ha chiamato nella sua camera, accogliendomi nudo e facendomi poi succhiare il suo cazzo. Un pompino mozzafiato, merito di quei 20 centimetri di palo nero, accompagnato da una spagnola e eiaculazione facciale. Di nascosto ha registrato la scena con il suo cellulare, mettendomi in una posizione scomoda... nonché la possibilità di sfruttarla per far leva in futuro.
Beh, il futuro è oggi, a un paio di settimane dall'accaduto.
Sono di nuovo a lavoro e in un momento di pausa, in cui mi sto fumando una sigaretta, Lui mi si avvicina e mi chiede di raggiungerlo in camera sua. La domanda suona più come un'imposizione che una richiesta. Ho un brivido, visto il tono con cui mi ha rivolto la parola e come mi ha squadrata da testa a piedi. Oggi indosso una semplice camicetta con le maniche corte, un paio di bottoni non affrancati che lasciano intravedere l'inizio della scollatura. Semplici jeans per la parte inferiore, aderenti alle gambe per lasciar intuire le forme ma non troppo stretti. Un abbigliamento casual, molto comodo. Finisco la sigaretta e lo raggiungo nella sua stanza, chiudendo la porta dietro di me, mentre lui mi accoglie.
- Ricordi che ho detto l'altra volta?
- N-no.
Lo ricordo eccome, come dimenticarlo? Ma faccio finta di niente.
Lui sorride, la mano che scende verso il cavallo dei pantaloni, così da cominciare a strofinarsi il pacco che subitamente ha una reazione. Vedo la sagoma crescere di dimensione, tesa e facente pressione sul tessuto del suo training.
- Vieni, che ti rinfresco la memoria.
- Penso che tu stia esagerando...
- Ah sì? Eppure col mio cazzo in bocca non mi sembravi dello stesso parere.
- I-io...
Resto immobile, al che lui si avvicina e mi prende con forza per il braccio, portandomi verso il tavolino presente nella sua stanza. L'altra mano la poggia sulla mia nuca, quindi mi piega con forza. L'altra volta ero in una posizione scomoda, ora sono letteralmente a 90, i seni che pressano sulla superficie del tavolo.
- Mhn, mi fai male...
- Questo è niente, puttanella.
Dice, il tono sprezzante e sarcastico. Sento le sue mani che afferrano i jeans, quindi ne strappano il tessuto come se fosse un foglio di carta. Lo strappo espone immancabilmente le mie natiche, lui le fissa bramoso.
- Ti ho detto che mi sarei preso questo bel culo.
Ripete quanto già aveva preannunciato, concludendo con un sonoro schiaffo sulla chiappa destra che mi fa sussultare. Un gemito mi sfugge, misto tra piacere e dolore.
- Lo vedi? Sei proprio una puttanella.
Dalla posizione in cui sono non vedo ciò che fa, ma tempo qualche istante e sento la sua cappella gonfia strusciare sul mio sedere, poi tutta l'asta turgida tra le chiappe, fare avanti e indietro. Lo sento sputare, andando così a lubrificare la sua grossa asta. Ho un altro sussulto, poi un secondo quando sento il suo glande puntare al mio buchino.
- Aspetta, t-ti prego, fai p...
- Awwww!
Non faccio in tempo a finire che con un movimento d'anca lo spinge dentro, allargandomi l'orifizio e facendo sparire la punta dentro al mio culo. Non riesco a trattenere un lamento di dolore, ma lui se ne frega altamente e comincia a spingere il suo cazzo più a fondo. Sputa nuovamente sulla metà di palo rovente - duro come un pezzo d'acciaio - e lo infila per qualche altro centimetro all'interno del mio sfintere. Lo sento sogghignare, quindi comincia a fare avanti e indietro. Ho i brividi, quella penetrazione iniziale è stato tanto intensa che mi ha provocato un orgasmo immediato. Lui ne è consapevole, quindi impietosamente inizia a fottermi lentamente. Avanti e indietro, avanti e indietro.
- Ti spaccherò il culo, troia.
Non riesco nemmeno a rispondergli, sono in un loop di piacere intenso e il dolore è quasi del tutto svanito. E come promesso mi scopa, di tanto in tanto rifilandomi qualche ceffone sulle natiche per accompagnare lo stantuffo del suo cazzo. Per mia fortuna, il mio sedere mi viene in aiuto. La bella forma delle mie natiche e la strettezza del mio buco lo portano rapidamente all'orgasmo. Un fiume in piena, bollente, mi inonda e riempie. Eppure, nonostante sia appena venuto, non lo tira fuori. Quei pochi minuti di inculata mi hanno sfinita, ma lui sembra soltanto in attesa di riprendere... e difatti, non devo aspettare molto per il secondo round.
Soggiogata, i jeans strappati e con il culo pieno di sperma, non posso far altro che restar lì e farmi sottomettere nuovamente da quel toro nero, sperando che tutto si concluda il più presto possibile. Forse... perché in fondo non è stato poi così male.
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Commenti dei lettori al racconto erotico