Massaggio Rivelatore

di
genere
bisex

Mi chiamo Andrea e questa storia è accaduta così come la racconto qualche anno fa. Era il mese prima del mio trentaseiesimo compleanno e la mia ragazza mi aveva dato il suo regalo in anticipo: un buono per un massaggio in un centro specializzato che aveva già provato di persona e che mi raccomandava caldamente. Faccio l'idraulico e, superati i trenta, iniziavo a risentire di acciacchi sempre più frequenti, in particolare il mal di schiena e la conseguente infiammazione del nervo sciatico. I fastidi diventavano man mano più spiacevoli, al punto da avermi costretto a letto a letto un paio di volte, facendomi perdere lavori importanti che mi avrebbero fruttato parecchio, in termini economici. Per questo motivo, Elena, la mia ragazza aveva pensato di anticipare il suo regalo e donarmi un po' di sollievo. Lì per lì, non ne ero stato entusiasta, l'idea di farmi massaggiare da qualcuno che non conoscevo non mi era mai andata particolarmente a genio. Nonostante ciò, lo sguardo carico di aspettative di Elena mi aveva spinto a provarci ugualmente.
Avevo appuntamento alle sette di sera, dopo il lavoro. Arrivai con un leggero ritardo, per via di un intervento pomeridiano che si era protratto più a lungo del previsto.
"Buonasera, sono Andrea, avevo appuntamento per le sette, chiedo scusa per il ritardo!" dissi imbarazzato, appena entrato.
"Nessun problema, io sono Antonio, a proposito" disse il massaggiatore che, evidentemente, si era messo a leggere un libro, nell'attesa.
Mi condusse nella stanza per i massaggi, dove erano state accese delle candele profumate che creavano un'atmosfera calda e rilassante.
Mi lasciò solo, dicendomi di spogliarmi completamente e stendermi sul lettino a pancia in giù e mostrandomi l'asciugamano con cui coprire le mie parti intime.
Mi spogliai completamente, pur con una certa riluttanza. Mi era già capitato di stare nudo con altri maschi, negli spogliatoi quando giocavo a calcio o in palestra, ma non c'erano stati certo massaggi in quelle occasioni. L'idea di farsi massaggiare da un uomo mentre ero completamente nudo mi faceva sentire esposto e vulnerabile, ma decisi di darci un taglio e sfilarmi anche le mutande. Di cosa avrei dovuto preoccuparmi? Ero nelle mani di un professionista.
Prima di sdraiarmi sul lettino, mi guardai brevemente allo specchio: il mio fisico era abbastanza nella media, avevo petto e gambe abbastanza pelose, un po' di pancia, dovuta prevalentemente alla mia passione per la birra, che mi concedevo un po' troppo spesso, e una barba abbastanza folta, scura come i capelli.
Mi ero appena sistemato sul lettino con l'asciugamano a coprirmi le natiche, quando sentii bussare. Antonio entrò nella stanza e parlammo brevemente dei miei dolori, per decidere su quali aree concentrarsi.
"Iniziamo cercando di calmare un po' la sciatica, ok?" disse Antonio mentre si applicava dell'olio per massaggi sulle mani.
Grugnii il mio assenso.
"Dovrò concentrarmi sui glutei" disse Antonio "quindi sposterò l'asciugamano."
Come temevo, il massaggio si sarebbe concentrato su zone decisamente imbarazzanti da far toccare ad un altro uomo ma, ormai, era tardi per rifiutarsi, quindi acconsentii, mio malgrado. Antonio tolse l'asciugamano e iniziò il massaggio.
Avvertii un brivido non appena posò le mani sui miei glutei e iniziò un lento ma energico massaggio. A rifletterci, non credo che nessuno avesse mai toccato il mio sedere, tranne forse qualche pacca scherzosa tra amici.
Mentre Antonio proseguiva il suo massaggio ai glutei e alle cosce, di tanto in tanto, le sue dita scivolavano all'interno della fessura tra le mie natiche, sfiorando il mio ano. La prima volta che capitò, mi ritrovai a boccheggiare per la sorpresa, ma riuscii a contenere la mia reazione. Non c'era niente di male, pensai, è normale che non si limiti esclusivamente ai glutei ed alle cosce e, dopotutto, non è stato sgradevole. Quello che mi lasciò decisamente perplesso fu il fatto che, dopo alcune volte in cui le dita di Antonio sfiorarono il mio buchetto, io iniziassi a sentire il mio uccello che diventava lentamente barzotto sotto il mio corpo. Mi concentrai su altre preoccupazioni per distrarmi dalla sensazione del tocco di Antonio e, con sollievo, percepii che le dimensioni del mio pene si riducevano.
"Adesso, girati a pancia in su, per favore." disse Antonio, pronto con l'asciugamano per coprire le mie parti intime quando mi fossi girato.
Mi girai e, mentre il mio pene sfiorava la mia coscia, sentii una sensazione umida, segno che, oltre ad aver avuto un principio di erezione, avessi anche cominciato a bagnarmi. La cosa mi preoccupò parecchio, poiché l'eccitazione mi causava una produzione di liquido pre-spermatico molto superiore alla norma. Elena e le mie precedenti ragazze avevano sempre trovato la cosa piuttosto sexy ma io ero molto a disagio per questa mia particolarità. Il mio cazzo era ancora leggermente barzotto ma l'asciugamano, per quanto decisamente striminzito, bastava a mascherare la cosa.
Antonio non diede segno di essersi accorto di nulla e ricominciò a massaggiarmi le cosce, partendo dal ginocchio e salendo lungo l'interno coscia.
Girato a faccia in su, mi ritrovai a sbirciare Antonio, a cui non avevo dato che un rapido sguardo al mio arrivo. Aveva un fisico leggermente appesantito ma muscoloso e massiccio, con una pelle scura e abbronzata che contrastava moltissimo con la mia carnagione pallida. Ero invidioso delle sue braccia robuste, mi chiedevo se, avendo anch'io più muscoli e più forza, non avrei evitato i dolori che mi affliggevano.
Immerso nei miei pensieri, non mi ero reso conto che il mio uccello stesse tornando ad inturgidirsi e bagnarsi copiosamente ma, quando iniziò a sfiorare il bordo dell'asciugamano sopra di esso, tornai bruscamente alla realtà. Andai nel panico, l'ultima cosa che avrei voluto sarebbe stata di ritrovarmi completamente eretto davanti ad un estraneo che mi massaggiava le cosce. Cercai disperatamente di concentrarmi su altro, nella speranza che, come in precedenza, l'erezione si affievolisse ma sembrava che il mio imbarazzo e la mia eccitazione crescessero di pari passo. Sentivo il cuore battermi all'impazzata mentre percepivo che il mio uccello, ormai completamente in tiro, aveva ribaltato l'asciugamano sulla mia pancia e ora svettava duro come non mai. Riuscivo a sentire di essere anche completamente fradicio poiché la mia cappella, ormai completamente scoperta, era più fredda del normale a contatto con l'aria, indice di quanto fosse bagnata.
Mentre sentivo che la mia erezione veniva rivelata in modo inequivocabile, avevo tenuto gli occhi ostinatamente serrati, nella stupida speranza che Antonio non si accorgesse di niente. Ma, a questo punto, mi vidi costretto a dire qualcosa. Mi portai una mano sugli occhi e, con la voce roca per l'emozione, dissi: "Ti chiedo scusa, non so cosa mi stia succedendo..."
Mentre parlavo, mi sentii avvampare al pensiero di quanto patetico dovessi sembrare, con il volto coperto, il cazzo duro come il marmo e la cappella lucida e bagnata, di fronte a quell'uomo infinitamente più forte e in forma di me.
"Tranquillo, è normale, capita spesso," disse Antonio, cercando di mettermi a mio agio, "dopotutto le zone che sto massaggiando sono piuttosto erogene."
Per tutta risposta, il mio pene ebbe un paio di spasmi che lo fecero rimbalzare contro la mia pancia, producendo un suono umidiccio. Quanto cazzo mi stavo bagnando?!
"Però, è proprio questa la zona su cui devo concentrarmi per farti stare meglio, per te va bene se continuo?" chiese Antonio.
"Ehm... Ok..." dissi io, vergognandomi come un cane. A tentoni, presi l'asciugamano striminzito e lo riposizionai in modo che coprisse almeno la cappella, nonostante questo significasse lasciare scoperti i testicoli.
Il massaggio proseguì e le mie speranze che l'erezione passasse continuavano ad essere frustrate. Gli spasmi lungo l'asta del mio cazzo si fecero sempre più rapidi e regolari e, involontariamente, anche il mio respiro si fece più roco e rapido. Già immaginavo cosa avrebbe raccontato Antonio ai suoi colleghi del centro massaggi, non avrei mai osato farmi rivedere lì.
Dopo quelle che parvero ore, quando ormai la vergogna stava per lasciare il posto all'irrefrenabile bisogno di venire, Antonio parlò di nuovo. "Voltati di nuovo," disse.
Non mi feci certo pregare, non aspettavo altro che nascondere quell'erezione imbarazzante sotto di me. Antonio ricominciò a massaggiarmi le natiche e, di nuovo, sentii che di tanto in tanto le sue dita indugiavano sul mio ano e sulle zone attorno ad esso. Abbandonata ogni speranza di farmi passare l'erezione, sentivo il mio cazzo pulsare contro il lettino e i miei umori impregnare la carta protettiva posta sul lettino.
Fu di nuovo Antonio a rompere il silenzio: "Se ti faccio male o vuoi che mi fermi, dillo senza problemi."
Trovai la frase alquanto bizzarra, dal momento che avevo reso abbondantemente evidente di apprezzare il suo massaggio, ma riuscii a bofonchiare un "ok" poco convinto, la gola secca a furia di respirare affannosamente.
Mano a mano che il massaggio continuava, le incursioni di Antonio sul mio buchetto si facevano sempre più frequenti e il tempo intercorso tra l'una e l'altra si riduceva sempre più. Con mia grande sorpresa, mi ritrovai ad eccitarmi sempre di più per queste sue attenzioni e il mio uccello, completamente fradicio di umori e talmente duro che quasi iniziava a dolere, pulsava sempre più rapidamente sul lettino.
Ciò che, non senza sbigottimento, iniziavo a desiderare ardentemente, si verificò di lì a poco. Antonio aveva posizionato una delle sue dita robuste sul mio ano e stava iniziando a spingere delicatamente, come per saggiarne la resistenza. Non avevo mai pensato a nulla del genere, prima di quel momento, eppure mi ritrovai a spingere contro il dito di Antonio, ansioso di sentirlo dentro di me. Scivolò dentro di me senza sforzo, vuoi per via dell'olio lubrificante, vuoi per lo stato di completo sovraccarico sensoriale in cui mi trovavo. Il dolore fu minimo. Antonio iniziò a muovere il suo dito dentro e fuori e io persi completamente il controllo, iniziando a gemere e ansimare.
"Vuoi che mi fermi?" chiese Antonio.
Non riuscii a rispondere, non potevo ammettere a me stesso che avrei voluto che continuasse in eterno, che avrei voluto che aggiungesse un altro dito o il suo cazzo. Più tardi, sarei stato sconvolto dai pensieri che mi avevano attraversato la mente in quel momento, ma, lì per lì, non ero in grado di preoccuparmene. Antonio scelse, giustamente, di interpretare i miei gemiti come un segno di assenso a continuare ciò che stava facendo e, anzi, aggiunse un secondo dito. Le sue dita iniziarono a colpire quella che, intuii, doveva essere la mia prostata e persi ogni ritegno: sollevai il bacino per staccare il mio uccello dal lettino e allungai la mano per afferrarlo e procurarmi il sollievo a cui anelavo. Il mio polso fu intercettato dalla mano libera di Antonio che mi piegò fermamente il braccio dietro la schiena, impedendomi di masturbarmi. Questo gesto, il fatto che mi impedisse di toccarmi, il suo tocco sulla mia schiena e le sue dita che, implacabili, sfregavano la mia prostata con foga, furono più di quanto potessi reggere: con un gemito roco di pura estasi raggiunsi l'orgasmo, senza toccarmi. Fu l'orgasmo più intenso che avessi provato fino a quel momento, diversi fiotti di sperma schizzarono dalla punta del mio cazzo che si muoveva in su e in giù, in preda a una specie di convulsione, mentre i miei gemiti rochi si facevano sempre più acuti. Le dita di Antonio continuarono a penetrarmi senza pietà fin quando non mi accasciai sul lettino, stremato.
"Ti lascio solo per pulirti e rivestirti," disse Antonio, "spero che il massaggio ti abbia dato sollievo."
Come se non fosse stato abbastanza ovvio, pensai io, in imbarazzo, mentre Antonio lasciava la stanza. Mentre usciva, riuscii a vedere riflesso nello specchio che anche lui aveva un rigonfiamento notevole nei pantaloni. Forse non ero stato l'unico a godersi (letteralmente) il massaggio.
scritto il
2025-08-16
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