Beccato in flagranza

di
genere
feticismo

Vivo in un piccolo condominio con 4 appartamenti, due al primo piano e due al secondo.
Io sono al primo e la mia dirimpettaia è una donna di circa 65 anni, ma portati almeno 10 in meno, magrolina ma con ancora una tonicità e una pelle da quarantenne.
Io ho almeno 10 anni in meno, non nascondo che mi è sempre piaciuta, ma non ho mai osato perché essendo un feticista, preferivo non fare lo schiavo anche nell'ambiente dove vivo, perché sarebbe stato poi all'infinito.
Tuttavia, poiché Antonella ha l'abitudine di lasciare le scarpe sul pianerottolo, fuori dalla porta, per poi entrare in casa sua con le pantofole, spesso non riesco a rinunciare ad una annusatina veloce per poi, magari, masturbarmi in casa mia.
Il mese scorso, in una delle giornate più calde di questa estate, sono tornato dal lavoro verso le 5 del pomeriggio; fuori dalla porta c'erano le sue scarpe, aperte con il tacco non molto alto. Le conoscevo, erano vecchiotte e all'interno si era formato quell'alone che indica che ormai le scarpe sono da cambiare.
Quel giorno, dato il caldo, sembravano ancora più impregnate e decisi di dargli un'annusatina.
Ne presi una e me la portai al naso respirando a pieni polmoni, lasciando entrare quell'aroma dentro le narici, dentro di me e soprattutto dentro la mia testa. Si, perché l'olfatto è il senso dei ricordi, quell'aroma lo riconoscevo e sapevo che non lo avrei dimenticato mai più.
Dolce ma allo stesso tempo leggermente pungente.
Ma, proprio mentre annusava pensando a tutte queste cose, lei apre di scatto la porta.
Mi guarda ed io comincio a sudare dalla vergogna, aspettandomi una partaccia, che mi avrebbe dato del pervertito e che mi avrebbe sputtanato con tutto il vicinato.
Invece, caldissima, mi disse
-"ti piace proprio, eh?"-
-"Si, lo ammetto"-
-"Lo sapevo già, credi che non ti abbia mai visto dallo spioncino?"-
-"mi dispiace, non lo farò più"- le risposi.
Ma lei invece sorrise e disse: -"Non ti preoccupare, credo però che sia venuto il momento che tu assaggi direttamente i miei piedi. So già di questa perversione, ho avuto un uomo così. Dai entra, per questa occasione che avevo già deciso di concederti, non mi sono lavata i piedi per tre giorni. Però devi entrare in casa mia camminando a cagnolino, portando dentro in bocca le scarpe che stavi annusando".
La mia vergogna (e la mia dignità) mi avevano già abbandonato e seguii le sue istruzioni.
Chiuse la porta, si mise sul divano stendendo le gambe, e mi disse: -"lasciale lì e vieni a baciarmi i piedi"- mentre cominciò a leggere una rivista.
Mi avvicinai cominciando ad annusarli inspirando quell'odore ed ebbi una violenta erezione.
Poi cominciai a leccare con la punta della lingua, ma lei stendeva la pianta incitandomi a dare leccate più decise.
Allora cominciai a leccare dal tallone fino alla punta dell'alluce.
Avevano il sapore che avevo sempre sognato.
Sono andato avanti così per un bel po' e lei, nel frattempo, avevo riposto la rivista e aveva preso lo smartphone per filmarmi.
Ad un certo punto, mi ha fatto stendere a terra supino e mi ha infilato un piede in bocca.
Prima delicatamente, ma poi, progressivamente lo ha spinto sempre più giù fino a quando le sue dita sono entrate nella mia gola.
Ero sempre più arrapato e ormai alla sua mercé, poteva farmi quello che voleva.
-"mi piace sentire la tua gola intorno al mio piede"- diceva spingendo sempre più giù.
Avendo un piede abbastanza piccolo, credo un 36, il mio labbro superiore ormai toccava il suo tallone. Ad un certo punto pensavo che volesse infilarmeli completamente.
A me non venivano conati di vomito perché rilasso completamente i muscoli della gola e riescivo a respirare bene col naso, quindi mi godeva tutto.
Ad un certo punto si è fermata ed ha preso una bottiglia di plastica da cui aveva tagliato il fondo.
Me la mise in bocca e comincio a pisciarci dentro, dicendomi -"non ingoiare subito, devo riprendere"-
Poi una volta fatto più di mezzo litro di piscio, mi disse -"adesso bevi"- riprendendomi col telefono.
Mentre ingoiavo, sono venuto nei pantaloni.
A quel punto mi congedò ed io rientrai a casa.
È successo proprio quello che volevo evitare, a volte viene lei da me e sono diventato schiavo in casa mia.
Bevo litri e litri del suo piscio.
Sono il suo schiavo e faccio tutto quello che mi dice.
scritto il
2025-08-09
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