Senza capo né coda
di
Ilgiorgio
genere
etero
È domenica pomeriggio, i bambini sguazzano felici in piscina, le signore conversano, ho una Ceres ghiacciata in mano e sto parlando con Luca della prossima tappa italiana degli Iron Maiden.
Tra una battuta e l'altra tiro fuori una Marlboro e faccio scattare l'accendino. L'odore del tabacco per un attimo mi distrae, mi piace.
Non faccio in tempo a fare due tiri che una tipa tutta vestita di rosso inizia a fischiare ripetutamente nella mia direzione con il braccio alzato e il dito indice che oscilla da destra a sinistra.
Luca mi avverte - Guarda Giorgio che quella ce l'ha con te.
La tipa arriva, petto in fuori, toglie il fischietto dalla bocca e con sguardo accigliato mi redarguisce:
"È assolutamente vietato fumare! Non sa leggere?" mi indica con un gesto un pannello con scritto "Regolamento". Le mani sui fianchi. Mi aspetto che da un momento all'altro tiri fuori un cartellino rosso.
"Signora siamo all'aperto e qui vicino non c'è nessuno...!" provo a obiettare.
"Il regolamento è chiaro. È vietato fumare in tutto il parco acquatico, tranne che nell'area fumatori vicino al bar".
Cristo santo, non si può fare più niente in questo schifo di paese!
Prendo la mia bottiglia di birra e vado a cercare l'area fumatori, dico a Luca di raggiungermi al bar tra dieci minuti.
Riaccendo la sigaretta e appoggio gli avambracci alla staccionata che delimita il recinto dove noi, irriducibili affezionati alla nicotina, possiamo essere considerati inoffensivi per il resto del mondo.
Faccio un tiro ed espiro, proprio mentre passa una giovane ragazza che, investita dalla nuvola di fumo, si volta per capire chi è lo stronzo di turno.
Sollevo la mano aperta, le porgo le mie scuse e in tutta risposta il suo volto si illumina in un sorriso perfetto e assolutorio, mi fa ciao con la sua bella manina e io in un attimo mi sento libero da ogni peccato.
Ma non da un certo turbamento che inizia a farsi sentire sotto il costume mentre la seguo con lo sguardo arrivare alla sua postazione, incantato dall'ancheggiare ipnotico delle sue chiappe michelangiolesche appena coperte da un triangolo di stoffa azzurro.
Ho l'impressione che abbia accentuato lo sculettamento e raddrizzato la schiena poco dopo avermi visto. Si pavoneggia, dev'essere una di quelle a cui piace fartela annusare e aspettare che da buon segugio tu vada a recuperare la preda. Io ho un buon naso ragazza, ma purtroppo sono in divieto di caccia.
Protetto dagli occhiali da sole mi perdo comunque tra i glutei di questa giovane puledra che, ad un tratto, si abbassa per rovistare nella borsa, regalandomi uno spettacolo da capogiro, un istmo azzurro carnoso che vale assolutamente il confinamento nell'area fumatori.
Si distende sul lettino prona con il suo iphone e io dalla mia postazione godo di una vista perfetta, in primo piano le splendide piante dei suoi piedini, il resto tutto a seguire.
Devo smettere di fissarla o qualcuno mi accusarà di essere un cazzo di pervertito, che poi è quello che sono ma credo sia meglio non darlo troppo a vedere.
Decido che è arrivato il momento di voltarmi, do un tiro di sigaretta ma un attimo prima di distogliere lo sguardo, vedo il collo del suo piede destro salire ad accarezzare il polpaccio della gamba sinistra. Una scossa elettrica mi attraversa i lombi, quel movimento mi accende come un tizzone e mi frizza al contempo. Do un altro tiro. Non riesco a far altro che guardarla. Risalgo e scannerizzo pezzo pezzo ogni centimetro della sua pelle, fino a che non inquadro il culo... Un altro tiro. Cristo santo che chiappe che ha questa ragazza! Quanto darei per morderle, schiaffeggiarle, aprirle... sarà meglio fare un tuffo in piscina, mi devo dare una calmata, il costume è ampio, ma il cazzo inizia a spingere un po' troppo.
La tipa, forse sentendosi osservata, gira appena la testa, da dietro la spalla mi lancia un'occhiata e mi sorride.
"Certo che l'area fumatori offre proprio un bel panorama".
Per la miseria, per poco non mi prende un colpo! Non l'ho proprio sentito arrivare...
Deve essersi accorto che fisso la ragazza da un po', mi limito ad annuire, non faccio commenti, assolutamente nessun commento. Con la fortuna che mi ritrovo è il fidanzato.
Capello rasato, fisico asciutto, avrà all'incirca la mia età, mi si affianca e a voce bassa continua a stuzzicarmi:
"Ho notato che ti piace stare qui a guardare "
Devo trovare una via di fuga, mi ci gioco le palle che la conosce.
Insomma, il tipo mi mette a disagio così decido di togliermi subito dall'impasse, schiaccio il mozzicone sul portacenere del cestino e, diretto e titubante come un Frecciarossa fermo in aperta campagna, gli chiedo:
"Per caso è la tua fidanzata?"
Quello si guarda intorno, se la ride teatralmente poi torna serio, qualche secondo di silenzio e mi fa: ha solo diciannove anni, è la figlia della mia compagna. Sparisci.
Ok Humbert, ho capito ma stai calmo! Ragazzi questo è tutto matto, pensa se gli avessi risposto!
Mi allontano, lui si sta ancora chiedendo chi cazzo è Humbert, glielo leggo negli occhi.
Lancio un ultimo sguardo alla ragazza impertinente che se la ride, meriterebbe proprio una bella sculacciata, la castigherei molto molto volentieri.
Esco dall'angolo fumatori ancora un po' su di giri e mi viene un'idea.
Cerco la mia signora, l'avvisto alla nostra postazione. Abbiamo fatto un discorsetto l'altra sera, voglio mettere in pratica i suoi suggerimenti. Ha i capelli appuntati in alto dietro la nuca, quando la raggiungo l'abbraccio da dietro, la stringo, avvicino le labbra al suo orecchio e sussurro:
"Voglio un pompino."
Lei si volta quanto basta e mi guarda perplessa.
"Hai detto "panino"? Vuoi un panino?"
Lo dice a voce alta, chiara, molto definita. Si volta Paola (la moglie di Luca), si voltano le bambine, qualcuno mi offre un po' di pizza che rifiuto con gentilezza, no no grazie non ho fame. Lancio un'occhiataccia alla mia signora, giro le spalle ai curiosi che qui nessuno si fa i cazzi suoi.
"Marti, porca zozza non ho detto panino. Ho detto pompino. Voglio che mi fai un pompino..."
"Ma me lo dici così? Ti pare il modo?"
"Non meno di due sere fa mi hai detto - Chiedimelo più spesso, mi eccita da morire quando mi parli così - testuali parole."
"Si ok, è vero... ma adesso... in piscina..."
Insomma per farla breve dopo pochi minuti ci allontaniamo, ci intrufoliamo nel bagno delle donne e chiudiamo la porta.
Un po'di convenevoli, mi bacia, mi si struscia un po' addosso, le prendo una mano e me la infilo dentro il costume. Mi stringe il cazzo e mugola un apprezzamento. Sposto il sopra del suo bikini e le scopro le tette, la mia passione. O meglio una delle mie passioni. Inizio a spingere il suo corpo verso il basso, non c'è tempo da perdere, mi abbassa il costume e inizia a lavorarmi ben bene. La sua lingua è calda e arriva a bagnarmelo tutto, sale, gira, non so neanche tecnicamente come fa ma ho l'impressione che sia ovunque. Allargo un po'di più le gambe, la osservo, è concentrata a lucidarlo poi ad un tratto solleva gli occhi, li punta sui miei e lentamente lo prende tutto in bocca. Sparisce. Quando arriva in fondo non resisto, le prendo la testa e la schiaccio, voglio sbatterglielo in gola, voglio tutta la sua bocca, così calda e umida. Un susseguirsi di rumori ci circonda, gente che entra e che esce, ad un certo punto sento pisciare quella della porta accanto, le parte pure un peto, provo a concentrarmi sul lavoro di bocca della signora, le prendo una mano e l'accompagno sotto le palle, voglio che le tocchi un po', mi piace. Lei fraintende e mi infila un dito nel culo. Non era quello che volevo ma non mi oppongo.
Qualcuno bussa alla porta, io faccio finta di niente, lei sfila il dito. Mette le mani sull'asta, si aiuta, il suo su e giù mi manda ai matti, sono sulla rampa di lancio quando bussano ancora.
"E che cazzo! È occupato!"
La mia risposta è seguita da un chiocciare rumoroso proveniente dall'antibagno, la Marti non si lascia distrarre.
La incoraggio, le dico sei fantastica. E lo è sul serio.
Bussano ancora, sto per rispondere - aspetta un attimo che vengo - ma la voce di Paola mi anticipa.
"Marti sei qui? Ha chiamato tuo fratello già tre volte, dice che è urgente."
La Marti si stacca con la bocca, si alza, continua a masturbarmi.
"Ok Paola grazie, un minuto e arrivo"
Mi bacia.
"Devo andare a richiamarlo..."
"Tanto è una cazzata Marti, sai com' è fatto tuo fratello... resta qui..."
"E se fosse di nuovo nei guai? Sono in ansia, non ce la faccio... scusa. Finiamo stasera."
La Marti se ne va. Un attimo prima aveva il mio bell'arnese tra le labbra e adesso niente. Il vuoto. Finisco da solo.
Maledetto Diego, questa me la paga.
Mi ricompongo ed esco dal bagno, passando chiedo scusa alle signore che squittiscono indignate.
Appena fuori eccola.
Per poco non ci scontriamo. Il passaggio è stretto, insieme non ci passiamo, uno dei due deve per forza di cose spostarsi.
Forse mi merita ritornare dentro il bagno.
Questa è senza dubbio la mia giornata fortunata.
Tra una battuta e l'altra tiro fuori una Marlboro e faccio scattare l'accendino. L'odore del tabacco per un attimo mi distrae, mi piace.
Non faccio in tempo a fare due tiri che una tipa tutta vestita di rosso inizia a fischiare ripetutamente nella mia direzione con il braccio alzato e il dito indice che oscilla da destra a sinistra.
Luca mi avverte - Guarda Giorgio che quella ce l'ha con te.
La tipa arriva, petto in fuori, toglie il fischietto dalla bocca e con sguardo accigliato mi redarguisce:
"È assolutamente vietato fumare! Non sa leggere?" mi indica con un gesto un pannello con scritto "Regolamento". Le mani sui fianchi. Mi aspetto che da un momento all'altro tiri fuori un cartellino rosso.
"Signora siamo all'aperto e qui vicino non c'è nessuno...!" provo a obiettare.
"Il regolamento è chiaro. È vietato fumare in tutto il parco acquatico, tranne che nell'area fumatori vicino al bar".
Cristo santo, non si può fare più niente in questo schifo di paese!
Prendo la mia bottiglia di birra e vado a cercare l'area fumatori, dico a Luca di raggiungermi al bar tra dieci minuti.
Riaccendo la sigaretta e appoggio gli avambracci alla staccionata che delimita il recinto dove noi, irriducibili affezionati alla nicotina, possiamo essere considerati inoffensivi per il resto del mondo.
Faccio un tiro ed espiro, proprio mentre passa una giovane ragazza che, investita dalla nuvola di fumo, si volta per capire chi è lo stronzo di turno.
Sollevo la mano aperta, le porgo le mie scuse e in tutta risposta il suo volto si illumina in un sorriso perfetto e assolutorio, mi fa ciao con la sua bella manina e io in un attimo mi sento libero da ogni peccato.
Ma non da un certo turbamento che inizia a farsi sentire sotto il costume mentre la seguo con lo sguardo arrivare alla sua postazione, incantato dall'ancheggiare ipnotico delle sue chiappe michelangiolesche appena coperte da un triangolo di stoffa azzurro.
Ho l'impressione che abbia accentuato lo sculettamento e raddrizzato la schiena poco dopo avermi visto. Si pavoneggia, dev'essere una di quelle a cui piace fartela annusare e aspettare che da buon segugio tu vada a recuperare la preda. Io ho un buon naso ragazza, ma purtroppo sono in divieto di caccia.
Protetto dagli occhiali da sole mi perdo comunque tra i glutei di questa giovane puledra che, ad un tratto, si abbassa per rovistare nella borsa, regalandomi uno spettacolo da capogiro, un istmo azzurro carnoso che vale assolutamente il confinamento nell'area fumatori.
Si distende sul lettino prona con il suo iphone e io dalla mia postazione godo di una vista perfetta, in primo piano le splendide piante dei suoi piedini, il resto tutto a seguire.
Devo smettere di fissarla o qualcuno mi accusarà di essere un cazzo di pervertito, che poi è quello che sono ma credo sia meglio non darlo troppo a vedere.
Decido che è arrivato il momento di voltarmi, do un tiro di sigaretta ma un attimo prima di distogliere lo sguardo, vedo il collo del suo piede destro salire ad accarezzare il polpaccio della gamba sinistra. Una scossa elettrica mi attraversa i lombi, quel movimento mi accende come un tizzone e mi frizza al contempo. Do un altro tiro. Non riesco a far altro che guardarla. Risalgo e scannerizzo pezzo pezzo ogni centimetro della sua pelle, fino a che non inquadro il culo... Un altro tiro. Cristo santo che chiappe che ha questa ragazza! Quanto darei per morderle, schiaffeggiarle, aprirle... sarà meglio fare un tuffo in piscina, mi devo dare una calmata, il costume è ampio, ma il cazzo inizia a spingere un po' troppo.
La tipa, forse sentendosi osservata, gira appena la testa, da dietro la spalla mi lancia un'occhiata e mi sorride.
"Certo che l'area fumatori offre proprio un bel panorama".
Per la miseria, per poco non mi prende un colpo! Non l'ho proprio sentito arrivare...
Deve essersi accorto che fisso la ragazza da un po', mi limito ad annuire, non faccio commenti, assolutamente nessun commento. Con la fortuna che mi ritrovo è il fidanzato.
Capello rasato, fisico asciutto, avrà all'incirca la mia età, mi si affianca e a voce bassa continua a stuzzicarmi:
"Ho notato che ti piace stare qui a guardare "
Devo trovare una via di fuga, mi ci gioco le palle che la conosce.
Insomma, il tipo mi mette a disagio così decido di togliermi subito dall'impasse, schiaccio il mozzicone sul portacenere del cestino e, diretto e titubante come un Frecciarossa fermo in aperta campagna, gli chiedo:
"Per caso è la tua fidanzata?"
Quello si guarda intorno, se la ride teatralmente poi torna serio, qualche secondo di silenzio e mi fa: ha solo diciannove anni, è la figlia della mia compagna. Sparisci.
Ok Humbert, ho capito ma stai calmo! Ragazzi questo è tutto matto, pensa se gli avessi risposto!
Mi allontano, lui si sta ancora chiedendo chi cazzo è Humbert, glielo leggo negli occhi.
Lancio un ultimo sguardo alla ragazza impertinente che se la ride, meriterebbe proprio una bella sculacciata, la castigherei molto molto volentieri.
Esco dall'angolo fumatori ancora un po' su di giri e mi viene un'idea.
Cerco la mia signora, l'avvisto alla nostra postazione. Abbiamo fatto un discorsetto l'altra sera, voglio mettere in pratica i suoi suggerimenti. Ha i capelli appuntati in alto dietro la nuca, quando la raggiungo l'abbraccio da dietro, la stringo, avvicino le labbra al suo orecchio e sussurro:
"Voglio un pompino."
Lei si volta quanto basta e mi guarda perplessa.
"Hai detto "panino"? Vuoi un panino?"
Lo dice a voce alta, chiara, molto definita. Si volta Paola (la moglie di Luca), si voltano le bambine, qualcuno mi offre un po' di pizza che rifiuto con gentilezza, no no grazie non ho fame. Lancio un'occhiataccia alla mia signora, giro le spalle ai curiosi che qui nessuno si fa i cazzi suoi.
"Marti, porca zozza non ho detto panino. Ho detto pompino. Voglio che mi fai un pompino..."
"Ma me lo dici così? Ti pare il modo?"
"Non meno di due sere fa mi hai detto - Chiedimelo più spesso, mi eccita da morire quando mi parli così - testuali parole."
"Si ok, è vero... ma adesso... in piscina..."
Insomma per farla breve dopo pochi minuti ci allontaniamo, ci intrufoliamo nel bagno delle donne e chiudiamo la porta.
Un po'di convenevoli, mi bacia, mi si struscia un po' addosso, le prendo una mano e me la infilo dentro il costume. Mi stringe il cazzo e mugola un apprezzamento. Sposto il sopra del suo bikini e le scopro le tette, la mia passione. O meglio una delle mie passioni. Inizio a spingere il suo corpo verso il basso, non c'è tempo da perdere, mi abbassa il costume e inizia a lavorarmi ben bene. La sua lingua è calda e arriva a bagnarmelo tutto, sale, gira, non so neanche tecnicamente come fa ma ho l'impressione che sia ovunque. Allargo un po'di più le gambe, la osservo, è concentrata a lucidarlo poi ad un tratto solleva gli occhi, li punta sui miei e lentamente lo prende tutto in bocca. Sparisce. Quando arriva in fondo non resisto, le prendo la testa e la schiaccio, voglio sbatterglielo in gola, voglio tutta la sua bocca, così calda e umida. Un susseguirsi di rumori ci circonda, gente che entra e che esce, ad un certo punto sento pisciare quella della porta accanto, le parte pure un peto, provo a concentrarmi sul lavoro di bocca della signora, le prendo una mano e l'accompagno sotto le palle, voglio che le tocchi un po', mi piace. Lei fraintende e mi infila un dito nel culo. Non era quello che volevo ma non mi oppongo.
Qualcuno bussa alla porta, io faccio finta di niente, lei sfila il dito. Mette le mani sull'asta, si aiuta, il suo su e giù mi manda ai matti, sono sulla rampa di lancio quando bussano ancora.
"E che cazzo! È occupato!"
La mia risposta è seguita da un chiocciare rumoroso proveniente dall'antibagno, la Marti non si lascia distrarre.
La incoraggio, le dico sei fantastica. E lo è sul serio.
Bussano ancora, sto per rispondere - aspetta un attimo che vengo - ma la voce di Paola mi anticipa.
"Marti sei qui? Ha chiamato tuo fratello già tre volte, dice che è urgente."
La Marti si stacca con la bocca, si alza, continua a masturbarmi.
"Ok Paola grazie, un minuto e arrivo"
Mi bacia.
"Devo andare a richiamarlo..."
"Tanto è una cazzata Marti, sai com' è fatto tuo fratello... resta qui..."
"E se fosse di nuovo nei guai? Sono in ansia, non ce la faccio... scusa. Finiamo stasera."
La Marti se ne va. Un attimo prima aveva il mio bell'arnese tra le labbra e adesso niente. Il vuoto. Finisco da solo.
Maledetto Diego, questa me la paga.
Mi ricompongo ed esco dal bagno, passando chiedo scusa alle signore che squittiscono indignate.
Appena fuori eccola.
Per poco non ci scontriamo. Il passaggio è stretto, insieme non ci passiamo, uno dei due deve per forza di cose spostarsi.
Forse mi merita ritornare dentro il bagno.
Questa è senza dubbio la mia giornata fortunata.
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