Gli operai della ristrutturazione

di
genere
trio

Con la mia signora, Maria, avevamo già provato ad introdurre nel nostro rapporto un altro uomo. Lei sapeva che a me piaceva vederla fottere con un altro uomo, piaceva anche a lei e ogni tanto mi assecondava, peraltro da qualche tempo ero anche attratto dal cazzo. Quella volta una impresa edile stava ristrutturando il palazzo dove abitiamo, avevano piazzato l’impalcatura per tutto lo stabile e un giorno arrivarono sul nostro piano, c’erano due operai, di cui uno negro; chiesi cosa avrebbero fatto e mi dissero che avrebbero raschiato il balcone in cemento e il giorno dopo l’avrebbero intonacato. Offrimmo loro un caffè, dicendogli che glielo avremmo offerto anche il giorno dopo. Chiesi a Maria se voleva scopare con i due e lei annuì. Il giorno dopo i due erano di nuovo sul balcone e li invitammo dentro casa per il caffè. Maria è una donna prosperosa, quarta di seno e un po’ in carne; indossava una vestaglia che lasciava intravedere il suo intimo e tutte le sue forme. Li facemmo accomodare su un divano a tre posti, Maria si sedette al centro e i due ai lati, mentre io sedetti su un’altra poltrona. Parlammo per un po’ del più e del meno, della serie: di dove siete, se avete famiglia (il negro disse di no), ecc. Notai che i due avevano sempre gli occhi su Maria, ma erano imbarazzati dalla mia presenza. Mi alzai e dissi loro che andavo a preparare il caffè in cucina. Quando ritornai con i caffè, i due avevano preso timidamente l’iniziativa e stavano accarezzando le cosce di Maria; evidentemente volevano la mia tacita approvazione. Feci finta di niente e i due si fecero coraggio, iniziarono ad accarezzarle il seno, a baciarlo, a toccarle la fica, la fecero sogliare. Si spogliarono anche loro e la fecero distendere sul divano. Avevano il cazzo già in tiro, due bastoni di carne. Il negro si fiondò su di lei, le aprì le gambe e la penetrò d’un botto. L’altro si portò all’altezza della testa, si chinò e glielo introdusse in bocca. Il negro la sbatteva come un forsennato mentre le baciava i capezzoli e di lì a poco venne emettendo un grido gutturale quasi animalesco. L’altro uomo scostò il negro e prese il suo posto. Iniziò a trapanare Maria, che ora gemeva come una cagna. Il negro si sedette su un’altra poltrona, aveva il cazzo ancora duro, evidentemente era da tempo che non scopava, mi chinai e glielo presi in bocca, lui apprezzò, mi mise una mano sulla testa e me la spinse sul cazzo, lo ingoiai il più possibile dopo di chè iniziai a spompinarglielo. Sentivo Maria che gemeva e implorava l’uomo di sbatterla ancora con più forza e finalmente l’uomo venne accasciandosi su di lei. Ero al massimo dell’erezione, avrei voluto tuffarmi su Maria, ma mi piaceva anche portare a termine il pompino con il negro e subito dopo sentii la sua cappella ingrossarsi, le vene pulsare e un fiotto di sperma mi invase la bocca. Mi fiondai su Maria che aveva ancora le gambe aperte con rivoli di sperma che le uscivano dalla fica e la penetrai con calma, senza fretta, volevo godermi ogni istante di quella situazione intrigante. Il cazzo scivolava dolcemente nelle sue viscere, nella sua fica con le pareti lubrificate dallo sperma dei due. La sensazione/eccitazione di scopare la moglie con la fica piena di sperma di altri uomini è sublime, indescrivibile. Continuai ancora per un po’ a farlo scivolare dentro e finalmente venni, riempiendo ancora di più la fica, che ora faceva trascimare la sborra di tutti e tre. Baciai Maria e la ringraziai per la gioia che ancora una volta mi aveva dato.
scritto il
2025-07-04
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