Fratello e sorella, una trasferta in una calda estate parte 1

di
genere
incesti

Il seguente racconto è un breve estratto dal romanzo scritto interamente di mio pugno per il quale sono in cerca di editori interessati alla publicazione.


«Posso?» Sara bussò leggermente con le nocche delle dita sulla porta del bagno.
«Entra pure!» le fece eco Alex
Appena dentro, Sara scosse la testa alla vista del fratello immerso fino al collo nella vasca che quasi tracimava di schiuma.
«Vedo che ti sei già accomodato! Non sei per niente un gentleman!» sentenziò. «Prima le donne, lo dice il galateo» e subito mise una mano in acqua per tastarne la temperatura.
«Sei arrivata tardi, non sai quello che ti perdi cara signora in bianco» la prese in giro affettuosamente.
«Potresti farmi posto visto che ormai sono qui» ribatté Sara togliendosi due anelli dalle dita, poggiandoli sulla mensola che sovrastava il lavandino.
«Mi piacerebbe moltissimo, ma ho un problema: non ho il costume da bagno.»
«Non ce l’ho neanch'io! Sarà come tornare bambini. Dai, girati!»
Alex sorrise. Poteva risultare inutile voltarsi dato che c'erano specchi ovunque. Ma Sara si era già slegata l’accappatoio, quindi non gli restò che ruotare il capo ugualmente chiudendo gli occhi.
«Va bene così?» disse fingendo un tono insofferente. Il fruscio dell’abito di spugna lasciato cadere in terra, lo spostamento d’acqua e infine le gambe che sfiorarono le sue nello spazio seppur ristretto della jacuzzi, gli fecero capire che la sorella aveva già preso posto. Riaprì gli occhi, ma su quella coltre bianca a pelo d’acqua non vide nessuno. Di colpo Sara riemerse con i capelli intrisi attraversati da rivoli di schiuma. Tenendo le palpebre socchiuse appoggiò la testa sul bordo vasca facendosi cullare dall’acqua in movimento che gli lambiva il collo.
Per Alex, che non aveva mai smesso di osservarla, fu una visione celestiale. Il suo bellissimo viso emergeva dal manto bianco come una leggendaria sirena quando si leva dalle acque per trarre in trappola qualche marinaio ipnotizzato dalla sua bellezza e dal canto armonioso. Con quella immagine dinnanzi, percepì il suo cuore accelerare i battiti e improvvisamente fu pervaso da quelle identiche sensazioni già sperimentate durante il volo di andata; smarrimento, eccitazione, ma soprattutto un fortissimo irresistibile desiderio. Si accorse subito stavolta della prorompente erezione che avanzava sotto la spessa coltre candida. Si sforzò di distrarsi da quella figura angelica che nel frattempo si era messa seduta con l’acqua che gli arrivava poco sopra i seni, ma non ci riuscì se non quando Sara riaprì gli occhi e i loro sguardi si incrociarono.
Sara riconobbe immediatamente l'espressione di Alex: ansiosa, tesa, meravigliata, intimorita, la stessa che ricordava impressa sul viso di Daniele quando avevano fatto l’amore per la prima volta nel suo appartamento. Poi la sua attenzione si spostò lentamente sul suo petto plasmato dalle innumerevoli ore di nuoto, nel quale riconobbe i deboli sussulti provocati da un battito impazzito.
«Quest’affare è assordante» provò a divagare con voce bassa Sara, riferendosi al rumoroso impianto di cui era dotata la jacuzzi.
«Certo, ma io non la spegnerei. Dalla stanza accanto provengono suoni piuttosto ambigui...» rispose Alex con un sorriso tirato, ma con voce tremolante, al limite dell'affanno. Il suo rossore in volto aumentava sempre più. «Del resto questo è un motel...»
«Fammi sentire, ti prego» chiese incuriosita.
Alex si allungò verso il tastierino dei comandi della vasca, premette il tasto OFF e la stanza piombò nel silenzio.
«Non c'è niente» esclamò Sara con un sussurro.
Anche la sua voce aveva qualcosa di insolito, notò Alex. Vide eccitazione nel suo viso, ma al contempo vulnerabilità e un certo timore, paura sicuramente dettata dalla preoccupazione di prendere o meno una decisione che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi.
Poi abbassando lo sguardo dove il suo petto andava a fondersi con la bianca schiuma, riconobbe dei deboli palpiti sulla superficie di quest'ultima, quasi impercettibili, ma dalla ormai chiara origine.
E fu solo in quel momento che Alex la notò. Era un fiore, una piccola rosa tatuata poco sopra il seno destro, in corrispondenza del cuore, da sempre rinchiusa nella sua intimità e che ora spuntava a malapena dall’acqua, apparendo animata da energia propria.
«Ssssssst!» fece Sara portando il suo dito indice davanti alle labbra e, senza respirare, socchiuse la bocca sollevando infine lo sguardo verso un angolo del soffitto. Alex rimase immobile quasi a voler percepire un suono immaginario che udì poco dopo, tutt'altro che irreale. Dalla stanza accanto provenivano deboli gemiti e grida soffocate dalle pareti fonoassorbenti, colonna sonora inequivocabile di un poderoso e vigoroso amplesso. Restarono ad ascoltare per alcuni istanti poi sopraggiunse il silenzio e al di là del muro tutto tacque.
Alex provò a dire qualcosa, ma dalla sua gola non uscì nulla. Come un magnete attrae il metallo con una forza maggiormente intensa al suo approssimarsi, i suoi occhi non potevano fare a meno di posarsi sul viso di quella sirena che ora lo fissava, senza timore o incertezza apparente[..]
Sara era semplicemente terrorizzata dalla reazione del proprio ego a quel momento e alla risposta insensata del suo corpo. I discorsi con gli amici di quella sera in pizzeria persero qualsiasi significato. Difatti lei ora stava lì insieme ad Alex, completamente nudi, silenti, incapaci di guardare altrove e con il cuore che martellava talmente forte da poterlo quasi avvertire. Si accorse solo allora che scappare era l’ultima cosa che desiderava. Con quel torbido e sconvolgente pensiero si augurò con tutta sé stessa che l'amico di nascita seduto di fronte a lei spegnesse la luce quanto prima mantenendo quell'esatto silenzio. Quindi con un movimento lento e aggraziato mosse la sua gamba destra in direzione del ragazzo, finendo per poggiare delicatamente il piede contro la sua ormai certa e scontata erezione.
Alex non si scompose, né proferì parola alcuna. Continuava a fissare quegli occhi che lentamente si abbassarono accennando all’interruttore della luce. Con mano tremante spinse quei tasti facendo calare l’oscurità in quel piccolissimo mare ribollente di calore e di emozioni. Si mossero entrambi, spinti da una lenta, ma decisa e inesorabile sincronia incontrandosi al centro della vasca e in un forte abbraccio carico di passione fusero i loro corpi.
Il fervore e l’ebbrezza di un istante tanto a lungo atteso possono avere effetti difficilmente controllabili. La scarica generata da quella condizione ignota stava avendo un effetto dirompente. Non poteva vederla e nemmeno udirla, eppure mentre le sfiorava i capezzoli turgidi con la bocca, cercò egualmente quella piccola rosa fiorita quasi a voler ottenere una tacita conferma sull’identità della ragazza diventata invisibile nell’oscurità.
Dedusse che i sogni non erano in grado di generare una tale verosimile euforia. Sollevata la testa, le sue labbra si posarono sul collo mentre tentava di cogliere qualche altro segno che potesse nuovamente stabilire di chi fosse quel corpo perfetto dalla pelle così liscia e vellutata che stringeva forte a sé, ma dalla sua bocca uscirono solo sospiri soffocati.
Si baciarono, poi si baciarono ancora, baci sempre più profondi e passionali nel tempo in cui Sara percorreva con le mani ogni angolo del suo torace, reso scivoloso dalla schiuma che si andava nel frattempo diradando. Poi inaspettatamente, con una leggera spinta lo fece sedere e gli salì a cavalcioni sul bacino, avvicinandosi fino a far sfiorare i loro sessi. Stava conducendo lei i giochi e l’idea ad Alex piaceva.
Forse però il lume di una ragione basata su una subdola e fittizia morale, tipica di chi nasconde proprie incertezze e timori dietro determinate regole imposte, avrebbe messo fine a quella meravigliosa esperienza, da lì a poco sarebbero usciti dall’incantesimo e vissuto d’ora in avanti con la relativa vergogna per aver osato così tanto. Oppure avrebbe prevalso quel sentimento di abbandono totale, di comunione reciproca in ogni aspetto dell’esistenza umana, sessualità compresa.
Il sesso era l’unica cosa che non avevano mai condiviso, del resto in quello schema impresso dall'uomo nella società moderna, un'unione incestuosa suona folle, assurda, talvolta orribile agli occhi dei più, censurata dalle religioni del mondo intero, condannata dalle leggi di tutti i popoli “civili” con la reclusione di coloro che vi si sono marchiati, punibile addirittura con la morte presso alcune tribù indigene, ignorando altresì la natura di quella che poteva tradursi nella massima espressione di amore e affetto, come nel loro esatto caso, culminante con l’atto del donarsi a vicenda.
Con ancora lo strano dilemma nella mente offuscata da quell’ondata di piacere, si sentì improvvisamente trafiggere lo stomaco quando percepì la ragazza invisibile alzarsi in piedi e uscire dalla vasca, abbandonandolo solo nella penombra.
A quanto gli parve, aveva preso la prima decisione. Come incapace di rassegnarsi a quell'eventualità, si tirò su e si mosse verso il bordo della jacuzzi ma, tra la sorpresa e lo stupore più totale, intercettò una mano calda tesa verso di lui in un invito a proseguire nel loro incontro, questa volta in piedi sul tappeto di spugna adagiato sul pavimento. Si abbracciarono più forte che mai mentre le loro lingue tornarono a danzare in un balletto posato e composto.
«Sssssst.» Sara gli sfiorò le labbra con il dito indice come a voler scongiurare qualsiasi emissione vocale da parte sua poi, rimanendo allacciati, giunsero in prossimità del grande letto avvolto nel buio e vi si lasciarono cadere, incuranti del fatto di essere bagnati e ricoperti di schiuma. Il loro fuoco interiore ardeva sempre con maggior veemenza quando lei, con un rapido cenno lo fece stendere sul dorso e salì sul bacino, ma questa volta i suoi non furono i movimenti ovattati ed esitanti di poco prima. Rimase sospesa per qualche istante poi, con la mano afferrò il suo membro eretto e lo diresse verso l’unica via concepibile, senza ritorno, all’ultimo piacere che restava loro da condividere e, abbassatasi con fare sicuro e deciso lo accolse tutto dentro di sé.
scritto il
2025-06-22
1 . 1 K
visite
6
voti
valutazione
6.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.