Sabri - il Campeggio
di
SabriTO
genere
orge
Mollata. Come una povera sfigata qualsiasi.
Sicuramente “lei” sarà stata magra e slanciata e bella come una modella. E io, quella un po’ più rotondetta, resto qui a leccarmi le ferite.
Per fortuna domani si torna a casa, almeno il lavoro mi distrarrà un pochino.
Camminando sono arrivata dall’altra parte di questo immenso campeggio, dove alcune piazzole sono già vuote per il turnover che in questo weekend vedrà cambiare la maggioranza degli ospiti.
In questa zona ci sono solamente due bungalow occupati, e da uno dei due filtra un po’ di luce.
Mi permetto di curiosare da una finestrella, per vedere chi, come me, è sveglio a quest’ora di notte.
E rimango a bocca aperta.
Dentro al bungalow ci sono quattro ragazzini seminudi, impegnati in una vera e propria orgia gay, tra masturbazioni e pompini reciproci.
Mi viene da ridere per ciò che vedo, ma poi il riso lascia il posto ad una strana eccitazione.
“Vediamo se quella zoccola è capace di fare questo!” penso tra me, mentre provo a girare la maniglia della porta.
Incredibilmente la serratura scatta, e la porta si apre su quella scena grottesca ed erotica insieme.
I quattro mi guardano terrorizzati, uno ha ancora il cazzo di un altro in bocca, mentre gli altri due sono rimasti paralizzati in una sega reciproca.
Faccio loro il segno convenzionale col dito sulla bocca chiedendo loro di fare silenzio, ed entro nel bungalow richiudendomi la porta alle spalle.
Dico loro che dovrebbero stare più attenti quando fanno certe cose, che avrebbe potuto sgamarli chiunque e poi aggiungo sorridendo “per fortuna vi ho scoperti io”
Al centro di quella stanzetta devo sembrar loro come la protagonista di un filmetto porno, mentre mi sfilo la maglietta rivelando la mia sesta misura trattenuta a stento dal pezzo di sopra del costume.
Ugualmente feci scivolare giù la mia gonnellina e la scalciai lontano. Così, in bikini e tacchi alti, sembravo proprio uscita da un porno, se non fosse stato per i miei chili in più, che però ai ragazzi non sembravano dare fastidio. Infatti, una volta realizzata la piega insperata che stava prendendo la loro serata, in un attimo mi furono addosso: chi mi palpava un seno, chi scopriva l’altro e vi si attaccava come un neonato, chi mi toccava il culo, chi mi baciava il collo.
E mi sentivo adorata, mi sentivo bella. Chi se ne frega di quel cretino che mi aveva mollata? Ora io ero qui con QUATTRO giovanotti tutti per me! …e QUATTRO cazzi! Certo, nessuno dei quattro aveva dotazioni da pornodivo, ma dopo la comprensibile defaillance dovuta allo spavento avevano già tutti ritrovato la piena erezione e si difendevano bene.
Infatti, di lì a poco il mio bikini era già volato chissà dove, e io ero in ginocchio sul pavimento in linoleum a succhiare quei quattro membri che mi venivano offerti, anche a due alla volta, mentre con le mani masturbavo quelli che, a turno, restavano in attesa.
“Non è meglio così piuttosto che succhiarvelo tra voi?” dicevo provocandoli, immaginando che, forse, era la prima volta che avevano a che fare con una ragazza e anche per questo erano abituati, ahimè, a fare da soli.
Succhio quei quattro membri apprezzandone le forme diverse, assaggiandone i liquidi prespermatici, ingoiandoli per intero fino ad avere il mio naso nella loro peluria rada del pube.
L’inesperienza e l’eccitazione purtroppo portarono i quattro a raggiungere velocemente il limite di non ritorno, e improvvisamente sentii il cazzo che stavo succhiando gonfiarsi, irrigidirsi e schizzare i suoi fiotti caldi di seme maschile giù nella mia gola, dando il via a quella che sembrava una vera pioggia di sperma.
I miei quattro giovani amanti mi schizzarono la loro sborra in bocca, sul viso, sui seni, riducendomi ad una maschera grottesca di liquido perlaceo che raccoglievo con le dita per portarmelo alla bocca.
I ragazzi erano sconvolti da quella esperienza inattesa, ma la notte, per me, non era affatto finita.
“Un ottimo aperitivo…” dissi, leccando un grumo di sperma dal dito “ma adesso vorrei passare alle cose serie!” e, gettandomi tra di loro sul divano, presi il primo accanto a me e lo baciai, mettendogli la lingua in bocca e passandogli un misto di saliva e sperma. Presi la testa di un altro ragazzo, dall’altro lato, e lo spinsi verso i miei seni perché leccasse le colature di sborra che vi erano ancora.
Inutile dire che la loro gioventù permise loro di ritornare subito in piena erezione, per cui presi il comando delle operazioni.
Feci sdraiare a terra uno dei quattro e, accosciandomi, mi calai sul suo membro che puntava verso il soffitto, in un godurioso smorza candela che però ebbe breve durata. Tutti e quattro pretendevano le mie attenzioni, per cui perversamente decisi di non porre nessun limite.
Mi sfilai il cazzo che stava scopandomi e, con la mano, me lo appuntai all’ano per poi lasciarmi cadere impalata su quel piolo. Poi distesi le gambe e chiamai a me il secondo ragazzo.
“Vieni, vieni sopra di me” gli dissi, mentre, impugnato il suo uccello, me lo dirigevo in vagina.
Ero scopata davanti e di dietro e ne godevo, ne godevo come una matta.
Fortunatamente non potevo gridare al cielo il mio piacere rischiando di svegliare tutto il campeggio, dal momento che un terzo cazzo mi era stato infilato in bocca.
Ne rimaneva ancora uno, e non ritenendo giusto che il poveretto restasse a guardare, afferrai con le mani le natiche del mio scopatore e le separai. L’invito era chiaro, ma sfilandomi un momento il cazzo dalla bocca, fui più esplicita: “Forza… non vedi che c’è un buco libero?”
Si avvicinò all’amico che cercava inutilmente di liberarsi da quel doppio abbraccio, e lo inculò mentre io lo baciavo per soffocare i suoi lamenti e le sue imprecazioni.
Era un groviglio di corpi alla ricerca sfrenata del piacere. Io, scopata e inculata da due ragazzini mentre succhiavo il cazzo di un terzo. Il mio scopatore che veniva inculato a sua volta e che non disdegnava di leccare l’altro cazzo ogni volta che lo lasciavo uscire dalla mia bocca.
E godevo, godevo da morire. Alla faccia di quel cretino.
Avevo definitivamente perso la coscienza di quel che succedeva, tanto che più di una volta i quattro si scambiarono di posto usando a loro piacimento i miei buchi mentre i miei orgasmi si succedevano uno dietro l’altro.
Avevo il culo che mi bruciava, non sentivo più le gambe, ma avrei voluto ugualmente che quel momento non finisse mai, essere scopata in tutti i modi per ore ed ore, ma purtroppo ad un certo punto i grugniti dei ragazzi mi annunciarono che stavano per venire, e immediatamente tutti i miei buchi furono riempiti di sperma, causandomi un ennesimo, devastante orgasmo.
Raccolti i miei vestiti, sgattaiolai fuori nel buio del campeggio, sorridendo per l’esperienza folle appena vissuta, mentre lo sperma dei ragazzi mi colava fuori dalla figa e dal culo, lungo le cosce. La mattina dopo avrei potuto tornare a Torino con un’umore molto migliore di quello che prevedevo a causa dell’abbandono di quel cretino del mio ragazzo.
Poi, all’ultimo autogrill, mentre prendevo un caffè, fui sorpresa dall’incontrare due dei ragazzini che si dirigevano alla mia stessa destinazione. Ci scambiammo i numeri di telefono… ma questa è un’altra storia…
Sicuramente “lei” sarà stata magra e slanciata e bella come una modella. E io, quella un po’ più rotondetta, resto qui a leccarmi le ferite.
Per fortuna domani si torna a casa, almeno il lavoro mi distrarrà un pochino.
Camminando sono arrivata dall’altra parte di questo immenso campeggio, dove alcune piazzole sono già vuote per il turnover che in questo weekend vedrà cambiare la maggioranza degli ospiti.
In questa zona ci sono solamente due bungalow occupati, e da uno dei due filtra un po’ di luce.
Mi permetto di curiosare da una finestrella, per vedere chi, come me, è sveglio a quest’ora di notte.
E rimango a bocca aperta.
Dentro al bungalow ci sono quattro ragazzini seminudi, impegnati in una vera e propria orgia gay, tra masturbazioni e pompini reciproci.
Mi viene da ridere per ciò che vedo, ma poi il riso lascia il posto ad una strana eccitazione.
“Vediamo se quella zoccola è capace di fare questo!” penso tra me, mentre provo a girare la maniglia della porta.
Incredibilmente la serratura scatta, e la porta si apre su quella scena grottesca ed erotica insieme.
I quattro mi guardano terrorizzati, uno ha ancora il cazzo di un altro in bocca, mentre gli altri due sono rimasti paralizzati in una sega reciproca.
Faccio loro il segno convenzionale col dito sulla bocca chiedendo loro di fare silenzio, ed entro nel bungalow richiudendomi la porta alle spalle.
Dico loro che dovrebbero stare più attenti quando fanno certe cose, che avrebbe potuto sgamarli chiunque e poi aggiungo sorridendo “per fortuna vi ho scoperti io”
Al centro di quella stanzetta devo sembrar loro come la protagonista di un filmetto porno, mentre mi sfilo la maglietta rivelando la mia sesta misura trattenuta a stento dal pezzo di sopra del costume.
Ugualmente feci scivolare giù la mia gonnellina e la scalciai lontano. Così, in bikini e tacchi alti, sembravo proprio uscita da un porno, se non fosse stato per i miei chili in più, che però ai ragazzi non sembravano dare fastidio. Infatti, una volta realizzata la piega insperata che stava prendendo la loro serata, in un attimo mi furono addosso: chi mi palpava un seno, chi scopriva l’altro e vi si attaccava come un neonato, chi mi toccava il culo, chi mi baciava il collo.
E mi sentivo adorata, mi sentivo bella. Chi se ne frega di quel cretino che mi aveva mollata? Ora io ero qui con QUATTRO giovanotti tutti per me! …e QUATTRO cazzi! Certo, nessuno dei quattro aveva dotazioni da pornodivo, ma dopo la comprensibile defaillance dovuta allo spavento avevano già tutti ritrovato la piena erezione e si difendevano bene.
Infatti, di lì a poco il mio bikini era già volato chissà dove, e io ero in ginocchio sul pavimento in linoleum a succhiare quei quattro membri che mi venivano offerti, anche a due alla volta, mentre con le mani masturbavo quelli che, a turno, restavano in attesa.
“Non è meglio così piuttosto che succhiarvelo tra voi?” dicevo provocandoli, immaginando che, forse, era la prima volta che avevano a che fare con una ragazza e anche per questo erano abituati, ahimè, a fare da soli.
Succhio quei quattro membri apprezzandone le forme diverse, assaggiandone i liquidi prespermatici, ingoiandoli per intero fino ad avere il mio naso nella loro peluria rada del pube.
L’inesperienza e l’eccitazione purtroppo portarono i quattro a raggiungere velocemente il limite di non ritorno, e improvvisamente sentii il cazzo che stavo succhiando gonfiarsi, irrigidirsi e schizzare i suoi fiotti caldi di seme maschile giù nella mia gola, dando il via a quella che sembrava una vera pioggia di sperma.
I miei quattro giovani amanti mi schizzarono la loro sborra in bocca, sul viso, sui seni, riducendomi ad una maschera grottesca di liquido perlaceo che raccoglievo con le dita per portarmelo alla bocca.
I ragazzi erano sconvolti da quella esperienza inattesa, ma la notte, per me, non era affatto finita.
“Un ottimo aperitivo…” dissi, leccando un grumo di sperma dal dito “ma adesso vorrei passare alle cose serie!” e, gettandomi tra di loro sul divano, presi il primo accanto a me e lo baciai, mettendogli la lingua in bocca e passandogli un misto di saliva e sperma. Presi la testa di un altro ragazzo, dall’altro lato, e lo spinsi verso i miei seni perché leccasse le colature di sborra che vi erano ancora.
Inutile dire che la loro gioventù permise loro di ritornare subito in piena erezione, per cui presi il comando delle operazioni.
Feci sdraiare a terra uno dei quattro e, accosciandomi, mi calai sul suo membro che puntava verso il soffitto, in un godurioso smorza candela che però ebbe breve durata. Tutti e quattro pretendevano le mie attenzioni, per cui perversamente decisi di non porre nessun limite.
Mi sfilai il cazzo che stava scopandomi e, con la mano, me lo appuntai all’ano per poi lasciarmi cadere impalata su quel piolo. Poi distesi le gambe e chiamai a me il secondo ragazzo.
“Vieni, vieni sopra di me” gli dissi, mentre, impugnato il suo uccello, me lo dirigevo in vagina.
Ero scopata davanti e di dietro e ne godevo, ne godevo come una matta.
Fortunatamente non potevo gridare al cielo il mio piacere rischiando di svegliare tutto il campeggio, dal momento che un terzo cazzo mi era stato infilato in bocca.
Ne rimaneva ancora uno, e non ritenendo giusto che il poveretto restasse a guardare, afferrai con le mani le natiche del mio scopatore e le separai. L’invito era chiaro, ma sfilandomi un momento il cazzo dalla bocca, fui più esplicita: “Forza… non vedi che c’è un buco libero?”
Si avvicinò all’amico che cercava inutilmente di liberarsi da quel doppio abbraccio, e lo inculò mentre io lo baciavo per soffocare i suoi lamenti e le sue imprecazioni.
Era un groviglio di corpi alla ricerca sfrenata del piacere. Io, scopata e inculata da due ragazzini mentre succhiavo il cazzo di un terzo. Il mio scopatore che veniva inculato a sua volta e che non disdegnava di leccare l’altro cazzo ogni volta che lo lasciavo uscire dalla mia bocca.
E godevo, godevo da morire. Alla faccia di quel cretino.
Avevo definitivamente perso la coscienza di quel che succedeva, tanto che più di una volta i quattro si scambiarono di posto usando a loro piacimento i miei buchi mentre i miei orgasmi si succedevano uno dietro l’altro.
Avevo il culo che mi bruciava, non sentivo più le gambe, ma avrei voluto ugualmente che quel momento non finisse mai, essere scopata in tutti i modi per ore ed ore, ma purtroppo ad un certo punto i grugniti dei ragazzi mi annunciarono che stavano per venire, e immediatamente tutti i miei buchi furono riempiti di sperma, causandomi un ennesimo, devastante orgasmo.
Raccolti i miei vestiti, sgattaiolai fuori nel buio del campeggio, sorridendo per l’esperienza folle appena vissuta, mentre lo sperma dei ragazzi mi colava fuori dalla figa e dal culo, lungo le cosce. La mattina dopo avrei potuto tornare a Torino con un’umore molto migliore di quello che prevedevo a causa dell’abbandono di quel cretino del mio ragazzo.
Poi, all’ultimo autogrill, mentre prendevo un caffè, fui sorpresa dall’incontrare due dei ragazzini che si dirigevano alla mia stessa destinazione. Ci scambiammo i numeri di telefono… ma questa è un’altra storia…
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Commenti dei lettori al racconto erotico