Katia, la maestra del piacere sospeso - capitolo 1.1
di
Valentino Fiaccola
genere
dominazione
Il seguente racconto è un estratto del primo capitolo del mio libro dal titolo "Katia, la maestra del piacere sospeso" (autore: Valentino Fiaccola).
Se il racconto vi piace vi invito a considerare l'acquisto del libro su Amazon. Per il momento è disponibile in formato eBook, ma presto lo sarà anche in versione cartacea.
Dichiaro di essere Valentino Fiaccola e di disporre di tutti i diritti sul racconto e sul libro.
Avevo conosciuto Katia su un sito di incontri ed ero seduto davanti a lei per il nostro primo appuntamento.
Era meravigliosa e con tutte le cose al loro posto. Occhi verde chiaro, viso splendido, capelli scuri, corpo mozzafiato. Si era presentata vestita in modo molto semplice e con solo un filo di trucco, che comunque le rendeva enorme giustizia.
Mi stava spiegando che, per decidere se stare o no con me, mi avrebbe valutato nei nostri primi tre appuntamenti, soprattutto nella sfera intima. Sarebbe stata lei di volta in volta a stabilire se meritassi o meno l’appuntamento successivo.
A tale scopo, mi assicurò che in ognuno dei tre incontri avremmo fatto sesso, e questo mi fece subito pensare che mi sarei divertito alla grande in sua compagnia, salvo poi ascoltare la sua regola più importante: avrebbe condotto lei il gioco sotto le lenzuola, senza discutere.
L’idea di essere dominato mi intrigava parecchio, per cui accettai le sue condizioni e dopo cena andammo a casa sua.
“Stenditi e lascia fare a me” disse pochi istanti dopo avermi fatto entrare.
Il suo era un ordine. Feci come diceva e al solo udire quella frase dal tono così imperante il mio membro divenne durissimo premendo contro i vestiti.
“Solo perché sono qui a letto con te non significa che ti renderò la vita facile” continuò.
Mentre lentamente mi abbassava i pantaloni e le mutande, i suoi bellissimi occhi chiari mi fissavano. Sembrava quasi che non avesse bisogno di chiuderli e io mi inebriavo di quello sguardo penetrante senza riuscire a proferire parola.
“Ascoltami bene: devi avvertirmi quando stai per venire, perché io e solo io posso decidere del tuo piacere”
Annuii aspettando che facesse la sua mossa di apertura.
Il suo viso si avvicinò al mio mentre la sua mano sinistra iniziava a massaggiarmi l’asta. La sua bocca sfiorò la mia e lei iniziò a mordicchiarla. Aveva delle meravigliose labbra carnose e sapeva bene che avrei voluto baciarle, ma lei continuava a giocare con le mie senza far culminare tutto in un bacio vero e proprio.
“Ecco la seconda regola” disse dopo un po’ senza allontanare troppo le labbra dalle mie.
“Se tu dovessi venire, in qualsiasi momento, la serata terminerà”
I movimenti della sua mano erano molto lenti, come se non fossero affatto mirati a farmi godere ma solo a stuzzicarmi. Annuii ancora per accettare le sue condizioni e mi abbandonai totalmente a quello che stava facendo.
Dopo parecchi minuti finalmente mi concedette dei piccoli baci silenziosi, come delle gocce d’acqua date a chi muore di sete da giorni.
Lei non lasciava trasparire alcuna emozione, mi baciava con gli occhi aperti, vitrei e fissi su di me, per farmi capire che non si stava affatto lasciando trasportare dalla cosa, ma che mi stava concedendo quei baci privi d’amore come un privilegio speciale.
Il mio amico era eccitatissimo e si avvicinava lentamente all’orgasmo.
Vidi allontanare le sue labbra da me e il corpo di lei si sollevò per portare il mio viso sul suo seno. Indossava una camicetta piena di bottoni, solo due dei quali erano aperti. Le baciai la poca pelle esposta all’aria, desiderando ardentemente di poterne presto vedere e assaporare di più.
Ero arrivato al limite dell’orgasmo e ansimai forte mentre lei bruscamente toglieva la mano dal mio centro del piacere, che cominciò a pulsare a vuoto allontanandosi dal punto critico.
La sua mano inumidita dalle mie secrezioni andò sulla camicetta, iniziando lentamente a sbottonare altri due bottoni. Guardavo con desiderio la pelle di lei che si scopriva sempre di più. Avevo un’attrazione particolare per le mani femminili, e lei aveva provveduto prima del nostro incontro a stendere dello smalto nero opaco sulle unghie delle mani, che non potei non fissare mentre le sue dita accarezzavano la propria pelle liscia.
“Baciami il petto” ordinò.
Non me lo feci ripetere ed eseguii all’istante mentre la sua mano tornava lentamente a torturare l’asta.
Mentre baciavo appassionatamente il suo petto ancora molto coperto dalla camicetta, arrivai velocemente al limite dell’orgasmo e lei prontamente tolse la sua mano da me per impedirmi di godere.
Aspettò senza proferire parola che il mio respiro tornasse normale.
Le sue meravigliose mani tornarono al petto, sbottonando tutti i bottoni rimasti e scoprendo altra pelle. Si massaggiò le tette a pochi centimetri dal mio viso senza mai scoprirle del tutto, mentre il mio membro pulsava di desiderio.
Se solo avesse spostato i due lembi della camicia di un altro centimetro avrei potuto riempirmi gli occhi della meravigliosa vista che aveva da offrire, ma lei non lo fece.
“Adora le mie tette” sentenziò.
Con l’eccitazione a mille iniziai ad annusare, sfiorare e baciare il suo seno, senza osare scoprire più pelle di quella che lei caritatevolmente mi stava offrendo.
Non riuscivo a capire se le piacesse, se anche lei stava ardendo di desiderio. Non emetteva alcun suono che non fossero ordini da darmi.
Ricominciò ancora una volta a stuzzicarmi con la mano, fino a farmi arrivare al limite dopo pochissimi secondi.
“Sei troppo eccitato” disse lei interrompendo per la terza volta la masturbazione.
“Non riesci proprio a resistere più di pochi secondi?” chiese severamente mentre riabbottonava il bottone centrale della camicetta. Le sue grandi tette faticavano a rimanere contenute in quell’unico bottone ma a lei sembrava non importare.
“Forse così avrai meno distrazioni e riuscirai a durare un po’ di più”
La sua crudeltà mi eccitava da morire, non riuscivo a replicare o a sentirmi trattato ingiustamente. Volevo solo rimanere il più a lungo possibile in quella situazione.
Continuai ad adorare le sue tette costrette a fatica dal bottone della camicetta, mentre lei tornava a torturare il mio membro.
“Guardami” ordinò.
Smisi immediatamente di adorare il suo seno e la guardai. Aveva un viso stupendo, sempre con quegli occhi chiari privi d’amore che mi fissavano. Mi baciò appassionatamente senza smettere di guardarmi e ciò mi fece subito arrivare al limite. Questa volta fermò i movimenti senza togliere la mano da me. Era una sensazione stranissima, come se il momento prima dell’orgasmo fosse stato intrappolato nella sua stretta senza andare né avanti né indietro.
Continuò a farmi gustare le sue labbra mentre con la mano faceva movimenti più lenti, per farmi durare di più. Mi sentivo costantemente al limite, mentre lei facendosi guidare dal mio respiro affannoso rallentava sempre di più e di più, fino a tenere il mio sesso nella sua mano ferma e continuando a trattenere il momento del limite tra la mia e la sua pelle.
“Non ti è permesso venire” disse.
Dopo qualche minuto in cui rimase immobile a fissarmi, finalmente la mia erezione diminuì un pochino, allontanandosi dal punto di non ritorno.
Speravo volesse darmi un po’ di respiro. La sua mano andò nella sua tasca e ne estrasse un rossetto.
“Vedo che ti piace molto baciarmi. Ecco un regalo per te”
Detto questo, aprì il cosmetico e iniziò a passarlo sulle sue bellissime labbra carnose, rendendole rosso vivo e brillanti.
Non riuscivo a capire come facesse a non staccare mai lo sguardo da me anche mentre si truccava, come se quello fosse il simbolo del suo tenermi sotto scacco. Continuò a passarsi vari strati di rossetto e alla fine lo rimise in tasca.
“Ti piace?” chiese con tono di sfida.
“Sei bellissima” dissi, ipnotizzato da lei.
“Bene, perché devi sapere che non permetto a nessun uomo di rovinarmi il trucco. Da questo momento non ti è permesso baciarmi”
A quelle parole il mio amico pulsò di eccitazione e sperai che presto lei lo avrebbe ripreso in mano.
“Adora ancora le mie tette” disse sbottonandosi ancora l’ultimo bottone.
Stavo sudando come un matto ma non riuscivo ad allontanarmi dal suo petto, annusandolo e baciandolo con passione. Lei mi portò per la quarta volta al limite dell’orgasmo e poi fermò la sua mano intorno all’asta.
“Mi è venuto in mente che forse vorresti vedere di più” disse alludendo evidentemente al suo enorme seno.
Detto ciò portò le mani alla camicetta, allontanandola finalmente dal suo corpo. Due lampi di rosso mi balzarono agli occhi e vidi due piccoli copricapezzoli a forma di cuore che mi permettevano di vedere solo il 99% del suo seno.
“Non avrai mica pensato di potermi vedere nuda? Questo è tutto ciò che ti è permesso vedere per ora. Ora continua ad adorarmi mentre mi occupo del tuo amico”
Frustrato ed eccitato come non mai, le accarezzai dolcemente le tette, sperando con tutto il cuore che prima o poi avrei potuto vederle per intero. In pochi secondi lei mi portò al quinto edging, prolungandolo per parecchi minuti con un’abilità incredibile.
“Adesso ti concederò una scelta” disse senza mai staccare la mano dall’asta.
“Potrai baciarmi con la lingua senza toccarmi le labbra, vedere cosa nascondo sotto i cuoricini rossi, oppure arrivare all’orgasmo e chiudere qui la serata”.
Era una scelta impossibile. Avrei voluto che mi concedesse tutto, ma potevo solo scegliere una delle opzioni. Guardavo le sue tette perfette, le sue labbra di un rosso meraviglioso e la sua mano da dea che avrebbe potuto farmi godere con un singolo colpo.
“Vorrei che togliessi i cuoricini” scelsi infine.
“Te ne concederò uno solo” disse staccando la mano da me e togliendosi il copricapezzolo destro. Finalmente vidi il capezzolo, bellissimo e piatto, privo di coinvolgimento ed eccitazione verso di me.
“Succhialo” comandò.
Mi attaccai al suo seno come un bimbo che muore di fame, mentre lei per la sesta volta tornava a masturbarmi. Come prima, il coinvolgimento delle sue tette mi portò subito al limite e lei puntualmente tornò a rallentare progressivamente i movimenti fino a fermarsi, tenendo la mia virilità in suo potere.
“Adesso basta succhiare” disse bruscamente allontanandosi da me.
Il suo capezzolo sparì dalla mia vista mentre lei rimetteva il cuoricino al suo posto.
“Hai ottenuto un grande privilegio ad attaccarti al mio seno, spero che tu te ne renda conto” disse.
“Adesso hai solo due opzioni. Puoi avere la mia lingua sulla tua senza assolutamente toccarmi le labbra, oppure godere e salutarci”
La voglia di venire era fortissima, avevo il cuore a mille ed ero sudato come se avessi corso per chilometri. Tuttavia sapevo che ciò avrebbe posto fine al tempo insieme a lei.
Di contro, aveva delle labbra magnetiche, perfette, che mi invitavano anche solo a stare il più possibile vicino a loro.
“Continuiamo” risposi.
Senza perdere tempo mi infilò la lingua in bocca, fissandomi intensamente con quei meravigliosi occhi di ghiaccio. Sentivo vicinissime le sue labbra, le strizzavo compulsivamente le tette coperte dai copricapezzoli mentre lei mi portava ancora una volta al limite del piacere con la lingua attorcigliata alla mia.
Per l’ennesima volta, rallentò i movimenti e continuò a stuzzicarmi.
Smise di usare la lingua e vidi che le sue labbra erano rimaste perfette come lei voleva, senza alcuna sbavatura.
Questa volta prolungò moltissimo il momento, senza darmi un attimo di tregua. Non aveva più senso tenere il conto degli edging, perché ogni suo sfioramento mi portava al limite. Dopo che quei movimenti iniziarono a diventare insostenibili, iniziò soltanto a toccare con le dita il mio membro, facendo pause di poche frazioni di secondo per mantenere il controllo.
“Adesso hai un’ultima scelta” disse dopo quella che mi parve un’eternità.
“Puoi scegliere di godere adesso, oppure…”
Continuava senza sosta a picchiettare e a sfiorare crudelmente la mia parte più dura.
Mi lasciò con quella suspense per un minuto intero prima di concludere la frase.
“... uscire di nuovo con me” disse fermandosi del tutto.
Rimasi lì come pietrificato. Avrei voluto godere più di qualsiasi cosa al mondo in quel momento, ma qualcosa mi trattenne. Quella era la ragazza dei miei sogni, era riuscita a tenermi sotto scacco e a giocare con la mia mente al limite della follia, non potevo rischiare di perderla.
Forse per la prima volta dall’inizio della sessione lei sorrise. Non era un sorriso dolce, ma uno di sfida, perché sapeva di avere il completo controllo su di me.
“Naturalmente se deciderai di godere adesso non ci sarà un secondo appuntamento” concluse sancendo il suo definitivo dominio sulla mia persona.
In quel momento capii di amarla. Era vero, ci eravamo visti solo quella sera, ma volevo assolutamente che fosse mia per sempre, anzi, ero io a voler essere suo per sempre. Il modo in cui riusciva a prendermi, ad entrare nella mia mente, a tenere vivo il mio desiderio in quel modo nonostante la reiterata negazione del mio piacere erano unici, forse nessun'altra ragazza al mondo avrebbe saputo fare altrettanto senza farmi perdere interesse o procurarmi rabbia.
Convinto di questo, presi quella che forse fu la decisione più difficile della mia vita, un salto nel buio.
“Vorrei rivederti” risposi pieno di sudore, mentre il mio sesso implorava pietà sommerso da liquido pre-eiaculatorio.
“Molto bene. Ma sappi che hai preso una strada in salita. Io pretendo che fino al nostro prossimo incontro tu mi sia estremamente fedele. Voglio essere la tua ossessione da ora in poi, non ti sarà permesso godere senza il mio permesso e senza la mia presenza. Sei sicuro della tua scelta?”
“Sì” risposi fermamente.
“Allora non ti muovere da qui. E soprattutto non azzardarti a godere”
Si alzò, rivestendosi lentamente mentre io aspettavo eccitato come mai nella vita e la guardavo. Anche vederla rivestirsi era uno spettacolo.
Andò in cucina e prese del ghiaccio. Me lo poggiò sull’asta, che iniziò dopo un po’ a sgonfiarsi.
Intanto aprì un cassetto e ne estrasse una cintura di castità, nella quale imprigionò la mia virilità, e la chiuse a chiave.
“Abbiamo appena cominciato, tesoro. Mancano due appuntamenti”
Se il racconto vi piace vi invito a considerare l'acquisto del libro su Amazon. Per il momento è disponibile in formato eBook, ma presto lo sarà anche in versione cartacea.
Dichiaro di essere Valentino Fiaccola e di disporre di tutti i diritti sul racconto e sul libro.
Avevo conosciuto Katia su un sito di incontri ed ero seduto davanti a lei per il nostro primo appuntamento.
Era meravigliosa e con tutte le cose al loro posto. Occhi verde chiaro, viso splendido, capelli scuri, corpo mozzafiato. Si era presentata vestita in modo molto semplice e con solo un filo di trucco, che comunque le rendeva enorme giustizia.
Mi stava spiegando che, per decidere se stare o no con me, mi avrebbe valutato nei nostri primi tre appuntamenti, soprattutto nella sfera intima. Sarebbe stata lei di volta in volta a stabilire se meritassi o meno l’appuntamento successivo.
A tale scopo, mi assicurò che in ognuno dei tre incontri avremmo fatto sesso, e questo mi fece subito pensare che mi sarei divertito alla grande in sua compagnia, salvo poi ascoltare la sua regola più importante: avrebbe condotto lei il gioco sotto le lenzuola, senza discutere.
L’idea di essere dominato mi intrigava parecchio, per cui accettai le sue condizioni e dopo cena andammo a casa sua.
“Stenditi e lascia fare a me” disse pochi istanti dopo avermi fatto entrare.
Il suo era un ordine. Feci come diceva e al solo udire quella frase dal tono così imperante il mio membro divenne durissimo premendo contro i vestiti.
“Solo perché sono qui a letto con te non significa che ti renderò la vita facile” continuò.
Mentre lentamente mi abbassava i pantaloni e le mutande, i suoi bellissimi occhi chiari mi fissavano. Sembrava quasi che non avesse bisogno di chiuderli e io mi inebriavo di quello sguardo penetrante senza riuscire a proferire parola.
“Ascoltami bene: devi avvertirmi quando stai per venire, perché io e solo io posso decidere del tuo piacere”
Annuii aspettando che facesse la sua mossa di apertura.
Il suo viso si avvicinò al mio mentre la sua mano sinistra iniziava a massaggiarmi l’asta. La sua bocca sfiorò la mia e lei iniziò a mordicchiarla. Aveva delle meravigliose labbra carnose e sapeva bene che avrei voluto baciarle, ma lei continuava a giocare con le mie senza far culminare tutto in un bacio vero e proprio.
“Ecco la seconda regola” disse dopo un po’ senza allontanare troppo le labbra dalle mie.
“Se tu dovessi venire, in qualsiasi momento, la serata terminerà”
I movimenti della sua mano erano molto lenti, come se non fossero affatto mirati a farmi godere ma solo a stuzzicarmi. Annuii ancora per accettare le sue condizioni e mi abbandonai totalmente a quello che stava facendo.
Dopo parecchi minuti finalmente mi concedette dei piccoli baci silenziosi, come delle gocce d’acqua date a chi muore di sete da giorni.
Lei non lasciava trasparire alcuna emozione, mi baciava con gli occhi aperti, vitrei e fissi su di me, per farmi capire che non si stava affatto lasciando trasportare dalla cosa, ma che mi stava concedendo quei baci privi d’amore come un privilegio speciale.
Il mio amico era eccitatissimo e si avvicinava lentamente all’orgasmo.
Vidi allontanare le sue labbra da me e il corpo di lei si sollevò per portare il mio viso sul suo seno. Indossava una camicetta piena di bottoni, solo due dei quali erano aperti. Le baciai la poca pelle esposta all’aria, desiderando ardentemente di poterne presto vedere e assaporare di più.
Ero arrivato al limite dell’orgasmo e ansimai forte mentre lei bruscamente toglieva la mano dal mio centro del piacere, che cominciò a pulsare a vuoto allontanandosi dal punto critico.
La sua mano inumidita dalle mie secrezioni andò sulla camicetta, iniziando lentamente a sbottonare altri due bottoni. Guardavo con desiderio la pelle di lei che si scopriva sempre di più. Avevo un’attrazione particolare per le mani femminili, e lei aveva provveduto prima del nostro incontro a stendere dello smalto nero opaco sulle unghie delle mani, che non potei non fissare mentre le sue dita accarezzavano la propria pelle liscia.
“Baciami il petto” ordinò.
Non me lo feci ripetere ed eseguii all’istante mentre la sua mano tornava lentamente a torturare l’asta.
Mentre baciavo appassionatamente il suo petto ancora molto coperto dalla camicetta, arrivai velocemente al limite dell’orgasmo e lei prontamente tolse la sua mano da me per impedirmi di godere.
Aspettò senza proferire parola che il mio respiro tornasse normale.
Le sue meravigliose mani tornarono al petto, sbottonando tutti i bottoni rimasti e scoprendo altra pelle. Si massaggiò le tette a pochi centimetri dal mio viso senza mai scoprirle del tutto, mentre il mio membro pulsava di desiderio.
Se solo avesse spostato i due lembi della camicia di un altro centimetro avrei potuto riempirmi gli occhi della meravigliosa vista che aveva da offrire, ma lei non lo fece.
“Adora le mie tette” sentenziò.
Con l’eccitazione a mille iniziai ad annusare, sfiorare e baciare il suo seno, senza osare scoprire più pelle di quella che lei caritatevolmente mi stava offrendo.
Non riuscivo a capire se le piacesse, se anche lei stava ardendo di desiderio. Non emetteva alcun suono che non fossero ordini da darmi.
Ricominciò ancora una volta a stuzzicarmi con la mano, fino a farmi arrivare al limite dopo pochissimi secondi.
“Sei troppo eccitato” disse lei interrompendo per la terza volta la masturbazione.
“Non riesci proprio a resistere più di pochi secondi?” chiese severamente mentre riabbottonava il bottone centrale della camicetta. Le sue grandi tette faticavano a rimanere contenute in quell’unico bottone ma a lei sembrava non importare.
“Forse così avrai meno distrazioni e riuscirai a durare un po’ di più”
La sua crudeltà mi eccitava da morire, non riuscivo a replicare o a sentirmi trattato ingiustamente. Volevo solo rimanere il più a lungo possibile in quella situazione.
Continuai ad adorare le sue tette costrette a fatica dal bottone della camicetta, mentre lei tornava a torturare il mio membro.
“Guardami” ordinò.
Smisi immediatamente di adorare il suo seno e la guardai. Aveva un viso stupendo, sempre con quegli occhi chiari privi d’amore che mi fissavano. Mi baciò appassionatamente senza smettere di guardarmi e ciò mi fece subito arrivare al limite. Questa volta fermò i movimenti senza togliere la mano da me. Era una sensazione stranissima, come se il momento prima dell’orgasmo fosse stato intrappolato nella sua stretta senza andare né avanti né indietro.
Continuò a farmi gustare le sue labbra mentre con la mano faceva movimenti più lenti, per farmi durare di più. Mi sentivo costantemente al limite, mentre lei facendosi guidare dal mio respiro affannoso rallentava sempre di più e di più, fino a tenere il mio sesso nella sua mano ferma e continuando a trattenere il momento del limite tra la mia e la sua pelle.
“Non ti è permesso venire” disse.
Dopo qualche minuto in cui rimase immobile a fissarmi, finalmente la mia erezione diminuì un pochino, allontanandosi dal punto di non ritorno.
Speravo volesse darmi un po’ di respiro. La sua mano andò nella sua tasca e ne estrasse un rossetto.
“Vedo che ti piace molto baciarmi. Ecco un regalo per te”
Detto questo, aprì il cosmetico e iniziò a passarlo sulle sue bellissime labbra carnose, rendendole rosso vivo e brillanti.
Non riuscivo a capire come facesse a non staccare mai lo sguardo da me anche mentre si truccava, come se quello fosse il simbolo del suo tenermi sotto scacco. Continuò a passarsi vari strati di rossetto e alla fine lo rimise in tasca.
“Ti piace?” chiese con tono di sfida.
“Sei bellissima” dissi, ipnotizzato da lei.
“Bene, perché devi sapere che non permetto a nessun uomo di rovinarmi il trucco. Da questo momento non ti è permesso baciarmi”
A quelle parole il mio amico pulsò di eccitazione e sperai che presto lei lo avrebbe ripreso in mano.
“Adora ancora le mie tette” disse sbottonandosi ancora l’ultimo bottone.
Stavo sudando come un matto ma non riuscivo ad allontanarmi dal suo petto, annusandolo e baciandolo con passione. Lei mi portò per la quarta volta al limite dell’orgasmo e poi fermò la sua mano intorno all’asta.
“Mi è venuto in mente che forse vorresti vedere di più” disse alludendo evidentemente al suo enorme seno.
Detto ciò portò le mani alla camicetta, allontanandola finalmente dal suo corpo. Due lampi di rosso mi balzarono agli occhi e vidi due piccoli copricapezzoli a forma di cuore che mi permettevano di vedere solo il 99% del suo seno.
“Non avrai mica pensato di potermi vedere nuda? Questo è tutto ciò che ti è permesso vedere per ora. Ora continua ad adorarmi mentre mi occupo del tuo amico”
Frustrato ed eccitato come non mai, le accarezzai dolcemente le tette, sperando con tutto il cuore che prima o poi avrei potuto vederle per intero. In pochi secondi lei mi portò al quinto edging, prolungandolo per parecchi minuti con un’abilità incredibile.
“Adesso ti concederò una scelta” disse senza mai staccare la mano dall’asta.
“Potrai baciarmi con la lingua senza toccarmi le labbra, vedere cosa nascondo sotto i cuoricini rossi, oppure arrivare all’orgasmo e chiudere qui la serata”.
Era una scelta impossibile. Avrei voluto che mi concedesse tutto, ma potevo solo scegliere una delle opzioni. Guardavo le sue tette perfette, le sue labbra di un rosso meraviglioso e la sua mano da dea che avrebbe potuto farmi godere con un singolo colpo.
“Vorrei che togliessi i cuoricini” scelsi infine.
“Te ne concederò uno solo” disse staccando la mano da me e togliendosi il copricapezzolo destro. Finalmente vidi il capezzolo, bellissimo e piatto, privo di coinvolgimento ed eccitazione verso di me.
“Succhialo” comandò.
Mi attaccai al suo seno come un bimbo che muore di fame, mentre lei per la sesta volta tornava a masturbarmi. Come prima, il coinvolgimento delle sue tette mi portò subito al limite e lei puntualmente tornò a rallentare progressivamente i movimenti fino a fermarsi, tenendo la mia virilità in suo potere.
“Adesso basta succhiare” disse bruscamente allontanandosi da me.
Il suo capezzolo sparì dalla mia vista mentre lei rimetteva il cuoricino al suo posto.
“Hai ottenuto un grande privilegio ad attaccarti al mio seno, spero che tu te ne renda conto” disse.
“Adesso hai solo due opzioni. Puoi avere la mia lingua sulla tua senza assolutamente toccarmi le labbra, oppure godere e salutarci”
La voglia di venire era fortissima, avevo il cuore a mille ed ero sudato come se avessi corso per chilometri. Tuttavia sapevo che ciò avrebbe posto fine al tempo insieme a lei.
Di contro, aveva delle labbra magnetiche, perfette, che mi invitavano anche solo a stare il più possibile vicino a loro.
“Continuiamo” risposi.
Senza perdere tempo mi infilò la lingua in bocca, fissandomi intensamente con quei meravigliosi occhi di ghiaccio. Sentivo vicinissime le sue labbra, le strizzavo compulsivamente le tette coperte dai copricapezzoli mentre lei mi portava ancora una volta al limite del piacere con la lingua attorcigliata alla mia.
Per l’ennesima volta, rallentò i movimenti e continuò a stuzzicarmi.
Smise di usare la lingua e vidi che le sue labbra erano rimaste perfette come lei voleva, senza alcuna sbavatura.
Questa volta prolungò moltissimo il momento, senza darmi un attimo di tregua. Non aveva più senso tenere il conto degli edging, perché ogni suo sfioramento mi portava al limite. Dopo che quei movimenti iniziarono a diventare insostenibili, iniziò soltanto a toccare con le dita il mio membro, facendo pause di poche frazioni di secondo per mantenere il controllo.
“Adesso hai un’ultima scelta” disse dopo quella che mi parve un’eternità.
“Puoi scegliere di godere adesso, oppure…”
Continuava senza sosta a picchiettare e a sfiorare crudelmente la mia parte più dura.
Mi lasciò con quella suspense per un minuto intero prima di concludere la frase.
“... uscire di nuovo con me” disse fermandosi del tutto.
Rimasi lì come pietrificato. Avrei voluto godere più di qualsiasi cosa al mondo in quel momento, ma qualcosa mi trattenne. Quella era la ragazza dei miei sogni, era riuscita a tenermi sotto scacco e a giocare con la mia mente al limite della follia, non potevo rischiare di perderla.
Forse per la prima volta dall’inizio della sessione lei sorrise. Non era un sorriso dolce, ma uno di sfida, perché sapeva di avere il completo controllo su di me.
“Naturalmente se deciderai di godere adesso non ci sarà un secondo appuntamento” concluse sancendo il suo definitivo dominio sulla mia persona.
In quel momento capii di amarla. Era vero, ci eravamo visti solo quella sera, ma volevo assolutamente che fosse mia per sempre, anzi, ero io a voler essere suo per sempre. Il modo in cui riusciva a prendermi, ad entrare nella mia mente, a tenere vivo il mio desiderio in quel modo nonostante la reiterata negazione del mio piacere erano unici, forse nessun'altra ragazza al mondo avrebbe saputo fare altrettanto senza farmi perdere interesse o procurarmi rabbia.
Convinto di questo, presi quella che forse fu la decisione più difficile della mia vita, un salto nel buio.
“Vorrei rivederti” risposi pieno di sudore, mentre il mio sesso implorava pietà sommerso da liquido pre-eiaculatorio.
“Molto bene. Ma sappi che hai preso una strada in salita. Io pretendo che fino al nostro prossimo incontro tu mi sia estremamente fedele. Voglio essere la tua ossessione da ora in poi, non ti sarà permesso godere senza il mio permesso e senza la mia presenza. Sei sicuro della tua scelta?”
“Sì” risposi fermamente.
“Allora non ti muovere da qui. E soprattutto non azzardarti a godere”
Si alzò, rivestendosi lentamente mentre io aspettavo eccitato come mai nella vita e la guardavo. Anche vederla rivestirsi era uno spettacolo.
Andò in cucina e prese del ghiaccio. Me lo poggiò sull’asta, che iniziò dopo un po’ a sgonfiarsi.
Intanto aprì un cassetto e ne estrasse una cintura di castità, nella quale imprigionò la mia virilità, e la chiuse a chiave.
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