Beatrice 1
di
RickBull
genere
dominazione
Ho 37 anni.
Un giorno di un po’ di tempo fa mi sono avventurato su una chat erotica video.
Non ero abituato a questo mondo, ma non mi sono mai lasciato sfuggire l’occasione di provare qualcosa di nuovo.
Vedo questa ragazza. Rossa. Occhi scuri.
Lei si interessa a me. Sembra immediatamente ammaliata da mio modo di scrivere, e dalla mia foto profilo. Una foto semplice in bianco e nero di me in completo, seduto, con le mie mani in primo piano, piene di anelli.
Parliamo un po’ e mi convinco a portarla in privato.
Mi dice di avere 25 anni.
Non ho mai avuto interesse per le ragazze così giovani, ma con lei è diverso. Mi vede dalla cam. Sente la mia voce.
Capisco immediatamente chi ho davanti. Capisco che quella ragazza vuole essere dominata.
Le ordino di mettersi in ginocchio e lei lo fa immediatamente. Vedo un misto di paura e di eccitazione genuina nei suoi occhi.
“A papi piace vedere le troiette in ginocchio”. Lei si lecca le labbra. Vedo che, senza dirle altro, la sua mano destra inizia piano a massaggiarsi tra le cosce. “Ti ho detto che avevi il permesso di toccarti, bimba?” Si blocca. Mi guarda. I suoi occhi pieni di sesso. Li riconosco, quegli occhi. Li ho già visti innumerevoli volte. Ogni volta che li vedo, mi scatta qualcosa dentro. Una voglia. Una voglia di dominare, di spaccare il cervello della donna che ho di fronte e renderla schiava; ridurla a carne pronta solo a ricevere la mia violenza. Ma è presto per questo. Mi guarda, zitta. I suoi occhi parlano. “Brava bimba…ora, tra dieci secondi, potrai toccarti. Siamo d’accordo?”.
Lei annuisce e biascica un “sì” a mezza voce. “Non ti ho sentita bimba, siamo d’accordo?”. La vedo scuotersi. “Sì” risponde, un po’ più decisa. Le sorrido. “Sì, cosa?”.
Lei risponde: “sì…padrone”.
Inizio a contare “dieci, nove, otto…”.
Lei mi guarda, si lecca di nuovo le labbra.
“Sette, sei, cinque…”
Sempre in ginocchio sul pavimento della sua stanza.
“Quattro”.
La piccola inizia a tremare.
“Tre”.
La bimba si morde il labbro.
“Due”.
Vedo la sua mano che inizia a muoversi.
“Uno”.
Mi fissa, uno sguardo di puro desiderio.
“Hai il permesso del tuo nuovo padrone.”
Immediatamente si infila due dita in fica, scostando le mutandine rosa.
“Ora voglio che vieni per me, lurida troia.”.
La sento gemere. Quegli occhi saranno la mia rovina. I miei saranno la sua. Lo so. Immediatamente lo so. In quel preciso istante. Lei si masturba la fica più forte e geme di piacere per me. Mi fissa, mentre lo fa. Quasi come se mi sfidasse. “Brava bimba. A papi piace vedere le puttanelle come te in ginocchio.”
Lei aumenta il ritmo. Gode. Geme. “Convincimi che meriti il mio tempo.” Lei si infila un terzo dito dentro, mi guarda e inizia a sbavarsi sulle tette. “Papi ti piace vedere la tua nuova cagna bavosa?”. Sorrido. Mi alzo in piedi e le mostro il mio cazzo. “Tu che dici?”. La vedo sorridere in una smorfia di piacere. Mi massaggio l’uccello davanti a lei. “Vieni per me bimba; vieni per papino.”. La fissò negli occhi e non parlo più finché non esplode. Viene sul pavimento. Si contorce. Vedo le sue smorfie di atavico piacere e mi mandano una scossa dritta al cervello. Io ho ancora il cazzo duro, non sono venuto.
Quando si ricompone mi chiede “papi sono stata brava?”.
Io le sorrido e le chiedo solo una cosa. “Come ti chiami?”.
La risposta non tarda ad arrivare.
“Beatrice.”.
riccardobull@hotmail.com
Un giorno di un po’ di tempo fa mi sono avventurato su una chat erotica video.
Non ero abituato a questo mondo, ma non mi sono mai lasciato sfuggire l’occasione di provare qualcosa di nuovo.
Vedo questa ragazza. Rossa. Occhi scuri.
Lei si interessa a me. Sembra immediatamente ammaliata da mio modo di scrivere, e dalla mia foto profilo. Una foto semplice in bianco e nero di me in completo, seduto, con le mie mani in primo piano, piene di anelli.
Parliamo un po’ e mi convinco a portarla in privato.
Mi dice di avere 25 anni.
Non ho mai avuto interesse per le ragazze così giovani, ma con lei è diverso. Mi vede dalla cam. Sente la mia voce.
Capisco immediatamente chi ho davanti. Capisco che quella ragazza vuole essere dominata.
Le ordino di mettersi in ginocchio e lei lo fa immediatamente. Vedo un misto di paura e di eccitazione genuina nei suoi occhi.
“A papi piace vedere le troiette in ginocchio”. Lei si lecca le labbra. Vedo che, senza dirle altro, la sua mano destra inizia piano a massaggiarsi tra le cosce. “Ti ho detto che avevi il permesso di toccarti, bimba?” Si blocca. Mi guarda. I suoi occhi pieni di sesso. Li riconosco, quegli occhi. Li ho già visti innumerevoli volte. Ogni volta che li vedo, mi scatta qualcosa dentro. Una voglia. Una voglia di dominare, di spaccare il cervello della donna che ho di fronte e renderla schiava; ridurla a carne pronta solo a ricevere la mia violenza. Ma è presto per questo. Mi guarda, zitta. I suoi occhi parlano. “Brava bimba…ora, tra dieci secondi, potrai toccarti. Siamo d’accordo?”.
Lei annuisce e biascica un “sì” a mezza voce. “Non ti ho sentita bimba, siamo d’accordo?”. La vedo scuotersi. “Sì” risponde, un po’ più decisa. Le sorrido. “Sì, cosa?”.
Lei risponde: “sì…padrone”.
Inizio a contare “dieci, nove, otto…”.
Lei mi guarda, si lecca di nuovo le labbra.
“Sette, sei, cinque…”
Sempre in ginocchio sul pavimento della sua stanza.
“Quattro”.
La piccola inizia a tremare.
“Tre”.
La bimba si morde il labbro.
“Due”.
Vedo la sua mano che inizia a muoversi.
“Uno”.
Mi fissa, uno sguardo di puro desiderio.
“Hai il permesso del tuo nuovo padrone.”
Immediatamente si infila due dita in fica, scostando le mutandine rosa.
“Ora voglio che vieni per me, lurida troia.”.
La sento gemere. Quegli occhi saranno la mia rovina. I miei saranno la sua. Lo so. Immediatamente lo so. In quel preciso istante. Lei si masturba la fica più forte e geme di piacere per me. Mi fissa, mentre lo fa. Quasi come se mi sfidasse. “Brava bimba. A papi piace vedere le puttanelle come te in ginocchio.”
Lei aumenta il ritmo. Gode. Geme. “Convincimi che meriti il mio tempo.” Lei si infila un terzo dito dentro, mi guarda e inizia a sbavarsi sulle tette. “Papi ti piace vedere la tua nuova cagna bavosa?”. Sorrido. Mi alzo in piedi e le mostro il mio cazzo. “Tu che dici?”. La vedo sorridere in una smorfia di piacere. Mi massaggio l’uccello davanti a lei. “Vieni per me bimba; vieni per papino.”. La fissò negli occhi e non parlo più finché non esplode. Viene sul pavimento. Si contorce. Vedo le sue smorfie di atavico piacere e mi mandano una scossa dritta al cervello. Io ho ancora il cazzo duro, non sono venuto.
Quando si ricompone mi chiede “papi sono stata brava?”.
Io le sorrido e le chiedo solo una cosa. “Come ti chiami?”.
La risposta non tarda ad arrivare.
“Beatrice.”.
riccardobull@hotmail.com
1
5
voti
voti
valutazione
5.9
5.9
Commenti dei lettori al racconto erotico