Lila diventa una slave parte 2

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Arrivò il giorno della cerimonia di laurea e, con esso, la fine del suo addestramento con Leo. Lila provò uno strano misto di orgoglio e apprensione. Il suo corpo ora portava i segni del suo percorso: le leggere cicatrici che le attraversavano la schiena, i lividi che spuntavano e appassivano come fiori sulla sua pelle. Era diventata una tela della sua esperienza, una testimonianza della sua capacità di plasmarla nella perfetta schiava sessuale.

Leo le stava di fronte, con un'espressione indecifrabile. "Il tuo addestramento è completo", disse, la sua voce una dolce carezza nella stanza silenziosa. "Ma ricorda, questo è solo l'inizio."

Le parole le echeggiarono nella mente mentre la conduceva alla fase finale della sua trasformazione: un club privato dove l'élite del mondo BDSM si riuniva per abbandonarsi ai propri desideri più oscuri. Le pareti erano rivestite di soffice velluto, l'aria satura del profumo di sesso e desiderio. Poteva sentire i gemiti e i sussulti lontani degli altri, una sinfonia di piacere e dolore che le faceva battere il cuore per l'eccitazione.

"Sei pronta", mormorò Leo, il suo respiro caldo contro l'orecchio mentre le slacciava il colletto. "Il tuo ragazzo non ti riconoscerà quando ti vedrà ora."

Il suo cuore si strinse al pensiero di affrontarlo, di rivelare gli abissi in cui era sprofondata. Ma sapeva di essere cambiata, che non sarebbe mai più potuta tornare a essere quella di prima.

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Il club era un turbinio di corpi, una mascherata di lussuria e potere. Uomini e donne in vari stadi di svestizione si mescolavano, i loro occhi la scrutavano mentre seguiva Leo attraverso lo spazio affollato. Sentiva i loro sguardi come un contatto fisico, un marchio che la marcava come sua proprietà.

Leo la condusse in un separé privato, dove sedevano un gruppo di uomini, con gli occhi che brillavano di desiderio mentre osservavano il suo corpo nudo. "Questi sono i tuoi nuovi proprietari", le disse. "Ti useranno come meglio credono."

Lila sentì un brivido di terrore attraversarla quando si rese conto che stava per essere passata di mano in mano come un bene prezioso. Ma non aveva voce in capitolo. Era lì per servire, per soddisfare i desideri di coloro che tenevano le redini del suo piacere e del suo dolore.

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Il primo uomo le si avvicinò, con uno sguardo freddo e calcolatore. Era più anziano, il corpo snello e muscoloso. "In ginocchio", ordinò, e lei obbedì senza esitazione, con il cuore che batteva all'impazzata mentre aspettava il suo tocco.

La sera si dispiegò in un turbinio di sensazioni. Veniva usata in modi che non avrebbe mai immaginato, il suo corpo teso e manipolato fino a ridursi a un groviglio tremante di piacere e dolore. Ogni uomo faceva il suo turno, ognuno spingendola sempre più nell'abisso della sua stessa sottomissione.

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Mentre la notte si faceva tarda, si ritrovò sdraiata su un letto in mezzo alla stanza, il suo corpo una mappa di lividi e segni di morsi. Gli uomini erano passati ad altri divertimenti, ma lei era troppo immersa nella nebbia della sua esperienza per preoccuparsene.

Leo si chinò su di lei, un sorriso gli illuminò le labbra mentre le accarezzava con un dito il livido fresco sulla coscia. "Sei magnifica", disse con voce piena di orgoglio. "E ora mi appartieni davvero."

Il tono definitivo delle sue parole la colpì come un pugno nello stomaco. Il suo ragazzo l'aveva abbandonata e lei aveva accolto la sua nuova vita a braccia aperte. Guardando Leo negli occhi, capì di aver trovato la sua vera vocazione, un mondo in cui poteva essere libera di esplorare le profondità dei propri desideri, per quanto oscuri potessero essere.

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Le settimane successive furono un susseguirsi di feste private e sedute a tarda notte con Leo e i suoi clienti d'élite. Il suo corpo fu spinto al limite, i suoi confini cancellati, mentre diventava l'oggetto della loro depravazione. I suoi seni, un tempo sodi e sodi, iniziarono a cedere per i continui abusi, la sua figa tesa e dolorante per l'implacabile assalto dei cazzi che la invadevano.

Eppure, con ogni nuova cicatrice, ogni nuovo dolore, provava uno strano senso di orgoglio. Stava diventando ciò che aveva sempre desiderato essere: una vera sottomessa, l'incarnazione vivente delle fantasie di cui un tempo aveva solo osato scrivere.

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Una notte, mentre giaceva a pancia in giù, con i polsi legati ai montanti del letto, sentì la porta della stanza aprirsi. Una voce nuova parlò, una voce che non aveva mai sentito prima. "Leo, questa volta ti sei davvero superato", disse lo sconosciuto, con un tono misto di stupore e desiderio.

Leo entrò nel suo campo visivo, con gli occhi scintillanti. "Grazie, Mastro Vincent", rispose. "Questa è speciale. Ha imparato in fretta."

Il cuore di Lila sussultò quando sentì un paio di mani, non quelle di Leo, sfiorarle la schiena. Il tocco era delicato, quasi tenero, in netto contrasto con il trattamento rude a cui si era abituata. "Come ti chiami, tesoro?" chiese il nuovo uomo.

"Lila", sussurrò con voce tremante.

Il tocco di Mastro Vincent si fece più deciso, le sue mani le accarezzarono i seni prima di spostarsi sui morsetti dei capezzoli. Lui tirò delicatamente e lei ansimò, il dolore le mandò una scossa di eccitazione in tutto il corpo. "Sei mia per stasera", disse, con una voce che suonava una promessa oscura.

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La festa era in pieno svolgimento quando Lila fu portata fuori, con indosso solo un collare e un guinzaglio. Camminava in ginocchio, con gli occhi bassi, come le era stato detto. La stanza era piena di sconosciuti, i loro occhi si deliziavano della sua pelle esposta, i loro sussurri di ammirazione e lussuria la riempivano di un inebriante misto di orgoglio e paura.

Il Maestro Vincent la condusse a una sedia, dove si sedette e la tirò in grembo. Le sussurrò all'orecchio, le sue parole una dolce carezza. "Stasera servirai me, e solo me", disse. "Ma guarderai anche. E imparerai."

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Le ore trascorsero in un turbinio di sensazioni. Servì da bere agli altri ospiti, il suo corpo un'offerta silenziosa mentre la toccavano e la stuzzicavano. Osservava gli altri che giocavano, le loro grida di estasi e dolore una sinfonia che si snodava nell'aria.

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E poi, fu il suo turno. Il Maestro Vincent la condusse al centro della stanza, illuminandola con i riflettori nell'oscurità. Iniziò una lenta e metodica esplorazione del suo corpo, le sue mani e i suoi strumenti la portarono sull'orlo dell'orgasmo, solo per poi ritrarsi, lasciandola disperata e implorante.

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Mentre la notte si faceva più buia, anche lo spettacolo si faceva più cupo. Lila si ritrovò legata a una croce di Sant'Andrea, il suo corpo in mostra mentre il Maestro Vincent la lavorava, spingendola oltre i suoi limiti più di quanto avesse mai immaginato. Il dolore era intenso, un crescendo che cresceva sempre di più finché non pensò di poter crollare.

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Nella stanza era calato il silenzio, l'unico suono era il ritmico schiaffo della frusta sulla sua pelle. Poteva sentire gli occhi degli altri su di sé, il loro desiderio una forza palpabile. E in quel momento, comprese il potere della sua sottomissione, l'emozione di essere così completamente in balia di un altro.

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Il Maestro Vincent si sporse verso di lei, il suo respiro caldo contro il suo orecchio. "Sei bellissima", mormorò. "Così bellissima."

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Le parole la riempirono di un calore che non provava da quella che le sembrò un'eternità. Nonostante il dolore, nonostante la paura, si sentì amata in quel momento, una sensazione che si faceva più forte a ogni colpo di frusta.

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Quando la notte finì e gli ultimi ospiti se ne furono andati, Lila fu slegata e riportata nella sua stanza. Il suo corpo era una tela di dolore, la sua mente un turbinio di emozioni. Eppure, mentre giaceva lì, provò una strana sensazione di appagamento. Aveva trovato il suo posto in questo mondo, il suo scopo come veicolo per i desideri degli altri.

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I giorni diventarono settimane e la trasformazione di Lila era completa. Il suo ragazzo, quando finalmente la vide, a malapena riconobbe la donna che era diventata. I suoi occhi si spalancarono per l'orrore e il disgusto, ma lei non provò altro che un distaccato senso di divertimento. Lui era stato un trampolino di lancio, un mezzo per raggiungere un fine.

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Ora era libera di esplorare le profondità della propria depravazione, il suo cuore apparteneva al padrone che l'aveva trasformata nella perfetta schiava sessuale. Quel pensiero le fece sorridere, un sorriso che era una silenziosa promessa a se stessa: non si sarebbe mai voltata indietro, non avrebbe mai messo in discussione la strada che aveva scelto.

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Il mondo fuori dal club aveva perso il suo fascino. Tutto ciò che contava era la prossima seduta, la prossima occasione di servire ed essere usata. E mentre si addormentava quella notte, i suoi pensieri erano consumati dalla promessa delle settimane a venire, piene di nuovi padroni e piaceri indicibili.

Una sera, Lila fu presentata a un cliente particolarmente esigente, un uomo di nome Marcus. I suoi occhi erano freddi e valutativi, il suo sorriso crudele. "Ho sentito molto parlare di te, mia cara", disse, sfiorandole la schiena con una mano. "È ora di vedere se sei davvero il tesoro che Leo afferma che tu sia."

Marcus la portò in una stanza speciale, una stanza più fredda e asettica di qualsiasi altra in cui fosse mai stata prima. Le pareti erano tappezzate di strumenti che le fecero venire un brivido di paura lungo la schiena, ma lei sapeva che era meglio non opporre resistenza. Era per questo che era stata addestrata.

L'addestramento con Marcus fu brutale. La spinse fino al limite della sopportazione, lasciandola ammaccata e in lacrime, eppure, in qualche modo, si ritrovò a desiderare il dolore. Fu in quella stanza che il suo corpo fu veramente distrutto e ricostruito in qualcosa di nuovo. Il suo sedere sodo e rotondo era segnato da un arazzo di lividi e ferite, la sua figa un parco giochi ben utilizzato per i suoi giochi contorti.

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Le notti si allungarono, il dolore si fece più intenso. Eppure, in mezzo all'agonia, si sentiva viva. Ogni grido era una dichiarazione di sottomissione, ogni lacrima una testimonianza della sua ritrovata forza. E in tutto ciò, Leo la osservava, con gli occhi pieni di un misto di orgoglio e desiderio.

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Una notte, mentre giaceva nella sua cella, il suo corpo una mappa di tormento, sentì dei passi avvicinarsi. La porta si aprì cigolando e una figura entrò nella penombra. Era il suo ragazzo, con gli occhi spalancati per lo shock e l'incredulità. "Lila", sussurrò con la voce rotta. "Cosa sei diventata?"

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Ma lei riusciva solo a sorridere attraverso i lividi. "Ecco chi sono ora", disse, con voce chiara e forte. "Non sono la ragazza che conoscevi. Ho trovato il mio posto, il mio scopo."

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Lui la fissò, incapace di conciliare la creatura bellissima e distrutta davanti a lui con la ragazza che aveva amato. E in quel momento, capì di essersi davvero lasciata alle spalle la sua vecchia vita. Il mondo fuori era diventato un lontano ricordo, una fotografia sbiadita di una vita che aveva superato.

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La porta si chiuse con un'eco definitiva che le echeggiò nell'anima. Non era più Lila, la studentessa universitaria con sogni d'amore e felicità. Ora era una creatura delle ombre, una schiava sessuale da usare e abbandonare a piacimento dei suoi padroni. E se ne crogiolava, ogni tocco, ogni comando un promemoria del potere che aveva trovato nella sua stessa sottomissione.

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Con il passare dei mesi, il suo corpo portava i segni della sua nuova vita come quello di una guerriera temprata dalla battaglia. La sua pelle era una tela di cicatrici, i suoi seni una testimonianza della brutalità del suo addestramento. Eppure, si sentiva più viva che mai. Ogni giorno portava una nuova sfida, un nuovo padrone da servire, un nuovo modo di sperimentare la profondità dei propri desideri.

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Le feste diventavano più esclusive, la posta in gioco più alta. Divenne il gioiello della collezione di Leo, il premio più ambito per chi poteva permetterselo. E sapeva di essere amata, a modo suo, dall'uomo che l'aveva creata.

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Ma la prova definitiva doveva ancora arrivare. Un evento privato, dove l'élite del mondo BDSM si sarebbe riunita per vedere cosa fosse veramente diventata. Era una notte che l'avrebbe cambiata per sempre, una notte che avrebbe mostrato al mondo la vera portata della sua trasformazione.

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Mentre veniva condotta nella grande sala da ballo, nuda e madida di sudore, sentiva l'attesa nell'aria. Gli uomini e le donne intorno a lei indossavano pelle e lattice di prima qualità, i loro occhi brillavano di brama mentre contemplavano la sua bellezza distrutta.

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L'asta iniziò e Lila fu fatta salire sul palco. Osservò le offerte salire sempre di più, il suo corpo offerto al miglior offerente. E quando finalmente il martelletto cadde, fu proprio l'uomo che meno si aspettava.

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Il suo nuovo padrone era un enigma, un uomo avvolto nel mistero e nel potere. I suoi occhi promettevano un dolore e un piacere che andavano oltre qualsiasi cosa avesse mai immaginato. E mentre veniva condotta via, il suo cuore batteva all'impazzata, un misto di eccitazione e terrore.

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scritto il
2025-05-24
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