Maddalena

Scritto da , il 2010-04-08, genere prime esperienze

Maddalena osservava nervosamente la pendola dal tavolino del bar in cui sorseggiava il suo caffè. Era stanca e nauseata dalla vita che aveva condotto fino a quel momento. Un amore disgraziato l'aveva condotta sulla strada. Ormai non riusciva più a tollerare che un uomo la sfiorasse o baciasse. Attendeva l'ultimo appuntamento e poi avrebbe posto fine a quella miserabile vita. Non era facile ricominciare a vivere a cinquant'anni. Avrebbe lavorato come cameriera in un ristorante di un'altra città. Desiderava un cambiamento di vita totale. L'uomo che la sfruttava, il suo ex amante, era stato ucciso in un regolamento di conti e lei era finalmente libera di iniziare la sua nuova vita. Nonostante tutto si sentiva pulita e innocente. Era stato l'amore ad ingannarla, l'amore per un uomo che l'aveva violentata, usata, venduta per vile denaro, divertimento e sete di potere. A causa di quell'amore maledetto era stata cacciata via dalla famiglia, allontanata dagli amici, si era ritrovata sola e disperata e nonostante tutto lo aveva amato perdutamente. Ora tutto era finito per sempre. L'uomo dell'appuntamento era in ritardo e lei ripensava, con immenso dolore, all'ultima volta che aveva incontrato il suo ex amante. Lo aveva sorpreso con un'altra donna, una ragazza, forse appena maggiorenne, o addirittura minorenne, e si capiva che l'aveva sedotta e che stava per costringerla a prostituirsi. L'aria della squallida stanza odorava di sperma e sangue, vergine tributo della ragazza all'uomo che l'aveva coinvolta sentimentalmente ed emotivamente. L'avvocato, uomo ritenuto integerrimo, usava quella stanza per deflorare minorenni, che poi sfruttava per intrattenere i suoi amici avvocati e addirittura magistrati annoiati e vogliosi di erotici diversivi. Quando poi le ragazze venivano a noia finivano per la strada, essendo state ripudiate dalla famiglia. La ragazza stava mezzo nuda, mortificata e in lacrime. Uscendo dal bagno aveva sentito quel verme al telefono raccontare ad un suo amico quello che era appena successo, e lo aveva fatto in modo indegno per un essere umano. Maddalena non poteva sopportare che potesse accadere a quell'innocente ragazza tutto quello che era successo a lei e poi finalmente quell'amore dannato che era stato causa della sua infelice esistenza improvvisamente era cessato e la nausea l'aveva travolta. Inoltre non riusciva a sopportare che uomini del genere fossero ritenuti onesti e venissero onorati e riveriti, mentre alle loro vittime era riservato un atteggiamento di condanna e pubblico biasimo e disprezzo. Decise che un uomo del genere non meritava di vivere. Inizialmente pensò di rivolgersi alla polizia, ma lui era un uomo potente, con agganci politici, non lo avrebbero mai arrestato e poi aveva paura di subire ritorsioni vendicative da parte sua e dei suoi influenti colleghi. Le rimaneva soltanto una cosa da fare. L'uomo arrivò finalmente, e lei tolse dalla sua borsetta il denaro e glielo consegnò. Era il sicario che lei aveva scelto per giustiziare l'infame amante. L'uomo dopo aver preso il denaro andò via e Maddalena rimase ancora al bar ad osservare la pendola scandire il tempo. Ricordò i due episodi che avevano segnato in modo negativo la sua esistenza. Ricordò quella squallida stanza in cui l'avvocato integerrimo l'aveva rudemente deflorata, lasciandola delusa e in lacrime, ma ancora innamorata e poi quella tremenda giornata in cui lui si era presentato con un magistrato suo amico, e le aveva ordinato di esaudire le turpi voglie di quel porco altrimenti l'avrebbe costretta a finire sulla strada. Per amor suo e per timore delle minacce aveva acconsentito. Un conato di nausea l'assalì mentre ricordava. Si alzò e se ne andò pronta a iniziare la sua nuova vita. Chissà se avrebbe incontrato un uomo leale e onesto, chissà se avrebbe potuto ancora amare, sentire le carezze di un uomo senza provare nausea e ribrezzo. Soltanto il tempo avrebbe potuto fornirle le risposte. La cosa importante ora era ricominciare a vivere.

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