A zio Matteo piace farmi cavalcare - Parte 4 - L'Alfa

di
genere
gay

Questa è la quarta parte di una serie. Se ti sei perso l’inizio, cerca “A zio Matteo piace farmi cavalcare” per goderti tutto fin dall’inizio.
Buona lettura…


Erano passati 3 giorni da quando avevo ricevuto il messaggio di Matteo, tre giorni di inferno.

All’improvviso Matteo, l’amore della mia vita, non rispondeva più ai miei messaggi e alle mie chiamate, ne avrò fatte centinaia, ma nulla, ha addirittura spento il telefono.

Cosa avevo fatto di sbagliato? possibile che l’abbia deluso a tal punto con la storia di Mario e Roberto da non volermi più parlare? Eppure sembrava mi avesse perdonato sul momento.

Non capisco, non capisco proprio… Cosa può essere successo di tanto grave da portare il mio uomo a non parlarmi più?

E poi, la storia che aveva un problema con il figlio era vera o era tutta una scusa per evitarmi?
Non ce la facevo più, dovevo agire.

Presi il telefono, chiavi e giubbotto e mi fiondai a casa sua.

Una volta arrivato suonai al campanello “Driiiiin”

— Chi è? — rispose una voce femminile

— Ciao Camilla, sono Luca!

— Oh Luca, sali!

Il portone si aprì e lo spinsi con una violenza tale da farlo sbattere contro la parete.

Cominciai a saltare le scale a due a due, fino a quando non mi ritrovai davanti la porta del suo appartamento.

— Luca, ciao — disse Camilla — entra pure!

— ciao Camilla, Matteo? dovrei parlargli urgentemente!

— è successo qualcosa? — disse la donna con aria preoccupata

— No no, tranquilla, nulla di grave! — mentii

— per fortuna… comunque Matteo è al maneggio, ultimamente ha tantissimo lavoro, torna a casa solo per dormire!

— ah si? va bene! grazie mille Camilla, spero di rivederti presto!

Tornai indietro correndo, uscii dal portone e mi fiondai in macchina.

Quei pochi minuti da casa di Matteo al maneggio sembravano ore… non facevo altro che pensare a quello che aveva detto Camilla.

Perchè passava tanto tempo al maneggio? possibile che abbia qualcun’altro nella sua vita? ero veramente, confuso, arrabbiato… deluso!

Finalmente arrivai al maneggio, scesi velocemente dalla macchina e mi diressi verso l’ufficio, cominciai a cercare, nulla, Matteo non c’era.

Salii al secondo piano… nulla… sembrava sparito. Corsi fuori, incontrai uno dei suoi stallieri e chiesi: — ciao, scusa sapresti dirmi dov’è Matteo?

— ciao Luca, si, è dietro le stalle che…

Non lo ascoltai, cominciai a correre a più non posso, girai attorno alle stalle e finalmente in lontananza lo vidi, il cuore cominciò a battermi all’impazzata.

Aveva una canottiera bianca sudata e un paio di jeans, il tutto accompagnato da un cappello da cowboy, era perfetto, anche se in quel momento lo odiavo.

— Matte!

— hey, che ci fai qui? — disse lui sorpreso

— sei serio? che ci faccio qui? sono 3 giorni che non ho tue notizie — cominciai a piangere — 3 giorni che non dormo e che piango, cos’è successo? hai incontrato qualcuno? ti prego dimmelo perchè così sto impazzendo, cosa ho fatto?

— Hey calmati — disse passando i pollici sotto agli occhi in modo da asciugarmi le lacrime — prendi un bel respiro e… —lo interruppi

— Vaffanculo tu e il tuo respiro, dimmi cosa cazzo è successo — dissi urlando a squarciagola

— Si ma calmati che ci sentono! — rispose, poi aggiunse: — Non centri tu, non hai fatto niente di male, ma è successa una cosa e ho dovuto fare la cosa giusta per proteggere mio figlio!

Scoppiai di nuovo piangere

— Ti prego amore, dimmi perchè non mi vuoi più, cos’è successo?

con una mano mi asciugò una lacrima, mi fece una carezza e disse: — Dai andiamo dentro che ti racconto

— ok! — risposi

Arrivati dentro, Matteo mi portò in camera da letto, mi diede una bottiglietta d’acqua, prese una sedia che posizionò al contrario e si sedette poggiando le braccia sullo schienale di fronte a se.

— ti prego parla — dissi impaziente

— allora… l’altra sera, quando sono tornato a casa, Antonio ancora non era rientrato, allora come spesso faccio lo chiamai, disse che sarebbe tornato fra poco. Chiusi la chiamata e dopo poco notai che le chiavi di tutte e 3 le macchine erano li, quindi mi chiesi con chi fosse uscito, decisi di aspettarlo in cucina, guardando dalla finestra, lo vidi scendere da una macchina e capì con chi era tornato!

— Con chi? — chiesi curioso interrompendo il suo racconto

— Con Mario!

— Mario quello che mi ha scopato?

— Si! disse alterato. Quello è un puttaniere e va solo se ha uno scopo

— Oh grazie, in pratica mi hai offeso, ma continua pure!

— no, scusa, ma fammi continuare… quando entrò dentro casa gli chiesi dov’era stato e con chi e mi disse che era stato con la ragazza che si era scopato al maneggio, chiesi allora con chi fosse tornato e il deficiente non seppe nemmeno inventare una scusa plausibile… mi disse che era andato con la sua…

— eh? — chiesi impaziente

— gli dissi che lo avevo visto scendere da una macchina che non conoscevo…

— perchè gli hai detto sta cazzata?

— A lui non posso dire di conoscere Mario

— che ti ha risposto quindi?

— Che era con un suo amico… poi andò via in camera sua… — fece una pausa, poi continuò il racconto — l’indomani chiamai Roberto e gli chiesi di vederlo, una volta assieme feci la parte del finto tonto e gli chiesi se sapeva con chi fosse stato Mario la sera prima…

— E lui? che ti ha detto?

— Che era stato con uno che si scopava già da un pochino… capii subito.

— Cioè? — dissi un po confuso

— Cioè che Antonio non si era scopato la ragazza qui al maneggio, ma si era fatto scopare da Mario, quindi Mario conosceva il maneggio, sapeva che Antonio fosse mio figlio e se l’è scopato lo stesso.

— Matte sai che non è tanto diverso da quello che facciamo noi?

— Si, lo so! — disse urlando — ma è diverso, io ti amo.

— Ma lui questo non lo sa — dissi imperterrito

Ci fu una lunga pausa fra noi, la interruppi — e poi?

— e poi basta. ho avuto bisogno di tempo per pensare, un mio amico molto probabilmente si scopa mio figlio, lo fa di proposito? mi prende per il culo?… ma io faccio lo stesso con tuo padre, quindi sono un ipocrita del cazzo, per questo non mi sono fatto più sentire.

— Ah ok quindi finisce così fra di noi? tu puoi fare quello che vuoi ma se lo fanno a te fai i capricci? sei uno stronzo!

— Luca devi capire che devo proteggere mio figlio!

— Ma da cosa lo devi proteggere? — dissi urlando

— Non urlare che ci sentono — disse Matteo innervosito — Quello di li è un coglione, lo farà soffrire sicuramente!

— Matteo non sai nemmeno se scopano, non sai cosa fanno, non hai prove, non hai nulla. e se posso, da quando conosco Antonio non ha mai dato segnali di quel tipo

— in che senso? — chiese Matteo

— Nel senso che ogni volta diceva che si vedeva con una, poi un’altra ecc ecc

— Ne hai mai conosciuta nessuna? — chiese sospettoso

— a dire il vero no! — risposi secco

—quindi fatti due conti — disse Matteo preoccupato

— Amo… — bloccai la parola a metà correggendomi — Matteo, non lo potrai mai sapere con sicurezza se non chiedi

— Lui sapeva di te? — rispose il mio uomo con la testa fra le nuvole

— Di me cosa?

— Che sei gay — disse guardandomi negli occhi

— No! — risposi secco — se sospettasse qualcosa non so!

Passammo diversi minuti in silenzio a guardarci — Quindi? come siamo noi? — chiesi

Mi guardava e non rispondeva… più mi guardava e più l’ansia mi saliva. Ero confuso

— Ok quindi non siamo nulla! ho capito… Fottiti! — urlai correndo giù per le scale

Piansi per tutto il tragitto dal maneggio a casa. Avevo il cuore vuoto.

Una volta a casa corsi in camera mia e cominciai un pianto che durò per ore!

———

L’indomani mattina, non ancora rassegnato decisi di fare qualcosa, rivolevo il mio uomo indietro e lo avrei riavuto a tutti i costi.

Presi la macchina e andai allo studio di tatuaggi di Roberto, li mi feci dare il numero di Mario, lo chiamai e andai a trovarlo.


— Quindi? perchè sei qui? — chiese Mario

— perchè devo chiederti una cosa!

— Dimmi… se vuoi un altro po di sborra qui ne produco abbastanza — disse strizzandosi il pacco enorme

— No grazie — risposi prontamente — quella lasciala per Antonio…

Mi guardò con uno sguardo terrorizzato che poi mutò in curiosità

— Tu che ne sai — mi chiese guardandomi fisso negli occhi.

— Me l’ha detto lui stesso! — mentii — anche se eravate rimasti di non dire nulla a nessuno —aggiunsi tentando la fortuna

— Ok Luca, non dire niente a Matteo! — disse fissandomi negli occhi

— Che intenzioni hai con lui? — chiesi incuriosito — è mio amico, non voglio che soffra. dissi sicuro di me

— Beh in realtà il tuo amico vuole solamente scopare

Mi alzai, e feci per andare via, prima di andare dissi:

— Mi hai appena confermato tutto tu, Antonio non mi aveva detto nulla, sapevo potesse esserci qualcosa perchè me l’ha detto Matteo.

— Non ti conviene dirgli qualcosa Luca, altrimenti dico di te e Matteo! — urlò


Scappai di casa senza nemmeno ascoltarlo.


Corsi verso la macchina, salii e cominciai a guidare verso casa di Matteo.

Arrivai sotto il suo portone, suonai e all’altro capo del citofono rispose Camilla — chi è?

— Sono Luca, c’è Matteo?

— si, sali!

Arrivato davanti la porta incontrai Camilla che stava uscendo di casa

— Luca, ci vediamo spesso per ora eh? — disse lei sorridendo

— beh si! — risposi imbarazzato

Entrai e chiusi la porta dietro di me.

Una volta dentro mi trovai difronte Matteo con addosso solo i pantaloni del pigiama che mettevano in risalto tutti i suoi muscoli e il suo pacco, lui evidentemente se ne sarà accorto in quanto disse: — guarda che gli occhi sono qui — indicandoli.

— Si scusa, ma per ora me lo sogno, sei solo in casa?

— Si! sono usciti tutti! Ti sei calmato?

— si, ma sono venuto per farti sentire una cosa! non mi uccidere

— che hai fatto? — chiese preoccupato

— Sono andato da Mario

— Che cazzo hai fatto? sei scemo? — disse innervosito

— Ho registrato tutto, ascolta e poi ti arrabbi!

Feci ascoltare tutta la conversazione a Matteo, che dalla faccia sembrava tutto tranne che felice.

Appena la conversazione finì si strofinò le mani sul viso e rimase in quella posizione per almeno 2 minuti.

— Hai capito? è Antonio che usa Mario, non il contrario.

— E ora? — chiese lui guardandomi negli occhi

— E ora potresti fargli vivere la sua vita e poi potresti fare l’amore con me!

— No Luca, non è giusto!

— Cazzo ma tu sei diventato scemo ora o lo sei sempre stato e non me ne sono accorto? Guarda cosa ti perdi

Mi abbassai i pantaloni e gli poggiai letteralmente il buco del culo in faccia.


Fu in quell’istante che dalla sua stanza uscì Antonio.

Matteo mi spinse, facendomi cadere a terra.

— Papi tranquillo so già tutto di voi due! perchè tutto questo imbarazzo? disse Antonio sorridendo

— Che cazzo dici, sii più rispettoso! — disse il padre incazzato

— Papi so già tutto da almeno un anno, so che sai che Mario mi scopa e so che avete fatto anche una gangbang.

Io e Matteo ci guardammo scioccati, Antonio venne verso di me, mi tese la mano e mi sollevò da terra, mi guardò e mi disse — Oggi hai fatto un bel casino Luca, Mario mi ha detto tutto, pensava non sapessi di voi due.

— Perchè non hai detto nulla se sapevi? E perchè non mi hai mai detto nulla di Mario? — chiese Matteo

— Per lo stesso motivo per il quale non lo hai detto tu a me papi, per privacy.

— Stai con Mario per farmi un dispetto?

— No papi, mi piace, ha il cazzo grosso — disse Antonio ridendo — ed anche a Luca vedo

— Oh santo cielo Antonio — rispose il padre

— Papi son cresciuto e mi piace il cazzo, che ci vuoi fare?

— Mamma sa nulla? — disse Matteo spaventato

— Certo che no, ci ammazza… ora se posso darti un consiglio papà, prenditi Luca e andate a scopaere, ha tre giorni di arretrati.

— Scusa Anto — dissi io interrompendo quella surreale discussione — come facevi a sapere che io e tuo padre stavamo assieme da almeno un anno?

— Perchè quando sei andato a fare la prima lezione al maneggio, sono venuto pure io a sorpresa, ma ho visto mio padre che ti scopava. Da quel giorno ho fatto caso a tutto quello che dicevate e facevate. Ho pure capito che ti stava scopando quando mi ha chiamato… mi sono segato!

— Scusa ma allora perchè mi raccontavi delle tue scopate con le ragazze? — chiese il padre curioso

— Perchè mi vergognavo… quando vi ho visto scopare ho pensato foste due finocchi, ma mi accorsi che ero duro. Poi incontrai Mario in palestra, ci provò con me e quella sera stesso mi sverginò, solo dopo scoprì che io ero tuo figlio e mi disse che lui era tuo amico.

— Un’altra cosa — chiese Matteo curioso — perchè non stai solo con Mario?

— Perchè mi piace il cazzo papi, e ne voglio provare un po prima di bloccarmi su uno… Adesso vado papi, vado a consolare Mario — prima di andare si avvicinò al padre e gli diede un bacio sulla guancia

Uscì dalla porta facendomi l’occhiolino!

— Cazzo sono scioccato — disse Matteo

— Io invece sono eccitato, penso a Mario che sfonda il culo di Antonio e sono duro — risposi io

— Oh Mamma mia — disse Matteo pensando ad alta voce — mio figlio è troia, proprio come te

— Si tesoro, ma questa troia ti piace vedo

Dai pantaloni del pigiama svettava il cazzone duro, mi avvicinai e li abbassai in un sol colpo, Matteo per tutta risposta mi prese con forza in braccio e mi portò in camera, si spogliò completamente, lasciandomi guardare la magnificenza del suo fisico, io feci lo stesso.

Mi distesi nel letto e lui si fiondò sopra di me. Cominciammo a baciarci, strusciarci ed accarezzarci per almeno trenta minuti fino a quando non si stacco e cominciò a fissarmi negli occhi — Ti amo — disse — mi sei mancato, e ho bisogno di entrarti dentro per sentirti di nuovo mio, scusami amore

Non dissi nulla, lo baciai.

Matteo afferrò quindi il suo cazzone con la mano destra e lo puntò sul mio buco, mi penetrò

Erano passati al massimo 15 minuti da quando Matteo aveva cominciato a scoparmi, stavo godendo tantissimo quando all’improvviso sentimmo aprire la porta di casa.

Velocemente Matteo mi uscì da dentro lasciando la voragine a prendere aria, cominciammo a rivestirci, indossò a malapena gli slip quando dal corridoio spuntò Antonio.

— Ciao papi — disse Antonio

— Ciao Matteo — disse Mario spuntando dopo di lui

— Ciao disse scioccato Matteo

— Non c’è bisogno che vi rivestite, continuate pure tranquillamente, anche perchè Mamma non torna per adesso — Disse Antonio sorridendo

— Che ci fate voi qui? — disse Matteo con l’aria fra lo scocciato e l’eccitato

— Sono venuto a fare il culo a tuo figlio, sai sono molto scosso e devo essere consolato — disse Mario ridendo mentre metteva la mano dento ai pantaloni di Antonio

— Mario non farmi incazzare, togli la mano da li e vai a fare nel culo

Mario imperterrito cominciava sditalinare il culo di Antonio, che cominciò a gemere

— Cazzo anche le dita grosse hai ahahah ahhhh siii

Matteo fece per alzarsi quando suo figlio lo bloccò dicendo: — Papi, tranquillo, sono io che lo voglio fare — gli fece un occhiolino — scopati Luca tranquillamente, da oggi ci pariamo il culo a vicenda.

Poi si allontanò prendendo Mario per mano che seguendolo sorrise

— Siamo nella mia camera se vi interessa e non chiudiamo la porta se volete guardarci — disse allontanandosi il figlio

Matteo rimase mezzo nudo ed esterrefatto

— Hey stai bene? — chiesi a Matteo

— guarda qui — rispose lui — stranamente sono eccitatissimo

— lo vedo — dissi afferendolo

Dall’altra stanza cominciavano a sentirsi rumori strani

— Vuoi andare a vedere? dissi a Matteo segandogli il cazzo attraverso gli slip

Non rispose ma il cazzo gli diventava sempre più duro.

Capii subito che era indeciso se andare a vedere oppure no, quindi presi la decisione io al posto suo.

Liberai il suo cazzo facendolo uscire dall’elastico superiore degli slip, lo afferrai con la sinistra e mi diressi verso camera di Antonio, lui mi seguì senza emettere un fiato.

Arrivati di fronte la camera la scena che si parò davanti era molto eccitante, il figlio, nudo in ginocchio che con la mano destra segava il cazzo dell’amico Mario mentre gli faceva un pompino e con la mano sinistra si segava il suo cazzo.

Sentii sussultare dall’eccitazione il cazzo del padre, quindi ripresi una leggera sega.

Il figlio vide arrivarci e senza staccare la bocca dal cazzo si girò a guardarci e sorrise, Mario invece, si eccitò ancora di più, infatti posò la mano sulla testa di Antonio e spinse con foga il cazzo nella gola, facendolo soffocare, poi guardò il padre del bocchinaro e gli fece l’occhiolino sorridendo.

Il cazzo del mio uomo si faceva sempre più duro e bagnato.

Era completamente assorto a guardare suo figlio che faceva un pompino, non emetteva un suono, l’unico movimento era quello del cazzo.

Decisi di prendere la situazione in mano, lo trascinai per il cazzone e lo posizionai vicino al suo amico Mario, mi abbassai, vicino al mio amico Antonio e gli presi il cazzo in bocca.

Cominciai a pompare, mi puntavo il cazzo di suo padre sempre più in fondo alla gola, ero eccitatissimo.

D’improvviso si sbloccò, mi mise le mani sulla testa e con un colpo d’anca me lo conficcò dritto in gola causandomi un conato.

Antonio a quella scena si stacco dal cazzo di Mario e assieme cominciarono a ridere.

Continuava a scoparmi sempre più forte la gola quando Antonio allora decise di poggiare la sua mano sulla mia testa e di conseguenza sulle mani del padre, assieme mi davano il ritmo del pompino.

Fu in quel momento che alzai lo sguardo e vidi il mio uomo guardare suo figlio.

Con forza mi staccai dal cazzo di suo padre ma lo tenni in mano continuando una lenta sega, guardai il figlio porgendogli il cazzo e gli chiesi: — vuoi succhiarlo? Guarda quanto è grosso

Matteo in silenzio rimase immobile quasi in attesa, Antonio fissava il cazzo, Mario a cazzo duro disse — dai succhia il cazzo al papi, fagli vedere quanto sei bravo a fare bocchini .

Senza dire una parola, Matteo prese la testa del figlio e gli piantò il cazzo in gola. Antonio cominciò a sborrare sul pavimento.

Mario, accorgendosi della sbarrata, mi prese la testa e me la forzò per terra dicendo — lecca.

Cominciai a leccare tutta la sborra, poi alzandomi dissi — quella di tuo padre è più buona.

Cominciammo a ridere, anche Matteo

Mario, non perse tempo, vendendomi predisposto, mi alzò il culo e una volta preparatomi per bene avvicinò il suo cazzo ricurvo al mio buco.

Matteo lo bloccò — che cazzo fai — disse incazzato

— Mi inculo la troia amico, calma, non ti innervosire — rispose

— quella troia è il mio fidanzato, mi devi chiedere il permesso… e poi ricordati sempre la regola

—cazzo tu ti stai facendo succhiare il cazzo dalla mia troia e io mi inculo la tua, mi sembra equo — rispose nervosamente Mario

— si da il caso che una troia è il mio fidanzato, l’altra è mio figlio — fece una pausa — quindi si! Mi chiedi il permesso

— cazzo Matteo che sei pesante… va bene... posso incularmi la troia del tuo fidanzato?

— Bravo Mariuccio — disse Matteo facendogli l’occhiolino e dandogli dei colpetti sulla spassa — si, puoi inculartela

— sei un coglione — rispose Mario

Matteo cominciò a ridere

Mario quindi, incazzato, sputò nuovamente sul mio buco del culo e con una forza disumana me lo piantò dentro… cominciai ad urlare dal dolore… — ahhhhhhhhh cazzo mi hai rotto il culo coglione— dissi spalancando gli occhi… poi ebbi un orgasmo anale e cominciai a venire…

— vedi che sei una troia? — disse Mario continuando l’inculata potente e tirandomi i capelli

Antonio continuava a succhiare il cazzo del padre e mentre lo succhiava prese coraggio e cominciò una sega a ritmo di bocchino

Mentre Mario continuava a fare al mio buco ciò che desiderava, presi un dito e lo ficcai nel culo di Antonio che sussultò con in bocca il cazzo del padre.

Il dito faceva fatica ad andare avanti e indietro quindi alzai la mano e dissi a Matteo: — sputa — Matteo lo fece.

Spalmai la saliva del padre nella figa anale del figlio e poi ripresi il ditalino… — molto meglio.

Continuavamo tutti a darci piacere quando Antonio ruppe i vari gemiti e disse: — papà mi scopi?

Matteo mi guardò per chiedermi il permesso, Antonio mi guardò con sguardo supplicante… nel frattempo continuavo a prenderlo nel culo da Mario…

— Si — dissi guardando negli occhi il mio uomo

Matteo si avvicinò alla mia bocca e dopo avermi dato un lungo bacio disse: — che cazzo sto facendo?, sono un pervertito

— Papà — interruppe Antonio — sono pronto

Ci girammo e vedemmo Antonio sul letto, pronto a pecora per ricevere il cazzo di suo padre.

Guardai Matteo e dissi — vai a scopartelo

— ma si cazzo, chi se ne fotte — Disse Matteo avvicinandosi al culo del figlio

— a lui piace forte — disse Mario continuando ad incularmi sempre più forte

Matteo si avvicinò con la grossa e umida cappella alla figa del figlio e in men che son si dica gli fu dentro…

— Oh cazzo, siiiiiii cazzoooo, siiiii vaiiiii papà ti prengo inculami, rompimi la figa cazzo… finalmente il mio sogno sta diventando realtà

Antonio impazzì completamente, non l’avevo mai visto così.

— vai amore di Papà — diceva Matteo — che poi ti faccio bere tutti i tuoi fratelli

Quella scena aveva dell’incredibile, cominciai a venire senza toccarmi…

— Cazzo Mattè sei un porco — disse Mario cominciando a stantuffarmi la figa con molta foga mentre sborrava dentro al mio ano — siiii cazzo, prendi sta sborra troia di merda — Mattè ho sborrato in culo al tuo amore — rideva mentre usciva dal mio buco.

Matteo a quell’ennesimo scherno dell’amico impazzì, di certo non si poteva dire che non seguiva l’istinto.

Uscì da culo del figlio, corse verso Mario, lo prese con forza e lo buttò sul letto, lo girò a pecorina e senza chiedergli il permesso o senza dargli il tempo di reagire lo inculò…

— cazzooooooooo — urlò Mario — che cazzo fai coglione

Matteo non sentiva ragioni e continuava a punire analmente l’amico — più parli più ti inculo forte — disse tenendolo giù

— smettila testa di cazzo

Nel frattempo Antonio, ancora nel letto a culo aperto, si girò verso di me e disse — mi vuoi inculare?

— a me non piace metterlo nel culo, ma ci provo — risposi alzandomi e andando su di lui

Si posizionò a gambe in aria e gli entrai col cazzo nel culo.

Era la prima volta che scopavo qualcuno e ironia della sorte era il figlio del mio uomo.

Cominciai un lento movimento avanti e indietro provando a procurargli piacere, ma onestamente non mi piaceva… mi venne quindi l’idea…

Uscii dal culo di Antonio e gli dissi di mettersi a pecora sotto Mario…

Antonio capì subito cosa stava avvenendo e mentre Mario continuava ad insultare Matteo che se lo inculava pesantemente, Antonio si avvicinò a Mario, e lo baciò, poi si mise davanti a lui, pensava che dovesse essere inculato da Mario e infatti disse: — Scopami

— aspetta — risposi io — andai su Antonio, lo inculai e feci entrare Mario dentro al mio ano.

Cominciò così il trenino che pochissimo tempo dopò causò piacere ad Antonio che sborrò sulle lenzuola…

Io invece non ero minimamente vicino a sborrare, per cui chiesi ad Antonio di allontanarsi in modo da poter dare sfogo alla mia natura da passivo… presi il cazzo di Mario e me lo conficcai nella figa anale.


— ahhh siii — gemevo finalmente — essere passivo per me non era solo una condizione fisica ma anche mentale

I colpi di Matteo a Mario che continuava ad opporsi avevano ripercussioni su di me, che morivo di piacere a differenza di Mario a cui presto si ammosciò il cazzo lasciandomi a secco…

— Cazzo Mattè basta, mi stai fracassando il culo — disse Mario incazzato

— ammetti che qui sono io l’alfa e ti lascio stare — disse Matteo

Il mio uomo con quella frase mi fece impazzire, lo amavo, amavo il suo essere così maschio, il suo essere virile e come difendeva il suo territorio…

— Si cazzo, sei tu l’alfa… adesso lasciami coglione — disse Mario

Ormai era stato sottomesso, quindi Matteo lo lasciò e non appena ebbe la possibilità, Mario gli tirò un pugno in faccia…

Matteo cominciò a ridere — me lo merito — disse guardandolo

Mario insoddisfatto e col culo dolorante prese di forza Antonio e lo mise a pecora, prese me e mi mise a pecora su Antonio e cominciò ad incularci con forza alternandoci.

Credo avesse bisogno di sentirsi dominante di nuovo

Digli al tuo amore che ti sto sfondando — mi tirò i capelli

Io amavo quella sensazione, amavo sentirmi dominato ed inculato — si amore mio guarda come mi sfonda ahhhhhhhhh — venni in pochissimi minuti

Uscì da me ed entrò con forza dentro Antonio — digli a Papà che ti piace più il mio cazzo — cominciò a schiaffeggiarlo mentre se lo inculava — diglielo frocio di merda — urlò

— ohhhhh si papà mi piace più il cazzo di Mario, ahhhhh sono un frocio, guardami papà, guarda come mi incula ahhhhhhhhh

Antonio sembrava assatanato

— sono un frocio di merda, spaccami la figa

Mario stantuffava come un forsennato e Antonio venne nuovamente.

Uscì dal culo di Antonio, e gli si posizionò davanti, con un cenno fece avvicinare Matteo che mi prese e mi posizionò vicino a suo figlio cominciando a segarsi

— mettetevi faccia a faccia — disse Matteo, poi aggiunse — scusa amore ma oggi Antonio deve bere i suoi fratellini

In automatico, proprio come le vere troie uscimmo la lingua di fuori attendendo la sborra…

Esplosero quasi contemporaneamente, Matteo sul figlio, Mario su me…

Mi girai verso Antonio e cominciammo a baciarci e a scambiarci la sborra…

Deglutimmo, era buonissima — cazzo amo la sborra — dissi

— Sei un coglione — disse Mario guardando Matteo che cominciò a ridere — mi fa male il culo

— colpa tua coglione, secondo te puoi scoparti mio figlio e il mio fidanzato senza chiedermi il permesso?

— scusa papi — interruppe Antonio — ma se vuole incularmi non deve chiedere il permesso a te, anzi, se vuoi scoparmi devi chiedere il permesso a lui da oggi

Mario si gonfiò il petto e disse — vedi? l’ho addestrata bene la cagna, è bastato solo incularla come una troia

I momenti che seguirono anche se pochi sembrarono un’eternità, pensavo che Matteo potesse reagire — Beh, pure io la mia — disse il mio uomo sorprendendomi

Scoppiarono a ridere di gusto.



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2025-04-30
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