Dal ballo alla passione: la notte che non dimenticherò

di
genere
confessioni

Ieri sera è stata una di quelle notti in cui il desiderio prende il sopravvento, dove la musica, i corpi sudati e l’adrenalina creano una miscela esplosiva.
Non potevo non raccontarvi quello che è successo, senza filtri, senza censure.

Ieri sera ero eccitata ancora prima di uscire di casa. Sentivo l’energia scorrermi sotto la pelle, un misto di nervosismo e adrenalina. Mi ero vestita con un abito corto, nero, aderente, che lasciava scoperte le gambe e seguiva ogni curva del mio corpo. Tacchi alti, trucco deciso ma non esagerato. Volevo sentirmi bella, viva, pronta a lasciare andare ogni freno.

L’evento di bachata si teneva in un locale che conoscevo bene: luci soffuse, musica latina che ti cattura appena varchi la porta. Non era solo ballo: era atmosfera, gioco di sguardi, desiderio che si mescolava al ritmo. Appena arrivata, dopo qualche passo tra la folla, li ho visti: Luca, Matteo e Andrea. I miei amici. Tre volti familiari, tre sorrisi che subito mi hanno riscaldato ancora di più.

Mi hanno accolta con abbracci stretti, quelli che ti fanno già sentire il corpo degli altri, la loro energia, il loro odore. Ci siamo messi a chiacchierare, ridere, scherzare. Ma io sentivo sotto tutto quel parlare un’altra cosa. Una tensione crescente. I loro occhi mi guardavano più a lungo del solito, seguivano ogni movimento delle mie anche, ogni gesto delle mie mani. Io mi lasciavo guardare. Mi piaceva. Mi eccitava.

La musica ha richiamato il nostro corpo prima della mente. Una bachata lenta, sensuale, mi ha trascinato sulla pista insieme a loro. Uno alla volta. Prima Luca, poi Matteo, poi Andrea. I loro corpi vicini, i bacini che si sfioravano con i miei, mani che mi guidavano senza perdere l’occasione di accarezzarmi i fianchi, le braccia, qualche volta lasciando le dita indugiare un istante in più.
Sudavo. Non solo per il ballo. Era desiderio puro che montava in me a ogni movimento.

A un certo punto, tra una pausa e l’altra, Luca si è avvicinato all’orecchio e mi ha detto:
“Sei irresistibile stasera…”
La sua voce roca, il respiro caldo sulla pelle, mi hanno fatto tremare. Non ho risposto. Gli ho solo sorriso. Un sorriso che diceva tutto.

Abbiamo continuato a ballare, a sudare, a sfiorarci, fino a quando il locale è diventato una bolla di piacere, di calore, di elettricità. E poi è successo. Come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Matteo ha proposto: “Vieni con noi nel privé?”

Io ho annuito senza pensarci. Senza razionalizzare. Sapevo dove stava andando la serata. E lo volevo.
Dio, se lo volevo.

Siamo entrati in quella stanza laterale. Era buia, illuminata solo da qualche luce soffusa rossa. Un divanetto, cuscini sparsi, un’atmosfera che urlava sesso da ogni angolo.

Appena la porta si è chiusa, Luca si è avvicinato e mi ha baciato. Un bacio pieno, profondo, che mi ha tolto il respiro. Mi sono lasciata andare contro di lui, sentendo il suo corpo duro, l’erezione evidente contro il mio ventre.
Poi ho sentito altre mani. Matteo dietro di me, che mi scostava i capelli e mi baciava il collo, mentre Andrea accarezzava le mie cosce nude, risalendo piano sotto il vestito.

Era come essere immersa in un sogno di piacere. Non riuscivo a pensare, solo a sentire.

In pochi secondi, senza dire una parola, mi hanno sollevata dolcemente e adagiata sul divano.
Le mani si sono fatte più audaci. Luca mi tirò giù le spalline dell’abito, liberando i seni, che subito Andrea ha iniziato a succhiare e leccare con avidità. Il capezzolo duro tra le sue labbra mi mandava ondate di piacere che mi facevano gemere piano.

Matteo, intanto, era già inginocchiato tra le mie gambe, che mi aveva aperto senza alcuna resistenza. Ha tirato via il tanga umido senza troppa delicatezza, e senza perder tempo ha affondato la lingua nella mia figa bagnata, calda, pulsante.
Ho lanciato un gemito più forte, mentre il piacere mi esplodeva tra le gambe. Matteo sapeva il fatto suo: la lingua vibrava, scivolava, mi succhiava il clitoride mentre due dita si insinuavano dentro di me, riempiendomi, muovendosi con ritmo esperto.

Intanto, Luca si era liberato dei jeans, tirando fuori un cazzo duro, spesso, che iniziò a strofinare contro le mie labbra.
Senza pensarci, gliel’ho preso in bocca.
Caldo, pulsante, il sapore della sua eccitazione sulla mia lingua.
Lo succhiavo avido, mentre Andrea continuava a giocare con i miei seni, pizzicando i capezzoli, facendomi contorcere.

Era una sinfonia di corpi, di piacere, di desiderio.
A un certo punto Matteo si è alzato, i pantaloni abbassati, e mi ha penetrata con un solo colpo deciso.
Ho urlato nella bocca di Luca, che mi teneva la testa tra le mani mentre io lo succhiavo più forte.

Matteo affondava in me, duro, senza freni.
Sentivo il suo cazzo riempirmi, mentre il corpo di Luca premeva contro il mio volto.
Poi Andrea si è tolto i pantaloni ed è salito sul divano dietro di me, infilandomi un dito lubrificato nel culo, lentamente, preparandomi.

Non avevo mai sentito tanto.
Non avevo mai desiderato tanto.

In pochi attimi, Andrea era dentro di me anche lui, dietro, mentre Matteo continuava a scoparmi davanti.
Un doppio godimento che mi faceva vedere le stelle.
Mi muovevano, mi possedevano, mi divoravano.
E io li volevo tutti. Ogni centimetro di loro.

Continuavano a scoparmi in sincrono, mentre Luca si masturbava davanti a me, gli occhi fissi sui miei seni che rimbalzavano a ogni colpo.
Poi, quando ha visto che ero vicina all’orgasmo, ha afferrato il mio viso e mi ha baciato di nuovo, profondo, cattivo, mentre i miei gemiti si perdevano nella sua bocca.

L’orgasmo è esploso violento.
Mi ha attraversata come un terremoto, facendomi urlare, tremare, irrigidire sotto di loro.

Matteo ha aumentato il ritmo, gemendo anche lui, e pochi secondi dopo l’ho sentito riempirmi di caldo, dentro, con colpi ancora più profondi.
Andrea lo ha seguito, venendo dietro di me, stringendomi i fianchi con forza.

Luca, senza aspettare, ha afferrato la mia testa e ha eiaculato sul mio viso, sul collo, sui seni, con un gemito rauco che mi ha fatta tremare ancora.

Siamo rimasti lì, ansimanti, sudati, i corpi intrecciati in un groviglio di carne e piacere.

Non sapevo nemmeno più dove finivo io e dove iniziavano loro.

Dopo un po’, ci siamo rivestiti, tra risate, baci rubati, carezze complici.
Abbiamo sistemato i vestiti, cercando di sembrare normali, anche se dentro eravamo ancora in fiamme.

Siamo usciti dal privé uno alla volta, come se fosse tutto normale.

Ma io sapevo che nulla sarebbe più stato “normale” dopo quella notte.

E, sinceramente, non vedevo l’ora di rifarlo.


E a voi?
Vi è mai capitato di lasciarvi trasportare così da una serata speciale?
Raccontatemelo nei commenti…
scritto il
2025-04-28
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