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Paletta
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dominazione
Lo vedevo entrare tutti i pomeriggi (domeniche comprese) nella sauna che c'è difronte a casa e ci restava per qualche ora prima di uscirne. Era snello e gaio. Sgambettava un bel culo che mi faceva voglia. Ad occhio lo facevo più passivo che altro e decisi di controllare. Un giorno ci andai anch'io da curioso e rimasi stupito per come si concedeva a tutti. In dark room assaggiava ogni minchia che gli si parava davanti e veniva continuamente portato in camerino per completare l'opera. Lo sentivo gemere come una cagna e quando riuscivo a spiarlo era un saltimbanco. Dava il culo molte volte di fila senza mai stancarsi e saziarsi. Chissà come ce l'aveva conciato dopo tanti andirivieni! Volevo saperlo. Lo presi per la collottola e lo misi in posizione.
-Stai fermo che guardo se sei a posto.
Lo feci piegare a sguscio e gli scostai le natiche. Mi apparve un buchetto roseo e ben serrato che pareva quello di un principiante alle prime armi. Da non credere! Gli infilai un dito e lo feci stringere e poi lasciare. Passai a due e a tre. Urca come era elastico! Che delizia! L'ho preso di fretta e ci ho goduto molto e lui con me. Ce l'ho grosso e mi fa fare sempre una gran figura. Ho subito reclamato il bis e l'ho quasi tramortito. Siamo andati a rivestirci e me lo sono portato via fino a casa. Lo voglio mio una sera a pompa e l'altra di sedere. È docile e mi ubbidisce. Se si azzarda anche solo a dire che forse gli piacerebbe fare di nuovo una capatina in quel posto dove lo darebbe a chiunque gli stampo un ceffone che lo fa ammutolire e poi lo sculaccio fino a quando esausto non mi piagnucola che sono io a decidere cosa può e cosa deve fare. Quasi subito lo intorto e lo rianimo al punto tale che quando ritorna in sé mi racconta che come gode del mio non gli è mai successo. Ci credo! Non ne trova in giro di pari misura: così tosto che da moscio è già un bel fante, da dritto un corazziere e se lo metto in marcia è un gladiatore pronto ad entrare nell'arena al galoppo sopratutto in monta di un sederino come il suo che lo sopporta bene senza troppo frignare anche ricevendolo dentro a martello qualche buon centimetro più oltre di dove sono arrivati gli altri che frequentava prima. Tant'è vero che a volte lo implora solo a mezzo servizio e allora lo accontento e gliene ficco un po' meno, quel che basta a farci godere. Se invece lo impalo a fine corsa e a ruota libera strepita e mi guaisce come un animale al macello e veniamo di gusto il doppio, da crollare in tranche completamente fuori di testa e allo sbando nel parapiglia di una botta da orbi. Che ghiottoni che siamo! E come ci si ingozza! Glielo sbuccio a banana e lo riempio: di bocca lo strozzo e su per il deretano lo squarcio.
-Stai fermo che guardo se sei a posto.
Lo feci piegare a sguscio e gli scostai le natiche. Mi apparve un buchetto roseo e ben serrato che pareva quello di un principiante alle prime armi. Da non credere! Gli infilai un dito e lo feci stringere e poi lasciare. Passai a due e a tre. Urca come era elastico! Che delizia! L'ho preso di fretta e ci ho goduto molto e lui con me. Ce l'ho grosso e mi fa fare sempre una gran figura. Ho subito reclamato il bis e l'ho quasi tramortito. Siamo andati a rivestirci e me lo sono portato via fino a casa. Lo voglio mio una sera a pompa e l'altra di sedere. È docile e mi ubbidisce. Se si azzarda anche solo a dire che forse gli piacerebbe fare di nuovo una capatina in quel posto dove lo darebbe a chiunque gli stampo un ceffone che lo fa ammutolire e poi lo sculaccio fino a quando esausto non mi piagnucola che sono io a decidere cosa può e cosa deve fare. Quasi subito lo intorto e lo rianimo al punto tale che quando ritorna in sé mi racconta che come gode del mio non gli è mai successo. Ci credo! Non ne trova in giro di pari misura: così tosto che da moscio è già un bel fante, da dritto un corazziere e se lo metto in marcia è un gladiatore pronto ad entrare nell'arena al galoppo sopratutto in monta di un sederino come il suo che lo sopporta bene senza troppo frignare anche ricevendolo dentro a martello qualche buon centimetro più oltre di dove sono arrivati gli altri che frequentava prima. Tant'è vero che a volte lo implora solo a mezzo servizio e allora lo accontento e gliene ficco un po' meno, quel che basta a farci godere. Se invece lo impalo a fine corsa e a ruota libera strepita e mi guaisce come un animale al macello e veniamo di gusto il doppio, da crollare in tranche completamente fuori di testa e allo sbando nel parapiglia di una botta da orbi. Che ghiottoni che siamo! E come ci si ingozza! Glielo sbuccio a banana e lo riempio: di bocca lo strozzo e su per il deretano lo squarcio.
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Commenti dei lettori al racconto erotico