Pirenei
di
Aragòn
genere
incesti
PIRENEI ( Los Pireneos / Les Pyrenees )
Beatriz, attraente donna spagnola di 55 anni, un giorno di marzo chiese a suo marito di fare tre giorni sui Pirenei. Donna solare, dedita al suo lavoro in una azienda locale, così come il marito, voleva passare dei giorni in giro per i villaggi montani. Solo che Alvaro non vedeva di buon occhio la cosa, dato che preferiva restare in casa e poi andare da un suo amico al bar per vedere la partita, la domenica a seguire. Non scoraggiata, anche se un po’ delusa, Beatriz chiese quindi a suo figlio Gonzalo, di 24 anni che, seppur avendo una partita di calcio con gli amici da disputare, scelse di far felice sua madre e andare con lei.
Prenotato il tutto in due giorni, i due partirono in auto; jeans e scarponi, maglioncini e cappelli giacché il clima montano era differente da quello catalano della costa. Gonzalo e sua mamma avevano un ottimo rapporto: lei, donna moderna e madre amorevole, seguiva spesso suo figlio nelle sue partite con la squadra della cittadina dove vivevano. Inutile dire che gli amici del ragazzo spesso avevano fatto battutine su sua madre, giacché Beatriz è una donna realmente molto attraente: capelli lunghi castani, snella, bei seni proporzionati, labbra carnose , bel lato b e belle cosce, nonché sempre con trucchi lucidi molto forti, o alle volte opachi ma molto vistosi. Qualche mese prima – in novembre - vi fu un forte litigio fra suo figlio e due suoi compagni di squadra, dove Gonzalo difese sua madre ma ebbe la peggio. Da quel momento il rapporto mamma e figlio andò a stringersi sempre di più. Beatriz iniziò a notare gli sguardi di Gonzalo verso di lei, verso le sue cosce, i suoi seni così da iniziare pian piano ad essere permissiva con suo figlio, soprattutto per far si che anche innanzi alle battute di alcuni dei suoi stupidi compagni di squadra, non se ne prendesse cura e non litigasse più; dato che l’ultima volta lo avevano ridotto male e Beatriz aveva timore potesse litigare. L’essere permissiva della donna nei confronti di suo figlio andarono evolvendosi nei mesi. L’ultimo Natale, quindi un mese dopo il litigio dei foglio con i compagni di squadra, concesse a Gonzalo delle carezze alle cosce, così come ai seni. Pian piano in quei giorni di festa, dei baci, prima a stampo, poi veri baci. La sera dell’Ultimo dell’anno masturbò per la prima volta suo figlio, dato che erano alcuni giorni che stava chiedendo, ma lei voleva pensarci bene. Visto che i parenti erano per arrivare, fu una masturbazione ben sostenuta, fatto in piedi e di lato per non sporcarsi. Imbarazzata e sbalordita dalla potente eiaculazione di Gonzalo, acconsentì per la serata anche ad un bacio.
Questo rapporto era oramai diventata una abitudine ed il figlio non perdeva occasione per accoccolarsi a sua madre che, quando poteva, lo accontentava. Almeno si tranquillizzava. Difatti Gonzalo era molto più rilassato, anche alle partite e Beatriz notava che non rispondeva più ai suoi compagni. Superata la metà di febbraio, Beatriz aveva iniziato a far sfogare suo figlio usando anche la bocca. Aveva notato come a Gonzalo piacesse la passione e infatti quando gli praticava sesso orale, lo faceva sempre in modo molto focoso. Il figlio gemeva forte e il tutto doveva avvenire non in casa, ma in macchina e in posti isolati. Spesso difatti accadeva dopo una partita o dopo un allenamento.
Ora erano in auto in direzione Pirenei e Beatriz erano oramai due settimane che aveva concesso a Gonzalo di leccargliela. Prima di partire, in garage, per far si che durante il viaggio suo figlio stesse calmo, lo aveva fatto sfogare con un lavoro di bocca da manuale, ingoiando la gran quantità di sperma che il ragazzo buttava fuori ogni volta. Solo che la strada era molta e arrivati nelle zone montuose , la mano di Beatriz lentamente faceva su e giù sul pene del figlio che da un’ora dopo la partenza, stava supplicando la mamma di fargli qualche carezza. Sulla strada che entrava al Parc Natural del Cadì – Moixerò, la macchina era accostata per permettere a Gonzalo di eiaculare in tutta tranquillità. La madre era china a succhiargli il membro, con il cappellino di lana in testa , che tanto eccitava il ragazzo. Profonda ma non di fretta, in poche ore era il secondo pompino che faceva a suo figlio che, non pago della venuta in garage, inondò nuovamente la bocca di sua madre.
Alle 12:45 arrivarono a destinazione, nei paesino di Ainsa, dove entrarono nell’hotel dove dovevano alloggiare. La stanza aveva un bel affaccio sulla natura montana. Posate le valige , mamma e figlio scesero a mangiare al ristorante in tutta calma. Relax durante il pranzo, due chiacchiere e poi su in camera a riposare. Trascorsero due ore e Beatriz si ridestò, lavandosi per poi rivestirsi. Appena finito, Gonzalo si svegliò chiedendo a sua mamma di mettersi fianco a lui. Beatriz disse al figlio di stare più calmo ma non c’era molto verso. Però quella volta se la cavò con un lavoro di mano molto veloce.
La sera trascorse tranquilla; la notte però un po’ meno ma Gonzalo si diede da fare due volte nel dar piacere a sua madre, prima singolarmente, poi in un 69 abbastanza irruento. Il giorno dopo trascorse tranquillamente e difatti il ragazzo non chiese nulla a sua madre, tranne che qualche palpeggio e bacio.
Il terzo giorno presero l’auto in direzione confini con la Francia. Visitarono le rovine di un castello e , come Beatriz sospettava, a suo figlio presero i bollori, anche dato il luogo e chiese a sua madre di far sesso. La mamma disse che era presto, che poteva benissimo calmarsi con altri anche se Gonzalo era incessante nel chiedere, tanto che Beatriz dovette calmarlo fra le rovine, con due pompini fatti di seguito, voraci e molto rumorosi; tanto da metterlo fuori uso per quasi una giornata, talmente fu elevata la quantità di sperma che fece. Al letto, di sera, era maggiormente Gonzalo a dar piacere e relax a sua madre, leccandole la vagine, come anche masturbandola. Tre dita molto potenti, un masturbarla incessante che fece venire in un forte orgasmo Beatriz, che abbracciò suo figlio, che ne approfittò per leccarle e succhiarle i seni. Si addormentarono abbracciati, sotto le coperte.
Quei giorni trascorsero fra escursioni naturali e turistiche; fra molto orale, spagnole e masturbazione. Il giorno del rientro però, Gonzalo nuovamente si fece avanti con la richiesta di sesso ma stavolta Beatriz glielo promise in estate, se avessero vinto il campionato. Svuotato da un ultimo pompino di sua mamma in quella stanza, rincasarono nel pomeriggio.
Quasi al Solstizio d’estate, il campionato era vinto e Beatriz era festosa per suo figlio, così anche come fu felice il padre. Qualche settimana dopo, Alvaro era ancora fisso nel suo lavoro in azienda, dato che stava sistemando delle carte per poi andare in vacanza. Nel mentre moglie e figlio erano andati un fine settimana nel borgo dei Pirenei, a rilassarsi. Il sole estivo batteva forte nella stanza la mattina presto di qualche settimana dopo la fine del campionato della cittadina, vinto dalla squadra di Gonzalo. Il letto ballava ma non cigolava e il sole che entrava si infrangeva sulla pelle sudata di Beatriz che, con movimenti passionali cavalcava suo figlio con schiena dritta e sguardo rivolto verso l’alto , di godimento mentre il ragazzo, sudato e gemente, di sotto aveva le mani strette ai fianchi materni.
FINE
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