Storia vera 3

di
genere
feticismo

Eravamo rimasti che avessi accolto qualche giorno fa il giovane tecnico della lettura del contatore con cui ebbi rapporti fisici la scorsa estate. Venne da me insieme al padre stavolta e con la scusa di aggiustarmi la vasca rimase a fare sesso da me, mentre il padre finiva il lavoro nel nostro condominio. Quando il padre tornò a casa per vedere se al figlio servisse aiuto, lo trovò vicino la vasca scalzo a ultimare il suo lavoro. Con la scusa di aspettare che si asciugassero i suoi calzini e le scarpe gli proposi a entrambi di prendersi un caffè in cucina. Chiesi al giovane tecnico di nome Vittorio quanto portasse di piede, non volevo restasse scalzo, lui mi disse di non preoccuparmi ma insistetti e per fortuna scoprii portasse 44 e mezzo come mio figlio grande, così gli diedi le sue infradito verde militare che ai suoi piedi erano una meraviglia. Essendo una feticista del piede maschile, ne approfittai per chiedere al padre quanto calzasse, lui scherzando mi disse che pur volendo stare comodo non si sarebbe mai levato le scarpe perché temeva gli puzzassero i piedi. Sorrisi e andai a prendere le infradito di mio figlio piccolo e gliele diedi: padre e figlio rimasero un po’ sbigottiti, si guardarono e il figlio gli disse di mettersi comodo, che la signora fosse tanto gentile da assecondarla. Mi accorsi che forse mi fossi spinta un po’ oltre, più che altro pensai di aver messo un po’ in imbarazzo sia il signore che il figlio a cui fino a poco prima avevo leccato i piedi e non solo… Il signore si tolse scarpe e calzini e rimase scalzo mettendosi le infradito che gli stavano un po’ grandi, portando lui un 43 e mio figlio 44 e mezzo. Aveva dei piedi davvero sexy ma non belli come quelli di Vittorio. Quest’ultimo disse al padre che avesse ricevuto una chiamata da un signore del nostro condominio per fare alcuni servizi e gli chiese di passarlo a prendere nel tardo pomeriggio. 15 minuti dopo il padre si rimise le scarpe e disse a Vittorio che lo sarebbe venuto a prendere per le 18, mentre lui sarebbe andato in centrale a fare alcune cose. Rimasi sola con Vittorio che mi disse di averlo provocato per bene provandoci con suo padre, che me la avrebbe fatta pagare, iniziando a toccarmi e a cercarmi fisicamente. Nonostante il suo corpo fosse per me una calamita gli dissi che avrei continuato per un po’ a stare con lui, ma che verso le 16 sarebbero tornati i miei figli, che non potesse restare fino alle 18 a casa. Disse che si immaginava sarebbero tornato i miei figli, che avrebbe trovato una scusa per fare altri lavori da me e una volta finiti di trovare una scusa per uscire e andare in terrazzo, dove era andato più di una volta e aveva visto ci fosse un potenziale posto dove metterci. Gli piaceva molto il rischio, confessai che l’idea fosse folle ma che volessi stare con lui e che avrei rischiato. Dalla tarda mattinata fino alle 16:30 stette da me, lo abbiamo fatto in ogni maniera, posizione, in alcuni modi che mi vergogno anche soltanto a dirvi e descrivervi perché troppo spinti o comunque volgari. Ho goduto di ogni parte del suo corpo, come lui di me. Lo abbiamo fatto in vasca, nella doccia dell’altro bagno, sdraiati in balcone, sopra il tavolo del salotto, sul divano, in piedi attaccati al muro più e più volte. Ci rivestimmo alle 15:45 più o meno, sapendo sarebbe tornato almeno uno dei miei due figli. Verso le 16:30 sentimmo aprire la porta, con Vittorio eravamo vestiti ma avvinghiati in cucina, lui sempre scalzo andò in vasca a far finta di lavorare. Dissi allo stesso figlio che tornò in estate vedendo sempre Vittorio a piedi nudi in salotto che ci fosse lo stesso tecnico di questa estate, che a momenti avrebbe finito e che verso le 17 sarei uscita per andare a fare alcune commissioni. Ci raggiunse Vittorio salutando mio figlio, dicendogli che anche questa volta fosse scalzo perché la vasca dopo qualche mese purtroppo continuasse a fare acqua da tutte le parti, di essersi bagnato, ridendoci su. Mio figlio stavolta mi guardò un po’ perplesso, seguì con gli occhi Vittorio dirigersi in balcone a prendere le scarpe e mi chiese come mai venisse sempre questo tecnico a lavorare da noi. Aprì poco dopo l’altro mio figlio e allo stesso momento tornò Vittorio chiedendomi di aprirgli la finestra, in quanto non riuscisse a farlo perché difettosa. Entrambi i miei figli si guardarono un po’ perplessi vedendolo scalzo in salotto, gli spiegai il giorno dopo che si fosse nuovamente bagnato tutto aggiustando la vasca. Da lì i miei figli devo dire divennero sospettosi, non mi credettero appieno, mi chiesero se fosse un loro coetaneo, perché venisse sempre lui e come mai si prendeva queste libertà di girare scalzo a casa nostra o con le infradito di uno di loro. Ovviamente a voi dei miei problemi familiari importa poco, quindi vi racconto che per le 17:15 raggiunsi in terrazza condominiale Vittorio, che si fece trovare completamente nudo nello sgabuzzino piccolo che usava la donna delle pulizie condominiale per cambiarsi e lasciare i prodotti. Scopammo come due furie e per non far sentire le mie urla di piacere, Vittorio mi ficcò in bocca le dita delle sue mani che succhiai per bene, aveva delle mani stupende e il solo pensiero di averle su di me mi fa bagnare costantemente. Da lì ci siamo scambiati i numeri di telefono e abbiamo iniziato una relazione abbastanza clandestina in quanto io donna di 58 anni con due figli e lui ragazzo di 29 anni. Mi ha confidato che domani probabilmente oggi tornerà da me visto che ho casa libera e che abbiamo entrambi voglia di farlo. Forse porterà con sé dei giochi utili a stimolarci a vicenda, mi ha chiesto tra l’altro di camminare a piedi nudi così da averli un po’ sporchi da poter lavare con la sua lingua. Forse è un po’ estremo tutto ciò, ma penso di aver trovato una persona che mi rende felice, che mi appaga in tutti i sensi, con cui ho una chimica e complicità da urlo e che mi rende la donna più desiderata e bella del mondo. Devo fare attenzione a non innamorarmi però perché è giovane, potrebbe sparire da un momento all’altro e non devo farmi male.
scritto il
2025-03-21
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