L’attesa

di
genere
etero

Cenare con lui in pubblico mi provoca sempre una sensazione strana. Noi due insieme, soli, all’aperto.
Devo ammettere che è sempre piacevole, a volte perfino divertente. Sto bene con lui. Mi fa stare bene. E poi, con la scusa della cena al ristorante, lui riesce a mettere in atto la sua arma segreta, una strategia a cui mi sto lentamente abituando:l’attesa.
In un mondo dove sono e siamo abituati a prendere tutto e subito, lui mi fa aspettare. Si fa desiderare. Più di quanto abbia mai fatto io con un uomo. Ha una capacità incredibile di gestire il tempo con me. E mentre io bramo per stare da sola con lui, per stargli vicino, per sentire la sua pelle, per avere il suo odore addosso, per spingerlo sul letto e salirgli sopra, mentre io sogno di appagare ogni mia voglia, ogni mio desiderio, lui mi porta fuori di casa, lontana dalla comfort zone, in luoghi aperti dove non posso agire. Non posso nemmeno avvicinarmi troppo a lui. Il Paese dove vive non ama particolarmente le effusioni in pubblico.
Questa modalità di azione mi fa sentire come una bambina a cui fanno vedere un gelato.
Lei lo desidera con tutta sé stessa. E mentre glielo mostrano, le dicono “poi, dopo, potrà essere tuo. Aspetta”. E così, terminata la cena e rientrati a casa, e’ sufficiente che mi sfiori, anche solo per sbaglio, perché io mi accenda e arda come non mai.
Lui apre la porta, entriamo. Capisco dal suo sguardo che devo ancora aspettare. Mi dice che deve fare una telefonata, sale al piano di sopra. Io vado in bagno. Mi rinfresco e mi spoglio. Mi tolgo tutti gli indumenti, anche l’intimo e mi preparo. Indosso una camicia da notte che sembra un vestito da sera. Mi piace molto vestirmi per essere spogliata. L’abito lascia la schiena scoperta. La schiena, spesso sottovalutata, nel suo erotismo delicato. Il materiale, raso color oro e nero, accarezza la pelle e lascia intravedere i capezzoli, già in attesa di cio che accadrà.
Dopo qualche minuto, che a me sembra eterno, lui scende. Sì è cambiato. Rimango in penombra. Non so se mi ha visto. Gli dico che mi sono tolta le scarpe e mi avvicino a lui. Mi guarda e mi dice “hai fatto bene”. Sto per odiarlo perché non mi dà soddisfazione ma il ragazzo è sveglio e mi dice “Stai molto bene vestita così”. Prende qualcosa da bere, si accomoda sul divano, mi fa segno di avvicinarmi. Mi siedo vicino, mi accarezza la schiena, sento i brividi lungo tutto il corpo. Mi bacia una spalla, sfiorandomi il seno con una mano. La voglia di lui cresce in me. Avrei voglia che mi stendesse sul tavolo della sala e mi prendesse le caviglie per scoparmi, avrei voglia di sentirlo dentro di me, avrei voglia di urlare, ma non è ancora arrivato il momento…
scritto il
2025-03-16
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