Spazi condivisi

di
genere
etero

Dividemmo per errore lo stesso appartamento.
E chi lo voleva. Già prendo poche ferie, pensai.
La camera era una, bagno senza finestre e cucina misera. Per trenta euro al giorno, amen. Ma un'altra persona, sconosciuta, che mi gira per casa, NO.
Cambiai idea così, a sentimento. Penserete: i motivi furono due, e belli grandi. Beh, sì, le tette c'erano. Ma c'era anche l'estate e i centimetri di pelle abbronzata. Quello che non c'era, reggiseni. Penso non li avesse proprio messi in valigia. Sulle mutande non indagai, all'inizio.
Presi il divano letto, le lasciai la camera.
La prima mattina mi svegliai con il suo culo in primo piano che girava tra i fornelli. Usava uno short di un rosa stinto, si vedevano le curve delle labbra.
Mi svegliai, dicevo, e avevo già un'erezione. Lei sembrò non farci caso.
Solo dopo mi venne il dubbio, quando uscì dalla camera con solo il costume e la borsa da spiaggia.
"Vai anche tu al mare?" Mi chiese
"Sì, penso".
"Ma ti devi mettere la crema! Sei bianco come gli armadi".
"Ma ora?"
"No, aspetta di bruciarti. Ora, scemo!"
E mi fece girare. Sbaglio o quello che sentivo sulla schiena erano le sue tette? No, lo erano davvero. Indugiò a lungo sulla mia schiena, sfiorandomi un po' troppe volte per essere un errore. Poi, per qualche secondo, non sentii niente.
Quando mi girai la trovai nuda sul divano.
"Mi metti la tua crema?" mi disse.

To be continued...
scritto il
2025-03-10
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