Racconto. Prima parte

di
genere
confessioni

Mario continuava a martellare il mio foro più intimo con il suo bastone di carne turgido, sconvolgendomi l'intestino. La mia eccitazione era al massimo grado, contemporaneamente non riuscivo a smettere di giocare con le mie grandi labbra e il grilletto che diventava sempre più duro e sensibile. In quella posizione con le gambe aperte e la parte inferiore della schiena sollevata gli offrivo tutta la possibilità di trapanarmi a suo piacimento, in questa posizione riuscivo a vederlo anche in faccia mentre l'uccello entrava e usciva dal mio foro sensibile e dilatato. Ho sempre adorato vedere la faccia del mio uomo mentre mi possiede. Anche il progressivo sbattere del suo scroto sulla parte terminale dei miei glutei era per me fonte di eccitazione ulteriore. I miei umori colavano dalla vagina anche lei infiammata a collaborare nel lubrificare il mio ano sempre più ricettivo. I miei orgasmi si susseguivano uno appresso all'altro come sempre ubriacandomi di piacere.
Il rapido aumento di velocità della sua penetrazione mi preannunciò il suo orgasmo potente, sentivo le contrazioni e le variazioni del movimento del suo potente organo a contatto con le pareti interne del mio ano. Il suo urlo gutturale è quasi primordiale espresse il suo piacere che si stava compiendo dentro di me, contemporaneamente anche io ebbi l'orgasmo più intenso della serata. Mi parve di sentire i fiotti di seme caldo che dai suoi testicoli schizzavano dentro il mio intestino, tre, quattro schizzi di bianco liquido seminale mi riempivano il canale anale, provocandomi sensazioni che non mancavano mai di riempirmi di piacere.
Mario si accasciò sopra di me, continuamo a baciarci per un po', a scambiare un po' di saliva facendo giocare le nostre lingue.
Cavolo si era fatto molto tardi sapevo che mio marito sarebbe rientrato dal viaggio di lavoro abbastanza presto oggi.
Era la prima volta dalla morte di mia madre che riuscivo a fare sesso in modo soddisfacente, peccato che non era con il mio dolce marito, ma sentivo di avere bisogno di carnalità e lui impegnato per lavoro con vari viaggi non era ancora riuscito a darmi. Rientravo a casa stordita di godimento, dolorante nei miei fori più intimi con il sapore della sua saliva in bocca, è per niente pensai, pentita.
Mi venne in mente il plico che a distanza di una settimana dalla sua morte mi venne consegnato da un'amica di mia madre, avevo scartato il foglio anonimo che lo ricopriva e pensai alla frase che nel secondo foglio e la scritta a stampatello con un pennarello,"apri questo involucro solo se avrai sentito il motivo di tenere nascosto qualcosa a tuo marito ". Frase che mi fece pensare al momento ma che solo ora pensai di capire.
Arrivata a casa mi denudai immediatamente, per potermi lavare accuratamente e lavare il mio intimo ancora sporco di sudore e di sperma di Mario. Andai poi a verificare se il pacco si trovasse ancora dove lo avevo lasciato, in uno dei cassetti della mia scrivania. Lo presi in mano, rividi la frase ma in quel momento mi accorsi che è Giuseppe stava entrando in casa, e lo fu comunque felicissima di vederlo dopo un paio di giorni di assenza.
Non mi lasciò neanche il tempo di parlare, mi baciò ricambiato in modo molto appassionato, infilando la sua lingua nella mia bocca io stessa ricambiai la visita. In pochi minuti dopo esserci toccati abbracciati mi ritrovai in ginocchio sotto di lui che aveva tirato giù i pantaloni, facendo svettare il suo cazzo all'altezza della mia bocca. Eravamo molto eccitati entrambi e quindi ci misi poco a prendere in bocca il secondo uccello della mia giornata, era già duro e pronto, essendo circonciso la sua cappella pronta a essere lubrificata adeguatamente dalla mia saliva. Mentre tenevo con la sinistra il suo fianco, con la destra muovevo dolcemente ma vigorosamente l'asta, mentre la ingoiavo tenendo accuratamente insalivato il suo glande dolcemente duro. Iniziai pure a sentire le goccine che preannunciano la sborrata, sapore che mi ha sempre portato l'eccitazione nel sesso orale a vertici di estrema lussuria, non mi importava neanche che fosse ben poco pulito dopo mezza giornata in viaggio, il vago sentore di sudore misto a urina anziché staccarmi mi rendeva ancora più vittima della lussuria che oramai si era impadronita del mio corpo e del mio cervello. Anche lui era sicuramente vicino al parossismo, infilandomi le dita tra i ricci dei miei capelli come che ci fosse necessità di guidare la mia bocca nel suggere il nettare dal suo uccello che mi riempiva la bocca. Dal suo respiro, dai suoi movimenti, dai suoni che produceva con la bocca, dalle contrazioni del suo cazzo capì che era il momento che aspettavamo entrambi godendo. Restai quasi un pizzico delusa quando lo estrasse dalla bocca, me lo tolse dalla mano, mi ordinò di tenere la bocca aperta e velocemente mosse la mano destra lungo la sua asta tenendola in modo che la cappella poggiasse all'ingresso delle mie labbra scaricando parecchi schizzi della sua sborra densa e calda, alcuni mi finirono anche sul naso e l'occhio destro, ma la maggior parte nella mia bocca. Volevo sentire il liquido viscido caldo e lussurioso nella mia bocca, pochi secondi, ma poi guardandolo negli occhi deglutì il seme che amorevolmente mi aveva donato. Mentre ripulivo il cazzo con la bocca mi carezzò i capelli pronunciandomi frasi dolcemente oscene.
Il mio per Giuseppe, è un amore profondo, passionale ma soprattutto mutuo, nonostante avessi passato la giornata a scopare con uno dei miei migliori amici di quando ero al liceo. Mario anche quel giorno non si era risparmiato nel farmi godere, ma anche io espressi tutta la mia troiaggine nei suoi confronti. Sapevo anche che dopo cena , dopo una doccia vigorosa saremo andati a letto subito perché entrambi avevamo voglia di scoparci a vicenda, dopo una giornata eccitante volevo concluderla in bellezza prendendo e donando piacere, goduria e porcaggine a mio marito.

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2025-01-21
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