Il mio seme per T, lesbica sposata

di
genere
esibizionismo

T era una mia collega, docente all'università. Non aveva mai fatto trapelare nulla sulla sua vita privata ma col tempo la confidenza tra noi era cresciuta. Qualche cena insieme, anche a casa mia e con mia moglie, telefonate, messaggi. Poi un giorno mi aveva detto che voleva presentarmi Piera, sua moglie. Che T fosse lesbica io lo avevo sempre saputo anche se non me lo aveva mai detto apertamente. Il suo abbigliamento prettamente maschile, i capelli sempre portati corti e i vestiti a reprimere il seno, non abbondante ma una seconda giusta per il suo fisico magro, era più di una confessione. Così quando mi disse che voleva presentarmi sua moglie, non ne fui stupito. Organizzò una cena in un ristorante di pesce: Piera era molto diversa da lei, più femminile, capelli castani anche formosa per certi versi, estroversa come invece T, timida per natura, non era. Due giorni dopo però lo scenario cambiò. In pausa pranzo all'università, T mi prese da parte. "Devo chiederti una grande favore, solo tu puoi farmelo". "Certo certo, dimmi tutto". T era imbarazzata e si guardò intorno per assicurarsi che nessuno ci vedesse o ci sentisse. "Io e Piera abbiamo un desiderio: vogliamo un figlio". "Che bello, auguroni... Lo adottate?". T sorrise: "No, è troppo complicato. Vogliamo concepirlo noi". Mi strinsi nella spalle: "Ah certo, così sarà ancora più vostro... Con l'inseminazione artificiale è facile". T rise: "Non Guido non hai capito... Vogliamo concepirlo ma in maniera naturale con una donatore...". Feci un' espressione stupita: "Ah beh certo, è meno asettico dell' inseminazione". T mi venne vicino e mi mise una mano sulla spalla: "Guido non hai capito... Noi vogliamo che sia tu il donatore, voglio che mi metta incinta tu". La mia sorpresa si leggeva tutta nell'espressione del mio viso: "Ma perché io? I figli li ho già e poi scusa eh cosa ho di più?". T mi guardò dritto megli occhi e fece un mezzo sorriso: "Anzitutto perché sei mio amico e sei una persona perbene e sana... E poi si insomma perché di te si dice che hai beh che sei dotato ecco". In effetti era vero: 23 cm reali e larghi. La sorpresa lasciò in me lo spazio all'eccitazione: ingravidare una lesbica, tra l'altro una collega, un'amica, mi stuzzicava. "Ammesso che accettassi, come si svolgerebbe la cosa". T sorrise: "A casa nostra, nel nostro letto. E ovviamente con Piera presente". La mia testa era ormai partita insieme alla mia libidine: "Va bene ci sto però a due condizioni: la prima è che voglio vedervi fare l'amore tra voi, la seconda è che, dopo aver messo incinta te, voglio scopare anche Piera". T non fece una piega: "Va bene, ci sto". L'appuntamento era per la sera successiva a casa loro. A mia moglie avevo detto di avere una cena di lavoro. Entrai a casa di T, era vestita come sempre, in maniera maschile. Piera invece aveva una vestitino aderente che metteva in risalto le sue forme. Ci sedemmo sul divano per un aperitivo, chiacchierando e ridendo. Poi, a un tratto, T e Piera si abbracciarono e iniziarono a baciarsi. Ero eccitato. Mi avvicinai a Piera e mi infilai nel suo bacio con T. Mischiammo le nostre tre lingue e le nostre mani si intrecciarono sui nostri corpi. Presto ci trovammo nudi. "Amore hai visto che era vero: Guido ha proprio un bel cazzone" esclamò T. Lei, sempre seria e composta con gli studenti, ora stava perdendo i freni inibitori. E mi stava leccando il cazzo, insieme a Piera. "T, amore, voglio vedere questo magnifico membro di te" disse Piera baciando sulla bocca sua moglie. Ci spostammo in camera da letto, T e Piera si stesero una sopra l' altra, T iniziò a leccare la figa della moglie che intanto mi succhiava il cazzo. "Amore è pronto, tesò e duro .. apri le gambe per accoglierlo" disse Piera spalancando la fica di T e guidando con la mano il mio cazzo nella sua fica. "Piera amore è magnifico, lo sento tutto dentro, godo" mugolò T che intanto mi baciava con la lingua. Piera intanto massaggiava le tette di T e spingeva le mie natiche per indirizzare i colpi nella fica di T. "Amore muoviti, fallo venire, accogli il suo seme nel tuo utero, fatti fecondare del nostro bambino" urlò Piera in preda all'eccitazione. Anche io ero al massimo: aumentati il ritmo e urlai "Godo, vengooo, sborrooo" e scaricato un fiume di sperma nella fica di T, che a sua volta urlò di godimento. Baciai T con la lingua. "Guido tesoro non uscire ancora dal mio ventre, voglio che il tuo seme mi fecondi... È il mio giorno più fertile e voglio regalare a te e alla mia Piera uno splendido bambino". Piera intanto si era portata vicino a noi. Bacio con trasporto T sulla bocca e poi delicatamente mi sfilò il cazzo dalla fica della moglie e se lo mise in bocca, pulendolo dal residuo di sperma, che ingoiò tutto. "So che questo piacere che ci hai dato a un altro prezzo da pagare - disse Piera - so che mi vuoi scopare... Sono pronta...". A quelle parole il mio cazzo, che già si era 'riposato' dopo l'eiaculazione, tornò duro. "Mettiti a pecora" dissi imperioso a Piera, dandole uno schiaffo sul culo. "Si amore, scopatelo anche tu questo cazzone, goditelo" disse T, che intanto si era portata davanti a Piera e le massaggiava le tette. "T amore voglio anche io il suo seme dentro di me" urlò Piera stendendosi e invitandomi a scoparla ancora. Ero eccitato ancora. "Si Piera amore senti il suo sperma caldo" disse T. "Vengo io, sborrooo" urlai io scaricando in un ultimo colpo la venuta nel ventre di Piera. Poi crollai distrutto ma Piera e T si avventaron sul mio cazzo pulendolo con le lingue dallo sperma residuo. Passò del tempo dopo quella serata. all'Università i rapporti tra me e T non erano cambiati, ma quella cosa sembrava non fosse mai successa. Poi dopo tre mesi esatti, T mi comunicò che era incinta. "Grazie Guido, sapevo che con te sarei andata sul sicuro" mi disse sorridendo. "prego non c'è di che - ghignai io - ma dal settimo mese voglio controllare da vicino la gravidanza, scopando entrambe le mamme, naturalmente"
scritto il
2025-01-13
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