Il passa parola rende più di qualsiasi cosa.

di
genere
confessioni

………. Forse ero mi ero sbagliato, a mezzogiorno via SMS Erminia scrive nel pomeriggio verso quattro sarebbe venuta a casa mia,…….
Dopo una decina di minuti suonano dal portone “il mio pensiero ha dimenticato qualcosa non era la prima volta” mi infilo un paio di pantaloncini e la maglietta apro dall’ascensore esce il passeggino era Erminia (un vestitino leggero bianco traforato che lasciano vedere l’intimo ed un paio di stivaletti) con il figlio che dorme, entrata chiudo mi abbraccia e con le mani mi avvicina la mia bocca alla sua ci limoniamo come ragazzini, tra lei ed il marito i dieci anni di età fanno differenza. Aspettavo da tanto tempo questo momento mentre le mie mani fanno scendere la cerniera del vestito lei mi aiuta e cade ai piedi lasciandola con il reggiseno e mutandine, si posano sul sedere la alzo facendo sentire il mio pene sulla pancia, la sua mano destra traffica con la fettuccia dei pantaloncini ci riesce e mi toglie anche gli slip lui svetta potente lo accarezza salendo con la lingua dai testicoli alla punta esclama con meraviglia:“ è magnifico, enorme! Fammelo ingoiare ! ” Così dicendo si abbassa lasciandomi le mani orfane di quelle culatte bianche. “ E’ più bello di quanto lo abbia pensato mi prende e mi butta sul letto iniziando a farmi un pompino si ferma e mi salta addosso lo infila nella phiga che entra con una facilità, stava già grondando di umori, che femmina eccezionale mi sta portando in estasi fino a venirle dentro, mentre le mammelle sercenavano latte all’infinito sul più bello veniamo interrotti dallo squillo del cellulare che il suonare ha anche svegliato il bimbo, sento la conversazione era Antonio che chiedeva dove fosse: candidamente risponde che aveva il cellulare silenzioso per non svegliare il figlio e che si stava preparando per andare a fare la puntura.) Dispiace, perché la scopata poteva durare ancora qualche minuto andiamo in bagno si rinfresca sul bidè mentre io mi pulisco con un tovagliolo, andiamo in cucina e si riveste mettere il reggiseno ed infila il vestito, da sotto il passeggino prende il pacchetto della farmacia, in bagno a prendo l’occorrente quando son pronto con siringa e cotone, Erminia ancora senza mutandine piegata con entrambe le mani al passeggino disinfetto e buco avevo quasi finito il liquido che suonano alla porta, rispondo: arrivo da fuori mi risponde una voce femminile: aspetto. Apro una signora, capelli castano chiari corti,1,60 una bella terza addosso un abito da casa senza spalline, vedendomi con la siringa in mano dice: non ho sbagliato interno, [Concetta mi ha indicato giusto], mi dice quando potevo se salivo, mi dice: Lei al quarto stessa porta. Rientro in cucina Erminia era pronta per ritornare a casa si gira e mi bacia, mi ringrazia della scopata gira il passeggino e l’accompagno all’ascensore con un arrivederci tra due giorni.
Erminia per me stava diventando una vera e propria nave scuola a diciotto anni cosa potevo pretendere, anche grazie alla zia Elena.
Prendo le chiavi di casa, dalla dispensa mi metto in tasca due guanti in lattice e vado al quarto piano. Suono, mi viene ad aprire dal cucinino la corrente d’aria trasportava un profumo di camomilla mi accomodare sul divano in sala, (l’appartamento era stato ristrutturato avendolo ereditato dalla zia Grazia era la compare di Concetta da giovani erano due coppie inseparabili, i mariti lavoravano nello stesso posto lo zio Piero era infermiere, Mario il marito di Grazia era tecnico di radiologia), e spiega che aveva bisogno di un clistere, aveva chiesto a Concetta nella speranza potesse farglielo lei, però ha preferito che si rivolgesse a me. Mi alzo a dir il vero io perette non ne avevo mai fatto, ricordo che nonna provvedeva in caso di bisogno. Con Elena ed Erminia l’avevo fatto con la sacca. Chiedo di poter andare in bagno a lavarmi le mani e lei sulla lavatrice c’è un sacchetto della farmacia portalo, sulla vasca mutande nere e reggiseno bianco, ritornato chiedo una ciotola per versare la camomilla apro il sacchetto dentro la scatola della pera del 16 una di vaselina scarto ed inizio a riempire la pera, la camomilla è ancora calda per farlo, mentre lei va in bagno guardo lo scontrino ***GRZ65A45B429* ritorna nuda come mamma l’ha fatta con il cellulare in mano che messaggiava (deve ammettere che ha un bel coraggio farsi vedere da una persona che fino a dieci minuti prima non conosceva, era indifferente) non ci è voluto molto, io ero pronto si appoggia al tavolo e ancor prima di iniziare mi dice di volerne fare due, “bene per me, starei tutta la sera a fargli delle perette) Scostai le culatte con molta delicatezza, e la avvicinai, la inclinai verso il suo buchino che, nel frattempo si era aperto alla luce come un fiore e cercai la giusta inclinazione per sentire la cannula entrare senza fatica, ma per fare questo cincischiai molto sul suo buchetto con la punta della cannula che, nel frattempo, lubrificava il tutto con un pò di vaselina e delle gocce di camomilla che iniziavano a fuoriuscire… “Dai bravo, …coosiii’ …” mi incoraggiava muovendo il sedere… “Sei bravo però, …hai una manina niente male…ohhohhh” in quell’istante la cannula penetrò come risucchiata dentro in modo naturale, la sentivo ansimare (tra di me pensavo questa non ha bisogno veramente lo fa per godere) che ansimando mi diceva: “Ecco… ohoho si… io: respiri profondamente e lei: tu devi premere sulla pera…da bravo dai…” facendolo il primo schizzo di camomilla entrò negli intestini “Ohoho …eccoooo, …però, bravo…. Ohooohhhhh…” e via cosi’ che ogni fiotto un mugolio sordo di evidente goduria della che mostrava il suo piacere inarcandosi a più non posso e io esageravo spostandola e roteandola dentro il suo stupendo culetto. Fu una sensazione e una emozione mi impegnai al massimo perché nella peretta non rimanesse neppure una goccia e questo lo gradì moltissimo, promuovendo a pieni il mio operato. “Signora, è finita la peretta…” “Ooohho sei sicuro? …assicurati che nulla rimanga,..ohoho ti raccomando… “ “No No, è proprio finita” e così dicendo estrassi la cannula, mentre ricaricavo la pera, squilla il suo cellulare; dall’altra parte una sua amica chiede se ha risolto il suo problema, lei vedendomi pronto per la seconda mi fa segno di iniziare, come prima allargo le culatte e dirigo la cannula verso il sedere Graziella ha fatto una radiocronaca alla sua amica dall’altra parte del telefono. Anche con questa peretta viene ripetutamente di seguito, dalla vagina scendevano umori che sembrava una fontana, non potevo fare nulla avevo entrambe le mani impegnate il brutto della pera, con la sacca del clistere una volta inserita la sonda rimane libera, con l’altra massaggiavo la pancia con qualche per nulla sgradita puntatina sulla patata. Un po' di cronistoria lei all’epoca aveva 49 anni attualmente separata con una figlia di 18 anni che abitava con il padre a Milano, aveva chiesto il trasferimento in prefettura, e viveva sola. In me aveva trovato un amico una persona accondiscendente a risolvere i problemi, soffriva di stipsi e piaceva bere per annegare i dispiaceri dei congiunti con un goccio di alcool (in generale) e spesso aveva bisogno del Plasil ì, per non dimenticare il mal di schiena che era cronico. Per me era ed è ancora una manna benchè ora ne abbia 57. Plasil ne aveva sempre un paio di scatole, Muscoril e Voltaren Dopo le perette si è congedata mettendomi in mano venti euro, ed una nuova paziente la sua amica.

Scusatemi per il dilungarmi, voglio che abbiate una visione chiara della situazione
scritto il
2024-10-21
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