Sesso dopo i cinquanta cap.4
di
mammamoglie
genere
confessioni
Cari lettori, se avete letto le mie precedenti confessioni sapete già che sono Franca, una moglie di 56 anni, che dopo anni di fedeltà, si è appassionata ai siti di incontri, ed agli incontri non solo virtuali. Ve ne sto confessando alcuni.
Il primo incontro tramite internet è stato con un uomo maturo. Comprensivo, dolce.
Frequentavo vari siti. In alcuni erano una maggioranza i ragazzi in cerca di donne mature. L’ultimo ragazzo che avevo frequentato era ...prima di sposarmi…. Più di trenta anni fa.
Ero in contatto con alcuni di loro, dai 18 ai 25 anni. Solite foto di quel particolare anatomico, poi del fisico. Mi tampinavano alacremente. Poi la solita richiesta di ...vedersi in cam. Io mandavo foto molto sfocate, o di particolari in primissimo piano. Da quelle non potevano farsi la minima idea di come fossi realmente. Ma non recedevano, anzi, ad ogni mio “scappare” mi rincorrevano sempre più caparbiamente. Approfittare di quei cazzi sicuramente tosti, di quella pelle liscia, sarebbe stato per me già molto eccitante. Avevo lanciato il sasso in quel mio primo incontro e non volevo fermarmi. Fra tutti mi aveva colpito uno di loro. Aveva 20 anni. Non si vantava delle proprie capacità amatorie, delle dimensioni e della sua machità. Ma ero molto dolce, forse fragile, ma molto determinato a conoscermi. Gli ho dato appuntamento in un market. Conoscevamo ognuno un particolare abbigliamento dell’altro, e volendo, potevamo allontanarci senza presentarci, se lo avessimo ritenuto opportuno. Era un vero appuntamento al buio, sapevamo solo età e quel che ci eravamo scritti. Lo vedo da lontano. Biondino, chiaro, non alto. Magrolino. Quasi contemporaneamente mi vede. Sa che sono matura, molto normale. Ci avviciniamo. Ha un bellissimo sorriso. Convenevoli di prassi. Nel market c’è un bar. Ci sediamo al tavolino più appartato. Socializziamo. Ci ripetiamo a parole le cose che ci siamo scritti. Ma sia io che lui, sappiamo che inevitabilmente deve venire fuori la ragione di questo suo desiderio di donna matura. Ed il perché della mia curiosità su un ragazzo molto giovane.
Parto io: mi immaginavi diversa? Più giovane? Più bella? - lui: assolutamente no, ti ho immaginato quasi come sei
io: anche tu sei come ...forse ti pensavo meno magrolino… - lui: me lo dice anche mamma che dovrei mangiare di più
io: vivi ancora a casa con i tuoi? Figlio unico? Tua mamma è giovane? - lui: si, studio ancora, sono figlio unico e mia mamma ha la tua età.
Non sono psicologa, e per quanto fossi inesperta, adesso lo sono molto meno, che nel suo cercarmi ci fosse di mezzo , mi era passato in mente. Sul momento lasciai cadere il discorso.
Andammo sulle cose pratiche. Vogliamo rivederci? - tu quando sei disponibile? - E cose simili.
Adesso dove vai? - Devo andare all’università. Se vuoi ti do un passaggio, io sono in macchina. - se non ti porta troppo fuori strada volentieri. Saliamo in auto, sembra molto imbarazzato.
Io: sei pentito? - lui: assolutamente no. Io: mi sembri mogio – lui: no, è che… io: dai non essere timido. Ci siamo contattati in un sito di incontri, è chiaro per entrambi che ….. -lui: è che io avrei voluto incontrarti senza il sito. Sarebbe tutto più spontaneo... dirti che mi piaci molto.
Era sincero, lo capii subito. Mi emozionò molto, un misto di tenerezza, di vanità, di desiderio sessuale. Io: hai una lezione importante oggi? - lui: si ma ….. posso saltarla.
Mi guardai intorno. Avevo posteggiato molto vicino alla uscita pedonale. Io: ti va se ci spostiamo al piano superiore? È sempre meno frequentato di questo. Non aspettai risposta. Misi in moto e cercai l’angolo più periferico e più buio. Si buttò fra le mie braccia e le bocche si trovarono facilmente. Il tempo era ancora discreto ed addosso non avevamo molto. Le mani si intrecciano, sbottonano, trovano la pelle calda, scoprono il corpo dell’altro. Non stacca la bocca dalla mia, mi esplora tutta con la lingua. La sua saliva entra nella mia bocca. La ingoio. Mi piace. Mi cerca le tette. Le trova con i capezzoli rigidi. Mi scopre una tetta e ci si lancia sopra. Succhia piano e forte. Ho voglia di sentire il suo uccello. Ha i jeans. Ne sento la durezza oltre il tessuto. Voglio sbottonarli. Mi ferma la mano. Gli carezzo le cosce, i capelli, il viso. Ma quel trattamento che sto subendo alle tette mi eccita sempre di più. Ho voglia di tenerlo in mano. Riporto la mano sul suo inguine. Mi sembra anche più grosso. Lui: no dai non adesso, aspetta – io: ho voglia di sentirlo, di averti in mano – lui: no, no, no. Quasi piangeva. Ma io ero con la mano già su quello splendido cazzo e lo stingevo forte. Lui con le lacrime agli occhi: si mamma, fallo, fallo,fammi sborrare.
Il primo incontro tramite internet è stato con un uomo maturo. Comprensivo, dolce.
Frequentavo vari siti. In alcuni erano una maggioranza i ragazzi in cerca di donne mature. L’ultimo ragazzo che avevo frequentato era ...prima di sposarmi…. Più di trenta anni fa.
Ero in contatto con alcuni di loro, dai 18 ai 25 anni. Solite foto di quel particolare anatomico, poi del fisico. Mi tampinavano alacremente. Poi la solita richiesta di ...vedersi in cam. Io mandavo foto molto sfocate, o di particolari in primissimo piano. Da quelle non potevano farsi la minima idea di come fossi realmente. Ma non recedevano, anzi, ad ogni mio “scappare” mi rincorrevano sempre più caparbiamente. Approfittare di quei cazzi sicuramente tosti, di quella pelle liscia, sarebbe stato per me già molto eccitante. Avevo lanciato il sasso in quel mio primo incontro e non volevo fermarmi. Fra tutti mi aveva colpito uno di loro. Aveva 20 anni. Non si vantava delle proprie capacità amatorie, delle dimensioni e della sua machità. Ma ero molto dolce, forse fragile, ma molto determinato a conoscermi. Gli ho dato appuntamento in un market. Conoscevamo ognuno un particolare abbigliamento dell’altro, e volendo, potevamo allontanarci senza presentarci, se lo avessimo ritenuto opportuno. Era un vero appuntamento al buio, sapevamo solo età e quel che ci eravamo scritti. Lo vedo da lontano. Biondino, chiaro, non alto. Magrolino. Quasi contemporaneamente mi vede. Sa che sono matura, molto normale. Ci avviciniamo. Ha un bellissimo sorriso. Convenevoli di prassi. Nel market c’è un bar. Ci sediamo al tavolino più appartato. Socializziamo. Ci ripetiamo a parole le cose che ci siamo scritti. Ma sia io che lui, sappiamo che inevitabilmente deve venire fuori la ragione di questo suo desiderio di donna matura. Ed il perché della mia curiosità su un ragazzo molto giovane.
Parto io: mi immaginavi diversa? Più giovane? Più bella? - lui: assolutamente no, ti ho immaginato quasi come sei
io: anche tu sei come ...forse ti pensavo meno magrolino… - lui: me lo dice anche mamma che dovrei mangiare di più
io: vivi ancora a casa con i tuoi? Figlio unico? Tua mamma è giovane? - lui: si, studio ancora, sono figlio unico e mia mamma ha la tua età.
Non sono psicologa, e per quanto fossi inesperta, adesso lo sono molto meno, che nel suo cercarmi ci fosse di mezzo , mi era passato in mente. Sul momento lasciai cadere il discorso.
Andammo sulle cose pratiche. Vogliamo rivederci? - tu quando sei disponibile? - E cose simili.
Adesso dove vai? - Devo andare all’università. Se vuoi ti do un passaggio, io sono in macchina. - se non ti porta troppo fuori strada volentieri. Saliamo in auto, sembra molto imbarazzato.
Io: sei pentito? - lui: assolutamente no. Io: mi sembri mogio – lui: no, è che… io: dai non essere timido. Ci siamo contattati in un sito di incontri, è chiaro per entrambi che ….. -lui: è che io avrei voluto incontrarti senza il sito. Sarebbe tutto più spontaneo... dirti che mi piaci molto.
Era sincero, lo capii subito. Mi emozionò molto, un misto di tenerezza, di vanità, di desiderio sessuale. Io: hai una lezione importante oggi? - lui: si ma ….. posso saltarla.
Mi guardai intorno. Avevo posteggiato molto vicino alla uscita pedonale. Io: ti va se ci spostiamo al piano superiore? È sempre meno frequentato di questo. Non aspettai risposta. Misi in moto e cercai l’angolo più periferico e più buio. Si buttò fra le mie braccia e le bocche si trovarono facilmente. Il tempo era ancora discreto ed addosso non avevamo molto. Le mani si intrecciano, sbottonano, trovano la pelle calda, scoprono il corpo dell’altro. Non stacca la bocca dalla mia, mi esplora tutta con la lingua. La sua saliva entra nella mia bocca. La ingoio. Mi piace. Mi cerca le tette. Le trova con i capezzoli rigidi. Mi scopre una tetta e ci si lancia sopra. Succhia piano e forte. Ho voglia di sentire il suo uccello. Ha i jeans. Ne sento la durezza oltre il tessuto. Voglio sbottonarli. Mi ferma la mano. Gli carezzo le cosce, i capelli, il viso. Ma quel trattamento che sto subendo alle tette mi eccita sempre di più. Ho voglia di tenerlo in mano. Riporto la mano sul suo inguine. Mi sembra anche più grosso. Lui: no dai non adesso, aspetta – io: ho voglia di sentirlo, di averti in mano – lui: no, no, no. Quasi piangeva. Ma io ero con la mano già su quello splendido cazzo e lo stingevo forte. Lui con le lacrime agli occhi: si mamma, fallo, fallo,fammi sborrare.
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