Mio cognato

di
genere
gay

Il marito di Armida, sorella di mia moglie, era un tipo solitario, non amava la compagnia, a casa era taciturno, avevano una figlia adolescente che aveva la passione della musica, suonava il violino. Una domenica è stata invitata ad una esibizione, Armida si è messa d'accordo col padre di una ragazza anch'essa doveva esibirsi, quindi Giulio è rimasto da solo a casa. Mi telefona, mi chiede se posso predisporgli una nuova presa di corrente, in pochi minuti sistemo tutto e provo ad andar via. Mi impedisce di andar via mi chiede di parlare, si sente solo. Mi accomodo sulla poltrona, mi invita
a mettermi sul divano, lui siede al mio fianco. Mi informa che è innamorato di me, da
quando mi ha conosciuto non fa altro che pensarmi e che per me lascerebbe moglie e figlia. Cerco di sviarlo, non mi sento pronto ad essere amato da un maschio, si mette
a piangere come un bambino, mi accorgo della sua fragilità, cerco di assecondarlo, mi faccio promettere che qualora mi abbassassi al sue richieste deve restare un segreto tra noi. Si inginocchia davanti a me, mi ringrazia, comincia a baciarmi le gambe, mi
da dei piccoli morsi, mi apre la patta estrae il cazzo barzotto, lo succhia con tanta avidità, anche lui è eccitato si vede, mi spoglia delicatamente, lui fa la stessa cosa,
mi trascina sul letto, ci sovrapponiamo, ora i nostri cazzi sono durissimi, va giù e succhia ancora, faccio lo stesso col suo, sborriamo insieme nelle nostre bocche, abbiamo goduto tantissimo. Mi abbraccia, mi bacia sulle labbra, mi ringrazia. Ci
ricomponiamo seduti sul divano nessuno riesce ad aprire bocca. Poi all'orecchio mi
sussurra -Ti amo- rispondo -Anch'io- Quando ci capita ci vediamo, non pensavo che un
amore del genere potesse dare tanto piacere.
di
scritto il
2024-05-08
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