Prima volta

di
genere
prime esperienze

Qualche giorno fa, mentre stavo in spiaggia ad abbronzarmi, e mi rammaricavo di dover tenere addosso il costume, guardavo il passaggio della gente in riva al mare.
L’aria di mare frizzantina mi sveglia sempre gli appetiti sessuali, soprattutto dopo un inverno freddo passato in casa.
Qui al caldo l’ormone si sveglia ed è difficile tenerlo sotto controllo.
Se riesco, cioè se non c’è tanto traffico, in spiaggia mi metto nudo, incurante dei passanti, che in questo periodo non sono giovani.
Tante coppie di vecchietti, perché ora è il periodo dei pensionati al caldo; nessuna famiglia con bimbi, perché è epoca di scuola, e qualche coppia di nordici giovani, ma soprattutto gay e lesbiche, biondini e biondine dalla Svezia e dell’Inghilterra, dove pare che non lavori mai nessuno e siano tutti pieni di soldi.
Stavo lì, scaldato dal sole e baciato dall’oceano e pensavo a quanto mi piacerebbe passare una notte con due lesbiche in un lettone, anche solo a guardare che cosa fanno! Ogni giorno capita che qualche curioso devii dal bagnasciuga per passarmi più vicino a curiosare se sto nudo. Ed io devo sforzarmi di non coprirmi. Credevo che fosse per vincere la timidezza, e pensavo che bastasse assumere un atteggiamento spavaldo per sembrare sicuro di me, nonostante le mie misure non da pornostar. Invece ho capito che é un’altra cosa: mi piace essere umiliato. Mi eccita proprio essere messo in difficoltà per non essere abbastanza dotato: quando mi é capitato di incontrare partner esigenti e crudeli, a parole, mi sono sempre trovato spinto a fare meglio con la lingua o con le mani, o ad offrire l’altra parte di me, come se fosse una compensazione: ne ho poco di qua, ma ti puoi divertire di lá.
Ovviamente chi passa in spiaggia é estraneo a questo gioco, ma sono sempre guardoni, curiosi, repressi.. gente che non mi piace.
E poi mi sono venute in mente le parole della mia padrona: “ se io fossi in te che viaggi sempre, in posti dove non conosci nessuno, io proverei a fare una esperienza alternativa; visto che ti piace lo strapon secondo me dovresti provare con un uomo”.
Beh…
Non mi sono portato le mie amate gabbiette e i miei plug ma sono riuscito comunque a tenere in castigo il mio piccolo cazzetto, legandolo con un laccio delle scarpe e anche a tenere in allenamento il mio prestante buchetto, con l’aiuto dell’ortolano.
Le parole della padrona mi rimbombavano nella testa, ogni giorno che andavo in spiaggia a camminare da solo e incrociavo maschi da soli. Mi chiedevo se fossero timidi, se sotto portassero la gabbietta, o se dietro avessero un plug come ogni tanto capita a me, se avessero una padrona come ho io, o semplicemente se fossero gay, bisex, schiavi, asessuati, perversi Etc.
Non sai mai chi incontri.
Sarebbe facile nelle zone gay delle grandi città.
Ma qua non saprei proprio come fare, qua dove non ci sono locali apposta, pensavo.
Poi mi é venuta una idea.
ho aspettato che il mio amico, a casa del quale dormivo, partisse per l’Italia, ed ho frugato nei cassetti di sua moglie, che è alta e grossa come me, per trovare un costumino adatto ad attirare l’attenzione di qualcuno, per far capire che ho un buco disponibile, anche se non mi muovo come una ballerina. Ho provato prima i suoi jeans cortissimi, poi i suoi vestitini scollati dietro, e i suoi completini intimi sexy.
Ne ho trovato uno nero, sgambato, di tessuto crespo, che mi va bene come taglia, anche se non mi sta bene addosso, perché escono i testicoli da tutte le parti.
Ma per eseguire gli ordini della padrona sono disposto a quasi tutto.
Quella notte ho dormito poco, per l’imbarazzo di aver pensato una cosa del genere, e pensai che l’unico modo per riuscire a metterla in pratica fosse quello di essere sempre eccitato, come mi succede quando porto la gabbietta. Allora passai la notte a trastullarmi con dei cetrioli comprati al mercato il giorno prima con i quali mi penetravo mentre mi masturbavo ma senza mai venire. Arrivai quattro o cinque volte vicinissimo all’orgasmo, ma mi fermai volontariamente prima di eiaculare, per rimanere carico e voglioso. Facevo 20 minuti di esercizio e poi mi addormentavo, puntando la
Sveglia ogni due ore per riprendere l’allenamento. Infilare quei così diventava sempre più facile, anche perché la donna del mio amico ha ceste piene di creme emollienti che ho usato in quantità avendo nella testa il programma per il giorno dopo; la mattina mi sono alzato presto, mi sono rasato e ho fatto i miei lavaggi abbondanti ed accurati, ho messo la crema protettiva sulla pelle e lubrificante dove serve, e sono andato camminando sulla spiaggia del resort dei nordici.
Arrivato là vicino, ho steso il telo, più vicino del solito al mare, perché i passeggiatori mi vedessero, ho messo cappello ed occhiali scuri, ho tolto i boxer da bagno e sono rimasto coricato con quello slippino sexy a capire cosa succedesse. Le sorelline in coppia passavano mano nella mano e io cercavo di capire quale fosse il maschio, ma erano tutti mediamente grassocci e bianchicci e comunque non mi guardavano.
“Meglio” pensavo, perché i maschi non mi piacciono, e se non piaccio a loro è anche perché lo capiscono.
“Però è un’occasione d’oro, Devo essere più convincente” mi dicevo, “il mio scopo qual è? Prendere un cazzo vero per la prima volta, per eseguire un ordine. Quindi che me frega se chi c’è dietro a quel cazzo è bello o no? Magari uno brutto è più bravo ad usarlo, o si accontenta di uno come me, non più giovanissimo e senza nessuna esperienza”
Poi mi chiedevo, già che c’ero: “ se potessi scegliere il cazzo che mi deve sverginare, come lo vorrei?lungo o grosso? Non tanto grosso né lungo, ma che si senta! Lo vorrei peloso? Ma no! Lo vorrei nero? Difficile che un nordico sia nero! Lo vorrei rude e violento? No, zero. Lo vorrei effemminato? Beh, si, però poi sarebbe passivo e non servirebbe. Lo vorrei assaggiare? Nooo! E poi quando verrà, che ne farò??? E chi lo sa! Vedremo quel che succede. Domande di questo tipo mi distraevano dal resto.
L’importante è che io poi abbia qualcosa da raccontare alla mia padroncina; non posso tornare dal viaggio senza aver nulla da raccontare.
Intanto che pensavo a queste schifezze, il mio fratellino si era ritirato a tal punto che il costume stava piatto, e non era bello da vedere; il mio fisico non è da sissy, sono peloso, ho le gambe storte.. devo inventare qualcosa per sembrare interessante.
Mi metterò su un fianco a mostrare le Chiappe.. mi metterò di schiena.
Oppure sorrido a tutti? Che difficile, non sono capace.
Nei film sembra facile: uno arriva, l’altro cala lo slip, si tromba e ciao ciao arrivederci. Boh..
Ero un po’ deluso dalla mancanza di contatti, che stavo pensando di tornare a casa dal mio ortolano e sfondarmi di cetrioli bitorzoluti che non deludono mai!
Ma con tutto l’esercizio notturno, il lubrificante, il caldo, e l’idea che mi ero messo in testa, avevo svegliato quella voglia e sentivo pulsare il cuore là sotto, e mi dispiaceva lasciare mio cugino a bocca asciutta, però non ero stato capace di rimorchiare.
È più facile con le donne, pensai, ora mi rimetto i boxer da maschio e abbordo la prima che vedo; almeno si scopa.
Mentre penso così vedo avvicinarsi un bagnino mulatto, con un bel fisico e un costume bianco, troppo stretto per il suo coso.
Non pensavo che venisse da me, e invece si fermò per fare due chiacchiere, in inglese.
Mi fa due domande, mi dice due cose, e vedo, da come muove le mani, che non è proprio maschio maschio, anche se porta la fede.
È alto, ben fatto, ha un bel sorriso bianco, e mentre parla si guarda intorno, facendo torsioni sui fianchi, e inevitabilmente gli si muove il costume, che con l’acqua del bagno che ha appena fatto, diventa trasparente. L’uccello, appoggiato a dormire di lato, arriva fino sul fianco. Mi accorgo che lo sto fissando con invidia e sento un brivido lungo la schiena.
Il mio, penso, nemmeno col viagra arriva là.
Saluta tutti, sorride, gesticola e improvvisamente, dal nulla, mi chiede cosa faccio più tardi, che lui finisce il turno all’una e mi invita a pranzo in camera sua.
Temporeggio, ma so già che accetterò l’invito, interrogandomi su come reagirei se ci provasse. Ovviamente, a questo punto, spero che ci provi e che faccia tutto lui, perché io non saprei da che parte cominciare.
Sono a un’ora di cammino da casa, il pranzo è offerto, il bagnino ci prova, e soprattutto potrebbe essere la situazione ideale per fare quella cosa che la padrona mi ha ordinato; è deciso, si fa!
ora la cosa che mi turba è la dimensione dello strumento!
Vabbè, mentre lui torna a lavorare mi immagino cose, situazioni, posizioni che magari non succederanno, ma magari si.
Quando è mezzogiorno ho caldo, entro in mare a rinfrescarmi e approfitto per tornare a fare un lavaggio con l’acqua di mare, che porta via tutti i residui che eventualmente si sono mossi con la camminata.
Mi giro a guardare la spiaggia, mi infilo senza fatica due dita nel mio buco molto lubrificato, mi piego in avanti a galleggiare e le roteo per provocare una apertura da cui entra l’acqua che aspiro chiudendo i muscoli ed espello spingendo forte. Lo rifaccio quattro o cinque volte e quando mi sento pulito esco dal mare, senza rendermi conto che ho una erezione e che si vede sotto il costume.
Nessuno nota nulla, meglio così.
Arrivano le 13, sono impaziente di andare a mangiare; temo che si sia dimenticato, o abbia trovato compagnia migliore. Buon per lui.
Meglio così, una fantasia che resta fantasia.
Invece si ricorda.
Sono imbarazzato ma vado.
In casa mi offre da bere, e mi chiede se voglio fare una doccia per togliermi il sale dell’oceano.
Gli chiedo se mi ha visto fare il bagno e mi dice sorridendo che mi ha visto uscire dall’acqua, e che sembravo un maschio..
Lo guardo con faccia interrogativa.
Passa qualche secondo e aggiunge: “di undici anni!” E scoppia a ridere
Resto un po’ sorpreso e sorrido storto facendogli intendere che ho capito a cosa si riferiva. Questo è il tipo di umiliazione che mi eccita.
Continua a ridere e mi chiede scusa..
gli rispondo che per lui quel problema non c’è ma, al contrario, se dovesse svegliarsi la sua bestia, avrebbe difficoltà a nasconderla nel costume.
Annuisce e mi chiede se voglio averne la prova; si avvicina, mi prende la mano e se la appoggia sul costume. Non faccio niente per bloccarlo, anzi, mi viene spontaneo stringere le dita sul suo cazzo e sento che pulsa, così come sento le pulsazioni dietro di me. Invece il mio cazzetto é diventato il mio clitoride .
Sta arrivando il momento da raccontare alla mia padrona e io non sono pronto.
Lui fa per abbassarmi la testa ma io mi sposto, e a questo punto gli devo raccontare sinceramente qual è il mio obiettivo.
Gli dico che non voglio nemmeno togliere gli slip, nè che mi tocchi o che mi faccia fare altro.
Intanto che parlo per spiegargli, non ho tolto la mano dal suo pacco che nel frattempo è diventato di marmo, anzi ho cominciato a muovere lentamente la mano. Noto che servirebbero due mani per cingerlo tutto.
Lo slip bianco non riesce più a contenerlo e fuoriesce, svettando verso l’alto come una catapulta, completamente scoperto, venoso, lucido.
Fa paura da tanto è grosso.
E penso che no, proprio non fa per me, mi dispiace per la mia padrona, che sarebbe fiera di me, ma non ci provo nemmeno.
Ma ne sono calamitato, continuo a stringerlo e fissarlo. Continuo a muovere la Mano su quel bastone nero con la punta rossa, e sento che anche il mio si muove, sotto lo slippino sexy da donna. L’imbarazzo é totale, ma la voglia é di più.
Sono a un passo dal punto di non ritorno.
Mi chiede se sono pronto.
No, rispondo. Sarà per un’altra volta, mi dispiace di averti dato buca, ma non riuscirei.
Insiste, e mi fa notare che lo sto masturbando ormai da dieci minuti e che ha visto la mia erezione, segno che mi piace.
Mi promette che farà piano e che se mi farà male smetterà.
Gli fisso il palo e vedo le goccine sulla punta: “ti piace?” Gi chiedo e lui mi risponde che ho una mano delicata. Si avvicina e mi stringe a sè, allungando le mani sulle mie Chiappe. “E a te?” Mi chiede.
Non rispondo. Con le dita raggiunge il mio buco palpitante e me ne infila uno per mano, tirando per allargarlo. “Sono sicuro che non ti farà male, sei già lubrificato”. io respiro un po’ affannosamente e mollo la presa dal suo cazzo.
Lui interpreta il gesto come un “via” per andare sul letto. “Mettiti in ginocchio e appoggia i gomiti sul letto” mi dice. Come da accordi non mi toglie lo slippino, ma lo abbassa quanto basta per rendere disponibile il mio buco.
non mi tocca altro che il buco, che lubrifica ancora con una crema molto densa e filamentosa.
Mi batte il cuore
Lui me lo appoggia e lo sento spingere lentissimamente ma inesorabilmente. La punta sembra entrata, la parte difficile sembra superata senza dolore.
“Rilassati” dice.
“È una parola” penso, concentrato come sono a non farmi sfondare.
Comincia a stantuffare spingendo ogni volta un po’ di più, finché sento le sue palle rimbalzare sul mio costume.
Mi sembra che ora entri con facilità, anche perché con le mani mi sta tenendo spalancate le Chiappe.
Arriva al punto L, provocandomi un brivido lungo la schiena e la voglia di fare pipì.
Spingo istintivamente dietro come per espellerlo, come riflesso del piacere che provo, ma il risultato è che mi apro ancora di più.
“Visto?” Dice, “ è tutto dentro e non ti fa male”
“Tuttooo??” Chiedo
“Tutto, good boy”.
La mia padrona sarebbe contenta di vedermi armeggiare con tanta carne invece che con i toys; anche lei mi direbbe “good boy” sorridendo.
“Quella crema è miracolosa” dico.
Sento che respira forte e spinge forte. Mi piace, non fa male, però non sento una grande differenza dai dildi, se non per il fatto che qui armeggia lui e io devo solo subire.
Adesso girati sulla schiena e alza le
Gambe, mi dice;
quando lo sfila per lasciarmi girare sento il mio buco con una mano, perché mi sembra che sia rimasto aperto. Ci passano due dita comodamente. Questo mi piace, da sempre. Sono ancora più eccitato.
Mi corico in fretta e alzo le gambe: “sfondami” sembro pensare, ma in realtà temo il dolore.
Guardo come armeggia per sistemarsi e vedo che mi appoggia le mani sull’inguine attorno al micro slippino che contiene il mio cazzetto completamente molle, da bambino, ma senza mai toccarmi.
Me lo infila facilmente fino in fondo e poi lo toglie completamente per prendere la rincorsa e infilarlo di nuovo di colpo. Ogni volta che lo fa sento che il mio buco respira e lui aumenta la violenza con cui me lo sbatte dentro.
Sento che tocca il fondo e sento che si sta gonfiando ulteriormente.
“Forse sono io che mi sto gonfiando o forse sta per venire” penso e mi annuncia che sta per venirmi dentro.
il mio piacere aumenta vertiginosamente e prima che io risponda alla sua frase arcuo la schiena, apro le braccia come un crocifisso, chiudo gli occhi e sono avvolto in una nuvola di piacere sublime, vengo abbondantemente negli slip, emettendo una quantità enorme di sborra bianca come quando avevo vent’anni, ma questa volta a cazzo molle.. un orgasmo prostatico potente.
Gli dico di prendere il mio nettare e di spalmarselo sul cazzo per ributtarmelo dentro, in modo che si mescoli insieme al suo quando verrà. Lo fa ed in venti colpi molto scivolosi mi esplode dentro provocandomi un altro orgasmo, anale questa volta, senza eiaculazione, lunghissimo, che mi fa tremare tutto il corpo per venti memorabili secondi…
Lui continua a spingere anche dopo l’orgasmo fino a che piano piano non si sgonfia e lo sfila…
Io tengo tutto dentro, penso già a quando camminerò verso casa sentendo le Chiappe viscide e quando realizzerò che avevo immaginato di scegliere un cazzo non grosso, non nero, eccetera, mi colerà tutto il brodo lungo le cosce, mentre io sorriderò pensando che ce l’ho fatta, e posso raccontarlo alla mia padrona, sperando che mi dica: “iuiiiii, goooood boooooyy”
scritto il
2024-03-13
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